3269 / Circolare Salesiani / 1945-12-3 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Tokyo, 3 dicembre 1945
Carissimi,
Nei giorni 28, 29, 30 del passato mese furono tenute in Tokyo presso l’Università cattolica le riunioni degli Ordinari giapponesi, presiedute da S. E. Mons. Doi con l’intervento pure di S. E. il Delegato Apost. ed anche dei precedenti Ordinari. Le sedute si svolsero in un ambiente di serenità, calma e mutua comprensione. Le questioni decise penso che saranno rese di pubblica ragione almeno per le parti che si riferiscono ad opere od iniziative richiedenti il concorso comune ed al più presto: mi accontento quindi di riassumere brevemente quelle che più o meno possono interessare o che si riferiscono a noi.
Vi furono quattro discorsi di introduzione.
1) Mons. Doi dopo i saluti e ringraziamenti di uso, esortava a sfruttare santamente la presente situazione per una ripresa attiva del lavoro.
2) Mons, Taguchi dopo aver dimostrato che il “Kyodan” (ora soppresso) fu una necessità del momento e dopo di aver risposto alle obbiezioni che si erano mosse al “Kyodan”, insiste che tutti, omnia omnibus facti, lavorino per la formazione della Chiesa in Giappone. Si propone come organo esecutivo delle riunioni dei Vescovi, la formazione di un Ufficio centrale che coordini ed eseguisca i deliberata dei Vescovi stessi. Il Consiglio avrà sei sezioni: a) Segretariato generale – b) Educazione – c) Stampa – d) Azione cattolica – e) Opere sociali (i salesiani lavorano specialmente in questa seziona) – f) Ricostruzione e riparazione danni causati dalla guerra.
Le singole sezioni hanno alla testa un capo e vicecapo, per la più parte religiosi stranieri. Tale ufficio centrale risiede in permanenza (per ora nei locali dell’Univer. Cattolica): a questo ufficio possono ricorrere quanti per le varie specificazioni indicate hanno bisogno di aiuto, di consiglio, di incitamento.
Si spera pure di ottenere che le singole diocesi, parrocchie ed istituti religiosi siano riconosciuti per legge come corpi morali (come era per i Shadan e Zaidan di prima) esenti da tasse. È allo studio presso il Governo il relativo progetto. La forza nostra sarà nell’unione e sommessione ai Vescovi. Nelle inevitabili competizioni fra autorità ecclesiastiche e religiose si cerchi l’unione e la mutua comprensione, non dimenticando che siamo tutti uomini e che ci troviamo in statu infidelium.
3) Mons. Marella accenna ai vantaggi del precedente “Kyodan”. Fa la storia della gerarchia giapponese che permane come diga canalizzatrice delle forze che con essa concorrono e cooperano alla costruzione della Chiesa Cattolica in Giappone.
Le autorità ecclesiastiche e religiose si devono completare a vicenda. Le missioni affidate alle Congregazioni religiose debbono considerarsi come cattoliche, non legate necessariamente alla zona di lavoro, colonne mobili colla qualifica di missionari in Giappone.
I mezzi propri dell’Apostolato, la buona stampa, la preghiera siano adoperati in conformità ai bisogni attuali e in piena unione di intenti e di cuore.
4) Il Prof. Tanaka assicura che nel periodo doloroso della guerra i cristiani erano vicini ai loro missionari specialmente con la preghiera. Quanto avvenne pel Giappone è da attribuirsi ai peccati della nazione, che in preda a teorie fatali dal punto di vista morale e guidata da un nazionalismo più che esagerato, non ha veduto né capito che la sola religione cattolica poteva metterla nelle condizioni di rinsavire e camminare per la retta via. Occorre ora viribus unitis rivolgerci alla religione, all’insegnamento cattolico e all’esplicazione di tutti i mezzi buoni (insegnamento, stampa, opere sociali, ecc.) per la realizzazione in pieno dello spirito cristiano fra noi. Vi sarà da combattere per la riuscita, ma non ci dobbiamo né spaventare, né meravigliare: è la storia della Chiesa di tutti i tempi ed in tutti i luoghi. Ora bisogna che tutti, secondo la condizione o le opere che hanno tra mano o che si possono intraprendere, si organizzino e si uniscano, giapponesi e stranieri, per costituire un blocco unico ancor più forte di prima.
