Cimatti|Ricaldone Pietro / 1937-11-22

1953 / Ricaldone Pietro / 1937-11-22 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 22 novembre 1937

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Sto divorando il commento alla strenna della Povertà, che come fa del bene a me, spero lo farà a tanti, a tutti i nostri cari confratelli. Grazie del bel regalo spirituale.

Anticipando la lettera mensile dell’Esercizio di buona morte, oggi, giorno di S. Cecilia, faccio il mio rendiconto. Tornai stanotte da Oita ove si diedero due concerti, uno per i poveri soldati feriti all’Ospedale – un altro nel salone dell’educazione, per commemorare l’unione dell’Italia col Giappone.1 Torno a notte a Beppu per lo stesso scopo domani. Mezzi anche questi per fare un po’ di bene. Se non muoio spero alla fine del mese andare a Tokyo a predicare gli esercizi per i voti dei novizi: penso l’ultima come Visitatore,2 e non potendo fare altro per loro spero far qualche cosa predicando detta muta.

Per me, per l’anima mia al solito: buona volontà costante, pur gli effetti essendo scarsi. Per il resto, desidero passare col Padre alcuni momenti per parlare delle cose nostre – ricevere gli ordini e consigli. Le ho scritto recentemente (anche al Sig. Don Giraudi e Sig. Don Ziggiotti rispettivamente per questioni economiche e di studio, e per mezzo loro ai Superiori). Ormai la testa non coordina (non ha mai coordinato) – sono in necessità in ogni senso – e non so come fare.


        1. Oggi ho pagato i mensili e non ho più niente in cassa, con la prospettiva di 7 lunghi mesi in cui non so dove sbattere la testa, per provvedere il necessario. Spero con fede nell’aiuto di Dio, pur umanamente essendoci da impazzire. Ho supplicato prima il Padre e lo supplico ora – ma non so come fare e non ne posso più, perché non riesco ad avere le forze per affrontare una situazione, che non so da che parte prendere. Vedano i Superiori di fare uno sforzo sovrumano (perché penso in che condizioni anch’essi si trovano), ma mi aiutino almeno in questi primi mesi, mentre nell’attesa degli altri mesi vedrò se trovo dove trovare il necessario.

        2. Esposte così le necessità materiali, passo alle spirituali, che non sono per me meno gravi. Ho ancora da mettere a posto il personale, e non so da che parte incominciare.


              1. Mi scade tutto il Consiglio: Don Antonio e Don Dumeez da Direttori (il primo il sessennio, il 2° il triennio). Don Escursell non è a posto dov’è (la frecciata e il taglio straziante più forte sono le parole del Visitatore: “Così com’è, non è una casa salesiana”). 3Dicerie (già in parte avute prima a Beppu, poi a Miyakonojo) si ripetono – un gruppo di cristiani è nettamente contro. Non ci sarebbe che inviarlo


[manca il seguito]

1 Si tratta del famoso Patto Tripartito: Giappone, Italia, Germania. Per l’occasione venne in Giappone una missione di gerarchi fascisti e i nostri missionari dovettero fare il servizio agli ospiti che non conoscevano il giapponese. Non mancavano tra i giovani missionari alcuni entusiasti del fascismo.

2 Il 2 dicembre la Visitatoria fu eretta in ispettoria e Don Cimatti fu nominato Ispettore.

3 Don Candela fece rimostranze essendoci l’Oratorio misto nella parocchia di Mikawashima. In missione non si poteva fare divesamente. Don Escursel per questo decise di tornarsene in Spagna.