Cimatti|Ricaldone Pietro|1942-4-...

2888 / Ricaldone Pietro / 1942-4-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Il quarto potere in Giappone


Aprile, 1942

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Un altro lato caratteristico del popolo giapponese è il desiderio della cultura ottenuta in tutte le forme più moderne. Non ho girato molto per il mondo, ma penso che siano poche le nazioni che, come il Giappone, manifestano questa bella attività. Era già questa una delle belle attitudini naturali, che aveva riscontrato S. Francesco Saverio, e per cui non dubitava della relativa facilità della conversione di un popolo, che ama istruirsi. Ne sono sintomi chiari il piacere con cui gli allievi vanno a scuola, il desiderio della lettura e non ultimo la forza della produzione libraria.

Sono dati dell’ante guerra (1937) – ma anche in questo periodo il Giappone di poco ha cangiata la sua posizione. Alcuni dati chiariscono quanto dico: desumo dai dati emanati dal Ministero dell’interno. Libri di scienze sociali (politica, giurisprudenza, economia, ecc.): 5529; di pensiero (filosofia, morale, ecc.): 4512; testi per le scuole: 2709; di scienze naturali: 1885; di scienza industriale (manifatture, ingegneria, macchine, comunicazioni, ecc.): 4877; di arte: 4797; di storia e topografia: 2310; di vario genere: 4115, con un complessivo dunque di 30.734 opere. Durante la guerra evidentemente crescono le pubblicazioni relative al conflitto con un crescendo nell’anno di 21 in luglio a 218 in dicembre, ma come dissi, restando si può dire immutato il numero della produzione libraria negli altri campi.

Non meno nutrito è il campo della produzione stampa del tipo rivista e giornale. Tokyo, centro della cultura politica, e Osaka, centro della cultura economica, sono pure i centri del giornalismo, con giornali della tiratura quotidiana di un milione e mezzo di copie, e forniti di tutti i mezzi moderni di comunicazione e relazione mondiali, come i massimi quotidiani delle varie nazioni. In Giappone i giornali quotidiani ascendono a 1214, e sono sparsi negli altri grandi centri di cultura regionale. Non è meno considerevole l’entità delle pubblicazioni librarie tipo rivista. Alla stessa data se ne contano 3555, delle quali 961 ufficiali (annunzi, propaganda di uffici pubblici, organizzazioni, società commerciali, ecc.) e le altre 2594, classificabili in riviste religiose (301), scientifiche (171), educative (124), sociali (255), economiche e commerciali (316), letterarie (569), familiari (74), per fanciulli e giovani (73), sportive (182), giocose (196), varie (551). Le riviste più diffuse sono quelle che trattano di economia, le familiari, le giocose e sportive. Naturalmente durante il periodo della guerra anche tutte le riviste (ed altre numerose illustrate sorte in quel periodo) erano mobilizzate allo scopo.

Non tutto il materiale librario è originale. Si può dire che le opere di fama mondiale in qualsiasi ramo sono state tradotte in giapponese, e naturalmente non con i criteri che la religione cattolica impone per salvaguardare la fede, la morale, i costumi del popolo e più della gioventù: vi si trova di tutto, dal luridume romanzesco alle novelle e fiabe per fanciulli, dalle più elevate elucubrazioni degli antichi e moderni filosofi alle manifestazioni di idee comuniste più spinte all’estero, pur essendo degna di ogni lode la vigilanza del Ministero dell’educazione nazionale a che non si divulghino pubblicazioni immorali e sovversive.

In altra comunicazione le parlerò del movimento cattolico e più del movimento salesiano per la buona stampa, che anche alla stregua dei semplici dati sopraccennati, fa comprendere di quale importanza sia sotto qualsiasi punto di vista si voglia considerare.

E preghi per noi e ci benedica.

Con affetto di figlio,

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.