3104 / Ricaldone Pietro / 1944-5-24 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Relazione al Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco – Torino
Tokyo, 24 maggio 1944
Le ultime notizie di cui si sia sicuri l’esser pervenute, risalgono al 1940.
Prefettura Apost. di Miyazaki. In missione le residenze di MIYAZAKI (parrocchia), TAKANABE e TANO sono amministrate dal clero indigeno con tre sacerdoti giapponesi.
In provincia di Miyazaki sono ancora tenute da noi: le case di Miyakonojo; a Miyazaki la Colonia agricola, resasi autonoma dall’Ospizio di Miyazaki, la Libreria Cattolica e la casa di vocazioni (conosciuta sotto il nome di Seminario di Miyazaki). In queste case ed opere il lavoro procede come in avanti.
I salesiani curano pure la parte spirituale dell’Ospizio di Miyazaki, da loro fondato e passato alla Congregazione di suore indigene “CHARITAS” (pur fondata da loro), e si prestano volentieri ad ogni lavoro di apostolato di cui siano richiesti dai parroci indigeni o da altri.
In provincia di OITA continuano come prima le case di Oita, Beppu (sotto-residenza di Morie) e Nakatsu, e le rispettive opere.
A Beppu inoltre i salesiani lavorano in due cappellanie per le Figlie di M. A. (con aspirantato, noviziato e cura dei bimbi) e per il Sanatorio cattolico tenuto da una Pia Associazione di donne cattoliche, sostenuta fin dagli inizi dai salesiani. Le nostre associazioni di azione e di devozione (Assoc. dei devoti di Maria A. - Cooperatori - Opera S. Cuore - Ex-allievi) e il Segretariato generale per gli Ammalati in Giappone (a Beppu) continuano come prima – si cerca di organizzarle sempre meglio.
Date le condizioni create dal momento ed i nuovi principi direttivi che diedero luogo al passaggio dell’Amministrazione religiosa al clero indigeno ed all’esclusione progressiva di elementi stranieri nelle pubbliche amministrazioni, per cui non è in pratica più possibile allo straniero fondare, sviluppare, amministrare opere di ogni genere – venuto a cessare gran parte del lavoro missionario propriamente detto – ed inoltre per far fronte alla situazione economica, i nostri salesiani occupano il tempo libero dai doveri di ministero e di regola, o nel lavoro dei campi, o nella preparazione di pubblicazioni per la stampa di vario genere, alcune delle quali sono state già rese di pubblica ragione.
Oltre numerose traduzioni utili ai nostri confratelli giapponesi (regole, regolamenti, principali circolari dei Superiori, sogni fondamentali di D. Bosco, meditazioni del Carmagnola, ecc.) sono da segnalarsi gli importanti studi e le pubblicazioni del nostro D. Marega ad Oita sulla Storia della Chiesa in Giappone. È pure di questo tempo la vita grande di D. Bosco (trad. Auffray) e le pubblicazioni del nostro D. Barbaro a Tokyo (Commento ai Vangeli e Atti degli Apostoli fra le più importanti) e dei nostri D. Tassinari e D. Romani sulle antiche cristianità e missionari italiani in Giappone. È pure in corso di compilazione un gran Vocabolario latino-giapponese di cui è sentitissimo il bisogno.
Ed in questi lavori tutti collaborano – vi è chi coordina, e così dalle forze riunite di tutti si ottengono ottimi e spicci risultati.
Così pure nel campo teologico, scritturale, linguistico e musicale si cerca di non rimanere inattivi, preparando pel futuro quanto può essere utile per i nostri confratelli e per lo sviluppo della Chiesa cattolica in Giappone.
Contemporaneamente altri confratelli frequentano le scuole superiori (D. Tassan, l’Univers. Imperiale e due confratelli giapponesi, l’Univers. Waseda) e tutti gli altri confratelli giapponesi sono in posizione scolastica regolare per accedere a scuole superiori od universitarie.
Le Opere salesiane a Tokyo:
Parrocchia ed opere sociali di Mikawajima;
Scuola professionale D. Bosco (pareggiata alle governative);
Il Noviziato e Studentato filosofico-teologico si sono arricchiti dell’aspirantato (posto nella sede dello studentato) ed, a titolo di esperimento, di
una casa colonica, da noi gestita temporaneamente.
