Cimatti|Rinaldi Filippo / 1931-7-6

773 /Rinaldi Filippo / 1931/-7-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 6 luglio 1931

Amatissimo Padre,

Ricevo in questo momento le accluse provenienti dal Sig. Don Torquinst. Mi dice che il Superiore Maggiore non volle neppure leggerla se non era corredata del parere del Superiore della Missione.

Da tempo ne avevo scritto esponendo i miei pensieri che riassumo:


È certo una buona occasione; e chissà quando ne verrà una…

Ma la missione o meglio la Congregazione in Giappone non può certo pagare quel terreno se non è aiutata dai Superiori o da altre persone.

Ha pure bisogno di personale, se deve togliere sia pure pochi confratelli dalla Missione.


Tempo fa l’Arcivescovo di Tokyo parlando con me diceva: “Capirà che non posso lasciare per lungo tempo il terreno disoccupato… quindi mi urge una risposta”. Don Torquinst che fu il primo intermediario della cosa dice che contrariamente a quello che aveva offerto quando era costì, data la situazione cattiva degli affari in Argentina, non potrà dar nulla.

Concludendo:

1.- l’occasione è buona, perché un piede a terra a Tokyo è della massima importanza per lo sviluppo dell’Opera (influsso, cooperazione, ecc.) ed anche per l’avvenire della missione. Per i Giapponesi Tokyo è tutto. E un terreno di 600 tsubo in Tokyo…

2.- L’arcivescovo permettendo la chiesa uso parrocchia – possibilità di servizio religioso in istituti etc. possibilità di questua a mezzo cooperatori, il mantenimento di tre confratelli è possibile subito.

3.- Pare che l’Arcivescovo affiderebbe subito ai salesiani una specie di orfanotrofio da tempo iniziato.

Quid? È giunto il tempo di slanciarsi? Se i Superiori aiutano per il personale e per i mezzi, avanti in Domino.

Per altri motivi… non saprei che dire. Non so che pensino, come già dissi olim per la teologia dei nostri, cui bisognerà presto pensare.

Un piede a Tokyo, se saremo negli imbarazzi, ci faciliterà il compito perché il Gran Seminario funziona bene, e forse anche i salesiani potrebbero portare un buon contributo per l’insegnamento.

I Salesiani del Giappone certo metteranno tutte le loro forze, ma non hanno certo mezzi.

Altri vantaggi: gli studi dei nostri chierici e dei nostri seminaristi, che fatti a Tokyo hanno un valore incomparabile nell’estimazione pubblica – e verrebbe facilitato l’acquisto dei titoli necessari. La vicinanza delle autorità di ogni genere giapponesi e straniere, religiose e civili…

Insomma i vantaggi sono incalcolabili, l’occasione è certo delle più favorevoli. Videant patres!

Prego di cuore che il Signore, l’Ausiliatrice e Don Bosco ispirino quella soluzione che sia la migliore per il bene.

Con vero affetto di figlio

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.


P.S. - Fu eletto a Vescovo di Fukuoka Mons. Breton delle Missioni Estere, nostro buon amico.