Cimatti|Ricaldone Pietro /1943-5-27

2987 / Ricaldone Pietro / 1943-5-27 /

a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

I doni della Mamma al Rettor Maggiore

Tokyo, 27 maggio 1943

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Vorremmo avere in questo giorno una voce tanto potente da farci tutti sentire in Italia ed intonare nella pienezza del giubilo il “BANZAI” giapponese per esprimere tutta la nostra gioia e tutta l’adesione piena, completa, incondizionata a tutta la nostra grande famiglia, unita in questo giorno del 50° di Messa al cuore del successore di Don Bosco. Unione di cuori, unione di preghiere, auguri e felicitazioni. Tutti i singoli suoi figli del Giappone, tutte e singole le Figlie di Maria A., tutti e singoli i cooperatori e le cooperatrici, tutti sono uniti intimamente al cuore del Padre ed innalzano al Signore l’inno del ringraziamento, l’inno della riconoscenza e d’amore. Spero sarà giunta a tempo la nostra adesione per telegramma diretto ad esprimere anche in quella forma la nostra presenza vicino al suo cuore. Siamo anzi santamente orgogliosi di essere stati dei primi in quel giorno ad elevare al Signore le nostre preghiere per Lei, amato Padre, quando ancora in Italia si dormiva… Non so se saranno state tali da far svegliare voi tutti… Ma in Paradiso presso il trono di Maria A. e presso la famiglia salesiana devono essersene accorti… Deo gratias, Deo gratias.

Specialmente in questo bel mese, che abbiamo detto, mese giubilare, tutte le preghiere e sacrifici furono offerti alla Vergine nostra Ausiliatrice secondo la sua intenzione. Le manifestazioni poi più solenni del mese furono rinviate a quella data e in occasione della Festa di Maria A. e a chiusura del mese di maggio.

Eccitati da questo pensiero il mese mariano fu celebrato anche con più ardore, e in varie nostre case si tennero manifestazioni catechistiche (esami, gare, ecc.) e dovunque la festa della Mamma fu celebrata naturalmente il più solennemente possibile.

A Tokyo le Figlie di Maria A. iniziarono in questo anno la bella funzione della benedizione dei bambini – il cattivo tempo non permise lo svolgersi della funzione come si sarebbe desiderato –…anche in Giappone la festa di Maria A. e di Don Bosco sono quasi normalmente caratterizzate dalla pioggia abbondante… ma vi parteciparono un 180 vezzosi bambini, che portarono alla nostra Ausiliatrice tanti bei fiori, simbolo dei loro cuoricini innocenti… Oh, penso che davvero la Mamma nostra li avrà benedetti dal cielo e concederà a tutti loro la più bella delle grazie, la fede…

Era riservata allo studentato la manifestazione più importante e consolante.

Non le parlo delle funzioni solenni, della devota processione a Maria A. cui parteciparono anche gli allievi della scuola professionale. Scegliemmo il 27 Maggio per la vestizione dei nostri novizi (cinque chierici e due coadiutori). Non potevamo certo scegliere data migliore che rimarrà certo indelebile nella mente e nel cuore di questi suoi cari figliuoli. A sera poi la familiare accademia, secondo il desiderio dei Superiori, si parlò dell’importante problema delle vocazioni.

Che cosa ne pensavano Don Bosco e i suoi successori e quanto fecero essi. Le vocazioni tardive – mezzi per fomentare e custodire la vocazione – il problema delle vocazioni nel pensiero e nella pratica dei primi missionari prima del periodo delle persecuzioni – il lavoro salesiano in Giappone per le vocazioni, furono le trattazioni presentate, intercalate da canti, e dette assai bene dai nostri confratelli giapponesi. Anzi uno di essi fece una bella poesia sulla vocazione, che sarà musicata e spero che, tradotta, potrà fare il giro del mondo salesiano. E tutto questo avveniva quando il nostro amat.mo Rettor Maggiore all’altare di Maria A. celebrava la sua Messa giubilare. Era bello pensare al problema vocazionale così ben realizzato in Lei, che come conclusione della festa, nei nostri cari novizi iniziato e consolidato in noi tutti promettemmo di voler ancor con maggior slancio lavorare per le vocazioni in Giappone, sicuri di fare il più bel regalo al nostro Rettor Maggiore, e di fare così il maggior vantaggio per la nostra cara Congregazione e per la Chiesa.

Ci aiuti anche Lei alla realizzazione di tutto questo colle sue preghiere e colla sua paterna benedizione.

Suo

Don V. Cimatti