760 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-6-15 /
a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu
[15 giugno 1931]
Rev.ma Madre,
Avrei voluto venire per parlare, ma Don Piacenza (momentaneamente assente) è tornato tardi, e quindi sarei giunto fuori orario – domani debbo andare a Oita e fino a lunedì non sono di ritorno, quindi non so quando potrò avere un abboccamento.
Pensavo di essere riuscito nell’intento, e a quanto pare la frittata è rotta più di prima. Mea culpa. Mi ero con cura presi gli appunti esprimenti i suoi desideri – mi pare di averli messi tutti – me li vedo tutti ribattuti, quindi non so che dire.
Lei domandi pure a Torino le autorizzazioni necessarie (e forse scriverà anche Don Cimatti domandando dispense per le condizioni speciali della missione). Pensi e s’informi pure per la sorveglianza che il Superiore ecclesiastico esercita sull’attività delle Congregazioni in qualche modo da Lui dipendenti (ho usato la frase di Mons. Kinold che interpellai per consiglio essendo versatissimo in materia) secondo il diritto canonico: le sarò riconoscente perché c’è sempre da imparare al riguardo. A voce chiariremo certamente. Ad ogni modo:
All’artic. 3 mi pareva provveduto sufficientemente col XIII. Lei mi ha scritto: “L’ente o individuo che domanda due suore, non le ottiene se non accetta di averne e di stipendiarne tre”. Perciò ne avevo domandato quanto le Costituzioni (sia pure in linea di tolleranza) domandano. Casco dalle nuvole nel pensare che l’uso sia che bisogna stipendiarne tre, e che effettivamente lavorino per l’opera due. Domanderò alla Madre Generale anche questa eccezione – su cui non posso certo ridire essendo le Costituzioni così. (Primo mio sbaglio).
Il secondo comma: ho messo le sue parole. Lei mi disse che questi tentativi li facevano già – non penso nelle ore dell’asilo – e pensavo li potessero fare le due suore e che per ora non ci fosse bisogno di personale a ciò. (Secondo mio sbaglio).
Artic. 7: Se non si sentono di accollarsi tale onere, vedremo il da farsi o penserà come ora del tutto la missione – o in caso di deficienza corrisponderà il mancante.
Artic. 8: Don Cimatti si assorbirà pure anche tale gioia della proprietà. La missione non so quando potrà fare quanto fanno altre Amministrazioni… ed il Signore ci scampi (almeno finchè dovrà essere Don Cimatti in Giappone) dal fare convenzioni tali.
Artic. 13. Ho espresso quanto fanno i salesiani proprio per non interrompere il lavoro. Non si discute sugli esercizi spirituali (il testo è chiaro) non potendo per loro fare due mute di esercizi. Se non si sentiranno, pazienza! Chi sostituirà negli esercizi, sostituirà anche nel riposo. Siamo in missione e gli oratoriani pur diminuendo non vanno in vacanza.
Artic. 11. Abbreviamo pure. Si toglie, è vero quel fuoco di buona volontà che le parole indicano: ad ogni modo le regole più sono brevi e meglio è.
Per l’artic. V già ho detto. A non confondere le idee, dopo “varie forme di apostolato” ci vuole punto fermo.
Concludendo, Lei, ottima Madre, mi disse che tutta la questione non è di finanza, anzi che a questa non pensava. Ed ora ad ogni nuova osservazione, Don Cimatti non vede che questa preoccupazione e tenta fare fronte. Ah, avessimo più fede nel Signore.
Per me ho l’intima convinzione che tre suore per il lavoro di Miyazaki sono sufficienti – ed è per questo che la Missione ne domanda tre ( le due e la terza necessaria per le Costituzioni – perché per il lavoro attuale due bastano certo… Ma, naturalmente, questo secondo la mia povera testa). (Terzo mio sbaglio).
E si può incominciare altro lavoro nella missione?
Come le domandavo nell’ultima, hanno difficoltà? Non si sentono di donarsi al lavoro dell’asilo? Dell’Oratorio? Ma facciamo insieme qualsiasi lavoro – l’importante è che facciamo. Siamo agli inizi e tutti gli inizi sono difficili.
Si sentono di prendere tali opere come lavoro della loro Congregazione e per conto loro? Deo gratias!
Non si sentono? Non possono? Ma permettano che si lavori tutti insieme. Hanno troppo paura. Si buttino in acqua.
Hanno altri desideri? Vogliono conferenze in casa? Qualche volta la benedizione e simili? Ma è anche questo il nostro desiderio. Ma dicano chiaro, e senza troppi timori. Ma lavoriamo, lavoriamo.
E i mezzi? Ecco la domanda che Lei, ottima direttrice, fa al povero Don Cimatti. Don Cimatti non ha temuto di domandare a Lei nelle necessità, e fraternamente aiutandoci, il Signore ha aiutato Lei e il sottoscritto. Non tema. Il Signore farà i miracoli se saremo buoni e poveri. Insomma noi missionari non dobbiamo essere come quelli che non son tali – lavoro sacrificato per il Signore e per le anime. Scusi lo sfogo che i miei confratelli sanno a memoria perché non so dire altro. A voce il resto. Preghi per me.
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.