2665 / Ricaldone Pietro / 1940-12-30 /
Tokyo, 30 dicembre 1940
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua del 7/11. Scrivo da Tokyo dove mi trovo allo studentato per gli esercizi di metà anno, approfittando del riposo dei teologi (ferie di Natale e Capodanno).1
Mio rendiconto: corpo e anima regolarissimi. Qualche disturbo organico passeggero: anche Don Cimatti invecchia. Ma avanti sempre usque in finem cum cruce Domini et in Cruce, secundum solam voluntatem Dei.
Don B. pare migliori realmente.
Per la nuova situazione:
Ormai tutte le circoscrizioni ecclesiastiche sono dalla S. Sede affidate al clero giapponese – e date le nostre relazioni precedenti, la massa di costoro ci è amicissima, anche perché da noi aiutata olim coi concerti musicali di propaganda.
Attendo col nuovo Prefetto Mons. Ideguchi (forse andrebbe bene una lettera – in latino – dei Superiori, non saprei dire, di omaggio o simili) le norme per la residenza, per il nome – per me chissà!… La porpora!!!
A proposito di residenza, sarà il caso che instradato tutto e fatta la consegna, il sottoscritto (se deve continuare ad essere Ispettore) si traslochi altrove, ad es. Tokyo, o almeno ad Oita più centrale o Beppu (ove tutto è della Congregazione)?
Potrò illuminare di più e far proposte concrete arrivati i decreti, che penso i Superiori conosceranno meglio di noi. Ad ogni modo pensarci… Avendo opera ad Osaka o Kobe (chissà! Preghiamo!) sarebbe un centro ispettoriale migliore, finché si è in missione. Dominus providebit.
Seguiamo le sue sapienti direttive: prudenza, costante carità, lavoro generoso e santa allegria.
Per altre notizie particolari interessanti i singoli dicasteri scrivo a parte: certo informeranno il Rettor Maggiore.
E per ora nulla di speciale di altro.
Ci benedica con la più forte benedizione e faccia pregare. Sono sicurissimo che Maria A. e Don Bosco ci otterranno i miracoli necessari… Ed è proprio ora il tempo di farli. Sugli articoli mensili del Bollettino tento di specificare anche la situazione. Buon Anno a tutti. Mi compatisca nelle mie deficienze e mi creda suo povero (davvero il più povero in tutti i sensi!) figliuolo:
Don V. Cimatti
1 Abbiamo gli appunti delle istruzioni di questi Esercizi tenute da Don Cimatti. Ci sono gli appunti scritti da lui stesso, e quelli scritti dal chierico Del Col che vi partecipò. Affronta in forma accorata il problema dell’inculturazione dei missionari stranieri specialmente in questi momenti critici, e quello della necessità urgente di formare il clero indigeno. Sono importanti per conoscere il suo pensiero.