753 /Ricaldone Pietro / 1931-6-1 /
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Missione Indipendente di Miyazaki
1 Giugno 1931
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Ancora una volta gli auguri più sinceri da parte di tutti i confratelli e l’assicurazione delle nostre preghiere.
Alla fine del mese come al solito una breve relazione delle cose principali.
Salute dei confratelli: in complesso buona negli elementi giovani. I preti e i coadiutori (specie Guaschino e Maccario) sono tutti un po’ stanchi. Fra tutti Don Cavoli manifesta il pensiero di un temporaneo ritorno per rinfrancarsi. Il mio pensiero è che gli farebbe del bene e potrebbe poi tornare colla nuova spedizione. Ne scrissi già al Sig. Don Rinaldi non avendo chiaro il concetto dei miei poteri al riguardo, benché il regolamento parli anche di questo. Sono malattie non solo fisiche, ma morali e per curarle bene, a mio modo di vedere, non c’è altra medicina. Ne guadagnerebbe assai il confratello e tutta la missione. Per quanto dipende da me domando che sia esaudito.
LAVORO: va moltiplicandosi, se dobbiamo guardare ai risultati, pur non essendo clamorosi, si può pensare ad una specie di benedizione di Dio. Mi pare che i confratelli siano occupati e che pian piano ci andiamo impostando e consolidando.
I nostri oratorietti discreti. A Miyazaki per la processione eucaristica (vero trionfo che fece rimanere di stucco tutti… pagani compresi) i paganetti oratoriani erano un trecento… oltre un terzo dei partecipanti in corteo erano pagani. Il Signore ci ha regalato 10 nuove vocazioni pel Seminario. Alle suore 6 aspiranti. NAKATSU: per accogliere i nuovi si è dovuto ingrandire. A Oita è un fatto compiuto la piccola tipografia. A Miyazaki domenica prossima inaugurazione dell’asilo e così la delicata questione femminile in locale apposito, viene ad iniziare la sua soluzione trasportando colà tutte le opere femminili.
A Tano si è fatto per quell’Oratorio una tettoia e una sala e una piccola casa per il missionario. L’impulso dato da Don Torquinst, qualche prestito che ho potuto ottenere dai Padri delle Missioni Estere di Parigi e dai Francescani di Kagoshima, che si sono proprio dimostrati fratelli, e un anticipo di pagamento fatto da un ex-allievo gesuita, P. Faber, che deve tutto ai salesiani, mi hanno dato modo di poter condurre a termine cose che non si pensava certo. La Missione farà fronte agli impegni estinguibili per alcuni prestiti quando si potrà; per altri (colle banche) entro 5-6 anni se non verrà meno l’aiuto dei benefattori.
La Provvidenza, senza che noi volessimo, ci ha guidato fino a questo punto e finora ci ha sostenuto e con davvero eleganti disposizioni ci è venuta in aiuto. Voglia pregare specialmente per questo. Non mi preoccupano gli impegni da soddisfare, ma quest’altro impegno molto più importante per me e per gli altri. SPIRITO. Mi pare in genere si sia da tutti sulla buona strada. Lei conosce già i tipi. Preghi, perché qualcuno che ha la testa e il cuore altrove si giapponesizzi di più.
Personale per il prossimo anno: le ho in precedenza indicato le condizioni attuali. Per il prossimo anno urgerebbe mettere residenza fissa a Beppu, perché vanno a stabilirsi definitivamente le suore. Come pure avrei bisogno di mettere uno fisso a Tano. Per non aggravare troppo i confratelli mi sono preso quella cura, ma bisogna pur non lasciare in abbandono una cristianità di oltre 100 cristiani. Mi occorrono dei preti. Ah, ci fosse un prete stagionato, che non abbia pretesa di imparare il giapponese, ma che diventasse apostolo della confessione per i confratelli… ah, che benedizione. Più invecchio e più ho esperienza delle anime; penso che siamo ancora malmessi per questo punto così importante, e credo che sia purtroppo così in tutte le missioni… anche degli altri… Veda dunque…
Coll’inizio della tipografia… se avessimo materiale e coadiutori anche per altri laboratori! Si rende necessario qualche buon coadiutore.
Le ho già accennato la condizione del nostro studentato… Se tutto va bene, escono nove per il tirocinio e ne rimane uno pel secondo anno… È il caso di pensare al noviziato?
Veda amatissimo Sig. Don Ricaldone, di venirci in aiuto in tutte le forme possibili ed il Signore la benedirà.
Se i Superiori credono sia venuto il tempo dell’espansione fuori della missione, il Sig. Don Torquinst ha trattato personalmente della questione e col Vescovo di Osaka e con quello di Tokyo. Le condizioni che presenta la fondazione di Tokyo sono certo migliori di quella di Osaka (ricordino i Superiori che il Vescovo ha domandato per il primo e che c’è una mezza promessa. Vedere gli incartamenti). Inoltre un piede a Tokyo potrebbe forse facilitare la questione della teologia per i nostri chierici, cui non sarà male pensare per tempo, potendosi usufruire del Gran Seminario, che è ben organizzato.
Il mio povero pensiero è che se i Superiori potranno aiutarci per il personale e se non verrà meno la carità dei buoni, non c’è davvero da aver paura, tanto più che in Giappone e specialmente a Tokyo le congregazioni insegnanti religiose curano solo il ceto medio ed elevato, ma nessuno si occupa della gioventù povera ed operaia (e sono legioni). Il Signore ispiri per il meglio.
Ed ora, amatissimo Sig. Don Ricaldone, voglia ricordare la povera anima mia col consiglio e colla preghiera. L’abbraccio nel Signore. Con tutto l’affetto,
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.