Miyazaki, 23 novembre 1928 |
409 /Ricaldone Pietro / 1928-11-23 /
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
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Amatissimo Don Pietro e Venerabilissimo Don Ricaldone,
Mi sforzerò di scrivere più chiaro che sia possibile per evitarle anche perdita di tempo, di cui mi batto a più non posso il petto. Credevamo proprio fosse morto… poi si è saputo di un suo infortunio sul lavoro, che non si sa ancora cosa sia… poi silenzio… poi notizie da Shanghai che i 3/4 della spedizione per l’Estremo Oriente erano per il Giappone… poi improperi e lettere del sottoscritto ai Superiori… e finalmente la sua carissima, che non dice tutto, ma via… vedremo… Può essere che siano in giro lettere esplicative sul dove sbarcano… perché poi a Shanghai, ecc. ecc.! Basta, non incominciamo a mormorare… Se i Superiori hanno fatto così, è ben fatto. Ora a noi.
Ho distrutto subito la parte scritta a mano ed eventualmente saprò che dire. Ho creduto sempre mio dovere inviare ai Superiori le cose in cui essi possono agire e sapere.
I punti Missione - Visitatoria sono chiarissimi, e tra queste e altre norme avute dal Sig. Don Rinaldi, tra le facoltà avute da Propaganda mi pare si può camminare per via diritta senza tema di sbagliare. Dove ci fossero dubbi si possono fare quesiti e così tutto è chiaro. Che vuole? Don Cimatti nelle cose ha bisogno di sapere come fare, e allora tenta di fare. Non ci riesce veh! non cava un ragno da un buco, ma crede di aver fatto quanto è detto e scritto o combinato e così al tribunale di Dio si sta tranquilli.
Il Sig. Don Rinaldi e Don Ricaldone conoscono la difficoltà massima di Don Cimatti, che finché avrà fiato manifesterà apertamente, di toglierlo cioè dalla croce del superiorato pel bene dell’anima sua e più per quello dell’anima dei confratelli. Non so proprio (salvo il merito dell’obbedienza) che sugo ci sia a fare il Superiore – mi permetta (sempre col dovuto rispetto all’obbedienza)… È la cosa più insulsa del mondo… Ma basta perché c’è pericolo che trasmodi… e allora… è peggio.
Ripetutamente nella lettera mi dice: “Venendo a Torino”. Ho esposto al Sig. Don Rinaldi le mie difficoltà e desidero che i Superiori mi dicano: “Devi venire!”. È per tranquillità di coscienza. La lingua che dimenticherò, il lavoro già grande che cadrà addosso a qualcuno, il poco tempo della nostra venuta, l’esempio ai confratelli, ecc… sono, mi pare, buoni motivi per rimanere. Abbia dunque la bontà di dirmi (lei conosce la povera anima mia) come debbo fare, e nel caso affermativo quando, e se devo pensare a qualche cosa di speciale.
Grazie della carità dei Superiori. Coll’aiuto di Mons. Hayasaka di Nagasaki spero proprio si potrà iniziare il piccolo nucleo. Avevo già sentito parlare a Tokyo da Mons. Chambon dell’Opera del clero indigeno e farò come mi si dice al riguardo.
Quanto a Mons. Roy e al Vescovo di Osaka e di Tokyo… pensino i Superiori. Non le nascondo che dentro il cuore ho avuto un improvviso pensiero nel leggere la Circolare del Rettor Maggiore all’arresto dell’espansione, eccolo:
a) Fortunatamente, quando in circostanze analoghe e il Sig. Don Rua e il Sig. Don Albera annunciarono l’arresto, la Provvidenza dispose che si continuasse. Non ho il materiale tra mano, ma non è difficile la documentazione storica, e sono sicuro che il Signore non vorrà davvero fare sì che proprio il Sig. Don Rinaldi, il Rettore delle Missioni, voglia mettere le missioni in questa stasi fatale. Don Cimatti non capisce il linguaggio burocratico, ma se per 4 oppure 5 anni, ad es. in Giappone non si parlerà che di Miyazaki, Oita e Nakatsu, così come sono ora, amat.mo Don Ricaldone, richiami pure tutti che è meglio.
b) È meglio non proseguire, perché – per me – è così storicamente chiaro il primo punto, che dormo davvero tranquillo. Come però le dissi è un pensiero sorto spontaneo e non credo aver fatto male manifestandoglielo.
c) Grazie per il materiale provveduto. Spero ci sia il più urgente, cioè modo pratico di insegnare la religione (grandi illustrazioni, belle proiezioni, ecc.). 1
d) Per le Suore, che dire? Purtroppo per quest’anno è finita. Lei sa in che condizioni delicate ci troviamo. Creda, tremo per me e per i confratelli. Ma! se la Provvidenza mi manda i mezzi incomincio un asilo (è la forma più bella per avvicinare i pagani ed entrare nelle famiglie), spero di avere a sufficienza personale giapponese e cristiano… E se questo non basta inviterò in missione altre suore… Ma che farci, amatis.mo Don Ricaldone, se non ci aggrappiamo a tutti gli uncini, è un immenso bene che vola… ma quel che è più sono queste povere anime che volano… dove? La Provvidenza mette in mano tutto questo po’po’ di roba… Non posso lasciarla andare. Pensi alla difficoltà reale della lingua, anche nei riflessi della cultura giapponese… pensi che tre anni sono passati e nessuno è venuto… tre anni perduti… e già un confratello è ritornato… altri sono deboli… In Domino ed evviva l’allegria! Le difficoltà sono molte, ardue davvero, ma muovendosi qualche cosa si ottiene… ma se si sta come l’acqua stagnante… Proprio ora ho congedato un bravo padre dell’unione che domenica (in occasione di proiezioni luminose in una famiglia pagana) parlerà sulla religione. Mi diceva: “Devo dir grazie a loro che mi hanno messo nella necessità di parlare. Fino adesso avevo mai fatto nulla per l’apostolato. Grazie!”.
Lei, Don Pietro, è partito entusiasta del Giappone! Mantenga l’entusiasmo e pensi alle nostre necessità e non abbia paura di aiutare troppo il Giappone. Non capisco se ciò sia contrario al disposto della Circolare, ma guardi che nel prossimo anno deve essere un fatto compiuto il Noviziato e la venuta delle Suore. (Vorranno proprio aspettare fra 4 oppure 5 anni?).
Grazie per Tano. Unisco domanda di sussidio a Propaganda, come pure già inviai per il tramite di Don Noguier, che me l’aveva suggerito, richiesta all’Opera Apostolica (ho inviato l’incartamento alla Delegazione Apostolica per il visto prescritto e copia a Torino).
Correggo la circolare del 10 Luglio.
Stavolta mi sono sforzato di scrivere più chiaro (non certo da buon giapponese, che proprio scrivono pessimamente), ma da buon italiano. Può essere che la colpa fosse della carta, usando alle volte ritagli… ma piano piano mi perfezionerò anche in questo.
Ed ora amat.mo padre Don Ricaldone, preghi per la povera anima mia. La venuta in Giappone mi ha certo giovato spiritualmente – mi ha fatto toccare la realtà di cose pensate sul conto dell’anima mia – cioé il niente assoluto in abilità e in santità – (nel dirlo non provo sforzo, ne sono persuasissimo di un’evidenza lampante). Deo gratias!
Mi aiuti a non frustrare la grazia di Dio. Nuovamente auguri di buon Natale. L’abbraccia nel Signore il suo aff.mo
1 don Vincenzo Cimatti, salesiano |
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