2023 / Doi Pietro / 1938-3-12 /
a S.E. Mons. Pietro Doi, Arcivescovo di Tokyo
Miyazaki, 12 marzo 1938
Eccellenza Reverendissima,
Conoscendo la bontà di cuore dell’Ecc. Vostra ed il vivo desiderio che quanti collaborano nell’Arcidiocesi ai lavori dell’Apostolato si stringano con un’unica volontà al loro Pastore, desidero esprimere ancora una volta i sensi di filiale sommissione che i Figli di Don Bosco intendono di avere verso il loro Arcivescovo, cui offrono tutte le loro forze, risorse e buona volontà di lavoro.
Recentemente venne riconosciuta canonicamente la Provincia (noi diciamo Ispettoria) Salesiana Giapponese, e devo darmi attorno per regolarizzare in base ai Canoni ed al disposto delle nostre Costituzioni le varie case Salesiane, tra cui quelle di Tokyo. È per questo che a nome dei miei Superiori mi onoro di presentare all’E. V. il presente memoriale allo scopo di addivenire alla regolarizzazione definitiva delle convenzioni relative alla fondazione di MIKAWAJIMA, affidata ai Salesiani di Don Bosco.
La creazione della nuova Arcidiocesi di Tokyo; il riconoscimento canonico dell’Ispettoria; la necessità di uniformare al disposto delle nostre Costituzioni (necessità riconosciuta anche dai nostri Superiori Maggiori nella visita straordinaria dell’Agosto scorso) questa fondazione, sono i precipui motivi che mi spingono alla presentazione del Memoriale. Lo affido alla benevolenza dell’E. V. ed attendo fiduciosamente consiglio, aiuto e adeguata soluzione.
Antefatti:
I Salesiani di Don Bosco fin dal 1931, dietro invito di S. E. Rev.ma Mons. Chambon iniziarono le laboriose pratiche per stabilirsi a Tokyo a collaborare nel lavoro dell’apostolato, col trasporto della Scuola Professionale-Tipografica Don Bosco iniziata a Oita e col dar principio ad altre opere di beneficenza conforme allo spirito della loro Istituzione a favore della gioventù povera e abbandonata.
Si stabilirono così a MIKAWAJIMA. Le condizioni furono che il terreno restava terreno della Missione di Tokyo, messo a disposizione dei Salesiani per l’erezione di una parrocchia, di cui sarebbe parroco un sacerdote salesiano.
Le costruzioni (non ammobiliate) erano valutate a Yen 10.000 (esclusa la cinta) e dovevano essere pagate nel corso del 1933: potevano essere adoperate per casa parrocchiale, per la scuola tipografica e per le opere di beneficenza, che liberamente si permetteva di incominciare.
Fu pure fatta espressa promessa di dar lavoro alla Tipografia colla stampa della Riviste della Missione (KOE, CATHOLICUS ecc.) e il Giornale… per la stampa del quale (Giornale cattolico) S. E. aveva acquistato una rotativa, che si era disposti a cedere al momento opportuno.
In fine il parroco avrebbe ricevuto il mensile dalla Missione. Fu in queste condizioni che tre salesiani si stabilirono a Mikawajima nel gennaio del 1933.
Iniziato il lavoro si vede ben presto, che se si voleva dare conveniente sviluppo alla Parrocchia e relative opere – ed alla scuola professionale, il terreno di Mikawajima era troppo ristretto, e che le due attività (Parrocchia e scuola) si sarebbero intralciate a vicenda.
Allora, d’accordo e con l’aiuto di S. E. si fissò altro terreno (in zona Itabashi-ku) per le opere salesiane, restando così Mikawajima come una parrocchia confidata dall’Autorità Ecclesiastica alla Congregazione salesiana. Contemporaneamente la Congregazione Salesiana esprimeva a S. E. il desiderio di continuare a lavorare a Mikawajima.
