Riassunto della questione |
879 /Circolare Salesiani / 1932-1-5 /
ai Salesiani della Visitatoria di S. F. Saverio
PRO-memoria adunanza del 5 gennaio 1932
5 gennaio 1932
Mentre ringrazio tutti della viva partecipazione alla manifestazione per onorare il nostro compianto Rettor Maggiore e del contributo di consiglio e di buona volontà, di lavoro che tutti avete manifestato, mi permetto riassumere le direttive di massima che insieme si sono concretate o consigliate.
Ringraziamo il Signore del lavoro che si è potuto compiere nonostante le critiche circostanze in cui ancora versiamo. La Provvidenza ci aiuterà se saremo amanti della povertà, se lavoreremo, se saremo buoni salesiani: non temete.
Ogni residenza veda di rassodare il lavoro fatto ed ampliarlo secondo le forme e i mezzi di cui potrà disporre. Fede e generosità. Guardiamo al bene delle anime prima di tutto e che si realizzi in noi e negli altri il regno di Dio.
Diedero quest’anno i buoni risultati i mezzi già sperimentati in altri tempi. Insistete sui catechismi, specie per i neofiti. Danno buoni risultati i gruppi del Vangelo, le conferenze di S. Vincenzo, le relazioni ai giornali. Diffondiamo la buona stampa, anche le nostre letture cattoliche, il “Don Bosco”… Anche se dobbiamo rimetterci qualche cosa. Se non si semina abbondantemente non si può raccogliere. Stringete relazioni, fatevi numerosi amici e simpatizzanti della missione.
Don Cimatti vi esorta di prendere per le vostre opere tutte quelle iniziative che vi sembrano utili a salvare delle anime, ed è con voi tutto, tutto a vostra disposizione. Al momento non può direttamente venirvi in aiuto finanziario, ma oltre che per i bisogni generali della missione, elemosinerà con voi anche per i bisogni singoli vostri e prega cotidie per voi.
Non può per ora far altro. Sarà grato se lo farete lavorare. Aiutatelo fraternamente, siategli larghi del vostro consiglio, come egli è a vostra disposizione per scambiarvi le sue povere idee.
Regni fra noi la vera carità allegra, paziente, generosa e vedrete che centuplicheremo il lavoro e i suoi benefici effetti.
Si studi con amore l’opera degli orfanelli per Tano, e quella per la casa del missionario a Beppu. Coadiuvate con vero slancio le iniziative che con l’approvazione debita sorgessero qua e là per il bene delle anime, ed il Signore ci benedirà. Lavorando con generosità con LUI e per LUI non si lascerà vincere in generosità con noi.
Per la completa nostra organizzazione amministrativa occorre che funzioni anche l’economato prescritto dalle Regole. Sapete che questa partita è deferita al Sig. Don Piacenza cui prego rivolgervi per le questioni a lui affidate.
In attesa di darvi norme intorno al contributo annuale che devono versare i cristiani intuitu missionis, ed al modo di organizzare in modo uniforme le offerte per le elemosine delle Messe, onorari, ecc., vedete di studiare la forma più utile della cooperazione dei cristiani agli oneri non indifferenti della missione. Se sull’argomento qualcuno conosce o può suggerire qualche cosa sarò riconoscente.
I Capi delle residenze sono delegati dell’Opera della Propagazione della Fede nelle loro rispettive circoscrizioni, come il centro lo è per l’intera missione. Sarete avvisati di quanto occorre fare una volta che si siano ricevute istruzioni da Tokyo, sede centrale dell’Opera.
Promettono la loro visita S. E. il Vescovo di Fukuoka, il Superiore dei Francescani proveniente dal Canada, il Direttore dell’Agenzia Fides di Roma. Fedeli alle tradizioni del nostro buon Padre Don Bosco, trattiamoli meglio che è possibile alla nostra povertà.
Coll’aiuto dell’Opera S. Pietro comincia a schiarirsi la questione del Seminario. Ognuno lavori nelle forme che gli sono possibili per avere anche quest’anno un buon numero di vere vocazioni. Tutti poi preghiamo e rendiamoci degni di meritarle.
Le residenze di Tano e di Beppu s’accordino colle rispettive di Miyazaki e di Oita per la soluzione del caso Mensile. Buona cosa pure il fare insieme l’esercizio della buona morte.
Si avvicina la festa del nostro Patrono S. Francesco. Non dimentichiamo gli avvicinamenti coi giornalisti; si fa del bene a queste persone e non meno alla missione.
Ci ottenga il nostro Patrono la S. Carità di cui era ripieno e lo zelo nell’apostolato di cui ci diede mirabile esempio.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Pro-memoria per l’Opera dei Cooperatori
Conformemente ai nostri Regolamenti stabilisco che gli incaricati locali dei Cooperatori siano i Capi-residenza, cui raccomando la lettura e l’esecuzione di quanto prescrivono i Regolamenti.
Per la fine del mese di Gennaio prego inviare al sottoscritto:
Elenco di persone a cui si possa con frutto far pervenire il Bollettino Salesiano in lingue straniere.
Elenco (almeno generico) dei cooperatori della propria zona.
Per il Giappone organo dei Cooperatori è il “Don Bosco” edito a Oita. Esiste pure il Manuale dei Cooperatori tradotto in Giapponese. Desiderando copie rivolgersi al sottoscritto o direttamente al Signor Don Margiaria.
Il pensiero dei Superiori – come risulta dall’ultimo numero degli Atti del Capitolo – essendo ad incitamento di un più proficuo lavoro di propaganda per l’opera dei cooperatori, confido che tutti si presteranno volentieri alla realizzazione di questo importante problema.
Non si dimentichino pure le Opere già iniziate dell’Associaz. dei devoti di Maria Aus. e l’Opera del S. Cuore, di cui abbiamo tradotti i rispettivi manuali. Sono opere introdotte e volute dal nostro caro Padre Don Bosco e furono fonte in ogni tempo di bene spirituale e materiale incalcolabile. Abbiamo fede in questi mezzi ed usiamoli ampliamente, e ne vedremo i mirabili effetti.
Pro-memoria per la propaganda stampa
Per ordinazione di libri presso le librerie giapponesi prego sempre servirsi del tramite della nostra Società “Don Bosco” di Oita che può ottenere riduzioni. Per materiale presso le Procure rivolgersi direttamente o per mezzo del Sig. Don Piacenza.
Don Cimatti ha direttamente abbonato le singole residenze nostre per le pubblicazioni periodiche che vengono da Torino. Le singole residenze saranno pure abbonate alla rivista PERFICE MUNUS e al PENSIERO MISSIONARIO.
Come pure vi saranno due abbonamenti all’Osservatore Romano, rispettivamente per la zona di Miyazaki e Oita.
Rivolgo calda preghiera che tutti questi e analoghi stampati siano attivamente usati per lo scopo per cui si fanno venire. Come pure si usi bene il materiale della biblioteca.
Per la festa di S. Francesco di Sales spero uscirà il nostro foglio di propaganda per i pagani. Tutti i confratelli hanno promesso il loro contributo.
Il materiale affidato ai singoli deve pervenire al sottoscritto al dieci di ogni mese e meglio se prima.
Si desidera riattivare il foglietto in Italiano “Amici della Missione Giapponese”, quattro paginette mensili. Anche questo lavoretto che è destinato a tenere vivo il pensiero della nostra missione presso gli amici nostri ed eccitarne efficacemente la carità, deve essere palestra di ogni residenza.
Anche questo contributo mi sia inviato nello stesso tempo. Notizie brevi, vive, di ogni genere, interessanti la missione, che interessino amici, benefattori, parenti, allievi.
Il foglietto farà risparmiare lettere e farà del bene, perché potrà estendersi a molte persone. Chi avesse suggerimenti al riguardo, abbia la bontà di portare il contributo.
Il materiale vagliato dal sottoscritto sarà ordinato per la stampa dal Sig. Don Marega. I ritardatari non troveranno posto nel numero mensile.
Oculatezza nel distribuire il Giornale Cattolico e il nostro “Don Bosco”.
Chi desiderasse variazioni nel numero delle copie comunichi il desiderio al sottoscritto e per il Don Bosco direttamente al Sig. Don Margiaria.
Don V. Cimatti, sales.
880 /Ricaldone Pietro / 1932-1-11 /
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
11 gennaio 1932
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Non è il giorno del mio turno, ma una notizia che può interessare e che a noi fa assai piacere è che (con la guerra, caduta del ministero, attentato all’Imperatore per opera di un Coreano…) lo Yen dà giù di valore.
Se quanto hanno stabilito i Superiori pel nostro studentato potesse anche solo in parte essere inviato ora, si può realizzare qualche guadagno che certo nelle condizioni in cui ci troviamo può essere prezioso.
Lei gentilmente con telegramma annunciava centomila lire. Sono difatti giunte dall’Opera del clero indigeno come sussidio per l’erigendo seminario e nella lettera d’accompagnamento è scritto che non possono essere usate in altro.
In sua lettera si parlava di buon esito di pratiche presso il governo. Attendo anche quelle presso il S. Padre.
La nostra condizione è certo un po’ sollevata dal sussidio di Propaganda che mi ha permesso di far fronte agli impegni del dicembre.
Vedo venire la fine di Gennaio e non vedo come provvederò. Ci aiuti il Signore e se i Superiori potessero fare qualche cosa, per l’abbassarsi dello Yen è certo cosa buona farlo ora…
I confratelli bene in tutto – si rendono conto della situazione, i creditori sopportano. La Provvidenza non ci ha lasciato mancare il necessario e il conveniente, economizziamo il vino, bevendo tè a gran forza. A Takanabe si sente la mancanza dell’acqua, ma verranno bene le piogge e il pozzo funzionerà.
Ci benedica il Signore e ci aiutino i nostri buoni Superiori.
In attesa della loro carità, pur avendo chiara la visione della necessità loro, a nome di tutti domando preghiere e benedizione.
Un saluto alla Mamma e al babbo, con buoni strappi alla mano e alla cassa.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
881 /Ricaldone Pietro / 1932-1-12 /
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 12 gennaio 1932
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Proprio ieri spedita una lettera, mi giunge nel pomeriggio la sua, cui mi sento in dovere di rispondere e per l’importanza delle cose, e per la carità specialmente che vuole esercitare verso delle nostre anime, e per l’assestamento della nostra povera missione.
Procurerò di essere breve e chiaro.
Questione finanziaria. Lo stato reale nostro comunicato ai superiori e alla S. Sede è: Yen 8.000 da pagare alla società M. E. P. al 4½%
" 7.000 residuo da pagare per terreno asilodi Miyazaki all’8%
" 6.000"""di Oita"
" 12.000"""di Beppu al 9%
La Società M. E. P. pur forse potendo attendere (perché generosamente ci ha concesso il fondo che aveva in deposito per la stampa del Vocab. del Raguet)…
Il residuo debito per il terreno Asilo avremmo dovuto versarlo col Natale passato, ma il proprietario sopporta – può però da un momento all’altro aver bisogno, essendo un privato pagano. Se le suore l’acquistassero chiuderemmo questo buco. Ho domandato Lire 200 mila anche in rate (meglio se subito). A noi bastano Yen 20 mila che al cambio attuale si possono avere con ₤ 150 mila e forse meno. Sarebbe buona occasione per tutti.
Gli altri due sono pagabili in 4-5 anni rispettivamente, e pur dovendo versare le rate, spero di far fronte con l’aiuto di Dio e dei buoni.
Si è potuto a tutt’oggi estinguere (oltre rate e interessi) Yen 3.000 ai francescani di Kagoshima; Yen 1.500 a P. Faber S. J. di Tokyo, e inoltre vivere.
Le case non hanno debiti. Può così comprendere che le Lire 20 mila (non trenta) sussidio straordinario di Propaganda è nel numero dei più.
Le ₤ centomila dell’Opera S. Pietro, come le scrissi, essendo vincolate per volere dell’Opera, che nella lettera d’accompagnamento chiaramente comandava di non devolvere ad altro scopo che all’erigendo seminario, per non aprire nuovi buchi, le ho vincolate per tre mesi a Tokyo per non essere nella tentazione.
Il suo gentilissimo telegramma era da noi interpretato come offerta o del S. Padre o del Capo del Governo o di altri (e me ne confermava la sua lettera indicando il buon esito della pratica col Duce).
La sua di ieri, spiega, e noi siamo nelle condizioni di prima, pur sempre tenacemente attaccati alla Provvidenza.
Il fatto nuovo è la discesa dello Yen – e se discendesse ancora di più, e se la Provvidenza ci inviasse anche minime offerte – certo ci metteremmo a posto. Vi è ancora la questione case delle Suore di Beppu, che interessa Don Torquinst. Le suore hanno pagato ₤ 50 mila – egli deve inviare le altre, ma non riesce a farsi venire da Roma le lettere credito, e quindi… Ad ogni modo, salvo il grattacapo, è questione delle suore, pur il sottoscritto e Don Margiaria essendo i proprietari del terreno.
Inoltre dobbiamo Yen tre mila alle suore (per una questione non ben chiarita del tempo di Don Torquinst), ma che viene coperto coll’acquisto delle suore o colla costruzione della casa per loro o colle spese del contratto e interessi delle 50 mila che si attendono dal Sig. Don Torquinst finora sostenuti dalla missione.
Eccole le nostre miserie. Col Gennaio spero di [far] fronte. A tutt’oggi non so come farò per il Febbraio. Deus scit. Riserve non ce ne sono. L’unica riserva è la Provvidenza.
Certissimamente il Signore ci aiuterà, e se è necessario, farà i miracoli… È chiaro. Quindi avanti allegramente. Chi rompe paga, e i cocci sono suoi… È proprio il caso di Don Cimatti et bonum mihi quia humiliasti me, Domine!
Se anime buone, se i Superiori, facendo un vero sforzo di carità, in questo momento, ci aiutassero, coll’abbassarsi dello Yen, ci metteremmo a posto pian piano. Se non si può “fiat voluntas Dei”!
Per il secondo punto che interessa di più l’anima mia faccio come mi dice “non do schiarimenti” perché Lei non li vuole, ma per giustizia, per onore dei Superiori e per dovere dico:
piglio volentieri questa croce;
il Signore sa quanto ami la mia mamma la Congregazione (non ne conosco altra, e sono stato duro verso la mia mamma terrena); e il mio babbo Don Bosco (cui la mamma mi ha consacrato bambino quando Don Bosco venne a Faenza);
non ho conosciuto il padre terreno, e quanto ami i Superiori, che vorrei aiutare anche materialmente (ed era il mio sogno… far vedere che le missioni possono e devono aiutare i Superiori… Il Signore coll’inviarmi le ricchezze di Don Torquinst “humiliavit me… bonum mihi, bonum mihi…”);
da dopo il Capitolo in cui dovetti parlare, portavoce dei missionari, ho coscienza di aver mantenuto il proposito di non esprimere né direttamente, né indirettamente apprezzamenti di sorta.
Può dirlo apertamente a tutti… Oh, amatissimo Sig. Don Ricaldone “la mormorazione è il massimo difetto di troppi nostri poveri confratelli”. Sa il Signore se ho brandito il flagello per stigmatizzare questo orrido male, ma… Grazie, Signore, anche di questa umiliazione. “Bonum mihi, bonum mihi!!!”.
Venuta del missionario. Nelle condizioni della proposta fatta da Lei è difficile, data la qualità del personale e del lavoro che si dovrebbe fare e il tempo prolungato. Sentirò il Consiglio. Il più indicato sarebbe Don Margiaria, ma equivarrebbe mettere a terra la scuola tipografica, sugli inizi.
Don Lucioni debolino di salute, non mi sembra adatto; non ha verve oratoria – forse Don Cavoli, ma anche lui ha difficoltà di parlare in pubblico, certo gli farebbe bene sotto molti rispetti. Altri non vedo per ora. Don Cimatti, anche per riparare a tanti mali, è disposto ad andare dovunque, ma non sta a lui il dire: “ecce ego… mitte me!…”.
Per tutto il resto, a dopo.
Preghiamo di cuore per il buon esito del Capitolo Generale, e Lei (ecco un consiglio che può essere utile) si prepari a fare la volontà di Dio.
Nel frattempo sia per noi Padre buono.
Preghi per noi, per le anime nostre (questo per primo) ed anche perché la Provvidenza ci aiuti, ma specialmente pel
Suo povero
Don V. Cimatti, sales.
882 /Marchisio Carlo / 1932-1-12 /
a Don Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
12 gennaio 1932
Carissimo Carletto,
Siccome non so dove sei, scrivo a casa dove ti trovo con tanti amici, suppongo per la festa della prima Messa perché leggo vicino al tuo nome, sacerdote. Bravo Carlo.
Quant’è che non ho tue notizie…
Vi ricordo sempre perché siete stati tra i primi benefattori della missione.
Oso… se lo puoi, implorare aiuto. È un momento buono. L’abbassarsi della valuta giapponese, avessi qualche offerta, sarebbe utile. Chissà se potrai venirmi in aiuto.
E la salute come va? Animo, Carlo, il Signore ti benedica e ti faccia secondo il cuore di Don Bosco.
Prega e fa’ pregare per me ed all’occasione saluta mamma e sorelle.
Ti abbraccio di cuore.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
883 /Lovato Vittorio / 1932-1-14 /
a Don Vittorio Lovato, ex-allievo di Valsalice1
Takanabe, 14 gennaio 1932
Carissimo Don Lovato,
Un saluto a te e agli amici. Buon anno a tutti. La presente per segnalarti che se qualche anima buona può venirci in aiuto è il momento buono perché finalmente la moneta giapponese dà giù e anche con piccole offerte (specie se in dollari) si possono realizzare discreti vantaggi.
Saluti a tutti – sempre bene, sempre allegria, sempre lavoro.
A te cui tanto debbo, l’assicurazione di continuo ricordo. Con affetto
Don V. Cimatti, sales.
884 /Circolare Salesiani / 1932-1-15 /
ai Salesiani della Visitatoria di S. F. Saverio
[15 gennaio 1932] [?]
Carissimi,
Penso di farvi piacere inviandovi alcuni particolari della morte del compianto Sig. Don Rinaldi che stralcio da un’affettuosissima lettera del Sig. Don Ricaldone giuntami oggi. Una volta di più veniamo a comprendere quanto il Sig. Don Rinaldi amasse intensamente la nostra povera missione, appunto perché bisognosa di tutto e perché vedeva nei suoi figli lontani il desiderio di fare del bene a sé e alle anime loro affidate. Già Egli ce l’aveva assicurato quando scriveva: “…Ricorda ai tuoi che ogni giorno li ricordo tra mezzanotte e le due pensando che cominciano la giornata e cerco di cominciarla con loro e per loro…”, e ce lo dimostrava con le più che paterne cure che aveva di noi e delle cose nostre. Ed una nuova conferma viene dalle assicurazioni del nostro Sig. Don Ricaldone. Ringraziamone il Signore, ma, miei buoni confratelli, rendiamocene degni col migliorarci, collo stare saldi alla nostra Regola, alla povertà che ci regala il Signore, col lavoro continuo… Oh, ne sono sicurissimo… Il Signore non ci abbandonerà e se avremo fede, farà dei miracoli per noi suoi poveri figli. Preghiamo dunque e come prova della nostra riconoscenza dimostriamoci buoni salesiani. Ed ecco le parole del Sig. Don Ricaldone.
gTu lo sai e lo sapete tutti voi quanto egli vi amasse. La pena più grande che sempre aveva come spada fitta nel cuore, durante i giorni della sua malattia, era la difficile vostra situazione. Quanto soffriva al pensare che le tremende condizioni in cui versiamo non gli permettevano di correre in vostro aiuto. Me ne parlava sovente e sospirava il momento di essere in grado di fare qualche cosa per voi.
Quando gli dissi che da Roma avevano quasi la certezza che vi avrebbero aiutati, ne provò un vero sollievo. Posso dire con certezza che voi foste l’oggetto delle sue preoccupazioni e dello speciale suo affetto negli ultimi giorni della sua vita. Aveva avuto un forte attacco cardio-renale ai primi di Novembre, ma in questi ultimi giorni si rifaceva gradatamente ed i medici facevano consolanti pronostici. Immaginate pertanto il nostro strazio allorché, verso le 11 del mattino di sabato lo trovammo seduto sul suo seggiolone, immobile, sereno, col capo leggermente chino, avendo al fianco la vita di Don Rua dalla quale estraeva appunti.
L’embolia cerebrale ne aveva stroncato fulmineamente la preziosa esistenza…
Forse non si è mai visto a Torino una manifestazione di affetto e di ammirazione nel cordoglio come quella di ieri. Il Signore volle che anche il dolore assurgesse ad apoteosi di Don Bosco nella salma del suo successore. Adoriamo in tutto e sempre i disegni di Dio… Voglio ripeterti che siamo con voi e per voi sempre e in tutte le vicende…”.
Vi prego di fare con me una novena a Don Bosco per l’esito di pratiche in Roma. Sempre unito a voi nel lavoro e nella preghiera.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
885 /Rev. Madre Generale F.M.A. / 1932-1-21 /
alla Reverenda Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice
MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI
Miyazaki, 21 genn. 1932
Rev. Madre Generale e Consiglio,
Come Vostra Reverenza ben conosce per le condizioni speciali in cui versa questa povera missione sono stato obbligato a domandare alla Rev. Madre direttrice della casa di Miyazaki di ridurre il personale addetto all’Asilo. Finora pagai il mensile per numero quattro suore. Ne domandai ora due, perché le ritengo sufficienti ad espletare l’attuale lavoro. Mi si fece osservare che nelle costituzioni ciò non essendo permesso è necessaria una terza (non ne ho nessuna difficoltà) e che le case di tre suore sono appena tollerate. Perciò prego che in vista delle condizioni speciali si conceda questa tolleranza e si autorizzi la Sig.ra Direttrice a fare quanto domando. Nella Convenzione che fu fatta è contemplato il caso che per nuova istituzione ad es. per un laboratorio la missione naturalmente penserà alle relative spese anche per il personale. Sarei ben contento che venendo ad essere libere alcune suore iniziassero il lavoro in altre parti della Missione.
Sono pure in attesa della risposta per l’eventuale compera dell’Asilo e terreno. La Signora direttrice ne sarebbe assai contenta. Il momento sarebbe buono perché il Yen tende a diminuire. Vedano se possono darmi una risposta.
Con vivo ossequio e raccomandandomi alle loro fervorose orazioni mi pregio dirmi
Di vostra Rev.
D. V. Cimatti, sales.
Devotissimo
886 /Circolare Salesiani / 1932-1-26 /
ai Salesiani della Visitatoria di S. F. Saverio
Takanabe, 26 gennaio 1932
Carissimi,
Per accondiscendere al vivo desiderio che ho di stare con voi, per aiutarci scambievolmente, permettete che in occasione della festa del nostro S. Patrono, cogli auguri e coll’assicurazione delle preghiere speciali che farò in questa occasione, richiami a me e a voi alcune cose che ci aiuteranno per compiere la nostra missione di bene per noi e per gli altri.
Stiamo rileggendo secondo il disposto delle nostre Regole, le Regole stesse. Facciamo in modo che tale lettura sia accompagnata anche da un buon esame di coscienza sul modo con cui le osserviamo e da buoni propositi per l’avvenire. Solo a questa condizione sarà vantaggioso il richiamo.
Fra poco si compie il sesto anniversario della venuta dei primi in Giappone. Anche questa data procuriamo sia ricordata a nostro vantaggio. Uno sguardo retroattivo ci farà del bene in tutti i sensi. Abbiamo ancora tanto da migliorare in tante cose… Non nascondiamoci la realtà delle cose, e anche questo ci serva come sprone al nostro perfezionamento.
All’occasione penso di fare una raccomandazione. Pel bisogno che ho di raccogliere materiale per la storia della nostra missione, prego vivamente tutti gli incaricati ad accudire bene la CRONACA delle nostre residenze: raccogliendo materiale storico della zona in cui si trova (libri o pubblicazioni, foto, oggetti rari, ecc. ma specialmente non dimentichiamo la storia di quanto avviene nella residenza, non tanto come una semplice cronistoria, – oggi si fece la tale adunanza – …) ma che dica le vicende attraverso a cui si passa; difficoltà delle anime che ci avvicinano; difficoltà nostre; vantaggi di certi mezzi, inutilità di altri; lotte di anime, ecc. Insomma la storia vivente reale della missione. Può essere che tanti lati buoni e meno buoni della nostra attività se non si notano passino nel dimenticatoio, colla dolorosa conseguenza che i futuri ripeteranno gli stessi errori e perderanno un tempo prezioso a rifare quanto già [con] più o meno frutto hanno fatto i precedenti, e con tanti altri danni che è ovvio capire.
Dopo tutto è dovere (art. 170) affidato al Capo di casa.
Prego a rivedere e d’ora in avanti a curare sotto ogni punto di vista la Cronaca della casa. Se il Capo di casa non può fare direttamente, sorvegli convenientemente.
Preghiamo il nostro S. Patrono che ci ottenga in occasione della sua festa la grazia di comprendere e imitare il suo spirito.
Pregate per il
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
887 /Tassinari Clodoveo /1932-1-... /
al chierico Clodoveo Tassinari, tirocinante
[gennaio 1931ca]
Mio caro Clodoveo,
Grazie… quando verrò… non trono, ma bastonate.2
Non è meglio (e sarebbe ora!) che eriga nel tuo cuore a Gesù un trono dove possa regnare senza rivali?
