2376 / Ricaldone Pietro / 1940-3-31 /
Settantacinquesimo memorabile!1
Miyazaki, 31 Marzo 1940
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
La data non interessa direttamente la nostra cara Missione, che non ha al suo attivo neppure quindici anni compiuti, ma è una data storica per la Chiesa in genere e per la Chiesa Cattolica in Giappone in specie, che fu celebrata solennemente a Nagasaki il 31 Marzo, il settantacinquesimo della scoperta dei cristiani dopo le persecuzioni.
È una pagina fra le più belle e interessanti nella storia della Chiesa, che merita di essere ricordata ai nostri cari Cooperatori e Cooperatrici – le meravigliose vie che tiene la Provvidenza nel conservare e propagare la fede tra i popoli vi sono mirabilmente delineate – è questa scoperta che contribuì validamente a far cessare la persecuzione e fu movente primo della concessione della libertà religiosa al nuovo Giappone.
Date e ricordi salienti. S. Francesco Saverio resta due anni e cinque mesi in Giappone. Dall’estremità sud del Giappone si spinge fino a Kyoto, allora capitale, e viene a finire la sua corsa apostolica a Oita. Alla sua partenza (tra il 15-20 Nov. del 1551) i risultati sono assai modesti – piccole oasi in un gran deserto di anime, sono quattro o cinque cristianità: ma il seme è gettato. I bravi padri della Compagnia di Gesù seguono i solchi tracciati, ed è una vera corsa al Vangelo dal 1549 al 1640. Segue il periodo di un violento, sistematico, organizzato incessante arresto, come una morsa che viene lentamente, ineluttabilmente chiudendosi dal 1614 al 1873, e che schiaccia fra le sue maglie. Il Giappone resta isolato da tutto il mondo – proibito assolutamente l’ingresso ai missionari stranieri – impossibile ai giapponesi di recarsi all’estero – si poteva pensare all’annientamento della Chiesa cattolica in Giappone.
Ma il fuoco sacro della fede dei primi umili cristiani sfuggiti alle persecuzioni è solo nascosto, non distrutto – un’organizzazione forte e semplice ne è la difesa, ed in pratica è l’organizzazione catechistica che tradizionalmente si trasmette. Le speranze della Chiesa per il Giappone non sono perdute: si tratta di risuscitare.
La Società delle Missioni Estere di Parigi, così gloriosa nei fasti della storia delle missioni in Oriente, prende la direzione di questo movimento e si assume l’impegno della rievangelizzazione del Giappone.
Altra data memorabile 28 Aprile 1844: il primo missionario (P. Forcade) approda in Giappone. Da quel giorno quanti eroici sacrifici, dolori, ansie, tentativi…
Ma un fatto aveva vivamente impressionato i missionari cattolici. Un giorno l’archimandrita ortodosso russo, cappellano della nave ammiraglia, era disceso a diporto, rivestito delle sue insegne colla croce pettorale. Un paesano gli si accosta e gli mostra una piccola croce che teneva nascosta, dicendogli che era uno di quelli che erano rimasti fedeli, essi ricordavano i nomi di Gesù e Maria e conservavano la croce come simbolo della loro fede. Ma poi non si seppe più nulla dell’individuo né si verificarono altri incontri.
Finalmente nel 1858 il Giappone apre ufficialmente i suoi porti alle potenze straniere e permette costruzione di chiese da servire solo per gli stranieri, e nel 1864 è costruita a Nagasaki l’attuale cattedrale, inaugurata il 19 febbraio 1865 e dedicata ai martiri giapponesi. Ne è parroco il P. Petitjean. Sua preoccupazione è trovare qualche discendente di antichi cristiani e mediante questi mettersi in relazione cogli altri.
Il venerdì 17 marzo 1865 un gruppo di una quindicina di persone giapponesi va a visitare la nuova chiesa, e mentre il buon missionario pregava il Signore affinché gli volesse mettere parole appropriate per la conversione di quelle anime, una donna sulla sessantina si avvicina e a bassa voce quasi temesse di essere ascoltata sussurra: “Quanti siamo qui presenti abbiamo il tuo medesimo cuore”. “Ma voi di dove venite?”. “Da Urakami (ora è una parte della città di Nagasaki): e là quasi tutti hanno il cuore nostro”. E subito la donna domanda: “L’immagine della Madonna S. Maria dove è?”. A queste parole il missionario non ha alcun dubbio: egli è certo presente ai discendenti degli antichi cristiani. E di fronte alla statuetta della Vergine tutti s’inginocchiano, mentre le brave donne si effondono in atti di ammirazione: “Oh, sì, è davvero Santa Maria… Guardate sulle braccia il suo Figlio divino Gesù!”, e parlano al missionario di quanto sanno di religione.
La scoperta è fatta: la chiesa e la croce su di essa inalberata fu il primo richiamo – la Vergine guida a Gesù i suoi figli, che sono a migliaia nascosti nei villaggi, nelle isole, fedeli alle tradizioni dei loro antenati. Il missionario incomincia le sue relazioni. Sparsasi la voce, a piccoli gruppi, per non destare sospetti, vengono i cristiani da varie parti. E quello che più interessa e che certifica la trasmissione esatta delle note caratteristiche della Chiesa è l’insistenza con cui i cristiani domandano al missionario: “Tu e Roma avete il medesimo cuore? Chi ti invia è il gran Capo di Roma?”. “Non hai dei figli?”, domanda timidamente. “Voi e i vostri fratelli non cristiani sono i figliuoli che il buon Dio mi ha dato. Come i vostri primi missionari, noi dobbiamo conservare per tutta la vita il celibato”.
Esplosioni di gioia tra profonde inclinazioni: “Ah, Santa Maria, sono Vergini, sono Vergini! Grazie, grazie!”. Culto della Vergine, primato della S. Sede, il celibato ecclesiastico, ecco i segni a cui i discendenti dei cristiani riconobbero i nuovi missionari per i veri successori degli antichi.
Dal 1865 in forme diverse si ripigliano le vessazioni contro i cristiani, fino al regime di tolleranza (1873) – alla libertà di culto (1889).
La data del 75° della scoperta fu celebrata cristianamente con un solenne triduo, uso missione, e culminò col solenne pontificale nella Chiesa massima di Nagasaki e con la rievocazione commossa di quanto ho sopra sunteggiato dal bel discorso tenuto. Fra i presenti vi erano non pochi che da ragazzetti avevano partecipato al doloroso stato di cose degli ultimi anni e si può pensare con quale commozione partecipavano alla maestosa rievocazione.
Alla sera per le colline di Urakami si veniva snodando la magnifica processione eucaristica con la partecipazione di oltre 10.000 cristiani, dei Vescovi e Prefetti Apostolici o loro rappresentanti del Giappone. Gesù trionfa fra quelle terre che furono benedette dagli eroismi dei martiri. Un monumento-ricordo sarà eretto sulla collina del martirio ed un busto commemorativo del P. Petitjean vicino alla Chiesa dove avvenne la felice scoperta.
Il Signore, che così mirabilmente guida gli avvenimenti, aiuti anche gli attuali missionari a scoprire le vie per far penetrare in abbondanza Gesù e i suoi insegnamenti fra questo gran popolo.
Ci benedica tutti e mi creda:
Obbligatissimo
Don V. Cimatti
1 R. M. 993, manosc. inedito.