2516 / Ricaldone Pietro BS / 1940-5-31 /
Il mese dei fiori…1
Miyazaki, 31 maggio 1940
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Veramente è difficile stabilire quale sia il vero mese dei fiori per il Giappone, perché se ne viene adornando tutti i mesi… Ad ogni modo in omaggio al nome chiamiamolo così. Anche nella nostra cara missione non mancarono i fiori materiali e più spirituali per onorare la nostra cara Mamma, e se anche le manifestazioni non riuscirono imponenti, date le condizioni attuali, quanto possono essere riuscite altrove, l’ardore del cuore, la devozione verso l’Ausiliatrice nostra non fu certo minore. In ogni residenza, in ognuna delle nostre opere si fece il possibile per amare e far amare Maria – là dove fu possibile si tenne pure la prescritta adunanza dei cooperatori – si fece conoscere l’Associazione dei devoti, canonicamente eretta dappertutto, e la Mamma ci inviò molte consolazioni spirituali, paragonabili ai bei fiori che distinguono questo mese anche in Giappone. Ed è di queste consolazioni di cui voglio far partecipe il suo cuore e quello dei nostri benefattori, amici e cooperatori, perché so con quanto affetto paterno Lei vi partecipi, e quanto siano gradite a tutti le nostre notizie, anche se di non grande importanza.
All’inizio della Novena i confratelli di Miyazaki fecero sentire alla radio cittadina un bel concerto di Laudi spirituali in giapponese, quasi tutte inneggianti alla Vergine santa.
È per voi difficile pensare alla gioia che si prova in paese non cristiano, quando si ha la possibilità di propagare coi discorsi, colla buona stampa e anche col canto e colla musica, i nomi santi di Dio e della Vergine sua Madre, tanto più quando l’occasione vi viene direttamente dal loro invito: mi pare che la parola, l’accento, la tonalità sia più viva, più sentita e penetrante. Provare per credere. È quello che pensavo giorni fa in una grande manifestazione musicale data di fronte a migliaia di persone a Fukuoka con corale cattolica: le suore della Visitazione, le allieve delle scuole tenute da religiose e i Seminaristi, che in una rievocazione storica dai primi albori delle manifestazioni musicali ai giorni nostri, in perfetto gregoriano, in perfetta riproduzione di musica polifonica ed esecuzione di una Messa, tennero avvinto per oltre due ore e mezzo un scelto pubblico, che attraverso le esaurienti spiegazioni del P. Martin delle Missioni Estere di Parigi, e la traduzione alla mano dei brani latini (eseguiti con perfetta pronuncia romana), gustava quel mondo spirituale inneggiante a Dio, a Gesù, alla Vergine, e così diverso dalle ordinarie insipide canzonette da strada e da caffè.
In questi luoghi da secoli non è risuonato il nome santo, che siamo proprio qui per predicare, mi pare che la voce sia più forte, espressiva e che la manifestazione sia più gustata da tutti.
In missione vennero ad assumere uno splendore speciale le feste mariane in Seminario e all’Ospizio. La Compagnia dell’Immacolata in Seminario ha davvero lavorato, e le varie manifestazioni alla salesiana (funzione in chiesa, accademia, teatro, processione, ecc.) coronarono gli sforzi di queste anime belle, su cui noi mettiamo tutta la nostra speranza avvenire.
Costatiamo con mano quanta efficacia esercitino le Compagnie religiose volute da Don Bosco nei suoi Istituti e organizzazioni come ci ha insegnato Lui.
L’Ospizio vide nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice aumentare il numero delle religiose della carità: tre novizie fecero la professione, e tre nuove novizie con 6 postulanti subentrarono. Oh, Maria SS.ma ci conservi e perfezioni queste vocazioni e dia modo alla giovane Congregazione di espandersi a vantaggio di tante anime.
Il 25 a Beppu si compiva la funzione cosiddetta del MUNEAGE (innalzamento del tetto) trasportata dal 24, perché giorno di pioggia. Quando in Giappone si vuol costruire una casa, i falegnami in cantiere preparano tutti i pezzi; finita tale lavorazione, in generale in una giornata, montano tutta l’intelaiatura della casa fino al tetto. A tale funzione intervenne tutta la popolazione della circoscrizione, aiutando, gli uomini all’innalzamento, le donne a confezionare i dolci, che si gettano dall’alto agli intervenuti.2
La partecipazione di questa brava gente dice a sufficienza le buone relazioni in cui si trova la missione con loro. Con questa costruzione si realizza, sia pure modestamente, la casa del missionario che venendo in questa città a cercare salute (nelle acque, bagni e fanghi termali) [troverà] presso i Figli di Don Bosco un modesto alloggio. I nostri confratelli finora vivevano in una vera capanna e minacciavano davvero di fare quanto prima la morte del topo sotto la cadente costruzione. La carità generosa di anime buone e dei nostri Superiori ci vennero in aiuto in questa vera necessità, nonostante le critiche condizioni del momento. E fra non molto si potrà abitare la modesta costruzione, che nata dalla carità, continuerà a servire per le opere di carità, specie verso gli ammalati.
Il caro Don Arri, egli pure ammalato, può godere per l’aumento davvero consolante del Segretariato infermi, da lui diretto, e che raggiunge ormai il migliaio di soci.
Pose fine alle manifestazioni Mariane, la bella processione eucaristica tenuta alla Missione di Miyazaki: sia pur contenuta nei ristretti limiti della Missione, riuscì una manifestazione devota, ordinata e sentita di fede. Vi partecipò tutta la cristianità e le opere cattoliche della città. Le cerimonie religiose, la musica vocale e strumentale, gli angioletti spargenti fiori, i paggi, i ceroferari e il servizio d’onore e d’ordine, tutto funzionò in modo inappuntabile.
Sia gloria a Gesù e sparga Egli le sue benedizioni su queste care anime e su questo grande Impero.
Sopra di una collina prospiciente la città di Miyazaki si è inaugurato in occasione delle feste bi-millenarie della fondazione dell’Impero un bel monumento, su cui è scolpito a grossi caratteri: “Tutto il mondo una sola famiglia”. Nel consacrare la nostra Missione e l’opera salesiana in Giappone a Gesù e alla Mamma nostra abbiamo pregato, che davvero si effettui questo sublime ideale nel suo nome, VIA, VERITÀ e VITA e nel nome della Madre sua e nostra, causa intera della nostra speranza.
Ci benedica e preghi per noi, amato Padre, mentre ci prepariamo pel prossimo mese a raccogliere i dati del lavoro annuale, che fin d’ora le offriamo, come modesto dono nel suo onomastico.
Suo come figlio
Don V. Cimatti
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1 R. M. 1003: manosc. fotoc. pubblicato in Bollettino Sales., Settembre 1940, pag. 209 e segg.
2 La casa di Beppu di cui si parla, fu costruita grazie a una eredità ricevuta da Don Arri.