Per Don Torquinst, sì trono; per gli altri, sì, trono. Per me botte e seppellimento. Hai capito? Coraggio, Clodoveo. Seppellisci la superbia, domina la lingua, sii padrone di te insomma… E questo si ottiene poco a poco, con s. allegria, con buone frustate… (una volta o l’altra te le darò… oh se te le darò…) al corpo e più alla superbia.
Ti abbraccia il
Tuo aff. Mo
Don V. Cimatti sales.
a Don Pietro Zerbino, ex-allievo di Valsalice
3 febbraio 1932
Mio caro Don Pietro,
Congratulazioni vivissime per la laurea e grazie della tua carità: se queste ed altre persone possono aiutare anche con poco, per noi è carità fiorita.
Fa’ tu e spiega (non è necessaria tutta la somma). Che dirti?
I mesi di Marzo, Aprile e Maggio sono in modo speciale per te, per i tuoi, per Secondo, per i tuoi scolari. Applica le intenzioni.
Continua a pregare e far pregare pel
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 4 febbraio 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Esercizio di buona morte e quindi continuo l’abitudine… del mio rendiconto mensile e di quello generale dei confratelli e delle cose nostre.
Don Cimatti: salute ottima.
Studio e lavoro: bene. Desidererei (e se fossi in altre condizioni… certo riuscirei) fare molto di più. Ma fiat voluntas Dei, che mi tiene nelle condizioni in cui sono.
Se posso compiere… Non ne ho l’attitudine. Certo ho bisogno di mettere più diligenza, non foss’altro per supplire all’inettitudine. Sono molto in basso per la cultura ecclesiastica e non so comandare. Ho, in breve, ripetuto quanto Lei sa e per tranquillità di coscienza e per dovere. Deus me adjuvet.
Se comodità delle pratiche… Tutte piene. Rimango alle volte disturbato un po’ nei viaggi. Tento di farle come meglio posso. In omaggio alla Strenna del compianto Sig. Don Rinaldi lavoro per migliorare la S. Messa come proposito dell’anno.
Frequenza Ss. Sacramenti… regolarissima.
Osservanza religiosa – Piena. Nessuna difficoltà, tranne nel comandare, in cui sono zero.
Carità: optime con tutti.
Disordini: non mi pare di scorgerne, né mi furono riferiti da altri.
La mia difficoltà (mio difetto predominante) è il cuore. Ma che devo farci, se il Signore mi ha dato un cuore che vuol bene a tutti, che vorrebbe in Dio donarsi a tutti e sacrificarsi per tutti?
Tento ben di lavorarmi… Se debbo dire ciò che farebbe la mia felicità in terra sarebbe il non avere le responsabilità che ho. Ad ogni modo fiat voluntas Dei.
Conosce le mie difficoltà: è in obbligo di aiutarmi di più.
CONDIZIONI GENERALI. Finanziarie solite. Si lotta per il pane quotidiano ed il Signore finora non ce l’ha lasciato mancare, e si è potuto far fronte agli impegni. Deo gratias!
Come già scrissi avremmo bisogno per tirarci su dall’affogamento che qualche anima buona ci offrisse una discreta somma. Lo Yen dà giù, ed il momento sarebbe propizio.
Il Capitolo Superiore si è quotato per lo Studentato con Lire 25 mila annuali. Se le potessimo avere ora sarebbe il momento buono. Mattino e sera picchio al tabernacolo. I confratelli domandano. Vedano i nostri amati Superiori se possono aiutarci. Sono sempre in attesa delle pratiche della S. Sede e del Duce: finora nulla – dopo la sua e lettere del Sig. Don Tomasetti in relazione alle medesime si sperava così bene. Mah! Chissà quando? Fiat voluntas Dei!
Certo che siamo in angustiis pro necessariis. Deus scit e sono sicuro che a tempo e luogo provvederà.
MIYAZAKI. Salute così così: un po’ scossi Don Cavoli e Guaschino. Don Livio di tanto in tanto il suo malcaduco.
Il Ch. Tassan da una buona settimana con tonsillite che gli produce febbri forti e un morbillo leggero. Sono pieni di lavoro. Spiritualmente bene.
TAKANABE. Tutti benino – salvo Don Piacenza con frequenti insonnie e flebite alla gamba. Spiritus bonus.
TANO: In vera paupertate essendo agli inizi. Don Lucioni benino, ma è un tipo sui generis – più ammalato che altro. Il Ch. Bernardi ha in questi giorni una forte infezione esterna al collo pel rasoio forse infetto dal barbiere. Per il resto bene.
OITA. Benino tutti. Don Margiaria stanco. Don Marega secondo me non era un tipo da missione. Se ha uno Studentato teologico dove occuparlo… Ad ogni modo, siccome bisogna pigliare gli uomini come sono e Don Cimatti ha più difetti di lui, Deo gratias anche di questo. Ad onore del confratello, si viene lavorando. Gli altri bene.
BEPPU. Don Pedro un po’ farraginoso. Tutti bene in santa povertà.
NAKATSU. Don Tanguy molto stanco – pel resto bene.
Lavoro non manca – lo spirito buono mi pare ci sia – mancano i mezzi di cui avremmo bisogno per fare quello che sembra sarebbe necessario… e che probabilmente non è nei disegni di Dio ancora. E fiat voluntas Dei!
Certi giorni (e al momento è così) si è coll’acqua alla gola pel necessario. E così questo ci dà modo di stare in povertà.
SUORE. È una delle croci. Speravo assai e o non riesco a farmi capire o esse non riescono. Ci fanno l’impressione che richiedano assai e diano poco. A Miyazaki certo le relazioni con Don Antonio (certo anche lui un po’ forte) non sono buone.
Se non trovo modo di mettere a posto le cose, più che dire che si ritirino e facciano per conto loro… Una vera croce. Deus adjuvabit.
Non pensi che per tutto questo, specie per le vere necessità in cui si trova questa povera missione, Don Cimatti perda l’appetito e la solita giovialità e calma. Mi pare di essere il solito matto e quando posso mettermi a fare il matto nei concerti, nelle sale è una felicità (in gennaio una decina)… Mi dispiace nel vedere che altri soffrono… Altri mi dicono: “Staremo senza mangiare, ma non vogliamo cessare il lavoro di propaganda…”. Vuole che il Signore ci lasci all’asciutto? Ma no, certo.
Dunque avanti, ed anche i Superiori ci aiutino colla preghiera, col consiglio, coll’aiuto materiale possibile, diretto o suscitato.
Festa di S. Francesco bene, onorata dall’intervento di Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka, amicissimo – uomo di polso, pur avendo il braccio destro paralizzato (e pensare che ha per motto: “in brachio extento”).
Per stavolta stop. Pensi che tutti tutti la ricordano e formuliamo il voto che in Lei si compia la volontà di Dio nelle prossime elezioni.
Preghi per me e per questi suoi figliuoli lontani, bisognosi di tutto e di tutti e specialmente pel suo
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
890 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1932-2-4 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone3
Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 4 febbraio 1932
Reverenda Madre,
Ricevo da Torino datata 9 Gennaio c. a. la risposta del Consiglio Generalizio: “Date le difficoltà circostanti proprie e generali non si trova proprio in grado di assumere nessun impegno per il corrente anno 1932”.
Risolta così questa parte, attendo con benevole sollecitudine la risposta definitiva alle contro risposte per la questione dell’Asilo, per provvedere definitivamente alla regolarizzazione anche di questa benedetta convenzione.
Il Signore ci aiuti a trovare la soluzione definitiva di comune bene per le anime.
Nell’avvicinarsi del bel mese di S. Giuseppe e della S. Quaresima esorto vivamente tutte ad eccitare in noi questa bella devozione, e specialmente nel periodo quaresimale a dar maggior impulso all’opera dell’istruzione religiosa a quanti dipendono da voi.
Cogli ossequi specialissimi di Mons. Breton e dei PP. Francescani unisco l’assicurazione delle mie povere quotidiane preghiere.
Con vivo ossequio:
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
Miyazaki, 5 febbraio 1932
Carissimi,
Nell’approssimarsi della Quaresima permettete che vi comunichi alcuni pensieri che credo utili al buon andamento della missione.
Per quanto si riferisce al digiuno e all’astinenza ogni capo residenza disponga come crede più opportuno per il bene materiale e spirituale dei missionari e dei cristiani, usando quella ragionevole carità che le persone e le circostanze esigono. Ai dispensati si consiglino quelle opere di pietà e di misericordia che non ledono la salute ma rafforzano la perfezione e fanno del bene al prossimo.
Desidererei che lo sforzo di tutti i missionari fosse specialmente in questo tempo rivolto all’insegnamento della religione tanto per quelli che convivono nelle nostre case (allievi, famigli), quanto per i nostri catechisti, cristiani, catecumeni, anche per i pagani affidati alle nostre cure. Tutti ne hanno bisogno. Credo che quanto più insisteremo su questo punto tanto più ne guadagnerà il nostro lavoro di apostolato. Se bene considerate le fiacche manifestazioni di fede di non pochi dei nostri cristiani o il deplorevole abbandono di altri o l’esitazione di parecchi, credo che provenga dall’incompleta e mancata istruzione religiosa all’inizio della vita cristiana, e dal non avere potuto proseguire la stessa nello svolgersi della medesima. Vi sono certo anche altre cause che concorrono a formare questo deplorevole stato di cose, ma non ultima certo è la povertà o mancanza o incerta istruzione religiosa avuta.
Molti dei nostri cristiani sanno forse a memoria le risposte del catechismo, ma non le comprendono… e non le praticano. Conosciamo tutti la povertà di istruzione religiosa della massima parte dei nostri catechisti…
Scongiuro tutti per il bene delle anime a noi affidate che cerchiamo tutte le forme per rimediare per quanto sta in noi a questo stato di cose. Anche con sacrificio noi sacerdoti procuriamo di fare catechismo a quanti possiamo in chiesa nell’istruzione domenicale; in privato per i catecumeni specialmente nell’approssimarsi del S. Battesimo o nella preparazione a ricevere gli altri Sacramenti ai giovani, e perché no? ai nostri catechisti, controllando, esercitando, fornendo materiale necessario, nelle proiezioni, nelle nostre varie pubblicazioni.
Procuriamo di formare a questo principio i nostri chierici e coadiutori, e se ne sono capaci, esercitandoli fin d’ora. Tali lezioni siano ben preparate, attraenti, vivificate da esempi, da materiale oggettivo, reso interessante con premi, gare, ecc. A queste vedute formiamo pure i nostri catechisti e controlliamo il loro lavoro insegnativo.
Don Cimatti è a vostra disposizione per aiutarvi in tutto: per procurarvi libri, materiale, premi per le gare, per consigliarvi, ecc.
Miei buoni missionari, siamo in Giappone per questo: per far conoscere GESÙ e i suoi insegnamenti. Non limitate la cultura religiosa al solo catechismo. Vi è la storia sacra, la storia ecclesiastica (così poco conosciuta!), la liturgia, ecc. che ci daranno modo di completare lo studio della religione…
Cari missionari, voi fate già certo quanto vi consiglio, ma se in qualche modo possiamo migliorare, facciamolo volentieri per amore del Signore e delle anime; ed anche il Signore ci ricompenserà con abbondante messe da mietere.
Vi comunico le nuove indulgenze concesse dal S. Padre per il pio esercizio della Via Crucis. Prego Don Margiaria di inserirlo nel “Don Bosco”, e da tutti siano spiegate ai cristiani, che potranno così immediatamente usufruirne.
Il Delegato Apostolico comunica che in Giappone a presiedere l’Opera della Propagazione della Fede è eletto il Rev. P. Anoge, professore nel Seminario Maggiore di Tokyo. Inoltre che al 31 Marzo p. v. sono convocati a Tokyo i Revv. Ordinari del Giappone per addivenire all’erezione del Seminario di Tokyo in seminario nazionale. Si prega di comunicarmi con cortese sollecitudine EVENTUALI QUESTIONI che i Missionari desiderassero sottoporre all’assemblea.
Attendo fino al 15 c. m. per comunicare eventuali desiderata alla Delegaz. Apost. Sapete che in tutto il mondo, dopo l’appello del S. Padre vi è una nobile gara per venire in aiuto alle necessità del momento ed offrirgli un devoto omaggio nel prossimo decennio del suo pontificato. Al prossimo 12 c. m. si cerchi di ricordare la data anche ai cristiani, e tutti poi procuriamo di pregare per il Santo Padre e per le necessità della nostra S. Chiesa.
Si approssima pure l’inizio del mese di S. Giuseppe. Sia ricordato da noi e dai cristiani con devozione.
È da circa due mesi che i nostri chierici hanno iniziato il loro tirocinio.
Prego controllare se quanto è prescritto dal Regolamento e dal Cons. Scolas. fu eseguito a dovere. Non nascondiamoci l’importanza che ha questa prova per la missione e per la Congregazione. Alla fine dell’anno questi nostri cari confratelli dovranno emettere la loro professione o temporanea o perpetua. Aiutiamoli in tutte le forme a prepararsi bene, ed aiutiamoli a formarsi buoni missionari.