Gli elementi dell’Aspirantato sono dati dalla sospensione dell’Opera della casa di vocazioni di Miyazaki necessitata dalle condizioni del momento, dalla scarsezza per non dire impossibilità di ricerca e cura di vocazioni nuove, ed anche (ed è il lato più doloroso della questione, che ci richiama quanto è successo a Don Bosco nelle relazioni con Monsignor Gastaldi) per gli ostacoli infrapposti dall’Amministratore apostolico.
Le Figlie di Maria A. oltre l’Opera di Beppu e di Tokyo, all’occasione dell’evacuazione da Tokyo, per mettere i loro piccini in luogo più tranquillo, si sono stabilite in due altre località in provincia di Shizuoka, in cui hanno pure acquistato una scuola femminile.
Anche a Tokyo si verifica, oltre il lavoro delle opere, il medesimo ritmo di lavoro che in missione, creato dalle condizioni del momento, cui tutti volenterosamente si prestano per il bene comune e per il buon esempio.
Il Signore ha sempre continuato a benedire la nostra povertà e non ci siamo mai trovati in così piena efficienza amministrativa come al presente. Grazie a Dio, il necessario non è mai venuto a mancare, e giorno per giorno la Provvidenza ci ha dato modo di far fronte alla situazione. Nessun debito.
La scuola professionale conta oltre 200 allievi ed è fiorente nelle due sezioni tipografia e falegnami (meno la sartoria, che anzi, per disposizione di legge, dovrà cessare come insegnamento professionale).
Il ritmo medio annuale degli anni precedenti, in relazione agli effetti del lavoro di apostolato è pressoché conservato, nonostante le difficoltà del momento.
La salute generale discreta per alcuni, buona per la maggioranza, precaria per alcuni (Coad. Camnasio, Ch. Hayakawa). Il Signore ha chiamato a sé in questo periodo di tempo il confr. coad. Tateishi (militare), l’aspir. Tomura Paolo, il Ch. Kai Tarcisio (militare) ed il nostro amatissimo Don Carlo Arri, che si può ben definire l’Apostolo degli ammalati e della propaganda stampa in Giappone.
D. Margiaria internato. Al 1 Giugno 1944 come membri della famiglia salesiana contiamo 32 sacerdoti (di cui uno giapponese), 13 studenti di teologia (di cui due giapponesi), 5 stud. di filosofia giapponesi, 10 tirocinanti (di cui 5 giapp.), 12 coad. di cui 3 giapponesi, 4 chierici militari, 15 aspiranti.
Appartenenti inizialmente all’Ispettoria giapponese e per vari motivi sono o furono dislocati altrove: Ch. Curran e Drohan in Australia; D. Dupont in Indocina; D. Dumeez al Congo; D. De Kruyft in Inghilterra; D. Baratto, D. Felici e ch. Paulin a Shanghai; Ch. Nishimura teol. a Manila (Filippine); D. Liviabella e coad. Maccario a Dairen (Manchuria) per la cura dei cattolici giapponesi (nuova opera).
Hanno cessato di far parte della Congregazione il Ch. Itakura, passato alla diocesi di Osaka e coad. Colussi Valentino (internato).
Le nostre relazioni colle autorità civili e religiose improntate sempre allo spirito e tradizioni nostre (la spina di Miyazaki è certo nei disegni della Provvidenza, et fiat voluntas Dei…).
L’Ispettore ha regolare contatto coi confratelli di Tokyo, meno di persona coi confratelli della Missione, date le limitazioni dei viaggi, ma vi supplisce colla regolare e frequente corrispondenza epistolare.
Per la parte generale amministrativa il Governo ha approvato le nostre Associazioni di proprietà (ed anche quella delle Figlie di M. A.), gestite dai nostri confratelli giapponesi.