La Chiesa giapponese è ancor giovane – gli stranieri vi portano lo spirito cristiano dei secoli. Dimentichiamo quanto abbiano sofferto – noi giapponesi cattolici non dimenticheremo certo quanto i missionari hanno fatto e fanno per noi. Impostiamo tutti i problemi che si presenteranno, non dal punto di vista della nazionalità, ma dal punto di vista cattolico.
L’illustre professore rispose poi a vari quesiti e prese nota di osservazioni e riferimenti locali, in opposizione allo spirito delle disposizioni emanate dal governo. La base delle disposizioni nel campo educativo scolastico vogliono essere intonate a spirito di libertà d’insegnamento, sulla base dell’insegnamento religioso. L’insegnamento della storia specialmente deve essere fatto non ad usum delphini, ma così come è – e tutti i libri scolastici debbono essere in armonia con queste direttive.
Il Padre francescano di Nagasaki presentò una serie di proposte coll’intento di divulgare la devozione dell’Immacolata in Giappone ed in genere anche altre devozioni (S. Giuseppe, Anime del Purgatorio) domandando innalzamento liturgico di varie feste della Madonna, con vigilia riconosciuta, ed anche l’obbligatorietà di varie di queste feste, ecc.
Pur raccomandando a tutti di usare i mezzi possibili per propagare tali devozioni e feste nelle singole parrocchie, per il momento gli Ordinari ritenevano premature tali pratiche. Si stabilì per il prossimo maggio di fare a Nagasaki una pubblica manifestazione in occasione del centenario della consacrazione del Giappone al Cuore purissimo di Maria per opera del P. Forcade.
Ad analoghe proposte fatte da Mons. Byrne di Kyoto si risponde:
l) Essere graditissima la venuta anche in massa di missionari stranieri anche americani ed al più presto, come pure l’invio di molti libri cattolici che opportunamente tradotti servirebbero assai per la propaganda cattolica.
2) Una commissione di cattolici lavori in unione e come tramite delle commissioni americane per l’attuazione dei vari progetti presentati al governo.
3) Un rappresentante degli ordini religiosi entri nelle adunanze dei vescovi, parteciperà alla prima adunanza per la presentazione di proposte ed all’ultima per udirne le risposte.
4) Una commissione di Vescovi americani venga a constatare lo stato delle chiese ed opere cattoliche in Giappone.
5) Si accetta la generosa carità dei cattolici americani per venire in aiuto alle chiese distrutte. Si chiederà da tutti a tutti i cattolici. In America vi è la possibilità di trovare fabbriche smontabili che possono essere opportunamente ricostruite in Giappone. (Le proposte e la maniera pratica di effettuarle incontrarono la piena approvazione di Mac Arthur).
6) A nome di tutti i cattolici come omaggio al vincitore e ringraziamento delle ottime disposizioni sue verso la religione cattolica gli sarà presentata una artistica pittura (di Hasegawa) raffigurante la Madonna del Giappone.
Nella consolante constatazione dell’avvicinarsi alla religione cattolica di buon numero di protestanti, anche delle sfere ufficiali, pur usando la dovuta prudenza nell’ammetterli al Battesimo – previa cioè forte istruzione e pratica di vita cattolica – si usi nei loro riguardi grande carità e belle maniere.
Richiesti i cattolici del loro pensiero in relazione al Yasukunijinja fu riposto che lo si considerava come monumento nazionale – che doveva essere a spese dello Stato – colla libertà, alle singole religioni, dietro permesso di potervi compiere funzioni proprie.
S. E. il Delegato Apost., ricevuto in particolare udienza da Mac Arthur, ebbe assicurazione che la religione cattolica sarebbe favorita e che se il Giappone si facesse cattolico verrebbe ad avere un posto preminente in Oriente – e che, se al governo fossero i cattolici, l’America sarebbe disposta ad aiutare in tutte le forme e stringerebbe fortissime relazioni. Alla domanda di permesso per il ritorno di 4 padri gesuiti che per motivi di studio si trovavano in America: “Vi do il permesso per la venuta di 400”, rispose.
