1324 fogliani |
1324 /Fogliani Mario / 1934-11-17 /
1 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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17 novembre 1934
Mario carissimo,
I preparativi per l’affrettata partenza non ci hanno dato il tempo di parlare a lungo come avrei desiderato. Supplisco con questi ricordi che vorrai conservare e meditare, spero ti faranno del gran bene.
Grazie, a nome del Signore e di Don Bosco di aver accettato con rassegnazione l’obbedienza. Ricorda che quanto più costa, tanto più è meritoria.1
Sai attraverso a quali fasi è passata la tua permanenza in missione. Lavori in fondazioni iniziali tanto più per te meritorie, perché materiate di sacrificio e i Superiori ti ringraziano di cuore e il Signore ti ricompenserà. La parentesi dei ripresi tuoi studi, chiusasi coll’arresto fattone dai tuoi Superiori che ti portò nella sfera del lavoro dei nostri confratelli coadiutori.
Non devi quindi meravigliarti che il Signore:
abbia disposto che i Superiori ti scegliessero per questa nuova fondazione salesiana in Giappone,
e che Don Cimatti ti invitasse a fare tutti i lavori necessari, secondo le indicazioni del nostro Don Margiaria, che confida assai assai nella tua buona volontà e capacità. Certo inizialmente dovrai fare un po’ di tutto – man mano che le cose verranno stabilendosi, tutto si regolarizzerà. Occhio a tutto, casa, campagna, provviste, ecc. Sai che siamo nella povertà: come in Seminario, cerca di saggiamente economizzare in tutto. Le piccole industrie di casa, di campagna non ti mancano e ti faranno risparmiare molto.
Non temere il lavoro, anche quello materiale propriamente detto. Vedrai che il Signore ti benedirà anche per la salute: lavora solo con ordine e secondo obbedienza e di cuore.
E permettimi ora un ultimo sfogo cordiale per il bene dell’anima tua.
Per me vedi, è dolorosissimo parlare agli altri dei difetti, quando vedo di esserne pieno io. Ma il dovere mi impone di ripeterti brevemente quanto Don Cimatti ed altri ti hanno ripetutamente detto in altre occasioni.
Ciò che ti ha fatto male e che ha fatto tanto male ad altri, sai che è la lingua. Non voglio ricordare il passato – l’ha certo perdonato il Signore – ed è inutile che lo ricordiamo noi. In guardia, mio buon Mario, non ricominciare una nuova catena, ora che la prima voglio sia seppellita nell’oblio. Dunque:
Non sparlare del prossimo né del lavoro del prossimo né delle nostre case od opere se non in bene. Parla pure liberamente in ogni senso coi Superiori di Torino, con Don Cimatti e con Don Margiaria, e basta.
E fa’ questo sforzo (che, nota bene, è stretto dovere di giustizia) per riparare il passato. Ricorda che anche ottenuto il perdono di Dio e degli uomini, non è finito il nostro lavoro: è strettamente obbligatoria la riparazione.
Se non erro quest’anno devi definitive consacrarti al Signore. Al momento chi deve giudicarti per l’ammissione sarebbe alquanto dubbioso. Fa’ in modo di togliere questi dubbi, affinché tutti possiamo senza esitazione spingerti alla definitiva realizzazione di quanto tu e noi desideriamo.
Parti nel giorno della festa di S. Gregorio Taumaturgo, l’uomo di fede che trasportava le montagne.
Ti auguro che collo stesso spirito di fede incominci la tua nuova vita.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1 Fu tra i primi che andarono alla Scuola professionale di Tokyo. Nella testata è scritto per mano di Don Cimatti: “Perdona la carta sconveniente”, di fatto – come soleva fare – usa il retro di carta stampata