Cimatti|Ricaldone Pietro / 1939-3-21

2233 / Ricaldone Pietro / 1939-3-21 /




Ispettoria S. Francesco Saverio, Giappone

Miyazaki, 21 marzo 1939


Rev.mi Superiori,

Pregato insistentemente dal Prefetto Apostolico di Miyazaki, sentito il parere affermativo del Consiglio Ispettoriale, mi onoro di sottoporre all’illuminato parere dei Rev.mi Superiori per l’approvazione della seguente proposta, che ritengo conforme allo spirito della nostra Congregazione e fonte di gran bene per le anime, e specialmente per questa terra di missione, anche di grande incremento all’apostolato evangelico.

ANTEFATTI. Com’è noto ai Rev.mi Superiori, ed i Sigg. Visitatori ebbero occasione di constatare negli effetti, i missionari salesiani di questa Pref. Apos. di Miyazaki, fin dagli inizi del loro apostolato, fedeli alle direttive della S. Chiesa, alla tradizione missionaria in Giappone, ed anche ispirandosi allo spirito di carità proprio della nostra Congregazione (gioventù povera ed abbandonata) e ai ricordi di Don Bosco ai missionari “di prendersi cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri”, cercarono di dare impulso a varie opere di carità, che a tutt’oggi sono realizzate:


              1. Nell’Ospizio di Miyazaki (110 ricoverati, di cui 50 orfanelli). L’Opera è sotto l’alta approvazione del Governo e ha l’ufficiale riconoscimento.

              2. Nel YOSEIN (istituto educativo) di Nakatsu (30 allievi).

              3. e per opera delle Figlie di Maria A. nella fondazione di Beppu “Giardino di gigli” (settanta allievi di cui metà fanciulli).


Non parlo di altre opere di beneficenza, che per ora non entrano in questione, né della scuola Professionale di Tokyo, per la ragione che questa esula dalla richiesta del Pref. Apost. di Miyazaki.

Nell’isola del Kyushu inoltre esistono presso altre diocesi o Prefetture istituzioni del genere, affidate a Congregazioni religiose femminili, che vengono a trovarsi in grande ansietà per il collocamento dell’elemento maschile loro affidato (o che potrebbero accogliere in abbondanza), quando tale elemento raggiunge l’età della scuola elementare.

L’elemento di queste istituzioni è formato:


                1. Dall’infanzia abbandonata;

                2. Da bambini o fanciulli affidatici da famiglie di prole numerosa e nell’impossibilità di mantenerli tutti;

                3. Da famiglie cristiane o anche pagane che desiderano dare un’educazione cristiana o intonata a spirito cristiano ai loro figliuoli;

                4. Da bambini o fanciulli affidatici dalle autorità civili e religiose.


In generale sono a noi affidati o incondizionatamente per sempre (naturalmente nel caso si adempiono tutte le formalità di legge) o fino all’età del matrimonio, o ad tempus, ossia finché siano in grado di poter lavorare decorosamente per formarsi una posizione sociale. Nel maggior numero dei casi si tratta di elementi cristiani, perché in massima pur lasciando libertà assoluta, quelli che entrano nei nostri istituti finiscono tutti per farsi cristiani.

PROPOSTA. La preoccupazione del Prefetto Apostolico di Miyazaki è sull’avvenire di questi giovani, la massima parte dei quali non possono essere restituiti ai genitori, e che ora crescendo in età hanno maggior bisogno di aiuto per la loro formazione morale, civile e religiosa.

Inoltre le varie Congregazioni di cui sopra attendono ansiosamente che i figli di Don Bosco diano modo di affidare loro l’elemento maschile, cui esse non possono attendere.

