2318 / Grigoletto Giuseppe / 1939-7-25 /
25 luglio 1939
Carissimo Don Giuseppe,
Grazie del compleanno; il15 luglio ho compiuto i 60.
Sessant’anni di cui dovrò rendere conto… e quale conto! al Signore!
Giuseppe, aiutami a ringraziare e a riparare.
Al Grande Uff. Attilio Rossi scrissi in occasione dell’Onomastico. Come pure alla segretaria e ad altro di cui parlavi. Forse non saranno giunte.
Prossimamente invierò relazione annuale, appena pronta.
Invia pure libri scolastici di latino in numero sufficiente di copie (ad es. una dozzina).
Bravo! Fa’ in modo che i libri arrivino: possibilmente (se questa arriva a tempo) ci sia doppio elenco dei libri, uno in cassa, uno alla mano; così le operazioni doganali sono più spicce.
Il bravo Don Cortelazzo spera vederti a Verona. Corre una voce fino in Giappone che un tal Grigolo, vulgo zuca baruca, vada alla SEI. Fiat anche in questo voluntas Dei.
Grazie di quanto fai. Oh, che bel premio in Paradiso.
A Doriguzzi che mi scrisse risposi a casa. Bene per il tuo mirabile uccellino… Ah, ti potessi inviare un mejiro (= uccellino dagli occhi bianchi) giapponese. Un uccellino verdognolo, attivissimo, che emette piccoli sibili, e che ha due bei circoletti bianchissimi intorno agli occhi, da cui il nome (me = occhio, jiro = bianco)… mah!
Raggio di sole? Perché rimaneggiarlo? È finora l’opera il cui accompagnamento (salvo due o tre pagine) è come lo voglio ed eseguo io: l’unico! Oh! sì, caro Don Giuseppe: convertiamoci ad Dominum Deum nostrum!
Quanto c’è dentro è per il ch. Gallo. Saluta omnes. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti