2085 / Ricaldone Pietro / 1938-7-1 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Glorie Mariane in Giappone1
1 luglio 1938
Rev.mo ed amat.mo Padre,
Mentre la grande famiglia salesiana compie in forme solennissime, il magnifico programma di feste per le date gloriose del Santuario di Maria A. concretizzate nell’ampliamento e abbellimento della Basilica e nell’erezione dell’altare del Padre nostro Don Bosco, anche i suoi lontani figli del Giappone ubbidendo alla sua parola d’ordine, tentarono in questa occasione di aumentare il numero dei devoti di Maria A. e dei cooperatori salesiani.
Nelle varie residenze della Missione, nelle nostre case di Tokyo fu un fervore di anime per realizzare praticamente questo dovere con manifestazioni religiose, che qua e là ebbero speciali spunti degni di nota.
La devozione della Madonna, fin dai primi tempi della propagazione della fede in Giappone per opera di S. Francesco Saverio e dei suoi confratelli, fu radicata profondamente nell’anima di quei primi cristiani anteriori alle persecuzioni.
L’animo ardente dell’Apostolo coll’insegnamento della salutazione angelica (si chiama anche ora così) e colla recita del Rosario aveva posto le basi di questa devozione, che avrebbe servito più tardi a determinare con chiarezza (insieme a distintivi caratteristici del cattolicismo, quale il celibato ecclesiastico e il Papa, legittimo rappresentante di N. S. Gesù Cristo) il riconoscimento delle caratteristiche del sacerdozio cattolico in paragone al protestantesimo di fronte ai discendenti dei cristiani delle persecuzioni.
E la tenera devozione a Maria svolta con fede e amore da ogni missionario cattolico in Giappone, ebbe in questi ultimi anni nuovo impulso, non solo nella Prefettura Apostolica di Miyazaki, ma anche in tutto il Giappone sotto il titolo di Maria A., di Madonna di Don Bosco. Piace al buon popolo giapponese, forte e guerriero, l’immagine di Maria A. ideata da Don Bosco, in piedi, dominatrice sovrana, regina, e che presenta Gesù, il suo figliuolo benedetto.
Amor di Madre tenerissima, che trova così bel riscontro nell’affetto materno delle madri giapponesi, adoratrici (non è sbagliato il termine) dei loro figliuoli. Maria, potenza dominatrice delle forze sovvertitrici del mondo: programma di azione del popolo giapponese.
Una recente manifestazione di devozione alla Madonna nella nostra residenza di Beppu merita di essere segnalata. La città di Beppu è la prima stazione balneare e di cura idroterapica, del Giappone: meta di pellegrinaggio dei gaudenti e dei poveri ammalati del Giappone non solo, ma dell’Oriente. Ogni forestiero giunto in Giappone non manca di far visita alla città della salute. Quivi i suoi figli svolgono un fecondo apostolato di bene colla parrocchia, coll’oratorio festivo, colla conferenza di San Vincenzo, col Segretariato degli ammalati e colla diffusione della buona stampa. Sono fiancheggiati in questo magnifico lavoro di carità dalle zelanti Figlie di Maria A. che hanno un’opera magnifica per l’infanzia abbandonata (giardino dei gigli) e da quelle vere apostole di carità dell’ospedale “Giardino di luce” per i poveri tubercolosi.
La festa di Maria A. di quest’anno svoltasi solennemente nella casa delle Suore, ebbe il suo glorioso epilogo alla missione in una solenne processione, la prima fatta in città, colla statua della Vergine, a cui partecipò il locale oratorio festivo (tutto di pagani) e numeroso popolo, che gremiva il cortile della Missione. Oh, che la Vergine benedica questa speciale zona, che tanto ha bisogno delle cure di una mamma buona verso tanti poveri ammalati che aspettano sollievo ai loro dolori conforto e pace alle loro anime.