Date le critiche condizioni di povertà in cui si trovava, domandava il differimento del pagamento degli edifici, che d’altra parte non corrispondevano allo scopo iniziale della fondazione. Tali edifici poi per altri rispetti non potevano essere della Congregazione, secondo il disposto delle Costituzioni, che vietano avere edifici della Congregazione su terreni di proprietà altrui. Si facevano infine osservare i gravi sacrifici finanziari e di personale cui si era sobbarcata la Congregazione per il lavoro intrapreso e che già dava così consolanti risultati.
S. E. Mons. Chambon, annuendo alla pratica, rescindeva il contratto precedente. Terreno e costruzioni restavano dello Shadan della Diocesi. I Salesiani erano autorizzati a fondare la Scuola professionale e le Opere a Suginamiku-Itabashiku. Ritenevano la Parrocchia di Mikawajima, ed il Salesiano Parroco era considerato come un missionario della Diocesi agli effetti amministrativi e giuridici.
Stato attuale.
E da quel tempo i Salesiani hanno cercato in tutte le maniere loro possibili di dare impulso al lavoro parrocchiale; d’intesa coll’Autorità Ecclesiastica l’hanno arricchito di numerose opere sociali, destinate a venire in aiuto materiale e spirituale delle anime loro affidate. Sorsero così oltre 1’ORATORIO quotidiano, l’ASILO d’infanzia, il DISPENSARIO Piacenza, il DOPO-SCUOLA, l’associazione BOYS SCOUT, l’Associazione PADRI e MADRI, Seinen-kai, Shimai-kai.
Tutto il personale (salvo il parroco) è a carico completo della Congregazione, che vi lavora dal 1933, e che in tempi successivi per riattamento e costruzione nuovi edifici ha già speso oltre Yen 21.000, senza contare le spese di mobilio e materiale, personale, per non parlare del lavoro dei confratelli, difficilmente valutabile a prezzo. La diocesi concorse nelle spese trasporto chiesa, tubatura ecc. per Yen 5.180.
La Congregazione salesiana desidera, per le ragioni sopra indicate, sistemare definitivamente e giuridicamente la sua posizione a Mikawajima. A tutt’oggi, dopo così grave dispendio di persone e di mezzi, e dopo vari anni di assiduo lavoro si trova in posizione talmente precaria per l’avvenire, che si rende necessaria una pronta soluzione improntata di carità e di giustizia.
Ed è questa che invoco dalla grande benevolenza ed illuminato parere dell’E. V. e del Consiglio dell’Arcidiocesi.
Non sapendo prevedere quale possa essere il pensiero di V. E. in materia, e desiderando di indicare qualche cosa di concreto come base della decisione, sentito anche il parere di S. E. Rev.ma il Delegato Apostolico, a nome dei Superiori Maggiori della Congregazione Salesiana, considerando la somma dei lavori materiali e spirituali compiuti a tutt’oggi dai Salesiani a Mikawajima, oso domandare che la parrocchia sia affidata ex jure ed in perpetuo alla Congregazione Salesiana.
I Salesiani si obbligano per parte loro di compiere tutti gli obblighi parrocchiali e opere annesse secondo le direttive di S. E. l’Arcivescovo, in conformità allo spirito della loro regola.
Il sottoscritto non potendo essere sempre presente a Tokyo, qualora fossero necessari schiarimenti, proposte e controproposte delego come rappresentante il Rev. Don Tanguy, Direttore del nostro studentato a Tokyo.
