780 /Torquinst Adolfo / 1931-7-25 /
a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore
Tokyo, 25 luglio 1931
Amat.mo Sig. Don Torquinst,
Secondo il suo desiderio non dovrei scrivere che di rado, ma finché ho conto corrente (e spero di averlo per sempre) con Lei è mio dovere farle presente l’impiego di quanto la sua carità ha messo a nostra disposizione. Don Margiaria mi scrive della sua generosa carità, e Deo gratias!
Per la povera missione giapponese specie quest’anno (spero avrà veduto il conto generale che le ho inviato) anche un sen di elemosina ha più che valore e l’accetto con tutta riconoscenza.
Ho ricevuto dalla “Bonne Presse” quanto la sua inesauribile carità ha procurato, ed attendo prima della distribuzione, di sapere la sua volontà. I chierici lunedì andranno a Kagoshima nella casa dei frati (ricorda?) sul mare per un po’ di riposo, e là faremo una muta di esercizi.
Don Cimatti in giro, anche per questuare (forse farò un passo in Cina per gli esercizi) ed il Signore mi aiuterà. I confratelli chi qua, chi là, ma quasi tutti a Kagoshima.
Sono in attesa di sapere quanto avevo domandato sui Coreani (molti emigrati fra cristiani e pagani), ritorneranno? È il caso di attendere? Come usufruire gli Yen 1500?
Ho spedito ai Superiori la questione Tokyo con tutte le commendatizie. Non potevo certo nascondere il bisogno per questa fondazione di aiuti materiali e di personale.
Sulla rivista inglese inviata ultimamente mi domanda: “Quando avrà un Salesiano che sappia parlare in inglese?”. Da tempo l’ho domandato – sarebbe utile per la corrispondenza e propaganda. Quando lo manderanno? Per altre cose per ora… Potrebbe essere utile per ripetizioni, e anche per un po’ di scuola (come suggerisce Lei) ai chierici. Rinnovo la domanda. E ora rispondo alla sua.
1.- Grazie delle sue spiegazioni sui 4000 Yen che saranno pian piano rifusi alle suore (ho già cominciato…), devo dare loro per l’asilo 120 Yen mensili, secondo le disponibilità, ne do di più. Ci vorrà qualche anno, ma la Provvidenza mi aiuterà a soddisfare a questo dovere che non sapevo chiaramente di avere. Ne usai tremila. Ora si sta costruendo la casetta indispensabile vicino all’asilo. Poi farò fuoco e fiamme per Beppu, se la Provvidenza vorrà.
Ma, caro Don Torquinst, oh, come è difficile trattare con le suore, perché fanno piovere e provocare da Torino quanto sarebbe tanto bene, bello e fraterno trattare a Miyazaki.
Come già scrissi “l’asilo è della Missione”. Per addivenire a quanto Lei consiglia della separazione delle finanze si è fatta una convenzione, fissando in Yen 30 mensili per ogni suora addetta all’asilo. La Superiora non sarebbe aliena di prendere su di sé l’intera amministrazione dell’asilo e forse ci si arriverà.
Il desiderio della Madre Superiora, che le suore non debbano fare tanta strada, è provveduto colla costruzione della casa. Naturalmente anche questa, come il resto da costruirsi (sala lavoro, opere femminili ecc. quando sarà passata la crisi, è sul terreno della Missione, e quindi della medesima).
2.- Per Tokyo già detto. Videant consules.
3.- Quanto alle altre Opere, ora grazie a Dio e a Don Torquinst ci sono. Rimangono da pagare le annualità dei terreni, e da finire Beppu. Per far fronte a queste Opere, che ci parvero volute dalla Provvidenza e necessarie, usai – come le scrissi – delle offerte di Don Torquinst e di prestiti, che naturalmente bisogna restituire. Non dubito minimamente della Provvidenza perche è unicamente basato su di essa ciò che ho cercato di fare.
Programma di quest’anno: finire Beppu se si riesce – finire la questione Coreana, se le sembra opportuna – consolidare le opere, e specialmente far fronte agli impegni.
Preghi anche Lei la Provvidenza per noi, che disponga ciò che è per il bene. Dai superiori, sulla questione del telegramma, ricevuto nulla, nemmeno risposta. Ho riscritto. Ma anche questa è disposizione di Dio, per umiliare la nostra povera missione e specie il sottoscritto, e fiat voluntas Dei in tutto.