Da ciò la proposta di fondazione di un Ospizio da affidarsi alla Congregazione salesiana in cui questa gioventù veramente povera ed abbandonata trovi con la salvezza dell’anima, la possibilità di abilitarsi a guadagnare il pane, ed anche se fra essi ci fossero di quelli, cui il Signore ha concesso la speciale vocazione alla vita ecclesiastica (già qualche buon elemento è in Seminario) o religiosa o catechistica (tanto necessaria nei luoghi di missione) trovino un ambiente propizio per poterla sviluppare e concretizzare.

L’attuale esperienza ha dimostrato che le tendenze di questi giovani si possono dividere in tre gruppi:


                  1. Gruppo per gli studi

                  2. ″ le professioni

                  3. ″ l’agricoltura.


L’Ospizio dovrebbe dunque comprendere queste tre sezioni, che verrebbero ad essere sviluppate più o meno secondo le necessità. Si può pensare ad un massimo di un cento allievi.

MEZZI. Per il terreno per la costruzione c’è già il sufficiente.

Per la costruzione ci danno fondate speranze che per tal genere di opera di beneficenza vi sarà il concorso del governo (metà della spesa), della provincia (l/4) non rimanendo a noi che l’altro quarto di spesa, che globalmente può essere valutata a Lire 100.000.

Per l’insegnamento professionale e agricolo non si tratta di vera scuola, ma piuttosto di scuole di avviamento professionale agricolo pratico, noto in Giappone, per abilitare gli allievi in breve a guadagnarsi onestamente il pane.

Vi è pure in Giappone la possibilità che un professionista (falegname, sarto, fabbro, ecc.) che abbia il suo diploma, dopo un periodo di apprendimento (vario secondo i mestieri) rilasci agli allievi un certificato per cui l’allievo può mettere su una piccola bottega, negozio, ecc., quindi non pare difficile avere il personale insegnante iniziale di questo genere anche fra i professionisti cristiani della città.

Niente vieta naturalmente che se fra gli elementi ce ne sono di quelli che potrebbero accedere ad altre scuole tenute dai salesiani in altri luoghi, si possano inviare.

Fra i mezzi vi è pure il lavoro degli allievi e soprattutto la Divina Provvidenza che non verrà mai meno per i suoi poveri figliuoli.

Al presente alcuni confratelli salesiani missionari per venire in aiuto all’Ospizio, lavorano campi e risaie, di proprietà dell’Ospizio, ed accudiscono le stalle (vacche, capre, maiali, conigli e polli) addestrandovi gli orfanelli che non sono atti allo studio.

Intanto la nascente Congregazione delle Suore della Carità giapponese viene organizzandosi in modo da poter nel più breve spazio di tempo possibile bastare a sé ed assumersi la direzione ed amministrazione completa dell’Opera, pensando allora la Missione alla sola assistenza spirituale.

Si domanda alla Congregazione salesiana lo spazio di almeno sei anni, dopo di che queste terre e bestiame passerebbero ex integro alla Congregazione salesiana come beni dell’Ospizio affidato ai Salesiani e per il mantenimento dei ricoverati: si presuppone questo tempo equivalente al prezzo dei terreni ed accessori da redimersi a favore dell’Ospizio Salesiano.

Prego i Superiori Rev.mi ad esaminare questa proposta che noi riteniamo necessaria per salvare questa gioventù veramente povera ed abbandonata.

Ci dicano schiettamente il loro autorevole parere, se cioè la Società salesiana si sente di accettare un’opera simile, o a quali altre condizioni si degnerebbe di accettarla o quali suggerimenti ci si danno per andare incontro alle reiterate domande in proposito e alle necessità in cui si trova di provvedere e in cui si dibatte il povero Prefetto Apostolico.

Essendo la questione relativamente urgente per tutte le pratiche del caso, supplico i Superiori di una risposta al possibile sollecita, incoraggiante ed esauriente.

Affido la pratica al nostro Patrono S. Giuseppe.

Auguri cordialissimi per le prossime feste pasquali ed assicurazione di preghiere quotidiane per parte di noi tutti.

Obbligatissimo

Don Vincenzo Cimatti sales., Ispettore