Continuando per la nostra missione le condizioni di difficoltà che tutti conoscete, vogliate pregare intensamente, e procuriamo tutti coll’osservanza della regola, col lavoro e collo spirito di mortificazione di meritarci le speciali benedizioni del Signore e della nostra Madonna A. e di Don Bosco.
Con vivo affetto,
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 8 Febbraio 1932
Un po’ di meditazione sul passato4
M. R. Sig. Don Ricaldone,
Una data per noi memoranda
L’8 febbraio 1926 segnava per la nostra P. Società una data memoranda: l’entrata cioè in Giappone dei primi missionari salesiani di Don Bosco. Lo ricordiamo tutti. Una mattina nebbiosa; là nel porto di Moji, nell’ansia di trovare anime amiche che ci aiutassero pel disbrigo del nostro sbarco; la nebbia che si squarcia e si dilegua, il panorama del porto, il paesaggio verde e fiorito e lontano le cime dei monti nevosi irradiate dal sole; il volto sorridente di P. Martin delle Missioni Estere di Parigi; la prima entrata nelle case giapponesi; la novità di questo mondo così caratteristico pei suoi costumi, per la sua lingua; l’accoglienza paterna dell’allora Vescovo di Nagasaki Mons. Combaz di s. m.; la visita ai luoghi sacri della storia della Chiesa cattolica in Giappone, che ci mettevano chiaramente sott’occhio il diuturno sacrificato lavoro dei missionari; la nostra prima entrata in Miyazaki… Quanti ricordi!
Persone care allora conosciute, ed ora scomparse. E dopo un affrettato anno di incompleto lavoro di formazione e di studio, le prime manifestazioni del nostro povero apostolato. I primi sbagli (e quanti!); le prime delusioni; le prime consolazioni accompagnate dagli inevitabili dolori… Meminisse juvabit.
Il nostro metodo
Se qualcuno dei fratelli nostri o dei nostri benefattori risfogliasse il Bollettino e Gioventù Missionaria dal ‘26 ad ora può seguire le fasi del nostro modesto lavoro. Realizzare la gloria di Dio e la salvezza delle anime coi mezzi in uso fra noi salesiani – metterci, mi lasci dire così, nei panni del nostro Don Bosco – tentare di fare come avrebbe fatto Lui, fu la nostra parola d’ordine – penetrare nelle famiglie per mezzo dei fanciulli; farcene corona; vivere di loro e per loro, è quanto si cercò di attuare – suscitare intorno a noi amici, simpatie, relazioni con ogni ceto di persone – consacrarci alle opere di carità più apprezzate dal cuore gentile dei giapponesi (fanciulli, ammalati, poveri e vecchi) fu la nostra meta. Ho la piena convinzione che anche in Giappone il sistema di Don Bosco, applicato a fondo, è più che mai adattato a queste nature, e non potrà non condurre che a ottimi risultati.
L’esperienza, che ora per necessità di cose non possiamo che fare in piccolo, ce lo fa vedere chiaramente. Ci troviamo, è vero, di fronte ad una nazione, che non ha lesinato e non lesina punto nei mezzi educativi: quanto di più moderno ed efficace in questo punto si viene attuando nel mondo, si tenta con gli opportuni emendamenti di riprodurre da questi buoni giapponesi. Vi riescono forse solo nell’apparato esterno, più dal lato teorico che dal pratico, ma la realtà è che in questa, come in altre parti del progresso sociale, il Giappone vuol essere alla testa. Ma Don Bosco trova da lavorare qui, come altrove e più che altrove. I fanciulli, i giovani… li vedete numerosissimi dappertutto. La povertà e la miseria materiale e morale… qui, come altrove e più che altrove. Ah, sì, Don Bosco, è in casa sua anche qui – e farà certo anche qui i miracoli di bene che ha fatto altrove.
Condizioni
Quel tanto che si è potuto finora realizzare dopo Dio, è dovuto ai nostri benefattori. Come numerarli e ringraziarli tutti? Già si viene delineando anche un po’ di movimento di organizzazione dei nostri cooperatori fra noi. Questi, uniti alla falange di quanti sono sparsi in mezzo al mondo sono gli aiuti nostri.
È per voi, o Superiori, o fratelli, o giovani allievi ed ex-allievi; o cooperatori e cooperatrici nostre, che abbiamo potuto fare quanto in questo sessennio si è realizzato. Godetene e continuateci il vostro aiuto, che i bisogni crescono. Godetene, perché la mercede vostra è scritta in cielo, godetene perché per mezzo vostro, anime sono salvate; poveri orfanelli sono raccolti ed educati, ad altri si fa apprendere un mestiere; poveri vecchi trovano conforto ed aiuto per chiudere in pace i loro giorni; anime chiamate da Dio possono realizzare la loro vocazione. Voglio nominare fra i nostri amici una categoria di persone che meritano tutta la nostra ricompensa. Anime, che consacrate a Dio nei conventi, nei monasteri, negli ospedali, pregano specialmente a che il lavoro dei poveri salesiani in Giappone sia fruttuoso. Oh, quanta fonte di bene proviene dalla preghiera umile, nascosta, sacrificata!
M. R. Sig. Don Ricaldone, voglia comunicare a tutti gli amici della missione giapponese il sentimento di gratitudine dei missionari, dei cristiani nostri e di quanti con noi all’inizio del nostro settimo anno di apostolato lavorano.
Preghi per noi e ci benedica.
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 8 febbraio 1932
Rev.ma Madre,
Ho raccomandato ai missionari come lavoro specifico della Quaresima lo studio della Religione per loro e per i loro dipendenti. Veda di esortare anche le buone Suore su questo punto cardinale.
Le accludo le nuove indulgenze sulla Via Crucis. Le comunichi per informazione e vantaggio spirituale di tutti.
Abbiate la bontà di dichiararmi per iscritto, se accettate le contro risposte come dall’ultimo foglio – o se crede fare quelle modificazioni che crede – per poterle presentare al Consiglio che si radunerà presto.
Sto studiando come venirle in aiuto per l’ultima domanda sua, e prego il Signore sia al più presto. Oggi come oggi non so dove battere la testa e si lotta pel pane quotidiano.
Le mie varie proposte (tutte fallite) erano per venire in aiuto efficace anche a loro. Il Signore mi vuol provare, o meglio ci vuol provare.
Non venga meno la fede, l’operosità nell’apostolato, l’amore alla povertà.
Le Figlie di Maria sono a tutt’oggi come noi, ed il Signore vuol abituare noi e voi a questo stato di povertà, che è il vero e a cui credo siano soggette in questa forma poche delle vostre case e delle nostre missioni. Deo gratias! Prego ed inizio oggi una novena a Don Bosco per venirvi in aiuto.
Oggi certo non mi è possibile. E già l’avrei fatto con molto piacere se mi fosse stato possibile, quindi le dirò col Vangelo: “Habe me excusatum!”.
Pensavo di restituirvi sotto forma di casa (anche perché quello era il pensiero di Don Torquinst), ma è meglio darlo in danaro, tanto più che a Torino non possono accettare la proprietà dell’Asilo, e anche voi forse non la potete usufruire.
Quando? Quando il Signore mi aiuterà e permetterà che lo faccia.
Lo considererò come debito privilegiato.
[manca il seguito]
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 9 febbraio 1932
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Fatto l’eserc. di b. m. al solito il mio rendiconto e le nostre cose generali.
Don Cimatti: salute buona sempre. In questo – grazie a Dio – posso dare buon esempio, non ne ho nessun merito, ma anche questo serve.
Studio e lavoro: non manca. Purtroppo che la mia preparazione sacerdotale mi dà del filo da torcere, e posso fare poco. Ho preso per proposito di fare qualche cosa tutti i giorni al riguardo, ma l’età e la testa non sono agili. Ad ogni modo ne sento il bisogno per il ministero e per dirigere e consigliare. Purtroppo che da anni la mia vita si è fatta sedentaria per cercare pane ai figlioli, fiat voluntas Dei, e pensare che vorrei muovermi… Mi sono prefisso pure di ripassare le vite dei nostri – le Circolari e disposizioni dei Superiori.
Adempimento e diligenza nei doveri: le cose precedenti le fanno capire che ho bisogno e come insegnante e superiore di migliorare in molte cose, per precedere gli altri col buon esempio. Ho bisogno di sforzarmi di più nella vigilanza, correzione fraterna e preparazione alle lezioni ed atti del ministero.
La buona volontà non viene mai meno, mancano in me troppe cose (Lei lo sa – le ho esposte e le esporrò sempre ai Superiori, come le espongo cotidie a Gesù).
Pratiche religiose e sollecitudine. Comodità e ringraziando il Signore, il lavorio cui attendo per migliorarle prosegue; insisto ora sulla preghiera prima e dopo le azioni e la S. meditazione.
Frequenza ai Sacramenti: regolare. Costituzioni: nulla di speciale, né difficoltà. Ho bisogno di frenare e vigilare sul corpo. Posso dire con S. Paolo: “Stimulus carnis meae qui me colaphizat”.
Carità: mi pare che vada bene – ho da frenare assai, perché non trasmodino le esterne manifestazioni.
Disordini: grazie a Dio: non ne conosco, e mi pare non ce ne siano.
Takanabe: Don Piacenza (malato cronico e davvero in croce, ma optime in tutto).
Don Cecchetti (non so darne un giudizio, ammalato; tagliato per la propaganda, ma pel giapponese siamo a zero, è mancanza di volontà? Impossibilità per salute o testa?). Don Dumeez (bene in omnibus, ebbe recentemente catarro intestinale, ora bene). Ci fu qualche chierico indisposto al cambio di temperatura, ora benino tutti. Non c’è nessuno che eccella né per studio, né per virtù. Coad. Ragogna benino.
Nel prossimo anno avremo un mortorio (4 chierici del secondo anno), non so ancora come faremo; non si può rimanere certo 7 confratelli in casa per 4 chierici. Anche perché se non ci espandiamo, non so come far lavorare i chierici nel tirocinio. I miei poveri piani sono andati tutti a monte, ma ne sono contento pur di aderire alle disposizioni dei superiori.
Mi lamento con Lei, col Sig. Don Berruti e forse col Sig. Don Tirone, perché mi dispiacque che si pensasse che il non invio fosse partito da me. Dopo un anno d’insistenze presso di Lei e buon’anima del Sig. Don Rinaldi, ho ottenuto zero, e così sia. Petite et accipietis: sarà per un altro anno.
Nakatsu: confratelli e seminaristi bene in tutto. Il ch. Bechis che si diporta molto bambinescamente, ripreso fortiter, dopo gli esercizi si è rimesso a posto.
Non so se riuscirò a mettere in sede propria il Seminario. Il sussidio dell’anno scorso pel Seminario, dietro suo consiglio fu adoperato per vivere, e prima che riesca a ricostruirlo ne dovrà passare dell’acqua sotto il ponte. Vedremo. Ed anche questo ha sconvolto tutti i piani. Ad Deus…
Beppu: bene per tutti. Vi è stato un momento in cui il coad. F. non faceva bene – fu ripreso – pare in carreggiata. Mi sbaglierò, ma non era un individuo (dopo tutto quello che passò in noviziato, e per la salute) da venire in Giappone. Ma se c’è, è il Signore che l’ha permesso. Lui e Braggion sono aspretti anzi che no nel tratto. La zona è buona. Sono da tempo in attesa delle idee dei superiori sulla soluzione di questo terreno (e anche di quello di Oita) per non fare pasticci sulla proprietà – essendo tali terreni dati dal Sig. Don Torquinst. Il lavoro attuale è missionario e come tale presentato a Propaganda. Più si trascinano le cose, più si acuiscono poi le diatribe all’atto della divisione.
Sull’opportunità dell’erezione in Prefettura o Vicariato dell’attuale missione (di cui le scrissi) il Delegato mi controrispose dicendo che egli non muoverà un passo a Roma, senza il consenso del Superiore della Missione. E Don Cimatti, certo, non muoverà un dito.
Oita: benino tutti. Don Marega pian piano si sforza per migliorare il suo carattere, ed è in un momento buono. La tipografia lavora discretamente.
A nostra lettera, finalmente l’Arciv. di Tokyo risponde che la diocesi non può aiutare né con terreno, né con costruzioni, perciò siamo da capo – eppure se vogliamo che ne guadagni la Congregazione e la missione bisogna arrivare là. Mah… anche per stavolta a Tokyo non si va.
Miyazaki: confratelli bene in omnibus. Don Cavoli (mal di cuore), Guaschino (invecchia). Sono iniziati i lavori per l’Ospizio (opera della Missione) di poveri vecchi e abbandonati.5 Il Governo appoggia (una recente legge pare assicuri la metà delle spese) così pure la città e provincia. A darle un’idea delle leggi che favoriscono tali opere di beneficenza, sulla spesa preventivata dalla prov. e Municipio per costruzione in Yen 13.321 di cui Yen 2.806 dalla missione ed il resto dai benefattori, dal governo e dalla provincia. Per il mantenimento un preventivo di 5 mesi valutato a Yen 3.605 che vengono coperti per Yen 242,50 dalla Missione e il resto come sopra.