Mi sembra di poter affermare che l’osservanza religiosa è regolare in omnibus – ne fanno fede le visite, che quasi regolarmente ho potuto fare alle case (eccetto Oita) e le relazioni epistolari dei singoli, e le riunioni quasi regolari per gli esercizi annuali. Si scorge buona volontà in tutti e desiderio di tutti di lavorare per la gloria di Dio e la salute delle anime: l’unico dolore è di non poter fare come prima in pieno tutto il lavoro, e l’impossibilità futura di continuare a fare direttamente come prima, quanto è nell’animo di tutti, data la condizione nostra di stranieri.
È questo il pensiero e la preoccupazione più assillante per l’avvenire della Chiesa e della Congregazione in Giappone, dato lo scarso numero ancora del personale giapponese a nostra disposizione.
Questo stato di cose ci spinge a lavorare ancor più con maggior attività per il gran problema delle vocazioni in tutte le forme che ci siano possibili, essendo questione di vita o di morte per l’avvenire.
Procede pure il lavoro calmo per l’organizzazione dei cooperatori ed ex-allievi, che servirà pure a perfezionare il lavoro delle vocazioni e lo sviluppo delle opere nostre. Si dovette, per disposizione di legge, sospendere la pubblicazione del nostro più che modesto Bollettino e le Letture Cattoliche.
Privi da lungo tempo delle notizie dei nostri Superiori e dei nostri cari si prega per tutti.
Di tutto: Deo gratias et Mariae. Pregate assai per noi sempre. Fate di tutto partecipi superiori, fratelli, cooperatori e parenti.
Come accennai sopra il nuovo orientamento nazionale esigerà l’affievolirsi fino alla scomparsa forse totale, e/o almeno solo assai indiretta, dell’azione di apostolato straniero o intromettenza straniera in Giappone.
L’unica soluzione è dunque di aumentare e consolidare le vocazioni indigene e le associazioni dei cooperatori ed ex-allievi: quanto si è cercato di fare in passato, si cerca di intensificarlo, nonostante le attuali difficoltà.
Grazie a Dio, ai Superiori ecclesiastici di Roma, ai nostri cari Superiori salesiani e cooperatori nostri, a tutt’oggi il modesto lavoro per le vocazioni indigene ha dato questi risultati: si possono valutare a 170 coloro che beneficiarono del lavoro vocazionale dei salesiani, specie nella casa di Miyazaki.
Pur deplorando la perdita di alcune vocazioni per il mancato ritorno nel Seminario maggiore di alcuni dopo la prova del servizio militare (N. 4) e la perdita di alcune altre nel periodo degli studi filosofici o medi nel Seminario di Fukuoka (N. 6) o di vocazioni mancate per morte, per malattia o in guerra (N. 16); contiamo tre sacerdoti del clero secolare indigeno, cinque allievi (di cui tre per la diocesi di Miyazaki) nel Seminario maggiore di Tokyo, due nel Seminario di Fukuoka (pure per la diocesi di Miyazaki), cinque seminaristi assimilati militari e tre soldati (tutti per la diocesi di Miyazaki). Totale N° 18. Sono passati in istituti religiosi N. 4, e ad altre diocesi N. 7. Totale N. 11.
Sono risultati per la Congregazione salesiana: un sacerdote, due nel corso teologico, sei soldati, quattro nel tirocinio pratico, cinque studenti di filosofia e tre coadiutori. Totale N. 16.
Aspiranti N. 15.
Non parlo dei sacerdoti stranieri salesiani formati in Giappone (N. 22) e di altri che stanno preparandosi (N. 16), né delle numerose vocazioni indirizzate all’Istituto delle Figlie di Maria A. o ad altri istituti, né della fondazione fatta dai salesiani della fiorente congregazione indigena di Suore a Miyazaki (Charitas shujokai).
Dopo Dio dobbiamo ringraziare dal più profondo del cuore l’Opera di S. Pietro per il Clero indigeno, e quanti all’interno e all’estero con vero spirito cattolico concorsero alla formazione di queste vocazioni.
Ci auguriamo che le soste sospensive create dalle presenti situazioni, debbano essere di breve durata, per essere riprese con maggior efficacia a vantaggio delle anime e della Chiesa cattolica in Giappone.
D. Vincenzo Cimatti, sales.
Ispettore sales. in Giappone