Cimatti|Ricaldone Pietro|1950-12-11

3957 / Ricaldone Pietro / 1950-12-11 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Tokyo, 11 dicembre 1950

Rev.mo ed amatissimo Sig. D. Ricaldone,


Riscontro la sua del 17/10 che mi ha riempito di gioia, e voglia accettare i più sentiti auguri natalizi – estensibili – se non disturbarli coi miei scritti li ricordo cotidie e… stop.

Quanto a me, salute ottima (…mi accorgo che comincio il rendiconto, fatto per 25 anni ai mei superiori – ora lo faccio al mio buon Direttore) – lavoro ne cerco, perché ci vuol altro a fiaccare la mia carcassa con quello che mi danno. Sono ritornato il chierichetto dei primi anni di Valsalice – un po’ di scuola, di musica, confessioni. Abituato a tante altre cose… sono ninnoli. Ad ogni modo così ha permesso il Signore e così sia. Non so se già le avevo scritto di questa mia nuova vita. Mi darei degli schiaffi da me alla considerazione di come mi trovo spiritualmente – così vicino al rendiconto e con ben poco in mano – tento, ma penso: “Il Signore è contento di me?”. Confesso che pensando al giudizio, mi prende un timore, che mi fa sospendere la meditazione…

Le nuove direttive dei Superiori nei riflessi della nostra povera e tanto cara missione; mi fanno pensare che è certo anche per la mia deficienza, che non sono stato in grado di adempiere il mandato affidatomi dalla Santa Sede e dai Superiori – non sono stato buon missionario, ecc. ecc.1

Lei conosce le vicende di vocazioni di Salesiani in Giappone (D. Caro, D. Felici, D. Floran, D. De Kruyf, etc.) che se avessero trovato altro elemento direttivo… So che i Superiori non hanno approvato tante cose fatte dal sottoscritto… Oh, che bei colpi taglienti alla mia superbia, alla mia sentimentalità… e quanta responsabilità davanti a Dio!

E vogliono festeggiare il 25°… Per me non avrei neppure voluto che lo nominassero – ed il Signore permette che dopo domani debba andare in missione per festeggiarlo.2

Meno male che ho la scappatoia della musica che mi fa evitare le posizioni decorative, per cui non sono tagliato… Mi è più intonata la parte del burattino o dell’oca.

(Non so se le ho detto che ho scoperto che una zona di Tokyo centrale si chiama “Oca-cimatti”. Come vede sono già monumentato anche in Giappone).

Comunque il Signore ha voluto che tornassi in Giappone – che mi trovassi nella condizione in cui mi trovo (ambiente, lavoro assai scarso, che proprio non mi costa proprio nessuna fatica) – che avessi la possibilità spirituale di santificarmi e… così sia.

Lei dice che mi precederà… potrebbe anche darsi il contrario. In tal caso D. Cim. farà per Lei quanto Lei nella sua carità si propone di fare per questo suo povero figliuolo.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.3

1 Nel 1950 venne ceduta ai Missionari Saveriani la provincia di Miyazaki. L’aumento delle opere e il bisogno di confratelli avevano imposto quel sacrificio. D’altra parte si preferì tenere Beppu probabilmente perché la casa di Beppu era salesiana e poi c’erano le Figlie di Maria A. da accudire.

2 Non solo ritornò a Miyazaki ecc. ma la Provvidenza dispose che ci andasse come rappresentante ufficiale del Delegato Apostolico all’ultimo momento impossibilitato; va da sé che ricevette accoglienze degne del Delegato Apostolico.

3 Con questa lettera si conclude la corrispondenza tra Mons. Cimatti e il Rev.mo D. Pietro Ricaldone. Passerà a miglior vita nel 1951.