Cimatti|Tonelli Antonio / 1926-05-23

6130 / Tonelli Antonio / 1926-5-23 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice



maggio 1926


Riassumo da P. Martin i dati storici.

( Les origines – Essai d’histoire ancienne du Japon – Hong Kong Impr. De Nazareth 1924)


Le due opere che parlano dei tempi primitivi del giappone pubblicati nel 712-20 dell’era cristiana (Kojiki – Nihon shoki) raccontano la storia meravigliosa della fondazione dell’Impero. La dea Amaterasu si rivolge al figlio Oshi no mimi no mikotò e gli dice: “Il paese fertile della pianura ricca di pascoli, irrigata da ruscelli è un paese che tu devi governare: va discendici e governa bene.” Il figlio si rifiuta e cede il posto ad un altro figlio, a Ninighi no mikotò: a lui Amaterasu dà l’ordine, ripete la formula e Ninighi accompagnato da numerosi dei, necessari a compiere i riti religiosi discende nel Hyûga (la regione dove siamo ora, Miyazaki).

È da ciò che la dinastia crede per tempo alla sua origine divina e abilmente ha saputo utilizzare il sentimento religioso per stabilire la sua autorità su basi incontrastate.

In seguito la dea dà al figlio una perla ricurva, una spada e uno specchio, dicendo “questo specchio consideralo come la mia anima, riveriscilo e rendigli un culto come se fossi io.” Ecco perché questi tre oggetti, che fanno parte della funzione dell’incoronazione del re, significano la dignità imperiale e sono custodite nei loro templi (shinto). Ninighi muore a Sendai ed è interrato sulla collina di Enomisaki. Immagina una collinetta attualmente tutta difesa da una palizzata e tutta boschiva, ove si dice sia sepolto Ninighi.

I 3 figli suoi lottano fra di loro, rimane vincitore Howori e uno dei figli Fukiaezu è il padre di Jimmu Tennô che conquista il Giappone e fonda la dinastia attualmente regnante (probabilmente nel III secolo dell’era cristiana).

Premesso questo pensai di andare a visitare la tomba di Ninighi. Diamine! Pensate chi era, figlio della sposa del sole. È a pochi chilometri da Miyazaki in mezzo a fertile pianura ai piedi delle colline e attorniata da altri tumuli dei Daymio (principi, sovrani) antichi.

Che cosa sono i tumuli? Sono le tombe giapponesi antiche che ripetono la loro origine dalla Cina. Sono in generale di forma rotonda, coronate da alberi, in generale a due elevazioni. Nell’interno vi è la camera mortuaria, con vari loculi, cui si accede per un corridoio volto in generale verso mezzogiorno. Le pareti e il soffitto sono fatte di pietre grosse ammassate senza ordine alle volte ornate di segni simbolici (tinte semplici e tratti rossi irregolari). Se il tumulo non è grosso e la terra ben ammassata e non trattenuta da alberi, le piogge torrenziali asportano tutto, le piante formano il dolmen. Alle volte invece le tombe sono scavate nel fianco della montagna. Sono di dimensioni varie. Quella figurata ha il corridoio di 2 o 3 circa e il diametro della camera 2 metri, alta pure un due metri (volta a calotta).

I cadaveri erano chiusi in sarcofaghi di pietra o terra e intorno si disponevano figure di vario genere (soldati, servi ecc.) coltelli, spade, lance, frecce risonanti, oggetti di guerra, specchi, perle finte di forme diverse sparse o riunite in braccialetti o collane, vasi di terra cotta … cose tutte (salvo i vasi e le statuette) d’importazione cinese o coreana. Tali oggetti sono ora nei musei.

Unisco la fotografia di un kofun (tumulo) aperto e su per giù descritto. Guarda poi con compunzione mista a venerazione la tomba di Ninighi. Immagina un’intera collina che non potevo fotografare perché tutta cintata. C’è solo la lapide, come vedi, molto modesta in cui è detto “ Si dice (meno male che qui hanno avuto un po’ di pudore) che qui sia sepolto Ninighi no mikotò ecc.” Vicino vi sono striscioline di carta, segni di superstizione, e ancor vicino una tabella dove è detto di non salire sulla collina. È bastato questo (e qui domando perdono se scandalizzo i chierici cui basta raccomandare una cosa perché facciano il contrario!, che fatica!, ma è ovvio!) perché mi venisse il desio di andarvi. Ho provato l’emozione in certi momenti della foresta vergine –passi difficili!- sfido è un solco sacro e non visitato! (la gente del paese era meravigliata che domandassimo di andare a vedere la tomba di Ninighi). Ero nel mio elemento: quante piante ho trovato (poche purtroppo perché un fitto canneto di bambù), di Cryptomerie secolari ho raccolto: ce n’è qualcuna bella. Tu vedi, scegli ecc.ecc. Proprio ai piedi della tomba abbiamo fatto il nostro modesto pranzo, e mentre stavo esplorando, il bravo Don Margiaria e Don Cavoli facevano dei duetti evocando la dea Amaterasu (la sposa del sole), e Merlino chiamava i corvi, imitandone la voce, e dal profondo del bosco, rispondeva tuonante il sottoscritto, mentre Don Piacenza badava a dire in buon piemontese: “Buteve d’accordi….. fammē pi nicne” che è il suo tema favorito.

Nel ritorno ci fermiamo ad un pozzo assetati e beviamo e prima di ritornare a Miyazaki, a Hokita sostiamo presso il tempio Shinto ad ammirare un enorme albero da canfora (almeno due metri di diametro) dove anche qui mi vedete: nella sporta, Tonino mio, ci sono i tesori botanici, le farfalle ecc.

Qualcuno ha pensato certo “ Bella vita missionaria!” Certo, miei cari; il Signore non solo da il pane, ma anche il companatico. D’altra parte occorre farsi conoscere: quando passiamo, tutte le facce sono in estasi, domandano, partendo dicevamo ai fanciulli “Sayonara, arrivederci!” .

Si, si arrivederci per istruirvi, per farvi buoni cristiani. Ed essi coi loro occhietti vivi gridavano ridendo “Sayonara”.

Prega per me sempre.

Tuo Don Vincenzo Cimatti