Cimatti|Ricaldone Pietro|1945-7-…

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



AMICI CHE SCOMPAIONO1


Tokyo, Luglio 1945

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Le seguenti notizie hanno lo scopo di elevare sia pure un modesto tributo di riconoscenza e di preghiera a tante care persone che o naturalmente o in causa della guerra furono chiamate all’eternità.

Per il momento non possiamo far altro, pure meritando varie di queste, non un semplice elogio funebre. Santi sacerdoti e missionari, capi famiglia esemplari, modelli di cooperatori e cooperatrici… ci hanno lasciato per andare a ricevere il premio eterno. Beati loro che non vedranno più le conseguenze disastrose della guerra, ma saranno certo nostri intercessori in Paradiso.

Come elogiarli tutti? Di alcuni già inviai notizie; di tutti quelli a noi noti invierò l’elenco pel necrologio del Bollettino.

Permetta qualche notizia di qualcuno che ha avuto più intime relazioni con noi, e che più efficacemente ci ha aiutato, specie nei primordi del nostro apostolato in Giappone.

Revisione di quadri, di forze… È certo grande meraviglia per noi tutti trovarci ancor vivi… e ripensando a tanti cari nomi, a tante persone amate, che con noi, per noi lavorarono… un senso, starei per dire, di solitudine, ci assale.

Vedendo quanto essi hanno operato ci sembra che senza di essi, il trovarci noi ancora in vita, valga assai poco, data la nostra pochezza.

Abbiamo sott’occhio la bella figura di S. E. Mons. Castanier, Vescovo di Osaka; di Mons. Ideguchi e Mons. Toda, Prefetti Apostolici di Yokohama.2

Il buon P. Bousquet delle Missioni Estere di Parigi, grande propagatore della buona stampa e grande divulgatore della vita di S. Teresa del Bambino di Gesù in Giappone. L’indimenticabile Padre Heuzet delle Missioni Estere di Parigi, procuratore; entrambi morti, possiamo ben dire, martiri del loro dovere sacerdotale e missionario nel periodo di frenesia nazionale contro lo straniero.

Ma soprattutto non possiamo dimenticare il P. Fages, pure delle Missioni Estere di Parigi, procuratore a Kobe. Oh, lo rivediamo tutti ancora al porto, all’arrivo dei nostri col volto sempre sorridente venir loro in aiuto, facilitando la fastidiosa operazione della revisione e spedizione dei bagagli, e l’alloggio alla procura.

Morì nella sua chiesa pregando davanti all’altare della Madonna, soffocato e bruciato dal fuoco invadente.

E rivediamo le buone e paterne figure di vari nostri cristiani, di forti giovani che diedero la loro vita alla patria… Nomi noti a noi tutti… anime buone, che con vero spirito di abnegazione ci aiutarono nei primordi del nostro apostolato… buone cooperatrici, che aiutavano o col fare il catechismo o col lavare o rammendare i nostri poveri stracci… le ottime suore della carità di Miyazaki, che nella assistenza agli infermi, ai poveri vecchi ed orfanelli a noi affidati sacrificarono la loro vita. Davanti a questi nomi ci inchiniamo riverenti e preghiamo. Oh, non dimentichiamo mai Tonari, i fratelli Yamano, Yamamoto, la Sig.ra Enami, Mizuhara…

Ma fra tutti costoro merita il nostro ricordo riconoscente il Sig. Kurita Pietro, morto il giorno della festa del S. Cuore di quest’anno all’Ospizio di Miyazaki dove da tempo si era ritirato, consacrando tutto se stesso a quell’opera di carità. Convertito dal Protestantesimo diede alla Chiesa cattolica tutta la sua fede ed operosità da vero membro attivo dell’azione cattolica, tanto da meritare insieme alla sua signora la decorazione di S. Silvestro da S.S. Pio XI di v. m. I due coniugi, rimasti privi dell’unico figlio, consacrarono se stessi al Signore, portando sé e le cose loro all’Ospizio, dove il buon Pietro venne svolgendo quell’opera di carità e di attività che fu copiosissima di buoni effetti. Data la sua perizia in materia era in moto continuo per le pratiche colle autorità locali, provinciali e centrali in favore dell’Opera. Compreso lo spirito di D. Bosco, fu uno dei più grandi propagandisti nostri. La fede viva, che manifestava a fronte alta con tutti e dappertutto era un esempio edificantissimo per quanti lo avvicinavano.

Si spense serenamente dopo lunga malattia passata in continua preghiera, che offriva per noi tutti e per tutti i ricoverati.

Amat.mo Sig. D. Ricaldone, permetta che le offra questa schiera di anime buone, che ebbero il nostro medesimo cuore nel volere la gloria di Dio e la salvezza delle anime dei loro connazionali.

Il Signore ha certo loro dato il meritato premio. A noi non resta che pregare ed imitare.

Non ci dimentichi mai. Aff.mo figlio


D. V. Cimatti, sales.





1 R. M. 2045: man. inedita.

2 Mons. Toda fu trucidato il 17 agosto 1945. Da questo risulta chiaro che questa e altre relazioni mensili furono scritte dopo la data segnata.