Cimatti|Ricaldone Pietro /1944-4-…

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Il nuovo Anno Scolastico


Tokyo, Aprile 1944

Rev.mo ed amatissimo Sig. D. Ricaldone,


Il ritmo delle opere nostre, nonostante le circostanze della guerra, va snodandosi tranquillamente. Ci siamo proposti per base il pensiero di D. Bosco: “Sempre più e meglio… Lavoriamo secondo le possibilità… Le condizioni del momento sono come permette il Signore… Gli uomini ci limitano molto nel lavoro che si dovrebbe e potrebbe fare… Non si deve desistere dal lavoro”… E siamo arrivati così al nuovo anno, che si apre nella solita atmosfera primaverile… benché quest’anno (almeno a Tokyo) faccia ancora assai freddo e i bei ciliegi giapponesi siano in ritardo nella loro fioritura… Finisce la scuola al 31 Marzo e automaticamente al 1 Aprile si apre il nuovo anno… Le scuole si aprono ed accolgono gli allievi, bardati di tutto punto di quanto le autorità hanno prescritto per premunirli da eventuali pericoli di incursioni nemiche… Anche i piccoli degli asili… Ed i modesti battenti delle non meno modeste opere nostre si aprono a nuovi elementi… Abbiamo pregato il Signore a che benedica e prosperi le opere nostre, e, grazie a Dio, ecco in breve la nostra posizione.

In missione siamo allo statu quo. Nelle singole residenze i missionari compiono il loro dovere nelle forme loro possibili e permesse. Vari di loro dividono il lavoro di apostolato, ridotto dalle attuali circostanze, con lavori di traduzione o lavori di concetto, buon materiale per il futuro – tutti poi, per venir in aiuto alle necessità della vita materiale, si prestano ai lavori casalinghi e ai lavori dei campi ed industrie agricole diverse: è un buon esempio, encomiato in tante forme dal pubblico e dalle autorità, lodato anche sui pubblici giornali, ed è un mezzo utilissimo per sovvenire alle necessità delle nostre opere, che si fanno sentire più fortemente ogni giorno più.

E come dobbiamo manifestare la nostra incondizionata gratitudine alla Provvidenza che ha seguito le necessità col venire in proporzionato aiuto, in modo che le singole opere hanno sempre potuto proseguire… il necessario non è mai mancato né ai singoli né alle comunità. Ed in questi difficilissimi tempi si è toccato con mano quanto la Provvidenza non abbia mai dimenticato i suoi poveri salesiani del Giappone. Abbiamo tanto penato in altri tempi… mai stati tanto tranquilli come ora per gli apprestamenti materiali… Deo gratias!

Certo non si stette colle mani in mano, ma la Provvidenza guidava, dirigeva ed agiva… Pane e… companatico non mancarono mai. Adattatici alla mancanza di tante cose si menò una vita ancora più semplice e più povera… e alla mancanza di abiti e scarpe si supplì in modo assai semplice… si diceva: “Salesiani scalzi…”, una nuova forma della nostra Congregazione?… Oh, D. Bosco ci vedeva certo dal Paradiso e godeva della nostra povertà e miseria… ed il Signore ci ha sempre benedetto.

A Tokyo la scuola Professionale D. Bosco ha avuto un’entrata di allievi superiore all’aspettativa e mai finora verificatasi: così il numero degli allievi è salito ad oltre duecento. In fiore tutte le nostre opere e quelle delle Figlie di Maria Aus. dirette specialmente a beneficare la gente povera… Tutte le nostre opere sociali ottennero anche in questo anno sussidi speciali dalle autorità, che sono ben disposte verso di noi, perché vedono che ci occupiamo dei poveri, dei bisognosi, dei bambini… Oh, come aveva ragione D. Bosco… e noi beati se seguiremo sempre le sue tracce anche in questo…

A Miyazaki la piccola Colonia agricola è in fiore. L’Ospizio al solito colla nuova Congregazione Charitas spande i suoi benefici effetti su tante anime. L’Asilo di Oita con oltre cento allievi – il lavoro dei nostri confratelli di Beppu che si esplica nelle fiorenti opere delle Figlie di Maria A. e del Sanatorio Nagata. Nakatsu che va svolgendo con rinnovato ardore il suo lavoro di apostolato in questa zona, forse la più sterile della missione.

E anche dal lontano Dairen D. Liviabella e Maccario si prodigano per quella fiorente cristianità e già domandano aiuto di personale. Il nostro D. Bovio poi si è messo alla testa di una nuova azienda agricola, destinata a portare proficui contributi ad un’opera di beneficenza per ammalati, e prima base per una scuola agricola per il dopo-guerra.

Le Figlie di Maria A., approfittando della necessità di portare i piccini loro affidati in luogo più tranquillo, hanno dato pure inizio a nuovi lavori, che permetteranno in seguito di espandere la loro opera di carità in altre zone importantissime del Giappone…

Oh, contemplavo l’altro giorno, recandomi alla casa di cultura italiana, il viale su cui è posto il bell’edificio… splendore di fioritura dei bei ciliegi giapponesi… Di fianco il gran monumento dei caduti per la patria… fervore di preparativi per le prossime ricorrenze anniversarie, cui partecipa tutta Tokyo e dalle più remote parti del Giappone quanti possono vantare la gloria di aver dato un figlio alla patria. Il lavoro della natura per glorificare Dio… il lavoro umano per glorificare chi ha dimostrato di amare la patria fino al sacrificio della vita…

Non possiamo non vantare fioriture splendide… un modesto lavoro per la gloria di Dio e per il Giappone (che tanto amiamo, disposti anche noi, piacesse a Dio, a dare per la salvezza di queste care anime, tutta la nostra vita…). Oh, come ci piange il cuore di non poter fare quanto ci sarebbe bisogno di fare, per realizzare questo nostro ardente desiderio: ma sono certo che il Signore accetterà questo nostro sacrificio e saprà trasformarlo in tanto bene per le anime, anche se a noi non è concessa la naturale soddisfazione di constatarne il successo.

Un manipolo di aspiranti viene preparandosi, e speriamo di riaprire anche per loro i battenti del nostro noviziato al prossimo agosto.

Molti dei salesiani giapponesi compiono fedelmente il loro dovere o sotto le armi, o nelle officine assimilate, e così pure non pochi dei seminaristi nostri allievi.

Oh, ce li protegga e custodisca il nostro D. Bosco dal Paradiso, e siano aiutati efficacemente dalle preghiere intense di tutti i nostri cari superiori, allievi e cooperatori salesiani.

Ci aiuti, amato Padre, a ringraziare il Signore di tanti benefici ricevuti: ci aiuti a essere sempre degni di tanti benefici e a renderci atti a riceverne sempre, perché senza di questi non possiamo realizzare il programma salesiano della gloria di Dio e della salute delle anime.

Benedica in modo speciale chi si professa come figlio aff.mo

D. V. Cimatti, sales.