Ci parve che con tali aiuti (e altri perché il giapponese vuol vedere e poi si muove – e la nuova legge pare assicuri di più) non si doveva tirarci indietro e lasciar sfuggire l’occasione. Naturalmente si cerca di lavorare per far fronte alla parte nostra, anche perché il rimborso non avverrà che in Aprile, quest’anno si fa la parte a cui si arriva colle somme raccolte – in seguito si farà facendo secondo il filo. I confratelli avranno scritto pregando siano inviate le somme pervenute a Torino a tale scopo. Nello stesso senso scrissi al Sig. Don Giraudi, Don Tranquillo, Sig. Don Berruti. Spero almeno rispondano, e più, aiutino. Per me ho domandato che inviino almeno quello che ha destinazione fissa (case, opere, confratelli, scopi speciali) tenendo il generico per i debiti che ho a Torino.
Tano: è la parte più difficile, sacrificata, ed è quella che va meno bene, per la poca corrispondenza dei cristiani ed anche per chi vi è alla testa, il povero Don Lucioni, che attende ansioso la sua risposta. Come già scrissi, tolga Lui e questa povera missione da questo incubo continuo. Non conosco i motivi specifici, ma come scrissi, era già da esaudire due anni fa. Richiamato, forse si metterà a posto.
Non ho speciali osservazioni. Per me, Don Lucioni è ammalato di corpo e più di spirito. Scongiuro e prego che anche per telegramma vogliano rispondere, se no prevedo che dovrò lasciarlo andare. Se questo povero confratello dovesse finir male, prego il Signore se lo pigli ora, o meglio pigli me, così è finito tutto.
È per ora la spina più dolorosa, l’anima dei confratelli, a paragone della quale, le spine economiche sono zero. Ah, se i superiori rispondessero subito, anche solo una cartolina: “ricevuto – sta tranquillo!”, come si starebbe più calmi. Don Lucioni si lamentava con me l’altro giorno: “quando scrissi due anni fa, hanno fatto attendere la risposta tre mesi…”. Si metta dunque, amatissimo Padre, nei panni di questa povera anima che da mesi tribola spiritualmente ed attende da Lei… Come dico, per me sottoscrivo il ritorno, pur non sapendo (e non ho bisogno di saperlo) i motivi. Forse salviamo ancora un’anima.
Per le altre cose, al solito. Attendo con fiducia:
Consigli dai Superiori in molti punti finanziari, amministrativi
Possibilmente aiuti (dato specialmente la discesa dello yen – per noi sarebbe manna).
Ho ricevuto il parere dei Superiori sullo studentato teologico che presenterò al Consiglio, ma mi permetterà di fare al più presto noto ai Superiori il mio povero pensiero al riguardo nel solo interesse delle anime, perché mi sento in coscienza di doverlo fare, e poi sarà quello che Dio vorrà.
E per ora basta.
Preghi, amatissimo Sig. Don Ricaldone, preghi per me, che mi sento… povero in tutti i sensi.
Dimenticavo… per le Figlie di Maria A. avrei bisogno di aiutarle anche materialmente e non posso. Fanno come possono, ma anche questo punto non va. Preghi anche per questo. Tutto suo nel Signore.
Obbl.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
895 /Circolare salesiani / 1932-2-10 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
[10 febbraio 1932]
Carissimi,
So che vari di voi sono un po’ in apprensione perché fra poco non avranno più vino. Non è la prima volta che capita. Come già annunciai è in viaggio una parte discreta che in via di esperimento abbiamo ordinato dall’Italia. Si sa che fu spedito, occorre economizzare assai.
Vedo che con piacere si va introducendo il tè come bevanda durante i pasti. Credo che se ne aumentiamo l’uso non ne avremo danno per la salute; potremo avere poi un po’ di riserva di vino che sarà utile in caso di malattia o di festa o in caso di stanchezza; e in conclusione realizzeremo una forte economia, essendo il vino la spesa più forte fra le derrate.
Non vi consiglio né domando l’abolizione del vino. Non so però quando potrò inviarvene: come già ebbi a scrivervi, abbiate la bontà di regolare la cosa in modo che nessuno dei confratelli abbia a soffrirne nella salute e nello stesso tempo possiate far fronte all’involontario inconveniente.
Don V. Cimatti, sales.
ai Consiglieri della Missione di S. F. Saverio e della Visitatoria salesiana
Missione Indipendente di Miyazaki.
Consiglio della Missione e Visitatoria.
Miyazaki, 14 febbraio 1932
Carissimi,
Mentre vi comunico a nome dei Superiori la nomina a Consigliere del nostro Don Margiaria che entrando a condividere più direttamente con noi il lavoro e la responsabilità sarà certo di grande aiuto alla missione e all’opera nostra, invito i Consiglieri a Takanabe per il prossimo giovedì 18 c. m. per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
Questione del Seminario. Si avvicina la fine dell’anno. Come impiegare il sussidio dell’Opera del Clero Indigeno concessa esclusivamente per l’erigendo seminario. A Nakatsu? Trasporto? (P. Faber, P. Candou, P. Fage, ecc.). Come fomentare le vocazioni? Opera dei Figli di Maria? Unita al Seminario? Separata?6
Che rispondere a Tokyo per il SEMINARIO di Tokyo come seminario nazionale? Il Vescovo di Fukuoka e Mons. Roy propendono per un Seminario maggiore nel Kyushu.
In Italia pare che la S. Sede abbia designato la Lombardia come centro ove raccogliere mezzi per sussidiare il nostro Seminario. Vi è delegato il nostro Don Favini. Certo che se ci potesse essere un missionario del Giappone…
Relazione di Don Cimatti sulla riunione tenuta a Kagoshima con Mons. Breton e Mons. Roy.
Delegazione ad ogni consigliere di una branca speciale di attività.
Come far fronte alle attuali situazioni economiche.
Temi e questioni da presentare eventualmente nella prossima adunata dei Vescovi a Tokyo.
Varie questioni interessanti le singole residenze. Bisogni speciali. Prossimo lavoro per la regolarizzazione dello SHADAN, approvato dal Governo.
Varie.
Buona e santa Quaresima. In unione di preghiere.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore dei salesiani
Takanabe, 15 febbraio 1932
M. R. Sig. Don Gusmano,
Ho ricevuto il per me sibillino cartoncino che vedo ora per la prima volta – né so davvero a che possa servire, né da chi sia composto, né a qual fine. Chi l’ha scritto non conosce Don Cimatti davvero – non mi meraviglio, perché ci sono abituato nei réclame che si fanno in Giappone pei concerti di Don Cimatti e compagni… Non glieli dico per modestia… Ma chi ne ride di più è il sottoscritto. E quindi me ne rido di cuore… L’ho bruciato… e così, finito tutto.7
Grazie delle sue lettere… Pian piano anche gli altri rispondono e così si sta tranquilli e si può lavorare: mandando le risposte Don Cimatti fa spropositi – ne ho già fatti tanti, che come i debiti bisogna pure cerchi di riparare come meglio si può, e la miglior maniera è mettere le responsabilità addosso a chi spetta e fare l’obbedienza.
Ci possono essere dei momenti in cui Don Cimatti ha desiderato o desidera il potere… È la superbia umana… Sì… Posso aver desiderato ed ho desiderato qualche portafoglio… Non ho paura di dirlo… Nel pensiero di guadagnare più anime… E penso che il Signore non mi avrà riprovato… In ogni caso, me ne sono confessato… Non per i soldi, sa, i portafogli li desidero… ma per togliermi dai soldi. I debiti che ora premono sono stati fatti, quando abbiamo avuto i soldi… Ah, posso parafrasare proprio in mio senso (e spero finché avrò vita di essere accanito amatore della povertà) “et venerunt nobis omnia pariter cum pecunia”… Il Signore sa, e provvederà, vero? Avanti con fede ed allegria…
Quanto al resto, non sono del suo parere, quanto alle dignità!… Ma ciò non vuol dire che Lei o Don Cimatti abbiano torto o ragione… Non è il caso di aspirarvi – al caso pratico si vedrà il da farsi, vero! Quanto al segretariato, che vuole? È stato il mio sogno in tutta la vita e mi piacerebbe – comprendo il suo “se a ciascun l’interno affanno”… perché ho provato la buona anima santa di Don Nassò e del Comm. Schiapparelli; mi piacerebbe… Ad ogni modo siccome non sempre il Signore concede ciò che piace qui in terra, perché così dà poi ciò che piace a Lui in Cielo, penso che non me l’ha dato o darà per… È probabile Lei aspirasse ad altro (scusi… Lei certo aspirava a fare la volontà di Dio)… Il Signore l’ha fatto segretario… Ecco che il Paradiso cui aspiriamo l’acquista anche Lei.
Leggendo dirà: “Ah, che missionari che perdono tempo e ne fanno perdere!”. Chiudo quindi… che vuole?
Il Signore mi domanda una spina dolorosissima che sta avvicinandosi a grandi passi… Lo saprà… Un povero confratello che se non c’è una grazia speciale… Dà ora indietro dalla missione e Dio non permetta che dia indietro in altro.
Quindi ho bisogno di lenire ed attutire… Spero nella prossima quindicina di inviare catalogo. Ma in caso di necessità stampi come è.
Preghi e faccia pregare per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Miyazaki, 17 febbraio 1932
Eccellenza Reverendissima,
Affido alla sua bontà e carità l’acclusa pratica che è destinata a venire in aiuto alla fondazione della nuova residenza di Beppu, dove su terreno proprio si è per ora costruito una modestissima casa che serve da tutto (abitazione, cappella, ecc.); nell’annesso recinto si radunano giornalmente i fanciulli sotto la guida dei missionari salesiani, mentre le Figlie di Maria Ausiliatrice si prendono cura delle ragazze.
Il numero dei catecumeni viene crescendo e data l’importanza della città, meta di tanti giapponesi e forestieri, anche cattolici, ho pensato – nonostante le difficoltà del momento – di iniziare l’opera della costruzione di una sala – cappella dapprima e secondo gli aiuti che verranno, anche una vera Chiesa.
I Cristiani e gli stessi pagani, Giapponesi e non, la desiderano: i membri delle Ambasciate che tutti gli anni vengono a Beppu per le ferie o per le cure domandano la Chiesa Cattolica. La casetta attuale è più che insufficiente.
Imploro tutto il suo appoggio presso l’Opera della Propagazione della Fede di Boston che già in altra occasione mi aiutò per la costruzione della cappella di Tano, desiderando il benefattore che fosse intitolata alla Madonna “Stella Maris” come di fatto è.
Non essendo il sottoscritto Vescovo, come nell’altra occasione, feci firmare e spedire la pratica dalla Delegazione Apostolica, ed ebbe esito felice.
Così faccio ora. Voglio sperare che anche questa volta la pratica riuscirà.
V. E. conosce la nostra povertà e qualsiasi offerta anche minima per noi è vera carità. Il Signore le rimeriti di tutto.
Voglia credermi di V. E. Rev.ma
Don Vincenzo Cimatti, sales.
al chierico Vasco Tassinari, suo ex-allievo, fratello di Clodoveo
Takanabe, 17 febbraio 1932
Carissimo Vasco,
Grazie ed il Signore ti benedica. Le morti di persone care sono monito per noi.
Anche per noi l’ora nostra. Pronti, in maniera che all’ordine, rispondiamo “pronto”. Te beato se farai bene l’esercizio di buona morte, sempre e bene.
Dillo agli amici… e in quel giorno mettere a posto tutto, spirito e materia.
Allegro e buono. Sii allegro come i giapponesi, che anche con l’odio in cuore, col cuore in pezzi, sorridono.
Sii buono come Gesù… e basterà.
A ½ gr., ed ½ gr., + bs ½ gr. pesta in cartina da prendere con ostia ogni momento e starai bene.
Nei dolori di testa e cuore c + c + u + v, e si ha la guarigione.
Tuo sempre
Don V. Cimatti
a Don Martino Cristofori, salesiano
Takanabe, 24 febbraio 1932
Amatissimo Don Cristofori,
L’avvicinarsi delle sante feste di Pasqua mi mettono nella dolce necessità di presentare a nome di tutti, a Lei che sotto tanti aspetti è benefattore munifico di questa missione, i più sinceri auguri, l’assicurazione di preghiere, l’offerta di sacrifici. Non so come sdebitarmi davvero. Il Signore benedica de rore coeli et de pinguedine terrae.
Voglia rendersi interprete di questi sentimenti presso tutti e singoli confratelli, a cui vorrei scrivere personalmente, lo faccio per alcuni. Non dimentico il buon Don Ressico e i chierici ormai… a cavallo. Li aiuti a formarsi davvero santi preti.
Dica ai giovani che occupano un posto speciale nelle nostre preghiere. Grazie, grazie!