4.- Mi pare di averle scritto anche dell’altra prova a cui ci ha sottoposto la Provvidenza, colla morte del giovane seminarista Takano. Era l’unico che ci restava a Nagasaki. Vi fu l’infezione di 16 seminaristi e il nostro rimase vittima. L’altro da tempo è a casa non riuscendo assolutamente negli studi.
5.- Il Ch. C. non era fatto per la Congregazione assolutamente. Non avrebbero dovuto accettarlo (così mi scrive il Sig. Don Rinaldi) e perciò l’hanno subito dispensato. È il primo dopo quasi due anni. È la più grande grazia che mi abbia fatto Don Bosco e Maria A.
6.- Il catechista di Morie è ancora ammalato, ma supplica di ritornare. Vedremo. Certo è un uomo di fede, pur non riuscendo in tante cose.
7.- A Nakatsu 16 seminaristi. Ho fatto da tempo per tutti (salvo 2 che hanno già la pensione) le pratiche presso l’Opera di S. Pietro.
8.- Beppu in pratica funziona già. Attualmente usufruiscono dell’onsen (fonte di acqua calda) che vi è in casa, vi alloggia P. Wakita (un prete giapponese) che così dice messa alle suore e solleva un po’ i confratelli. Per ora è incaricato Don Pedro. Per Tano va per ora il sottoscritto con un chierico. Ho potuto trovare un catechista che dimora a Tano. Gli ho comprata una casetta discreta vicina alla chiesa (mi costa 80 yen di cui 50 versati… gli altri quando li avrò). Ma la casa è della missione, su terreno di fitto.
Attendo di sapere se quest’anno i Superiori invieranno personale. Per Natale 9 chierici inizieranno il tirocinio nelle case, e certo le due case funzioneranno. Tano si può pensare o per vocazioni adulte o scuola per catechisti (ho varie richieste). Vedremo.
9.- Per Osaka S.E. ha capito che il vero impedimento è la questione finanziaria, ma certo egli non può, almeno ora; è per ora in condizioni molto più vantaggiose per noi e per il lavoro immediato e per il futuro studentato teologico dei nostri chierici e per lo sviluppo dell’opera nostra la fondazione di Tokyo.
10. Per quanto la sua bontà vuol provvedere è meglio attendere la spedizione dei missionari.
11.- Per l’organo ottimissima idea. Ci fosse un piano da studio per i chierici… Qui si trovano bonini per 400-500 Yen, ma ora ho bisogno prima del pane, e poi del resto.
12.- Morie: buone speranze e buon lavoro. Forse accetteranno a Nakatsu un buon giovane pagano che desidera apprendere un mestiere. Chissà! Inizio a Nakatsu della scuola…
Per il saldo a Beppu-Oita invii pure nelle forme che crede.
13.- Unisco il prospetto (quello in latino è per le diocesi del Giappone, l’altro in italiano che ho tentato di fare secondo i suoi suggerimenti è per gli amici della missione).
14.- I motivi per cui Mons. Giardini lasciò Tokyo non li conosco. A me disse: “ S. S. mi scrisse: “ho bisogno di un Vescovo Missionario. V. E. si sente di accettare?”. Ho risposto: “Sono pronto”. Ecco le sue testuali parole. Mons. Mooney è già venuto a visitare sommariamente la missione, è rimasto soddisfattissimo – di tanto in tanto ci manda Ss. Messe.
15. Il “tan” è la decima parte di un ettaro. L’asilo è costruito su parte di questi 5 tan. C’è posto per l’asilo, casa delle suore, sala lavoro, cortile, orticello… Poco a poco.
Per Natale ho da pagare 7 mila Yen ancora per il terreno, che venne a costare poco più di dieci mila Yen. Era troppo buona occasione per lasciarla perdere. Il Signore mi aiuterà.
16.- Uwae e terreno di Takanabe sempre bene.
Ed ho finito, amatis.mo Don Torquinst. Preghi e faccia pregare per me. Lei può pensare se Don Cimatti e tutti i confratelli non la pensino e ricordino. È dovere e stretto dovere.
Eccole la Madonna, che la ringrazia della bella occasione che colla sua carità ha eccitato per propagare la sua devozione. Manca ancora la cornice, ma verrà…
Mi benedica e mi ottenga tante grazie dal nostro Don Bosco e dall’Aus. nostra.
Con riconoscente affetto:
Don V. Cimatti, sales.