941 /Ricaldone Pietro / 1932-5-16 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
17 maggio 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, padre nostro amatissimo,
Ricevo dall’amico Don Braga l’annuncio – ho telegrafato a tutte le residenze – ho radunato la comunità in chiesa:
Te Deum;
Preghiere speciali a Maria e Don Bosco per Lei;
Rinnovazione per le mani di Maria dei nostri voti e promesse, che dicano al nostro nuovo Don Bosco il nostro indefettibile amore verso di Lei, verso la nostra Società – l’assicurazione dell’adempimento dei nostri doveri usque in finem.
Ad multos annos, amatissimo Padre, e colgo subito l’occasione anche per essere dei primi ad augurarle buon Onomastico, ed assicurarle speciali preghiere.
È di passaggio un vecchio missionario del Giappone, che partecipa alla nostra gioia.
Che dirle? Penso al cumulo di cose, e sarebbe un abuso del suo tempo, propugnando le mie cose. Domando solo:
Ci ami e ci benedica. Siamo i più bisognosi in tutto, in tutti i sensi…
Ami e benedica la mia povera anima e m’aiuti a salvarla. Lei sa in che condizioni mi trovo…
Ami l’inizio dell’opera nostra, più minuscola del grano di senapa. Si sta passando dal Giappone momenti critici nel suo assestamento politico. Deus scit! Per ora non c’è da allarmarsi, ma potrebbe succedere forse più presto di ciò che si pensa un cataclisma. Fiat voluntas Dei!
Se si potessero avere anche esigui mezzi materiali, lo Yen abbassa… Momento buono.
Tutti e singoli vogliono essere ricordati.
Suo sempre aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.