2380 / Grigoletto Giuseppe / 1940-4-4 /
Miyazaki, 4 aprile 1940
Carissimo Don Giuseppe,
Grazie delle due magnifiche foto. Farò pubblicare. Mi pare di averle già, perché anni fa disturbai molti per un lavoro su Ito Mancho1 e mi pare di aver ricevuto proprio quella. Ho dato tutto il materiale che avevo a Don Tassinari a Tokyo e fra poco saprò.
Unisco il primo frutto della corrispondenza col fratello. Mi inviò anche un giornalino di Vicenza che penso conoscerai. Farò il possibile per la corrispondenza mensile.
Hosokawa si darà a Osaka in maggio per tre sere nel massimo teatro, si fecero varie aggiunte e speriamo riesca bene per la gloria di Dio e per un po’ di bene agli uditori, che nella rievocazione delle loro glorie storiche, possono sentire la predica modica e… fatta per loro… in una nuance impercettibile.
I due solisti cantano benino, a Osaka ci saranno forse cori e orchestra migliori di Tokyo – gli attori sono del primario teatro giapponese (Kabuki) di Tokyo e fanno in maniera impagabile… e sono non cristiani.2
Beh! Prega per me che ti ricordo cotidie coi tuoi inscritti a esperimenti di ortaggio e giardinaggio… Se vogliono possono trovare buone norme nelle mie lezioni di agricoltura!!! (Vol. 2°). Anche le zucche sono buone… Ah, gustassi le kaboche giapponesi… E poi chi è più buono di te… zucca Baruca?
Allegro sempre.
Tuo
Don V. Cimatti
P.S. - Saluta omnes. Ad occasione al buon Don Debelli – non ricordo dov’è. – Un pugno al tuo direttore e prefetto.
1 Ito Mancho (si scrive anche Mansho) è uno dei quattro ragazzi della Prima Ambasciata giapponese venuta in Italia nel 1585 che fu ricevuta da Gregorio XIII e da Sisto V, ed ebbe grandiose accoglienze in varie città d’Italia.
2 Di queste tre esecuzioni dell’opera “Hosokawa Gratia” fatte a Osaka nel salone Asahikaikan il 21,22,23 maggio, non abbiamo altre relazioni dettagliate. Neppure nella cronaca-diario personale Don Cimatti se ne fa cenno. Probabilissimamente non potè parteciparvi. Però abbiamo trovato il manifestino stampato a colori, da cui risulta che il direttore d’orchestra fu Asahina Takashi, a quei tempi il più famoso del Giappone, con i cori dell’Università di Musica, e fu sposorizzata dalla Società Nissen. Don Cimatti dice che vi fece delle aggiunte, ma non si riesce a trovare lo spartito, che molto probabilmente fu utilizzato nel rifacimento del dopoguerra.