3376 / Marella Paolo / 1946-11-14 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 14 novembre 1946
Eccellenza Reverendissima,
Grazie della sua bontà verso i poveri figli di Don Bosco, manifestata anche nella sua venerata del 30 u. s.
Il 23 c. m. e l’8 dicembre pros. S. E. Mons. Fukahori benedirà e la nuova costruzione (Missione) di Miyakonojo e la nuova chiesa, casa e asilo di Nobeoka; così grazie a Dio in tutta la Prefettura le case bruciate o guaste (Nakatsu, Oita, Miyazaki, parrocchia e Miyakonojo) sono risorte ed i missionari hanno ubi caput et animam reclinare.
Mi rimane la scuola di Miyazaki da completare (già ormai finito l’aspirantato e scolasticato salesiano). Ho qualche debito, non urgente, sul gobbo, ma il Signore mi aiuterà. La preghiera e benedizioni di V. Ec. mi fruttano assai.
Non ho mai nascosto nulla a V. Ec. e perdoni se non le nascondo la non buona impressione del sottoscritto e della famiglia salesiana in Giappone nel vedere lo scritto di S. E. Mons. Taguchi “The Catholic Church in Japan” venutomi per caso tra mano, e finora a me sconosciuto. Ignora che in Giappone da 20 anni lavorano i figli di D. Bosco e le Figlie di Maria Ausiliatrice, che hanno opere riconosciute dal Governo tanto fra le Scuole, che fra le Opere sociali e di beneficenza.
Penso che avrebbe trovato modo, se conoscesse (e ci conosce di certo) di nominare i Salesiani e fra le “Catholic cultural enterprises…” e altrove… Può essere che sia tutto compreso in quel termine “Salesians” per noi uomini e “Sister of St. John” per le donne, che dice niente per noi e per gli altri, e che non fa onore a S. Ecc. perché denota di non conoscere.
Son stato lì lì per scrivere a Mons. Taguchi, ma temevo di non trovare parole moderate per manifestargli, anche a nome della mia famiglia, di cui devo pur difendere anche l’onore… ma ho desistito e scrivo a V. Ec. quanto ho scritto per pura informazione. La stampa è del 1946 e abbastanza aggiornata anche a dati recenti, quindi non sono dati che si ignorano.
Perdoni V. E. quanto ho scritto. Si deve lavorare e si lavora per il Signore, ma siamo anche uomini, e non si può non sentire quanto umanamente è sensibile.1
Grazie, Eccellenza, dei paterni incitamenti. Sì, i Salesiani continueranno poveramente e modestamente a lavorare nei quadri loro assegnati. Don Bosco diceva: “Laetare et bene facere… e lasciar cantar le passere”. E questo povero uomo continua a fare così, finché camperà.
Ed ecco lo scopo della mia: prego V. Ec. di usarmi la carità di inviare a Roma (o Procura o a Torino) l’acclusa domanda.
Abbia la bontà di leggere per vedere se è opportuno: per me ritengo necessaria la medesima. Ebbi risposta del caso inviato in precedenza dalla bontà dell’Ecc. V. Grazie!
Pare che il nostro Amminis. Apostolico sia contento del lavoro dei missionari. Mi pare si interessi di tutto e manifesti le sue direttive. Deo gratias.
Ci benedica davvero tutti e specialmente chi si professa
Ossequientissimo
D. Vincenzo Cimatti, sales.
1 Mons. Cimatti dava la regola che quando c’era qualche cosa da dire lo si facesse agli interessati, e non parlare a coloro che non potevano far nulla. È quanto ha fatto sempre lui. Nel caso pratico si tenga presente che aveva messo a disposizione di Mons. Taguchi un sacerdote e per parte sua avrebbe mandato anche due sacerdoti a lavorare nel Shikoku, che allora dipendeva da lui.