Cimatti|Acerbi Franco|1947-7-18

3462 / Acerbi Franco / 1947-7-18 /


al chierico Franco Acerbi, missionario salesiano in Giappone



18 luglio 1947

Carissimo Acerbi e con te ai Venerandi Teologi e ai firmatari

(che entrano colla teologia come i cavoli a merenda)

Salute e benedizione,


La tua e vostra lettera mi ha fatto passare momenti di gioia indescrivibile, interrotta da alternative di preoccupazione di pensiero nel decifrare i continui errori che tu, Acerbi, attribuisci all’indisposizione della macchina, che avresti dovuto in humilitate cordis attribuire alla tua impreparazione dattilografica. Se ti si può dare 10 (è troppo però) di pollicoltura1, di uso macchina (proprio per essere generosi - alla Dogliani) si può arrivare alla pura sufficienza. Affinché però non accusi me della stessa deficienza preferisco scrivere a mano… meglio che mi sia possibile.

Ho già ribattute le vostre accuse… Oh no! L’americanismo non mi ha travolto in nulla… anzi ha rafforzato le idee, namben mo (= moltissime volte) espresse, e se, a Dio piacendo, ritornerò, ne sentirete ancora delle più scottanti.

Grazie delle notizie:


  1. e delle vostre facchinate per l’opera tanto provata dal Signore…2 anche in questo lavoro vi avete messo l’intenzione e lo spirito salesiano… non vi farà del male al corpo e tanto meno all’anima.

  2. e delle vicende Secchi e Camnasio… lasciateli fare, ché penso facciano bene, pur brontolando e Camnasio specialmente pur naufragando nel pelago teologico3. Prego il Signore che ti metta sulla retta via ognor più, ed anche tu, Acerbi, quando vuoi fare l’evoluzionista, e Colussi che si addentra nel labirinto della grazia.

  3. tengo in incognito il fatto dello svenimento di Secchi, perché mi pare che tu, Acerbi, via! esageri troppo: dopo tutto si vede che il bravo Secchi è di costituzione delicata, direi, sangue bleu… mentre tu, Acerbi, abituato alla budella e al sangue…

  4. mi dispiace per Petracco che non riesce ad esercitarsi bene in inglese e giapponese, mettendosi vicino ai conduttori. Di’ un po’ a Colussi e Fortuna che non siano troppo usurpatori.

Quanto al lavoro che Petracco fa, penso che sia assai meglio e più di quanto fai tu, che non mi hai l’aria di far null’altro che starnutire davanti ai tuoi polli. Penso che Rosso sia del mio parere, quando specialmente passa serio vicino a te che lavori nel pollaio.

  1. Deliziosissimo il racconto dell’avventura protagoniste le suore volanti, Colussi apostolo, Camnasio colle gambe in aria, Acerbi al sole… meno male che il più giudizioso, il Colussi, non ha perso il tempo ed ha cercato di fare un po’di bene… ed ha risolto la questione… mentre tu, che cosa hai fatto? Nulla. Spero abbia almeno pregato.

Morale: quando fate queste spedizioni, mettendovi in moto dite sempre almeno una Ave Maria e l’Angele Dei. Sono sicuro che non vi sarebbe capitato nessun inconveniente.

  1. Bravi per quanto avete fatto per la Madonna. Quanto avrei pagato per vedere Masiero in marsina… penso sia quella che non andava bene al sottoscritto. Se ritorno (posso morire) spero che lo vedrò in marsina.

  2. Congratulazioni a D. Giulio4 per i successi teatrali, mentre tu, Secchi e Del Col avete purtroppo rovinato la corale: e sì che tu avevi promesso di non volerti immischiare, si vede che il pungolo della gloria ti persegue ancora.

  3. Bene per le processioni: non posso raccontarvene molte. Ma ho partecipato a una di D. Bosco fatta all’oratorio di S. Luigi… mio antico nido. Posto ristrettissimo. Soluzione perché tutti potessero partecipare, mai pensata… Ci fu tempo a cantare e dire tutto il Rosario, dopo di che il sottoscritto fece uno di quei discorsi… pendevano tutti dal mio labbro. Tema: “Che vuole D. Bosco?”, e vi erano babbi e mamme, suoceri e suocere, giovanotti e giovanotte, fanciulli e fanciulle… e dai balconi la gente di fuori; poi benedizione, poi bacio della reliquia, poi fuochi artificiali, e tutti mi chiedevano se in Giappone ci sono.

