157 /Amerio Franco / 1926-4-15 /
al chierico Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico e letterato
[15 aprile 19261]
Mio buon Franco,
Grazie, grazie, grazie! E tutte le “volte che scriverai è per me una festa! Va là, che il tempo (basta occuparlo) c’è per tutto. Non so che cosa sia arrivato di roba mia. Finora dall’Italia è arrivata la busta di Valsalice e nient’altro: ad ogni modo anche questo è un distacco.
Musica giapponese non ho potuto ancora sentirne sul loro caro strumento, il koto: se posso l’imparerò: sono melodie orientali; meste, eccone… [segue una riga in musica]. L’ho insegnata ai bimbi miei e la cantano benino. Mandami un libretto, che vi metto pure arie giapponesi: nelle scuole vi è il canto, ma cantano anche musica di fattura Europea. Per Pasqua ho fatto il “Regina Coeli” in giapponese, ben riuscito, quando potrò lo invierò insieme a qualche cosa che spero fare per il mese di Maggio.
E tu non gratti la lira? Su, su, senza paura. Quanto al resto nessuna paura: abbi buona voglia di fare, fa’ quello che sai e poi lascia fare a Dio.
Parla parla parla ai chierichetti, ai chiusi, agli afflitti, dirigili al Direttore preavvisandolo: “guardi che ho detto al tale di venire…”. Sì, sì capisco tutto, mio Franco. Tu vedi troppo in Don Cimatti e non conosci le sue miserie. Sono venuto qua anche per nasconderle e Iddio mi aiuti. Bravo! pensa al Giappone. Coloriscilo pure come vuoi; non ti farai neppur lontanamente l’idea di vaghezza estrinseca di questa terra, così caratteristica, quale sono sicuro non esistere alcuna al mondo.
Non è poesia, credi pure! E le anime? Oh povere anime… Ma vedremo, vedremo, vedremo che cosa sa fare il Signore.
Prega, prega, prega, perché è Lui che fa e che deve fare.
Quando vai a dormire, dico Messa: siamo uniti specialmente in questo momento.
Ossequi a mamma e babbo. Ti abbraccio di cuore.
Se posso esserti utile in qualche cosa sono sempre pronto.
Tuo fratello
don Vincenzo Cimatti
1 La data è solo approssimativa.