A Lei un grande abbraccio.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
[24 febbraio 1932]
Carissimo Grigoletto,
Due date care:
S. Giuseppe.
Pasqua e debito di riconoscenza… e tu sai quanto te ne debbo… Vuole che ricordi l’una e l’altra.
Retorica? Non ne sono capace. Non piacerebbe a te e tanto meno a me; ma il cuore ha pure le sue esigenze, e se anche non mi dilungo, tu comprendi.
Preghiere e sacrifici di Don Cimatti sono per le tue intenzioni e specialmente perché possa raggiungere santamente la meta. Stop! E ora a noi:
Unisco biglietti pei moglianesi e spedisco direttamente ai lontani.
Insisti presso quelli che puoi sui vantaggi spirituali.
La domenica delle Palme (in cui noi si festeggia S. Giuseppe, che qui non è di precetto) celebro per te. Metti l’intenzione già il giorno precedente (perché mentre celebro tu dormirai): sarò intimamente unito a te; pregherò per te, per i tuoi cari morti, per il padrino e per i benefattori.
Auguri pel Dicembre. Avvisami quando piglierai la S. Messa.
Non preoccuparti. Sta’ tranquillo: lavora con la preghiera.
Sto pensando ai kakemono pel Dr. Piovan, bisogna però prenderli con le misure giapponesi, perché non ne fabbricano che su questo stampo.
E a quelli per te, ecc. Spero inviare tutto in un prossimo pacco.
Allegro, calmo, fatti santo e pensa a Don Cimatti solo nella preghiera.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 26 febbraio 1932
Eccellenza Reverendissima,
La presente è come semplice segno di ricevuta e assicurazione dell’esecuzione.
Mi troverò a tempo a Tokyo dove, oltre al piacere di rivederLa, mi sarà dato di imparare tante cose belle e buone.
Ossequi cordiali al suo segretario.
Con profondo ossequio.
Dell’E. V. Reverendissima
Don Vincenzo Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 27 Febbraio 1932
Le difficoltà si accentuano8
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Le relazioni mensili che so essere attese tanto dal suo cuore, come dai nostri cari lettori del Bollettino Salesiano, le portano le notizie salienti del lavoro dei suoi figli, che al fronte, agli avamposti in ogni parte del mondo, combattono la buona battaglia. Se per tutti i lettori possono rappresentare una fonte di gioia, di ammirazione, di compassione a seconda delle circostanze, per noi missionari sono una sorgente di consolazione ineffabile, perché versare la piena del cuore nel cuore del padre, nel cuore di anime generose ed amiche, che convivono del nostro stesso ideale di azione e preghiera, fa sempre del bene. Tanto più quando si è amareggiati, affranti spiritualmente (alla carcassa chi ci bada?), perché si desidererebbe fare quanto si ritiene necessario per le anime e non si può; si desidererebbe riuscire, e non si riesce; si vorrebbero abbattere gli ostacoli, le barriere del nemico delle anime, che si moltiplicano, accumulano, intralciano in mille forme nuove, inattese, insostituibili, il lavoro dell’apostolato, e non si trovano i mezzi.
Non le parlo delle difficoltà materiali. È ormai un ritornello “la crisi mondiale” e con questa persuasione si finisce pur soffrendo, per adattarsi a questo quid che paralizza tutto, a far di necessità virtù, confidando solo nelle eleganti risorse della Provvidenza, che non dimentica i suoi poveri figliuoli. Noi che viviamo fra queste popolazioni che hanno mirabile lo spirito di adattamento agli eventi e lo spirito di sottomissione fatalistica ai medesimi, possiamo imparare molto vivificando colla fede a quanto per carattere e per credenza si assoggettano queste popolazioni. Ma non sono queste le difficoltà che ci spaventano. La parola d’ordine che il cuore dei figli le trasmette, la volontà dei suoi missionari in Giappone, come già le dissi, è: “Soffriamo qualsiasi prova, anche la mancanza del necessario, ma non vogliamo dare indietro, né diminuire il lavoro dell’apostolato intorno alle anime e alle opere iniziate” e finora, grazie a Dio, la parola è mantenuta. Si soffre materialmente, ma il Signore ci dona consolazioni spirituali ineffabili – battesimi, aumento di catecumeni, aumento di simpatia e di avvicinamento alla missione e all’opera nostra, necessità di iniziare nuove opere di carità (orfanotrofio, ricovero per vecchi), necessità per ampliare le iniziate (seminario, scuola tipografica Don Bosco) – a petto delle quali passano in ultima linea le preoccupazioni materiali che però premono, pungono, urgono da tutte le parti e a lenire le quali si alza sempre supplicante il grido del missionario. Oh, lo ascoltino tutte le anime buone!
Alcune difficoltà caratteristiche
Ma ciò che addolora il cuore del missionario, e specialmente del missionario che risiede nei piccoli centri, e specialmente del missionario salesiano, è la difficoltà dell’apostolato in mezzo ai fanciulli e ai giovani, per varie condizioni di fatto più sentite nei piccoli centri e più in questa missione, una delle più abbandonate anche dal punto di vista civile, perché lontana dai grandi centri dell’attività giapponese, e, si sa… alla periferia il sangue circola meno intensamente che alle parti centrali.
Noi, arrivando in un nuovo centro d’apostolato, secondo il nostro sistema apriamo l’oratorio. Ai primi giorni (è anche naturale!) affluenza in pieno. Si sa! La curiosità, gli stranieri, i giuochi… Poi piano piano si stabilizza il gruppo dei frequentatori, finché un bel giorno lei vede l’oratorio deserto. Quali le cause? Molteplici, svariate, secondo i luoghi.
Alle volte gli insegnanti delle scuole pubblicamente o privatamente sconsigliano la frequenza alla missione… E i giovani ubbidiscono – in Giappone la scuola è legata fortemente ancora alla famiglia, dato il sistema completo di organizzazione scolastica col concorso di tutte le forze educative, salvo le religiose.
Non è infrequente, specie nelle scuole medie, che l’insegnante parli anche contro la religione cattolica (pur essendo proibito di trattare in scuola i problemi religiosi) – le solite viete obiezioni di altri tempi non scomparse neppure in Italia.
Coloro che frequentano la missione sono in molti casi messi pubblicamente in discredito dai compagni, e alle volte spaventati dai bonzi o dai genitori stessi che raccontano ai fanciulli le più sballate panzane sul conto dei missionari cattolici (sono stranieri venuti per soggiogare la nazione; tagliano la testa ai fanciulli; strappano ai morenti il fegato per loro medicine che vendono a caro prezzo in Europa, motivo per cui sono ricchi, ecc.).
Sui cristiani poi o sui convertiti, specie nei piccoli centri, incombono altre difficoltà.
Pochi di numero, non sempre di condizione sociale che sappia farsi valere, sono segnati a dito, e la franca manifestazione della fede viene ad urtare contro molte difficoltà, cui non tutti sanno far fronte con forza.
Uno dei problemi più assillanti poi è la partecipazione alle feste pagane, cui si vorrebbero obbligati anche i cristiani. Tutti gli abitanti del piccolo centro vi devono concorrere con contribuzioni fissate, specialmente in occasione delle feste degli dei tutelari del paese. I cristiani che naturalmente si rifiutano, vengono perciò considerati come nemici dell’impero, e i nemici nostri hanno buon gioco di soffiare nel fuoco presentando la religione cattolica come antinazionale. E non c’è cosa che più faccia presa sull’animo dei giapponesi che quanto è pensato, veduto contrario alla sua nazione.
Il carattere poi sentimentale suscettibile al sommo, volubile, utilitarista di questo popolo, adorno d’altra parte di ottime qualità che lo hanno elevato all’altezza in cui si trova, rendono più sensibili le difficoltà sopraccennate. E sono appunto le accennate qualità, starei per dire insite nella razza, che rendono quanto mai delicato e difficile il problema molto più importante delle vocazioni, che pure è urgente risolvere, nonostante le difficoltà.
Amato padre, non le ho detto delle novità. D’altra parte il problema delle difficoltà dell’apostolato è comune a tutte le missioni, caratteristico per ognuna di esse.
Il nostro grande maestro Gesù ne ha tracciato il luminoso esempio. Ma che vuole?
Si sente purtroppo da tutti il peso dell’umanità; e quando il missionario alle volte nella solitudine forzata in cui si trova, accasciato dalle difficoltà, vuol fare un po’ di bilancio del suo lavoro e rendersi conto degli ostacoli che gli si parano innanzi per vincerli, se li scopre, desidera comunicarli ad altri.
Fa tanto del bene al cuore, perché si è certi dell’aiuto di tante anime buone che ci vogliono bene e che porgono a noi l’esca ossia i mezzi umani per fare il bene, che ci accompagnano colla preghiera, a cui noi aggiungiamo il nostro lavoro e il sacrificio, e il buon Dio la grazia che fa poi nascere l’anima alla fede.
Preghi per i suoi più lontani e più provati figliuoli, e fra tutti per il
Suo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 29 febbraio 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Fedele alla regola impostami, eccole il mio rendiconto e dei miei.
Salute: ottima in tutti i sensi.
Studio e lavoro: c’è a sufficienza da essere occupato. Vorrei lavorare di più per l’apostolato – la ricerca dei mezzi assorbe la più parte dell’attività.
Adempimento dei doveri: sento, ma i Superiori conoscono le mie difficoltà, e le mie facoltà impari alla bisogna tanto salesiana che ecclesiastica.
Pratiche di pietà: comodità. Mi sembra di sforzarmi settimana per settimana. Lavoro quest’anno sulla Messa. Regolare la frequenza ai Sacramenti.
Costituzioni: nessuna difficoltà. Da un po’ di tempo “stimuli carnis me colaphizant”. E non trovo le cause.
Carità: optime con tutti; devo anzi frenare le manifestazioni esterne.
Disordini: per ora non ne vedo né conosco, quelli che certo ci sono, sono colpa del sottoscritto.
Quanto ai confratelli: fisicamente ora tutti bene…
Spiritualmente: al momento tutti bene. Qualche giornata nostalgica pel coad. F.; caratteri un po’ eccitati i… In genere i coad. tutti un po’ nervosi ed aspretti coi giapponesi…
Le suore… non si è ancora trovato la via per un lavoro proficuo.
Certo il contatto più diretto essendo a Miyazaki con Don Antonio (un po’ forte), desiderando essere forse ciò che nessuna missione (penso) può dare – avendo studiato poco e studiando poco il giapponese… hanno creato uno stato di cose che, in qualche caso mi sono augurato che sarebbe stato meglio fossero rimaste in Italia. Ad ogni modo Deus scit et fiat voluntas Dei, e mi conceda presto il modo di poterle aiutare materialmente e spiritualmente di più. Ma accontentarle… credo sarà difficile. Ad ogni modo hanno la buona volontà, e le formerà la vita di sacrificio che si deve menare un po’ da tutti.
Le nostre cose sono al solito, in attesa delle cifre favolose che di straforo si sa che devono arrivare… Mi pare (per ora) di poter scrivere come il nostro Don Bosco nel 1876: “Mi si promettono mari e monti. Vedremo se lasciando loro la proprietà del mare e dei monti, mi si darà qualche cosa…”.
Siamo nelle mani di Dio, che può darci quelle ed altre. L’importante è che ci conservi nella grazia. Certo che si vive alla giornata…
Ho messo tutto in mano a S. Giuseppe, come già le scrissi.
Ho fatto il giretto mensile, trovo tutti bene, animati e con lavoro ben iniziato ed avviato dappertutto.
In questo mese la spina più dolorosa è un giapponese che deve incominciare la filosofia, come chierico, e si è ammalato. Non hunc elegit Dominus temo di poter dire… Vedremo se guarisce bene. Ed uno che da due anni da noi come aspirante coadiutore, che se ne va “perché – confessa – di non aver mai avuto intenzione di farsi religioso, e che venne per fini materiali e per provare”.
Don Bosco e Maria A. ci hanno davvero aiutato.
Ah, caro Don Ricaldone, l’incostanza dei giapponesi… terribile, terribile… Ci aiuti il Signore.
Non scendo ad altri particolari per questa volta. Buona e santa Pasqua a tutti e ci benedica il Signore, e Lei voglia implorare da Maria A. e da Don Bosco per noi tutti e specie per me speciali benedizioni.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Miyazaki, 2 marzo 1932
Carissimi,
Secondo il disposto del nostro Prefetto Generale (atti del Capit. No. 57) dovendo inviare entro il mese l’elenco generale dei Cooperatori e Cooperatrici in Giappone, vi prego di inviarmi al ricevere questa comunicazione: elenco dei cooperatori, di quelli che ricevono il Bollettino sales. nelle varie lingue, e di quelli a cui sarebbe opportuno mandarlo…
Spero al più presto di potervi dare norme per l’organizzazione di essi.
Attendo risposta e sulle richieste per S. Teresa e per le liste dei libri che desiderate avere tramite il Governo Italiano o di materiale scolastico.
