113 / Giordano Antonio / 1925-12-25 /
a Don Antonio Giordano ed ex-allievi di Valsalice
[Natale 1925]
Ch. Giordano, carissimi,
In procinto di partire, vi lascio il mio più cordiale saluto, ringraziandovi di quanto con generosa carità avete voluto fare per la missione del Giappone e per la mia povera persona. Gesù, vi rimeriti di tutto. Avete così cooperato a far del bene, e siete partecipi dei meriti. Vi sia questo pensiero di sprone a continuare nell’opera iniziata, colla preghiera, coll’aiuto morale e materiale. Nel mese sacro a San Francesco di Sales, nostro dolcissimo patrono, e in cui ricordiamo la morte del nostro Venerabile Padre, vi propongo le due seguenti considerazioni.
S. Francesco di Sales è il santo della carità, delle belle maniere; è un santo missionario. Don Bosco me lo ha dato come patrono. Debbo dunque imitarlo. Perciò voglio specialmente in questo mese esercitarmi nella carità con Dio, coi miei superiori e confratelli, e coi giovani a me affidati. Ecco la più bella forma di apostolato che potrò svolgere nella mia attuale missione.
Don Bosco! Questo nome deve ricordarmi i miei doveri giurati a Dio nella mia professione; deve ricordarmi la vita del mio Venerabile Padre; e attraverso a quali vie Egli è venuto a formare la nostra Società, deve ricordarmi il suo amore immenso a Gesù in Sacramento, a Maria Ausiliatrice, al Papa, alle anime.
O miei buoni chierici, proponiamoci, come regalo graditissimo a Don Bosco di osservare specialmente in questo mese nel miglior modo possibile le nostre Regole.
Nel ricevere queste povere parole, che vorrebbero essere un caldo omaggio a S. Francesco e a Don Bosco e un pensiero di riconoscenza per voi pensatemi in alto mare, in rotta per il Giappone.
Pregate per me. Supplico il nostro buon Gesù che come nella sua misericordia infinita ci volle fratelli qui in terra, ci unisca tutti tutti tutti anche in Paradiso vicino a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice.
Vostro
don Vincenzo Cimatti