1767 / Cecchetti Albano / 1936-11-24 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 24 novembre 1936
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie delle sue. In settimana prossima speriamo con calma di parlare de quibusdam et aliis rebus. Ad ogni modo grazie di tutti i buoni e santi consigli.
Per Nakatsu è bene che la biancheria sia sottochiave, se no si servono tutti e Salesiani e non salesiani. Non è certo bene che succeda quel che succede, se succede… Perché strano davvero… Lei in camera caritatis guidi il bravo Nani (Broccardo) a staccare il cuore dai ragazzi – e specie da qualcuno – e da molte cose… Può essere che l’origine sia tutto lì. In confessione lo guidi a questo sforzo necessario per lui. Durante la settimana andrò un giorno a Nakatsu e parlerò anche con lui – per lettera non conviene.
Per gli Esercizi Lei fa le meditazioni e Don Cimatti le istruzioni. Lei si regoli per i temi: Don Cimatti spiega le strenne del Rettor Maggiore – Lei parli della devozione al S. Cuore, Maria SS. Parli del Papa e gli altri argomenti che crede utili.
Nel suo anniversario tutti pregarono.
I chierici si rivolgono spesso a Lei perché in altre occasioni e tempi furono da Lei aiutati. Ma è bene si abituino a trattare coi loro Superiori. D’altra parte Roncato musica può averne e ne ha facendosela imprestare dagli amici di Tokyo. Ad ogni modo consiglio Don Pedro ad aiutarlo in questo studio in cui può riuscire.
Don Lucioni non è disposto a prendere Murayasan perché quando era in trattative, il giovane non ha neppur risposto. Quindi siamo in aria di nuovo. Ma come Lei vede, Muraya in pratica con Don Lucioni, con Don Pedro non volle andare… Anche Lei è di parere che uscito da Beppu, Lei non lo riprenderebbe più…
Che penso alla casa del Missionario, non all’Episcopio, è da una decina d’anni, ma c’è sempre la solita malattia dei soldi. Così come siamo ora possono convincersi tutti che non abbiamo grandi risorse.
Mi riposo fin troppo. Ho mai lavorato così poco come in Giappone, e, salvo l’obbedienza, odio la vita del Superiore, perché non mi dà modo di esaurirmi nel lavoro. Ad ogni modo gli uomini non possiamo accontentarli. Gira? È un girandolone. Sta fermo? Non viene mai. In missione il problema del lavoro è il più grave e per me tremo per i giovani: non c’è altra via che espandersi in opere nei grandi centri… Spero che la visita porterà a questa chiarezza di vedute e positivamente influirà in questo senso.
Poi vi è il problema delle confessioni. Ma finché non si è in numero non è possibile. I nostri non sono sufficientemente istruiti: troppi fanno della confessione questione di sentimento e di fini umani – non di fede o di sacramento… Andando avanti con questi criteri ci vuole un confessore speciale per ogni confratello… Mah! Deus scit.
Il catechista mi scrive lunga lettera sull’eterno argomento. Vedrò se riuscirò a fargli capire… Per me la base è che lavori – la missione – le Figlie di M. A. non fanno poco per la sua famiglia.
E per oggi satis. E preghi per me.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Se riesco, prendo il treno di domenica che parte da Miyazaki alla mezza – se no, il seguente con arrivo verso le 9.30 mi pare. Non disturbatevi vengo mangiato e bevuto.