Non ricevendo nulla entro il 10 c. m. rimane inteso che non avete nulla da inviare o che non desiderate nulla.
Si avvicina pure col 10 del mese il tempo per la consegna dei manoscritti per i nostri giornali. Prego…
Al momento la tipografia avendo molto urgente lavoro vi sarà un ritardo nell’invio del giornale.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti
906 /Ghetti Giorgio / 1932-3-2 /
a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, suo amico e benefattore
Takanabe, 2 marzo 1932
Ill.mo e amatissimo Sig. Dottore,
L’invito a riposare sotto l’ombra profumata di questo modesto albero di canfora… fa bene al cuore la medicina, ma per me, specie nelle prossime feste di Pasqua, ho bisogno di dire cuore a cuore la riconoscenza per i benefici ricevuti.
A Lei, alla sua Signora, alla famiglia, al buon Conte Pasolini: ricordo, offro sacrifici e prego.
Non voglia dimenticare il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
907 /Ricaldone Pietro / 1932-3-9 /
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 9 marzo 1932
Molto Rev. Sig. Don Ricaldone,
In omaggio al disposto del Prefetto Generale nel numero 57, Atti del Capit. Super. mi onoro di informarla che:
In tutte le case e nella Visitatoria vi è l’Ufficio e l’incaricato della Pia Unione dei Cooperatori nella persona dei rispettivi direttori e Visitatore.
Si tiene presso di costoro l’elenco prescritto.
Unisco le liste corrette e aggiornate per singoli Bollettini in lingua straniera.
La massima parte dei Cooperatori però non conoscendo le lingue straniere, come già di intesa col compianto Sig. Don Rinaldi e con Lei, si stampa in giapponese il “Don Bosco” mensile che si può considerare come l’organo dei Cooperatori in Giappone. L’articolo di fondo e le notizie più importanti sono desunte dal Boll. Ital. e lo spirito informatore è tutto quello del Bollettino. Si stampa in numero di 1500 copie mensili che si distribuiscono anche ai pagani. Coloro che attualmente sono iscritti alla cooperaz. sales. sono circa 200. Fu per essi tradotto il manuale relativo e si attendono da tempo da Torino i diplomi di iscrizione.
Finora il recapito dei Bollettini dall’estero sembra regolare. Lo sarà ancora più se con accuratezza saranno scritti gli indirizzi che invio, corretti ed aggiornati. Credo inutile inviare i nomi giapponesi di coloro che sono regolarmente inscritti, perché solamente Lei li potrebbe leggere decorosamente. Qualora però fossero necessari sono pronto ad inviarli immediatamente.
Per i diplomi consiglierei di mandarci in bianco: scriveremmo noi in giapponese le diciture volute, perché diversamente non sarebbero compresi.
Le sarò profondamente riconoscente se vorrà suggerire qualche mezzo per fare prosperare la Pia Unione in questo grande Impero. Certo i Salesiani potranno far molto di più anche in questo campo quando saranno nei grandi centri dell’Isola grande.
Con tutto l’ossequio, si degni benedirci e pregare per noi.
Don V. Cimatti, sales.
908 /Consiglio Opera S. Pietro Apostolo / 1932-3-9 /
ai Componenti del Consiglio Generale dell’Opera S. Pietro Apostolo
Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 9 marzo 1932
Al Consiglio Generale dell’Opera di S. Pietro Apostolo,
Affido alla carità ed allo studio del Consiglio generale dell’Opera questa nuova pratica destinata al bene delle anime ed all’incremento di questa missione, fiducioso che come prima, sarà esaudita e ci darà così modo di lavorare più efficacemente per le vocazioni di questi cari giapponesi.
Riassumo brevemente la questione per maggior chiarezza.
ANTEFATTI. Pratiche di vari anni per ottenere il sussidio per l’erigendo Piccolo Seminario della Missione di Miyazaki vennero felicemente espletate in data 17/12/31 quando il Consiglio generale dell’Opera elargiva il sussidio di Lire Ital. centomila.
STATO ATTUALE DELLA QUESTIONE. Ci mettemmo subito all’opera per la ricerca del terreno conveniente (già se ne erano adocchiati vari e di privati e di banche, possibilmente che già avessero edificio abitabile), ma tutte le ricerche si arenarono di fronte ai prezzi. Col sussidio finora ottenuto riusciremo a fissare forse definitivamente il terreno conveniente, ma non possiamo neppur lontanamente pensare alla costruzione, ed allora il problema, pur avvicinandosi alla soluzione, non si può riuscire certo a concludere.
Non so come farò quest’anno se il Signore mi invia vocazioni numerose, che spero e mi auguro; ad ogni modo mentre tenterò di aggiustarmi, supplico il Consiglio generale a venirmi in aiuto per completare il problema del nostro Seminario, che è davvero questione di vita o di morte per noi.
Fissando ad un massimo di una quarantina di persone (personale compreso) che devono convivere nell’abitazione, penso che con un sussidio come il primo potrò riuscire a completare tutto.
In Giappone in cui il problema scolastico è di primo ordine e circondato anche di tutto l’apparato esterno che lo fa apprezzare da tutti, non si può presentare una fabbrica qualunque, tanto più che avrei in idea di farla [ri]conoscere legalmente per valorizzare gli studi dei seminaristi.
È cosa possibile ottenere in Giappone, naturalmente alle condizioni volute dalla legge anche per la costruzione, ed è anche per questo che darebbe modo di sottrarre gli allievi dall’influenza deleteria della scuola di Stato, pur ottenendone i vantaggi legali, che supplico l’onorevole Consiglio generale a fare uno sforzo nuovo per questa povera missione.
Nelle prime pratiche domandavo un minimo di Lire ital. 300.000. Naturalmente che con più si può fare di più, e non intendo di porre limiti alla carità loro, ma tutto sommato mi sembra che col sussidio che domando ora posso sufficientemente far fronte alla situazione.
Voglia il Consiglio prendere sotto la sua speciale protezione quest’opera necessaria, ed abbia la bontà di venirci in pronto aiuto. Ritengo che quest’opera, oltre il bene diretto per le vocazioni, farà certo del gran bene alla propaganda cattolica. Le Autorità stesse si interessano assai che in queste regioni, un po’ abbandonate, perché fuori centro, si dia opera in tutte le forme all’educazione ed istruzione dei Giapponesi, e spererei ad opera finita di ottenere anche contributi dalle autorità locali e provinciali, come ho potuto ottenere per altre opere.
I Giapponesi non sono alieni di concorrere per ciò che risulta per il loro bene, ma vogliono prima vedere le cose in funzione.
Mentre porgo la pratica fiducioso di essere esaudito, assicuro per il Consiglio le più sentite preghiere per il sempre più prospero progredire e fiorire dell’Opera. Raccomando me ed i miei alla loro carità.Con tutto l’ossequio,
Devotissimo nel Signore
Don Vincenzo Cimatti, Super. Missione Indip
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
[10 Marzo 1932ca]
M. R. Sig. Don Ricaldone,
Non è la fine del mese, ma per vari motivi anticipo perché:
Sono nella dura necessità
e non voglio arrivare tardi per gli auguri pasquali.
Comincio da questi ultimi. A Lei, rappresentante ora del nostro Don Bosco, a Lei cui è legata la memoria, la carità, l’attività dei successori, gli auguri cordiali dei lontani figli, l’assicurazione del rinnovato ardore nel rimanere fedeli allo spirito del Padre, la preghiera quotidiana, affinché il Signore la conservi nella sanità e santità mentis et corporis.
Tutti e singoli riconoscono e sanno di quanto amore Lei ci ami. Abbiamo questo santo orgoglio di essere – credo – fra i più amati, perché fra i più lontani e bisognosi di tutto e di tutti, e fra i più desiderosi di essere santi missionari salesiani. Lei accetti l’affetto e le preghiere dei singoli, e preghi per noi e ci venga in aiuto quanto può, perché davvero il povero Don Cimatti è in necessitatibus et in tribulationibus. Voglio sperare che per noi la crisi sia nella fase più acuta e che la Provvidenza ci verrà in forte aiuto.
La missione deve d’urgenza provvedere:
Al pagamento di circa Lire 70 mila per terreno asilo di Miyazaki. Il padrone insiste ed ha già pazientato dal Natale in qua. L’altro giorno ha domandato Lire settemila e fa capire che vuol essere pagato presto, tanto più che dice “che ora essendo lo Yen diminuito non vi tornerà più difficile come prima”.
Al pagamento di Lire 75 mila ai Padri delle Missioni Estere di Parigi che ci vennero in aiuto caritatevolmente nella necessità, mi fanno capire troppo chiaramente che è ora. Avevo dato loro la speranza che avrei restituito alla fine dell’anno.
Al pagamento di Lire 20 mila alle suore, che nei tempi dell’indigenza su un fondo lasciato loro da Don Torquinst, imprestarono per vivere noi e loro.
Non parlo di altri (Oita, Beppu con banche estinguibili in 3-5 anni). E poi bisogna pur vivere. Ho pregato i Superiori che mi dicono di non potere – ho insistito facendo osservare che lo Yen è in ribasso, e non riesco a trovare chi possa venire in aiuto – delle pratiche in corso presso il Capo del Governo – e presso Sua Santità non ho notizie pur avendo insistito – quid faciam per questi nostri figliuoli?
I Superiori non mi sanno suggerire qualche mezzo? Quello che la povera testa di Don Cimatti poteva pensare, le vedute dei confratelli che si è cercato di attuare non hanno per ora condotto al sereno, anzi…Non manca la fede – il desiderio di fare, di rassodare, di non diminuire il lavoro che si ha tra mano, anzi di aumentarlo – non mancano le fervorose orazioni – ed il Signore in compenso ci invia i catecumeni e lavoro di anime.
Veda un po’ Lei di aiutarmi colla preghiera (non ne dubito), col consiglio, e se può…
Il Signore ci protegga specialmente nell’anima. Qualche confratello specialmente soffre – come si può lavorare con questa agitazione? Mi dicono…
E pensare quanta ne hanno i Superiori!
Come vede finisco per cadere in un mortorio… Avanti con fede.
Cerco di arrabattarmi come meglio posso… ed ecco anche il motivo della presente.
Mi benedica e mi ottenga da Maria A. di poter aiutare efficacemente le sue figliuole – da Don Bosco che non ci lasci in asso – e da Gesù che ci aiuti tutti a fare in tutto la sua santa volontà e salvare le nostre anime. S.O.S. Mi benedica come il più bisognoso di tutti.
Suo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
910 /Circolare Salesiani / 1932-3-10 /
ai Missionari e Salesiani della Missione e Visitatoria di S. F. Saverio
Missione Indipendente di Miyazaki
Visitatoria S. F. Sav. Giappone.
Miyazaki, 10 marzo 1932
Carissimi missionari e confratelli,
Permettete che anche in questa bella occasione delle Feste Pasquali Don Cimatti a nome delle autorità ecclesiastiche e dei nostri Superiori vi presenti i sentiti auguri ed il vivo ringraziamento per quanto fate per la gloria di Dio e per il sempre più perfetto adempimento dei vostri doveri.
Ripetutamente queste nostre autorità manifestarono la loro compiacenza e ci assicurano il loro aiuto spirituale e materiale, nonostante le critiche situazioni in cui tutti versano. Ma ho l’intima persuasione che più che gli uomini sarà contento il Signore. Continuate dunque, miei cari missionari e confratelli a rendere a Dio questo bell’omaggio anche in mezzo ai sacrifici da cui siamo attorniati, fiduciosi nell’aiuto del Signore. Preghiamolo a benedire i nostri lavori e a concederci i mezzi per proseguirli con maggior impulso. Conosco l’afflizione vostra nel vedere che non sempre potete avere i mezzi per soddisfare a tutte le esigenze dell’apostolato e della vita; il Signore vede pure i sacrifici che fate. Sa il Signore come vorrei venirvi in efficace aiuto; ma purtroppo non mi è possibile, proporzionatamente al bisogno.
Vi prego di venirmi in aiuto con la preghiera, col consiglio e poi tutti insieme coll’economizzare quanto è possibile, ma soprattutto coll’esatto adempimento del vostro dovere, colla santità della vita, che ci attireranno le benedizioni speciali del Signore.
Ed ora alcune comunicazioni.
Ogni casa mi mandi entro la prima quindicina di aprile l’esatto elenco delle cose che desidera siano ordinate a Torino per la prossima spedizione. Dico prossima perché non è improbabile che data la presenza dei Capitolari fin dal maggio p. v. le partenze dei missionari siano anticipate. Molte cose possiamo procurarle in Giappone, ma data l’occasione, è facile averle a minor prezzo in Italia. Si scriva a tempo ai parenti e benefattori che possono venire in aiuto alla missione dando l’esatto recapito a Torino (Don Pellegrini…) affinché gli speditori vedano chiaramente la destinazione per il Giappone.