E Maria A. lavora: l’Oratorio è fiorente; i catecumeni aumentano; i nuovi convertiti lavorano assai, come buoni apostoli in aiuto del missionario. Oh, come son meravigliose le vie del Signore nel chiamare alla fede.
A Pasqua dell’anno scorso fu battezzato un cieco (assai noto in Beppu). Oh, vedesse con quale devozione recita il Rosario, e con quanto maggior zelo va alla ricerca delle anime: ha già trovato dieci famiglie di ciechi e viene guidandoli alla fede.
È il medesimo che parlava un giorno con trasporto ad un amico pagano della S. Comunione, della gioia, della felicità che si prova nell’unirsi a Gesù. “Voglio anch’io far la Comunione” gli dice l’amico. “Eh! Caro mio, non ti è possibile se non diventi come me, cristiano”… e l’amico inizia lo studio della religione. È il medesimo che, appresa la recitazione del Rosario, si fa dare dal missionario una grossa corona più adatta alle sue mani di cieco, e come franca professione di fede la porta pubblicamente al collo. È il medesimo che, sapendo che il sottoscritto si diletta di studi naturalistici, mi regala un prezioso e curiosissimo esemplare di serpente, dicendomi “…e pensare che in passato ho adorato queste sciocchezze… Bravo Don Cimatti, lo metta in museo…”. Eleganti disposizioni della Provvidenza, che fa vedere così chiaramente a questi poveri ciechi corporali e spirituali.
Un altro cieco di Miyazaki diceva al missionario Don Tassinari: “Oh, quale conforto spirituale ricevo dalla recita del Rosario!… Mi serve anche di orologio… Detto con calma impiego un’ora precisa a dirlo intero!…”.
Oh, anime care, con questa tempra di fede conquistate il Paradiso molto più facilmente di noi!
Vanno moltiplicandosi ovunque i frutti delle conferenze di S. Vincenzo: anime avvicinate, miserie sollevate, anime conquistate.
Una povera donna, venditrice di uova, si introduce per il suo piccolo commercio nelle case dei poveri: già cinque hanno ricevuto il battesimo… colla scusa delle uova. E a proposito ancor di uova, mi scrive Don Arri da Beppu: “Pochi giorni fa seppi che c’era un’ammalata grave in una povera casa. Vado per vedere se si poteva fare qualche cosa… Mi sbarrano tanto d’occhi… Vidi in un angolo un canestro di uova. Ebbi un’idea. Domando se le vendevano, e mi si dice che per assistere l’ammalata non avevano potuto andare a venderle. Allora dico di portarle alla missione, che ne avevo proprio bisogno. Quei poveretti felici di aver venduto le uova, non pensarono più ad altro. Potei battezzare l’ammalata, che morì il giorno dopo”.
Maria A. ci fa davvero da buona madre. Oh, ci aiuti a diffondere sempre più la sua devozione; rinnovi tra di noi le grazie materiali e spirituali come ai tempi di Don Bosco, e dal rinnovato e riabbellito suo trono conceda a noi tutti di poter salvare tante anime.
Ad Jesum per Mariam. Ed è il caso dei nostri cari Seminaristi giapponesi di Miyazaki. La devozione alla Madonna e lo sviluppo della compagnia del SS.mo Sacramento e del Piccolo clero ha prodotto un fervore insolito e fruttuosissimo nei soci, con riflessi consolantissimi sulla loro formazione e sull’andamento generale del Seminario.
La festa del Corpus Domini riuscì solennissima: funzioni religiose, processione col SS.mo, Congressino eucaristico riuscito oltre ogni aspettativa con discorsi, intermezzi musicali, una disputa interessantissima sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, ed un bozzetto d’occasione “Nelle catacombe” nuova composizione del nostro Don Tassinari. Due ore di trattenimento serio, istruttivo e interessante.
Gesù benedetto per mezzo della sua Madre SS.ma e di Don Bosco ci conservi e fecondi i germi di tutti questi lavori.
Suo aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 882, manos. inedito.