1041 ricaldone |
041 / Ricaldone Pietro BS / 1933-1-6 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Gli orizzonti e i confini si allargano ed estendono1
Miyazaki, 6 gennaio 1933
Rev.mo ed amat.mo Padre,
Sembra proprio che il Signore prediliga la nostra Missione di Miyazaki e l’Opera salesiana in Giappone, perché nonostante le critiche situazioni in cui ci troviamo, ci dà la possibilità di lavoro fruttuoso e ci mette nella gradita necessità di estendere la nostra modesta azione per il bene delle anime.
I Superiori hanno autorizzato la fondazione di Tokyo2 di cui prossimamente manderò relazione dettagliata, ed è di questi giorni l’apertura di una nuova residenza a MIYAKONOJO, centro importante al Sud della Missione, che darà modo di dominare tutta quella vasta zona, che incomincia già ad essere vivificata da famiglie cristiane. Mi domando sempre: “Perché il Signore ci mette in queste ambite possibilità? Perché in mezzo alle dure difficoltà economiche, in mezzo alle persecuzioni ‘propter justitiam’ il Signore nella sua materna Provvidenza mai venuta meno, così ci consola?”. Sarà perché, bambini come siamo nell’apostolato, siamo soliti ad affidarci con infantile confidenza in Lui, che ci guida per non farne delle troppo grosse? Sarà perché siamo e vogliamo essere sempre i più vicini e fedeli allo spirito di Don Bosco? Sarà perché migliaia e migliaia di anime buone (e non è esagerazione) pregano per noi, e con la loro carità che non conosce tregua, ci vengono in aiuto?
Per me non so dare esatta risposta, ma debbo dire, per la grazia di Dio, gli orizzonti e i confini si dilatano; Maria A. e Don Bosco lavorano in questa terra santificata dal sangue di tanti martiri, e, se non col ritmo accelerato, quale desiderano gli incontentabili missionari, si procede, si procede.
Il vivaio della missione e della congregazione è zeppo, e bisogna pensare ormai a sciamare. NAKATSU, la nostra speranza, promette bene. Armonia di anime, di cuori, di intenti, realizzata anche materialmente con un’orchestrina davvero sui generis. Ah, li ammiri questi nostri figliuoli e li benedica, affinchè presto diventino sicut novellae olivarum in circuitu mensae Domini.
BEPPU, coll’acquisto di una nuova striscia di terreno, vede estendere la sua povera abitazione; e spera presto avere una sala-cappella un po’ più ampia per alloggiare meglio i cristiani che crescono di numero, e col fiorente circolo giovani, di attività, per dare poi in seguito luogo all’erezione del Santuarietto a Maria A. e alla casa di cura del Missionario. Oh, come è bello nella vera povertà sognare e vedere quanto viene così chiaramente delineandosi, e che per la gloria di Maria A. si realizzerà certo fra non molto. Può Lei pensare che la Madonna di Don Bosco non voglia erigersi una sua casa anche in Giappone?
E a Beppu pure le brave Figlie di Maria A. stanno assestando il loro aspirantato, ricco già di buone vocazioni.
OITA continua nel suo lavoro di propaganda stampa pregustando il momento di poter ampliare la sua sfera d’azione per la buona causa, in sede più ampia e adatta. Cogli aiuti poi che mi ha promesso col nuovo anno, mi propongo già fin d’ora di dare impulso a questa parte della missione tanto importante sotto tutti gli aspetti. Fu il campo di attività apostolica del Saverio, e le opere di apostolato missionario dei Gesuiti dei tempi prima della persecuzione, a Oita ebbero la loro sede. È troppo bello e importante pensare il ritorno come a quei tempi!
TAKANABE ha allargato la sua zona d’azione nei dintorni, e aumentato il numero dei catecumeni e si sta studiando la possibilità di iniziare il lavoro nell’importante centro di NOBEOKA, che in questi anni ha dato un enorme sviluppo alle sue fabbriche di seta artificiale e concimi chimici con agglomerazione di oltre tremila operai. E già contiamo a Takanabe una buona retata di anime, che hanno risposto “pronti” alla voce di Gesù.
TANO continua nella sua attività, e nonostante le difficoltà che provano i cristiani della zona per la manifestazione della loro fede, pian piano viene aumentando il numero di coloro che si avvicinano. I cristiani hanno dissodato bene quei terreni, una volta steppa di bambù (numerosissimi ed estesissimi in Giappone) meritando elogi dalle autorità. Anche questo serve, non fosse altro indirettamente, a far conoscere la nostra religione.
MIYAZAKI ha di fronte un nuovo avvenire di bene coll’opera che ha ora tra mano, l’OSPIZIO DEI POVERI, di cui riferirà ampiamente Don Cavoli.3
Veda, amato Padre, le ultime conquiste della carità. Gioisca e si commuova con noi. Le dicono il grazie cordiale e la povera cieca fin dall’età di 4 anni, che ora ha veduto Gesù e gli altri poveri vecchi abbandonati, ammalati e deformi, che nella persona di Gesù sofferente, sono raccolti dalla missione; ma più le gridano il “grazie” i poveri orfanelli, nella speranza di essere prossimamente raccolti nell’Orfanotrofio, che coll’aiuto di Dio e per la generosità dei benefattori, dovrà sorgere nel prossimo anno.
I poveri fanciulli sono ora caritatevolmente raccolti nelle nostre case o presso buone famiglie cristiane o presso istituti religiosi, e nell’attesa che per loro ci sia un posto adatto, pregano la Provvidenza, e affrettano col desiderio il momento che dia modo ai figli di Don Bosco di occuparsi di loro.
La messe è abbondante e gli operai, pochi. Non mi resta che pregare il Padrone della messe affinché, anche per mezzo di Lei, amato Padre, si degni mandare molti e buoni operai a mietere nel suo campo, e di raccomandare i suoi lontani figli alle preghiere e alla carità di tutti.
Aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1 Manoscritto, riportato parzialmente in B. S. Aprile 1933.
2 Si tratta della chiesa di Mikawajima nella periferia della metropoli in zona poverissima. Ancora adesso (2007) la chiesa è affidata ai salesiani.
3 L’edificio dell’Ospizio per i Vecchi qui accennato era stato inaugurato il 18 dicembre 1932. Il 10 gennaio vi entrò la Signora Osafune Taki Maria come direttrice e il primo gruppo di volontarie “Aishikai = Figlie della Carità`”. La Signora Osafune veniva dalla parocchia di Nakatsu, e il figlio aspirante nel piccolo seminario era morto l’anno prima. Nella Cronaca il 14 gennaio Don Cimatti scrive: “All’Ospizio entrano i primi vecchi e la Signora Osabune con alcune ragazze cominciano l’opera di carità”. I bambini vi entrarono in luglio. Quest’Ospizio divenne la culla della nuova Congregazione indigena della Carità