  4. Grazie per le consolanti notizie della campagna e a riguardo dei generi animali. Che dire dei propositi cannibali… Mi raccomando di non ferire più il cuore di Rosso con le accuse che si mossero altre fiate. Ma specialmente prego e per il successo della buona stampa, e più affinché e colla buona musica e con altri mezzi fiorisca un buon apostolato che attiri innumerevoli anime al Signore.

  5. Sono per me sacri i vostri “desiderata” al Rettor Maggiore. Mi pare che non c’è nulla di male, anzi vi è molto del buono, specie l’aumento delle feste contemplate, la bevanda del genere5, i motori all’americana e anche la capatina annuale in America… ma però prima per turno bisogna pensare ai vostri cari. Per l’America bisogna fare delle riserve… occorrono prima forti iniezioni immunizzatrici contro… e per pellacce come le vostre ci vuol altro che la penicillina…


Al buon Rosso dirai che nel costumiere quale sarà presentato, fu preso già in considerazione il suo desiderio… Sì, il coadiutore ha bisogno di più… ma che cosa diranno poi i chierici del Giappone, che in pratica fanno e da chierici ed in multis da coadiutori? Qaestio salebrosa.

Al bravo Rosso se gli piove un titolo, bisognerà dare anche a lui la marsina, e allora Masiero che dirà? e Kanemoto, e Tokito?… Da Nakatsu Miyahara… Come vedete è una questione che merita ponderatezza.

Mi pare di aver risposto.

Vorrete sapere che cosa ho fatto finora:


  1. Parlato ai Superiori, ho cercato di dire tutto il bene possibile, tirando un velo pietoso… Chi è senza difetti scagli la prima pietra.

  2. Consegnato soldi (Cfr. Regolamento), rendiconti, prospetti, materiale d’archivio.6

  3. Compilato catalogo 1947 (come è noto a me).

  4. Articoli per il Bollettino Salesiano e Gioventù Missionaria. Non trovo ancora modo di spedire stampa nostra, giornali, ecc. Se sapete un mezzo pratico…


Conferenze alle case di formazione (Rebaudengo, Crocetta, Foglizzo), a società speciali (Torino, Alassio, Savona). Intervista a giornali. Prediche per riunioni antichi e nuovi allievi e oratoriani (Valsalice, S. Luigi), Ex-allievi (Valsalice, S. Luigi).

Visita a tutte le case di Torino, S. Benigno. Messa e discorso per Pier Giorgio Frassati.

Esercizi a Monteortone, Verona, Mogliano, Borgomanero (con conferenze al pubblico).

Visite, prediche e conferenze relative alle Figlie di Maria A. (è rieletta Superiora la Madre Lucotti), dovunque passavo, alle piccole Suore dei poveri e Francescane di Verona, alle Dorotee di Mogliano. Visita alla famiglia di D. Broccardo a Limena.

Nelle conferenze naturalmente canti e suoni.

Con questo chiudo il mese di Luglio, con qualche imprevisto che non manca mai.

Nel mese di Agosto visite alle case famiglie viciniori di Torino, poi esercizi (pregate per la mia conversione) e capitolo. E in Settembre, chi vivrà vedrà.

La distruzione in Italia ad occhio non sembra gran ché – in Giappone è più impressionante. Occorre grande preghiera.

Dunque cari teologi (e vi unisco i buoni novizi vostri vicini):


  1. Grazie di tutto,

  2. Prego per voi die ac nocte.

  3. Il Signore ci desidera allegri, laboriosi e santi salesiani.

  4. Quanti vi conoscono vi salutano e vi assicurano preghiere.

  5. Fate altrettanto per noi e specie pel

vostro aff.mo

D. V. Cimatti7



P.S. I confratelli della missione desiderano certo avere notizie. Non so se il nostro D. Bovio abbia pensato come comunicarle (scrivo sempre a lui, è doveroso).

D’accordo con il vostro attuale direttore, potreste battere a macchina un notiziario brevissimo (Acerbi potrebbe farsi onore) – se D. Barbaro trova qualche cosa degno si può mettere sul “Don Bosco”.

Postscritto telegrafico.

