1877 / Barbaro Federico / 1937-6-… /
al chierico Federico Barbaro, studente di teologia
[Giugno 1937]
Caro Federico,
Le poche parole sono però di oro fuso nel crogiolo dell’affetto intenso che nutro per l’anima tua, e quasi come perle smeraldine o topaziane della più bell’acqua… come perle formate in mare dall’umile ostrica… Poi… siamo in visita, et ubi major minor cessat…
Ho marcato visita… e forse non mi vedrete finché sotto il sole del Nippon sarà il Visitator.1
E poi gli avvenimenti… i cambi… Mi si dice che avete già fatti tanti capitoli… Don Cecchetti perfino è in ansia per le vostre profezie… E pensare che fate sempre i conti senza l’oste… cioè il Signore… Oche, oche, oche!
Bravo! Speriamo che il giudizio venga pian piano e in proporzione alla necessità tua. Buone ferie a te e a tutti gli amici.
Saluta anche quel povero Moro che non sa cosa scrivere: puoi dargli un pugnetto. A Lucchesi ho già pensato.
Allegri dunque e avanti senza paura. Siamo nelle mani di Dio. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1 Queste parole sono scritte in musica