3178 / Ricaldone Pietro / 1945-3-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
San Giuseppe lavora…1
Tokyo, Marzo 1945
Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,
Alleluia! In mezzo al frastuono incessante di guerra sembrerà irrisione cantare lietamente l’Alleluia, che vorremmo essere di pace.
Ma il cuore del missionario, che è venuto preparando al gran giorno le sue pecorelle, che vede accresciuto il suo piccolo gregge di qualche nuova unità, che col S. Battesimo è entrato a far parte attiva del corpo mistico oppure che dopo deviazioni ritorna all’ovile, non può non gioire.
Mi scrivono i missionari che hanno potuto fare in calma e le feste di S. Giuseppe e le funzioni della settimana santa: che stanno bene e possono lavorare.
Che desiderare di più? Mi perviene da Beppu una notizia degna di nota. Un nostro ex-allievo seminarista, novizio nella Compagnia di Gesù, era ricoverato come ammalato nel Sanatorio cattolico, di cui noi curiamo il servizio spirituale. Aveva istituito fra gli ammalati una piccola associazione di volenterosi che offrivano le loro preghiere e sofferenze per la conversione degli ammalati non cristiani dell’ospedale. Il giovane è morto santamente assistito dai nostri e invocando D. Bosco, che l’aveva guidato nella sua vocazione, ma l’istituzione resta, e continua a dare frutti consolanti di bene per tante povere anime.
Come Lei sa a Beppu funziona pure il segretariato per gli ammalati, esteso a tutto il Giappone e iniziato dal nostro compianto D. Arri, e si cerca di mantenersi in relazione cogli iscritti (almeno con quelli residenti a Beppu): anche in quest’Opera si constatano consolanti frutti di bene spirituale, ed un ottimo mezzo di propaganda cattolica.
Come Le accennai in precedente lettera le Figlie di Maria A. hanno rifugiato i loro angioletti in luogo tranquillo ai piedi del Monte Fuji, in riva al lago Yamanaka. I Salesiani pure vi si sono stabiliti per il servizio religioso di quella famiglia. Ecco un nuovo punto in diocesi di Yokohama, da cui i Salesiani possono irradiare nuovo lavoro per far conoscere la religione, per far conoscere D. Bosco.
È un nuovo punto in cui per la prima volta entra stabilmente Gesù e che vogliamo operi efficacemente per le povere popolazioni, le quali abitano alle falde del gran Monte, considerato da loro come divinità… E già i fanciulli si avvicinano al missionario… Oh, Signore! Siano tutti vostri…
Ma i contrasti politici fan troncare bruscamente il bel lavoro iniziato: “Non andate, sono stranieri! Sono spie…!”.
L’effetto è come di una brinata su un campo verdeggiante… foglie avvizzite, bruciate. Passa la bufera, e il volto sorridente dei fanciulli ricompare a rallegrare la solitudine del povero missionario.
Ed il Signore prova duramente le buone Figlie di Maria A.
In un’incursione notturna ebbero distrutto da bombe incendiarie la loro fiorente opera di Tokyo.2
Grazie a Dio, nessun danno alle persone, che forzatamente avevano riparato fuori Tokyo.
Danno gravissimo, sopportato dalle buone suore religiosamente, rimettendosi in tutto alla volontà del Signore.
Abbiamo inviato auguri di buona Pasqua ai nostri amati superiori e ai nostri cari. Pasqua di risurrezione! Ho augurato ai miei cari confratelli e missionari e ai loro dipendenti una vera risurrezione da quanto può dispiacere al Signore – una vera risurrezione coll’adempimento del dovere fino al sacrificio – come salesiani, una vera risurrezione colla perfezione della vita religiosa.
Benedica, buon Padre, queste buone disposizioni di volontà, che vogliono essere il dono di Pasqua a Lei dei suoi figli del Giappone e più del suo
obbligatissimo
D. V. Cimatti, sales.
1 R.M. 2041:– inedita.
2 Il 10 marzo ci fu il grande bombardamento di Tokyo a base di bombe incendiarie. Più di 100 mila persone vi persero la vita. In seguito Don Cimatti compose la romanza “Il 10 marzo morì la mamma”, n. 390 del catalogo musicale.