Al 28 Giugno segnata l’introduzione della causa del Servo di Dio D. Rinaldi, che fa grazie a tutto andare.

Al 28 sera (Giugno) accademia pel Sig. D. Ricaldone. D. Cim. che doveva parlare a nome dei lontani, alla fine fu sorpreso dalla pioggia e se la sbrigò in un mezzo minuto per lasciar il posto al Rettor Maggiore che ebbe tempo, coperto con una mantellina, a dire in un minuto grazie agli intervenuti.

Fui obbligato in refettorio a dire quello che avrei voluto dire, e feci il matto (capite!) cantando, finito pranzo, come facciamo in Giappone.

Il 29 vi fu la distribuzione dei premi di catechismo agli allievi studenti e artigiani e ai premiati principi o imperatori; il Rettor Maggiore volle facessi una cantata e così agli altri graduati, infine tutti insieme altri canti, perfino: “che bel buchin…” e il Sig. D. Ricaldone batteva il tempo… Mi pareva di essere ai nostri concerti.

Alla domenica seguente, magnifica accademia in onore del Papa.

Vedeste che funzione di chiusura degli Esercizi a Verona (sfarzo gareggiante l’America!). Precedevano 2 mazzieri vestiti sfarzosamente alla spagnola in nero, 12 paggi d’onore a vestito uguale ma sgargiante; 6 torciferi, 4 pivialisti, 2 tunicelle, espositore il sottoscritto (lettore dei voti) e l’Ispettore.

Un colpo d’occhio splendido fra lo splendore delle luci8. I paggi splendidi e alla benedizione genuflessi con un sol ginocchio su cuscini eguali. Bello!

In genere ho trovato nei nostri Istituti di chierici ottime corali, che eseguiscono fere optime buona polifonia sacra. Buoni bassi e secondi, i tenori primi si aggiustano alla giapponese con voce di falsetto (specie in Chiesa).


3463 / Figura Giuseppe / 1947-7-20 /


a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone


20 luglio 1947

Carissimo D. Figura,


Spero che gli amici di Tokyo vi inviino notizie, come mi sono raccomandato.

Mi urgerebbero i dati statistici (almeno generali) della missione al 1° Luglio. Numero cristiani, Battesimi, Matrimoni, Comunioni, morti. Poi notizie principali.

Veda di accontentarmi.

Faccia coraggio a tutti e preghi per me,

Suo

D. V. Cimatti


Ossequi a S.E.

1 In quel tempo tutti, secondo le loro possibilità, davano il loro contributo per i bisogni della casa. Il ch. Acerbi era incaricato in modo speciale del pollaio.

2 Si tratta dell’Orfanotrofio Salesiano di Tokyo, iniziato dove erano i resti di un campo d’aviazione giapponese, che dovette essere trasportato altrove. I chierici dettero una buona mano nei vari lavori.

3 Il ch. Secchi sapeva abbastanza bene il mestiere di meccanico e mise al servizio questa sua abilità. Il coad. Camnasio, il quale amava intavolare questioni sulla Sacra Scrittura, ecc., era falegname. Per necessità si trovava col chierico Secchi: la visuale diversa delle cose metteva i due – anche con caratteri molto diversi – spesse volte in opposizione con discussioni alquanto animate.

4 D. Giulio Manganelli, insegnante di dogma e consigliere scolastico.

5 Feste contemplate erano quelle in cui si faceva festa a tavola. Nelle antiche Regole c’era scritto che a tavola si beveva “vino o altra bevanda del genere”. Ma in Giappone c’era quasi solo té. E Rosso argutamente diceva: “Dov’è la bevanda del genere? Qui non si osservano le Regole.”

6 Don Cimatti portò con sé tutti gli articoli le lettere e i rendicondi che non aveva potuto spedire durante la guerra.

7 Lo scritto nel suo insieme rende palese lo spirito di famiglia che Mons. Cimatti, Ispettore, era riuscito a formare intorno a sé. Il consiglio da lui continuamente ripetuto di “star allegri” non era lettera morta. E poi dimostra anche come egli sapeva “allegramente” edificare e attirare al bene. Con il ch. Acerbi, Secchi, Petracco, Colussi, Fortuna erano studenti di teologia.

8 A questo punto Mons. Cimatti fa lo schizzo della posizione di ognuno dei sopra menzionati.