1858 / Ricaldone Pietro / 1937-5-8 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 8 maggio 1937
M.R. Sig. Don Ricaldone,
Anche il mese di Aprile è passato. L’esercizio di b. m. mi dà modo di compiere il mio dovere mensile.
Salute: discreta, si invecchia, ecco tutto.
Studio e lavoro: sono tornato più fortemente alle antiche abitudini di far scuola (al momento non so come fare diverso…) e forse mi è più facile che fare il Superiore. Fiat voluntas Dei.
Pratiche di pietà: regolari, in questo mese ho notato un più forte abbassamento del livello del fervore – dimentico, dormo – mi pare che la volontà sia costante, ma debbo far di più e meglio per l’esercizio dei miei doveri di Superiore, di missionario, d’insegnante.
Ss. Voti: nulla di notevole.
Carità: idem, mi pare di amare tutti anche intense, per cui debbo frenarmi.
Le nostre cose vanno discretamente: tutti colla preghiera si preparano alla desideratissima visita; spero farà davvero del gran bene e risolverà tanti problemi, fra cui anche quello di Don Cimatti: levar di mezzo quel povero essere è l’unica soluzione, si convinca, amatissimo Sig. Don Ricaldone – mi pare le prove palmari ci sono. La forza di resistenza va attenuandosi sempre più e finisco col non concludere.
Gli ultimi colpi poi, specie quello di Don C., mi ha buttato a terra in tutti i sensi, pur continuando a fare il pagliaccio, ma le anime come le salvo? Come riesco a fare i miei doveri?… Ma! Dio e i Superiori abbiano pietà di me.
Mi benedica con tutte le forze – uno strappo al manto di Maria e all’urna del babbo per me.
Suo
Don V. Cimatti, sales.