Per il catechismo si ristamperà quello a domande e risposte precedente al Kyodan. Chi avesse osservazioni al riguardo, abbia la bontà di inviarle entro il mese al sottoscritto. Il libro delle preghiere sarà l’attuale con qualche emendamento.
Si ripubblicherà il giornale cattolico e la Koe con direzione giapponese. La stampa è affidata ai PP. Paolini che hanno nell’ufficio centrale il lavoro di coordinamento della stampa cattolica in Giappone.
È ancora sub iudice la questione del Gran Seminario che si vorrebbe affidato per la parte spirituale ai PP. Sulpiziani e per lo studio ai Gesuiti, aggregando il Seminario come facoltà teologica dell’Università. Alcuni degli Ordinari desidererebbero che lo studio teologico fosse fatto tutto in Seminario e dopo i più atti frequentassero la Università.
È allo studio la possibile formula di unione delle varie idee, se la si troverà.
Al 1 di Novembre vi fu la riunione dei capi delle singole sezioni dell’Ufficio centrale per determinare il lavoro concreto affidato alle medesime. Il capo della sezione Opere sociali è P. Flaujac coadiuvato dai Salesiani. Come primo lavoro si è domandato agli interessati la statistica delle opere sociali da loro dipendenti: con questa domando pure a voi i dati necessari per poter fare un lavoro proficuo (quale opera – numero dei componenti – attività, ecc.).
Ed ora ad alcune notizie di famiglia. Abbiamo avuto alcuni giorni fra noi il Cappellano militare Padre Byrne, salesiano. Ci ha fatto ottima impressione e per il buon esempio che ci ha dato nell’esecuzione delle pratiche di vita comune e pel buono spirito salesiano con cui sapeva ornare il suo modo di fare e di dire.
In varie forme ci è pure venuto in aiuto. È un simpaticissimo confratello degno davvero di ammirazione e di imitazione. Si reca ora per il suo servizio a Sasebo. Desidera di fare la conoscenza dei nostri missionari in Kyushu, e farà il possibile per mettersi in contatto con voi.
Per ora nessuna notizia dei nostri soldati e da Dairen.
Un ultimo pensiero. Pur potendo considerarci ancora in tempore belli e quindi pur essendo ancora in vigore le disposizioni precedenti circa il digiuno e l’astinenza, comunione, ecc. è pensiero degli Ordinari del Giappone che man mano che vengono a cessare i motivi delle date dispense, cessino queste pure.
Applichiamo questo ovvio principio direttivo anche alle cose nostre. La difficoltà delle comunicazioni ha impedito tante cose – e l’Ispettore vi aveva autorizzato a fare quanto nel Signore credevate opportuno di fare nelle varie occasioni che si presentavano. Ora che le cose si vengono poco a poco rimettendo nelle condizioni più normali, cerchiamo di normalizzare, conforme alle regole e regolamenti nostri, certe pratiche prescritte. Ad es. è il momento in cui per i danni di guerra o dei tifoni o d’altro, urge (e vi prego di non lasciar fuggire le propizie occasioni e di non procrastinare troppo), urge, dico, fare le convenienti riparazioni. Alcune di queste richiedono ingenti spese. Non dimentichiamo quanto al riguardo prescrivono le Costituzioni e i nostri Regolamenti e vediamo di attenerci alle note prescrizioni. Ne guadagneremo in tutti i sensi. La regola insomma ci sia in tutto e per tutto guida, buona ammonitrice e maestra.
Col 13 c. m. inizieranno i Ss. spirituali esercizi, in preparazione al S. Presbiterato, i nostri diaconi Caldiro1i, Crevacore, Meriggia, Perego, Rossi e Scrazzolo che, a Dio piacendo, riceveranno la consacrazione il 22 p. Vogliate essere generosi con loro delle vostre preghiere che con speciale insistenza vi domanda pure il
vostro aff.mo
D. V. Cimatti, sales.