Presento la pratica nel bel mese consacrato a S. Giuseppe ed in prossimità della sua festa, pregando la benedica e conduca a compimento conforme alla volontà del Signore e per il bene dell’Arcidiocesi e della Società Salesiana, a gloria di Dio e per la salvezza delle anime. Il gran cuore di V. E. voglia con tutta libertà suggerire quanto può sembrare utile alla soluzione, e venire in aiuto ai poveri figli di Don Bosco. Raccomandando i miei e specialmente me stesso alle ferventi orazioni dell’E. V. domando l’Apostolica benedizione e mi professo dell’E. V. Rev.ma
Umilis.mo servo
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Ispettore Sales. in Giappone
A S. E. Mons. Doi
Arcivescovo di Tokyo
Appendice1
Opera di Mikawajima
L’Opera fu iniziata nel 1933 e comprende la parrocchia, l’asilo d’infanzia, l’oratorio quotidiano e opere assistenziali relative, il dispensario e varie opere generali di azione cattolica. Salesianamente l’oratorio festivo è l’opera principale.
L’opera inizialmente approvata dai superiori nella speranza potesse servire come base per la scuola professionale, data la ristrettezza del luogo, il lavoro che si doveva fare intuitu missionis, lo sviluppo impensato che ebbe l’oratorio (che noi consideravamo come parte integrale del nostro primo lavoro a Tokyo) dato pure che per i ritardi avuti nelle autorizzazioni dei Superiori sua Eccellenza l’Arcivescovo non poté affidarci quanto sperava poterci dare per la parte tipografica – e anche qui come sempre per la questione finanziaria, di fronte al dilemma di uccidere o non far prosperare le opere iniziate o fondare la scuola, non potendosi realizzare le due cose contemporaneamente si proseguì con forza nell’opera missionaria e salesiana oratoriana. I prezzi esorbitanti che si chiedevano per l’acquisto di terreni nei pressi di Mikawajima obbligarono a cercare altrove e con l’aiuto di Sua Eccellenza l’Arcivescovo si riuscì a comprare l’attuale terreno a Suginami-ku.
Questione della proprietà
Dietro assicurazione di S. E. il Delegato Apostolico non si fecero pratiche per la regolarizzazione della proprietà. Il terreno e i primi edifici sono di proprietà della Diocesi, non avendo potuto i Salesiani riscattarli fin dall’inizio.
L’Arcivescovo paga le tasse e tratta il Missionario come uno dei suoi. La Congregazione pensa a tutto il personale e mantenimento delle opere. Mediante i benefattori e piccole risorse locali e per l’attività dei Direttori al momento attuale non ci sono debiti e le opere attuali con questi mezzi si ha speranza [che] possano continuare a mantenersi.
Il cambio dell’Arcivescovo porterà a delle innovazioni? Potranno rimanere i Salesiani per molto tempo in questa condizione precaria?
S. Ecc. il Delegato sconsigliò iniziare pratiche per la regolarizzazione perché assicura che di diritto tali opere debbano passare al completo all’Opera salesiana (e suggerirà le modalità) ma sta il fatto che le cose sono come furono precedentemente espresse.
Questioni sulla salesianità delle opere assistenziali di mikawajima
Come all’inizio di molti oratori così pure l’opera di Mikawajima fu ed è mista, tanto più essendo in terra di missione e di opere parrocchiali. Ma è sentita la necessità che al più presto possibile tali opere vengano nettamente divise ed è con questo intento che si fecero pressioni di ogni genere alle Figlie di Maria A. perché acquistando terreno nei pressi della Parrocchia potessero assumersi col tempo la direzione di tutte le opere femminili.
Disgraziatamente non si riesce a far decidere le Figlie di Maria A. ad iniziare tale lavoro pur già avendo comprato il terreno nelle vicinanze.
L’attuale missionario per sostenere tutte queste opere deve fare certo un TOUR DE FORCE a cui non si possono obbligare tutti i confratelli.
La necessità di sollecitare gli aiuti esterni per queste opere obbliga il confratello a frequenti uscite che non aiutano certo la direzione interna e l’assistenza dei confratelli – mettono il missionario in pericolo. Necessità quindi di rinforzo di personale.
1 L’appendice si trova unita alla petizione all’Arcivescovo Mons. Doi. Dovette essere un pro-memoria per i Superiori Maggiori venuti in Visita straordinaria nell’estate del 1937.