1674 / Fogliani Mario / 1936-5-25 /
a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone
25 maggio 1936
Mario carissimo,
Ho tardato un po’ a risponderti sia per le occupazioni, che non mi lasciano regolarmente in sede, sia specialmente per pregare, al fine di darti non una risposta qualunque in cosa tanto importante.
Certo, Don Cimatti e tutti quelli che hanno avuto da fare con te, mi pare che in coscienza ti abbiano sempre parlato chiaro. Eccoti anche questa volta chiaramente i miei pensieri:
Tu sei ammalato e materialmente e spiritualmente – te l’ho sempre detto e quante volte:
per la prima, ne sei convinto, e le cure fatte lo dicono, e anche la vita tua attuale – avresti bisogno di tante cose che le condizioni attuali non ci permettono – e più la natura e modo di fare dei medici giapponesi, che a noi non soddisfano. Ad ogni modo quanto fu in nostro potere fu fatto;
per la seconda, anche tu te ne convinci (e quante volte ne hai convenuto e con me e con gli altri). Sia la malattia, sia il tuo carattere ti portano a momenti terribili per te e per gli altri, e lo sai. Ed è specialmente allora che la lingua batte dove il dente duole (tu capisci) e allora brontoli, mormori e parli senza pensare con chi parli e con poco criterio – e tutti non ne rimangono certo edificati, perché hai l’abitudine di parlare più coi confratelli che coi superiori ed anche questo è un male.
Tutte le storie passate a Nakatsu e Seminario e ora a Tokyo hanno questa base. È tutto qui il massimo guaio. Don Cimatti e altri ti hanno ripetuto queste cose, e tu ne hai convenuto. A questo punto tu pensi: “Ma perché mi richiamano queste cose?… Anche Don Cimatti mi ha detto “Acqua passata non macina più…” e te lo ripete. “È seccante sentirsi dire le stesse cose!” Attento bene a capirmi: chi ti giudicherà in definitiva è il Signore – e nelle tue lettere fai frequente appello a Lui – e sta bene – certo Lui vede le tue intenzioni, i tuoi desideri di bene, la tua volontà ecc., cose che non si vedono sempre da quelli che ti devono giudicare dall’esterno. Tutti siamo uomini – e come Don Cimatti sa le sue miserie – così le sai tu. Se abbiamo le dovute condizioni di pentimento, certo il Signore perdona, ma per la tua formazione e per prevenire mali in avvenire i tuoi superiori sono obbligati a ricordarti anche queste cose, che come in passato, anche ora più o meno continuano, e fanno sì che naturalmente non si sia ancor contenti di te – tanto più che il maneggio della lingua non essendo privato, ma di dominio pubblico, i superiori sono obbligati a salvaguardare non solo te, ma anche gli altri. E bada bene che, come ti ho detto tante volte, ho la convinzione che tu non ti accorga di quanto dici, è anche per questo un dovere di più per parte nostra di ammonirti.
E allora mi domandi, quid faciendum?: non vedo che due vie:
o ti senti di correggerti e metterti nella condizione di non far del male né a te, né agli altri – vigilando accuratamente la lingua e allora non c’è che continuare il tuo lavoro, e vigilare affinché il Signore e i tuoi superiori siano contenti di te. Al momento, penso che si sarebbe ancora in bilico per la tua ammissione ai voti perpetui – o almeno si è naturalmente sulle spine per ammetterti;
o tentiamo una cura radicale della tua salute, e come Don Cimatti ti ha consigliato tante tante tante volte (e non solo Don Cimatti) non v’è che da pensare a un ritorno in Italia o in altra missione. Tu hai manifestato anche questo pensiero a qualche confratello.
Eccoti chiaro il mio pensiero che del resto ti ho espresso tante volte e in tante forme. Ho deposto queste mie povere parole ai piedi di Maria A. e le ho tenute sotto il calice nella santa Messa, pregando per te, caro Mario.
Tu sai quanto Don Cimatti ti vorrebbe vedere sano, santo e felice e lo puoi essere: dipende da te. “Si vis”.
L’Ausiliatrice e Don Bosco ti aiutino e proteggano e prega prega prega per chi ti ricorda cotidie.
Sempre tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Conclusione: prega, consigliati, e davanti a Dio deciditi al più presto. Siamo appunto nella novena dello Spirito Santo. Il Signore ti ispiri a fare la sua santa volontà e quanto è per il bene dell’anima tua.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.