1376 / Marella Paolo / 1935-3-2 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Fukuoka, 2 marzo 1935
Eccellenza Reverendissima,
Mi trovo per poco a Fukuoka, in via per andare a fare un concerto (come vede non ho cambiato) e così scambio qualche idea con Mons. Breton. Anche alcune teste calde di Miyazaki (non voglio dire altri nomi) oriundi di Oshima, hanno – eludendo la buona fede dei missionari e di alcuni cristiani – sparse in giro un 150 copie di una bruttissima lettera, che unita alle altre non farà certo del bene.
Povera mentalità cristiana infatuata non so di che! L’avrà forse ricevuta anche V.E. È uno dei frutti più dolorosi della nostra vita missionaria. Studiavamo con Monsignore la via (ma non saprei quale) per attenuare.
Parlare, ragionare? Il capo non ascolta ragioni, e conclude: “Voi non capite il nostro spirito!” e finisce col convincersi di più nella sua idea.
Comminare pene? Ci considererebbero ancor più come nemici loro.
Altre vie? Se ne suggerisce V.E….
Forse la via indiretta. Bisognerebbe trovare uno che avesse influenza su di lui. Vedrò, ma a Miyazaki non vi è certo. E pensare che sono quelli che fanno la Comunione tutte le mattine…
Non valuto l’intenzione. Uno dei punti che sostengono è che l’autorità centrale (Delegazione e Arcivescovado) non si rendono conto delle cose di Oshima, si ascolta la campana dei missionari e non quella dei cristiani, si presta fede alla prima, nulla alla seconda.
Si fa tutto per chiarire, assicurare, ecc. ma scattano di più. È certo (ed è necessario ripeterlo) che il Kyushu non può essere valutato alla stregua di Tokyo, basta viverci per pochi mesi ed uno si convince, sia dal punto di vista climatico, di coltura, di lavoro. Le cristianità poi sono toto coelo diverse dal resto del Giappone. Penso che finché al centro non vi sarà questa visione e persuasione chiara, faremo molti buchi nell’acqua con danno evidente generale.
Non voglio dare suggerimenti, ma si assicuri l’E.V. che è così; la mentalità cristiana della massa nostra è così come è, e prima che essa possa essere rimorchiata e trasformata alle vedute della cristianità dell’isola grande, ci vorranno altrettanti secoli quanti…
Può essere che sia così nei disegni della Provvidenza per impedire la rapida formazione di una chiesa nazionale, ma la realtà veduta dal povero Don Cimatti è così. Il Kyushu cioè ha le sue esigenze tutte particolari nei riflessi del problema e purtroppo tutto è impostato sul Sud e non sul Nord. Come pure mi sembra di aver già attirato l’attenzione di V.E. sul fatto che partono da qui i fattori od esponenti politici massimi del momento.
Al Kyushu bisogna rivolgere sguardi e sforzi particolari. Purtroppo che non so suggerire (bambino che sono) mezzi adeguati, ma la vedo così chiara, che ho creduto mio dovere aprirle il cuore, tanto più recentemente ferito per la malaugurata lettera di cui parlavo.
Ed ora un’altra preghiera di cui l’E.V. terrà conto che crede, ma che per poco che possa esaudire sarà vero conforto e carità per noi. Affluiscono cioè a Roma e a Torino domande per ottenere che il Santo Padre estenda la festa di Don Bosco a tutta la Chiesa. Posso sperare che anche V.E. si unisca al coro numeroso dei richiedenti?
Grazie di cuore. Ed ora mi benedica in modo specialissimo e a Dio piacendo arrivederla alla fine del mese. Tutti la vogliono ricordare e chiedono con me l’apostolica benedizione.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Unisco alcune osservazioni per il Catechismo e preghiere.