933 /Ricaldone Pietro / 1932-5-1 /
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco Saverio. Giappone.
OGGETTO: Proposte Varie per lo studentato teologico della Visitatoria Giapponese
Miyazaki, 1 maggio 1932
Molto Rev. RETTOR MAGGIORE,1 salesiani, Torino,
Sottopongo all’illuminato parere del Rettor Maggiore e dei Superiori il problema importantissimo dello studentato Teologico per la Visitatoria Giapponese, pregando i Superiori a volerci con cortese sollecitudine dare consigli in questa materia così importante.
Lo studentato filosofico che già funziona da tre anni (questo è il terzo) ha già messo nel campo del Tirocinio pratico dieci che hanno regolarmente finito il corso filosofico, e che in quest’anno (mese di dicembre) compiono il primo anno di tirocinio. Siccome per varie ragioni, per vari di loro e forse per tutti, domando, e, spero, sarà concessa la dispensa di un anno, così ci troviamo con poco più di un anno a disposizione per pensare seriamente a questo importantissimo problema.
Esposta la ragione della domanda, ecco le varie proposte, studiate dal Consiglio ed anche dai confratelli sacerdoti della Visitatoria, che desidero sempre sentire nelle varie questioni, affinché tutti portino il loro contributo di esperienza, almeno nelle massime questioni.
Proposte varie
Avere uno studentato nostro. È la proposta che arride alla maggioranza.
Si oppongono varie considerazioni. Potremo noi ottenere dai Superiori un personale ottimo, quale è necessario per avere uno studentato, che sia corrispondente ai bisogni di formazione culturale per questi paesi? Tanto più che tutti i missionari guardano a ciò che fanno i Salesiani, e sanno che l’attuale studentato filosofico si fa filare meglio che si può. Avremo poi un numero di scolari proporzionato allo scopo, sforzo che si deve fare per i professori e per avere l’occorrente materiale didattico (locali, libri, ecc.)?
Si riuscirà forse più facilmente fra qualche anno (quando?) quando avremo il noviziato in Giappone o quando avremo elemento giapponese che frequenti le nostre scuole. Ma tutti questi problemi dipendono dagli aiuti che possono darci i Superiori, perché oggi come oggi, ci siamo guardati attorno, ma non abbiamo nessuno a cui decorosamente e fiduciosamente possa affidare le materie fondamentali, e tanto meno i mezzi per una costruzione ad hoc.
Unire le forze con altri studentati già funzionanti per addivenire ad uno studentato dell’Estremo Oriente.
Molte gravi difficoltà si oppongono. Buon centro sarebbe certo la Cina, ma con la fobia vicendevole di questi due popoli, al momento attuale certo non solo farebbe cattiva impressione (anche se si tratta di stranieri solamente… ma fra poco avremo anche i giapponesi…) ma ne verrebbe certo del male all’Opera nostra e più alla missione.
Inoltre non sarebbe possibile la sorveglianza e formazione specifica per i bisogni nostri, anche se tra gli insegnanti vi fosse uno inviato dal Giappone.
Ha pure il suo valore lo studio della lingua giapponese, che pur potendosi trovare insegnanti a HONG KONG o a SHANGHAI, non può certo esercitarsi così come sul posto. E preme non meno sulla bilancia la questione finanziaria; il vitto (che speciale in Cina non potrà più seguirsi in Giappone… In Cina quattro pasti… discreti… In Giappone il regime d’Italia… e non tutto quello…).
Far studiare i nostri al gran seminario di Tokyo, l’unico per ora in Giappone.
Se i salesiani avessero una fondazione a Tokyo (la crisi ci tolse per quest’anno la speranza) si potrebbe pensare a far frequentare dai nostri il Gran Seminario, ma a parte che non si possono certo mandare tutti i nostri a Tokyo, a parte la questione finanziaria, non si possono mettere certo molti dei nostri che saranno deboli negli studi a confronto con quelli che lo frequentano (fra cui certo ci saranno anche dei deboli): ci farebbero ben magra figura… E non ne verrebbe del bene né a noi né agli altri. Al massimo se si credesse far usufruire a qualcuno… Ma è necessaria prima la fondazione a Tokyo… che credo sarà ancora assai lontana.
Vi è chi propone il ritorno di coloro che devono fare la Teologia in Italia.
Certo che piuttosto che far male la Teologia e ricevere una formazione insufficiente è meglio vengano a fare tale studio in Italia, dove anche i più deboli possono essere accuditi e per la formazione e per lo studio.
Ma se ne perderanno molti, che certo non ritorneranno più. La vita di missione in Giappone non è vita di rose… Vari possono avere belle doti che conosciute determineranno la fermata per i bisogni d’Italia.
Ma v’è più assillante la spesa e dei viaggi e del mantenimento… E più lo studio della lingua, che pur potendosi attuare anche in Italia, non si può certo compiere a dovere. Inoltre se questo sistema si adottasse per il Giappone, certo si desidererà adottare altrove…
Si sono fatte e vagliate tutte le proposte ora enunciate per venire incontro alle difficoltà in cui certo si trovano i Superiori specie nelle condizioni attuali, ma insistiamo a che i nostri buoni Superiori, come sempre hanno aiutato questa povera missione, facciano qualsiasi sforzo per venirci in aiuto a che possiamo noi pure avere in posto un ben organizzato studentato Teologico.
Tutto dipende dalle decisioni dei Superiori, mentre noi, pregando per il buon esito della determinazione, attendiamo con fiducia il da farsi.
L’avere davanti a noi un anno non è troppo, data l’importanza del problema.
Vedano i Superiori al più presto di consigliarci.
Nella fiduciosa attesa godo dirmi,
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Visit. Giappone
1 Le lettere seguenti sono indirizzate al Rettor Maggiore da eleggersi. Fu eletto il 17 maggio, e fu lo stesso Don Ricaldone, attuale Vicario. Pensando che la posta impiegava tempo furono spedite in anticipo.