Si avvicina l’inizio del nuovo anno scolastico. Vi prego caldamente di interessarvi per le nostre opere e fare per tempo le opportune pratiche cogli interessati. Cerchiamo molte buone vocazioni per il Seminario, cerchiamo molti buoni operai per la scuola tipografica, cerchiamo molti poveri orfanelli per Tano. Le Figlie di Maria A. ricevono pure orfanelle.
Se ci daremo attorno, queste opere fioriranno ed essendo opere di carità il Signore non ci lascerà mancare i mezzi per sostenerle.
Spero presto potervi annunciare pure l’apertura dell’Ospizio dei vecchi.
Vi annuncio pure che in data 24/1/1932 il Capitolo Superiore ha nominato i Consiglieri della Visitatoria fino al 1/9/1934 i confratelli Sac. Cavoli, Margiaria, Piacenza, Tanguy. Come superiore ecclesiastico dispongo pure che i medesimi siano i Consiglieri della Missione.
Per la fine del mese dovendo recarmi a Tokyo per l’adunanza generale dei Capi-missione, qualora qualcuno avesse desiderata da manifestare o commissionare sarei ben felice di poter in qualche modo venirvi in aiuto.
La prossima festa di S. Giuseppe, le funzioni della settimana santa, le feste pasquali sono fonti preziose per l’anima nostra.
Sfruttiamole santamente. L’ultima e più calda raccomandazione: diamo modo e comodità a tutti i fedeli a noi affidati di compiere bene il precetto pasquale.
La carità del Signore ci infiammi, ci unisca e vivifichi. Vogliate voi tutti fare le mie veci negli auguri di buone feste a tutti i cristiani e a quanti lavorano con noi e per noi.
Pregate assai per chi si professa tutto:
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
al Ministro degli Affari Esteri, Direzione Generale delle Scuole Italiane all’estero
Miyazaki, 14 marzo 1932
Il sottoscritto quale superiore – direttore delle scuole italiane tenute dai Salesiani di Don Bosco in Giappone, per tramite del R. Console di Kobe, presenta la domanda di aiuto per un’efficace propaganda, fiducioso che come sempre questo R. Ministero venne in aiuto nelle necessità, voglia anche in questa occasione venire in aiuto a queste scuole incipienti. Trattandosi di una domanda tutto affatto nuova per noi e forse per i missionari all’Estero, la presente a parte, e non sull’ordinario modulo 1-a (per le scuole medie).
MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI. Come da relazione antecedente, la missione è fin dal 1928 affidata dalla S. Sede ai Salesiani di Don Bosco che vi si stabilirono fin dal 1926. È l’unica Missione del vasto Impero giapponese che sia affidata ad Italiani. La missione comprende due Prefetture civili (sup. kmq. l3.728) con una popolazione di due milioni di abitanti da evangelizzare alla religione cattolica. A tutt’oggi i Salesiani che vi lavorano assommano a 32, e con loro lavorano pure nella missione 11 Suore Figlie di Maria A. (Don Bosco).
L’ATTIVITÀ DI PROPAGANDA: finora esplicata, oltre al lavoro proprio dell’apostolato missionario, è il lavoro di propaganda fra la gioventù maschile e femminile, con asilo d’infanzia (Miyazaki), orfanotrofio (Tano e Beppu), sei scuole domenicali, in tutte le residenze, dopo-scuola (con insegnamento della scrittura Romaji), ecc.
Ma quello che abbiamo finora veduto essere accettissimo ai giapponesi per cui si interessano assai, e che è veduto assai di buon occhio dalle Autorità locali e dai parenti, sono le proiezioni luminose.
I soggetti che attirano le simpatie sono quelli storici, morali, artistici illustranti la nostra bella Italia. Hanno fatto furore e assai bene dal punto di vista educativo i “racconti mensili” del Cuore del nostro De Amicis, che sono pure tradotti in giapponese.
Accenno ad un esempio per far comprendere come se potessimo avere un po’ di materiale del genere (quale mi onoro di domandare negli elenchi) quanto bene potremmo fare e quanta buona propaganda italiana (Oh, l’Italia nostra così bella e ricca di insegnamenti per ogni popolo!), potremmo davvero compiere.
Noi ogni domenica abbiamo le adunanze di proiezioni nelle residenze e settimanalmente e mensilmente nei rioni della città.
Possiamo pensare ad una media di 1500-2000 persone che settimanalmente possono sentire la buona parola, detta da missionari italiani, all’italiana, e delle glorie religiose, il PAPA, e civili che la distinguono da tutte le nazioni.
Ecco il motivo della presente speciale richiesta, che prego prendere in benevola considerazione. Anzi se speciali ragioni di bilancio non potessero permettere di esaudire la supplica, scongiuro che piuttosto che esaudire in quest’anno la richiesta secondo il modulo 1-a (scuole medie), mi aiuti questa direzione generale in questa domanda che dal punto di vista della propaganda ritengo per ora assai più importante. Certo che per noi, che nulla possediamo, qualsiasi aiuto è fiorita carità.
I Figli di Don Bosco e le Suore di Maria A. non potendo fare altro promettono di lavorare sempre più intensamente a compiere tutto il loro dovere, non dimenticando certo la Patria loro e i loro generosi benefattori.
Con distinto ossequio passo a riaffermarmi
Obbligatissimo
Don V. Cimatti
912 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1932-3-15 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 15 marzo 1932
Rev. Madre,
Ho la sua presente mentre preparo per andare stanotte a Nakatsu per gli esami. Conto al ritorno andare ad augurare buona Pasqua alle consorelle (giovedì).
Il catechista mi assicura che dà l’ultimo tocco. Coi nostri bravi giapponesi bisogna armarsi di pazienza. Ma in settimana certo l’avrà.
Per l’acqua (e così per altre cose) faccia pur capo a Don Cimatti.
Certo che se l’acqua manca perché non ce n’è… È una faccenda seria (noi è dal terremoto che un pozzo non dà acqua – ora ha ricominciato – momentaneamente ha cessato di darne l’altro…).
Ho scritto a Miyazaki subito che vedano e aiutino.
Quando potrò assestare le cose (quando mio buon Gesù?) faremo venire la conduttura d’acqua potabile.
Si informi intanto se da quelle parti passa il tubo principale. Mi aiuti il Signore a fare presto quanto è necessario.
Don Piacenza invia certo domani i soldi. Abbia pazienza. Creda che sono momenti… E dall’Italia nessuna risposta.
Oh, buon S. Giuseppe, aiutateci.
Preghi e faccia pregare per me.
Aff.mo in Domino
Don V. Cimatti, sales.
20 marzo 1932
Carissimi,
Avvicinandosi la data della prossima riunione in cui dobbiamo trattare importanti problemi, vi mando fin d’ora l’ordine del giorno affinché vogliate preparare bene la discussione. La data della riunione sarà probabilmente ai primi di Aprile, dopo la riunione a Tokyo. Sarete avvisati in tempo utile.
Relazione sulla riunione di Tokyo.
Prevedendo che lo stato di crisi continuerà per un pezzo, e non è da escludersi un rincrudimento, indipendentemente da aiuti speciali che alla Provvidenza piaccia mandarci (che al momento in cui scrivo non sono giunti) bisogna fronteggiare la situazione.
A darvene un concetto esatto Don Piacenza presenterà un completo specchietto dello stato finanziario attuale.
Ognuno veda di portare i suoi lumi e i suoi consigli al riguardo, desumendolo da quanto l’esperienza di questi anni suggerisce.
Possiamo e dobbiamo applicare come nella Diocesi di Fukuoka i mezzi escogitati per rendere le residenze vitali e capaci di vivere di vita propria, almeno per ciò che è di ordinaria amministrazione?
Non credo sia prematuro pensare al futuro studentato teologico per i nostri chierici, ed è quindi opportuno iniziare i primi scambi di idee al riguardo per cominciare a fare le opportune richieste ai Superiori, da cui dipende la soluzione definitiva. Le proposte che si possono fare mi pare siano queste:
Domandare il personale per avere uno studentato nostro in Giappone. Si oppongono certe difficoltà che difficilmente potremo avere un personale ottimo – non avremo mai un numero di scolari paragonabili allo sforzo che si dovrà fare per avere gli insegnanti e il corredo didattico (locale, libri, ecc), almeno finchè non avremo il nostro noviziato.
Unire le forze con quelle, per es. della Cina e Siam, e addivenire ad uno studentato dell’Estremo Oriente. Difficoltà di una diretta sorveglianza e formazione dei nostri (potrà forse esercitarla chi sarà chiamato dal Giappone per aiutare), della maggior spesa, ecc.
Per l’insegnamento del giapponese che certo bisogna continuare non è difficile provvedere sul posto (Hong Kong, Shanghai).
Se vi fosse per allora una fondazione a Tokyo (per la crisi non si potrà realizzare ciò che era sulla buona via), si potrebbe pensare al Gran Seminario, ma certo i più deboli fra i nostri non vi farebbero troppa bella figura. Si potrebbe forse pensare per quelli che avessero attitudine a conseguire i gradi accademici… Ma… la fondazione sarà ancora lontana…
Vi è chi propone il ritorno in Italia. Piuttosto che fare male la teologia… Là certo possono essere accuditi per la formazione e per lo studio, anche i più deboli; forse se ne perderà qualcuno… Vi è la spesa del viaggio… Ma potrebbero fare una buona propaganda. Per lo studio della lingua non è difficile trovare in Italia o mediante qualche giapponese che andasse per gli studi coi nostri.
Relazione sulle residenze.
Varie.
Non vi nascondo l’importanza dei problemi: vi prego quindi e colla preghiera e colla riflessione, col domandare colla prudenza dovuta anche il parere dei confratelli (Don Cimatti provocherà anche quello di Don Lucioni e di Don Escursell) di venirmi in aiuto.
Il Signore ci benedica. Lavoriamo quanto più si può per le vocazioni, a costo di qualsiasi sacrificio, come faceva Don Bosco.
Vi domando ancora se non vi sembra prematuro o inutile che lanciamo l’Istituzione dei Figli di Maria come l’ha ideata Don Bosco?
Ancora una volta a voi
(manca il seguito)…
914 /Grigoletto Giuseppe / 1932-3-23 /
al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Takanabe, 23 marzo 1932
Carissimo Grigoletto,
Grazie dell’ultima tua per i nostri poveri vecchi, a nome loro grazie e preghiere. Se la cosa riuscirà avrai parte anche in questo ramo dei meriti.
Ho fatto fare preventivo dei kakemono secondo misure (sono prezzi favolosi: Yen 40 l’uno i più piccoli, e 70 Yen l’uno i grossi, perché non sono le misure giapponesi). Riceverai spero a tempo per te e per quelli cui crederai.
Grazie dei preziosi recapiti cui sempre rispondo, così la famiglia dei benefattori cresce.
Grazie degli auguri… mitrali. Non conosco che le mitrali (valvole del cuore) e la mitra dei polli. Le altre, sta’ tranquillo… Per altri finché vogliono… Per me nessuna. Grazie delle preghiere che fai e che fai fare. Il Signore provvede secondo le necessità, ed il necessario (per noi e per le opere per ora non è mancato, pur essendo sui rasoi). Niente paura. D’altra parte se non ci fosse questo non si sarebbe al fronte.
Bravo. Raccogliti, non pensare a noi se non per pregare (ciò è più che permesso), e donati a Lui e spogliati per Lui e sii generoso di te per Lui. Giuseppe non riservarti nulla per te.
La domenica delle Palme fui unito a te nella S. Messa come ti avevo promesso.
Avanti dunque senza paura e sempre allegro.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
915 /Lorenzoni Livio / 1932-3-23 /
al chierico Livio Lorenzoni, suo ex-allievo
+ 23 marzo 1932
Caro Lorenzoni,
Grazie del tuo saluto e augurio che contraccambio di cuore coll’augurio e preghiera che possa essere presto un santo prete.
Coraggio Livio e niente paura. Il Signore vedi che ti ha guidato in mezzo alle tue difficoltà alla meta. Sii generoso con Lui e vedrai…
Prega pel tuo
Aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone9
Miyazaki 24 marzo 1932
Amatissimo Don Cecchetti,
Nella Pasqua nostra le son vicino coll’affetto e colla preghiera. Dissi a Gesù pel tramite di Maria A. (oggi è il 24) che le conceda sanità, modo di superare le difficoltà del Giappone, ma specialmente che lo faccia santo come Don Bosco.
Continui l’opera di apostolato tra i chierici e preghi perché Don Cimatti possa salvare l’anima sua.
Buona Pasqua. Don Lucioni l’attende per l’ora indicata domani.
Con affetto.
Don V. Cimatti, sales.
917 / Dal Fior don Luigi / 1932-3-24 /
a Luigi Dal Fior, chierico studente in Giappone
+ Miyazaki 24 marzo 1932
carismo Dal Fior
Ti ho ricordato in modo speciale stamane. Ho affidato a Maria l’anima tua affinché rimanga per sempre nell’innocenza e semplicità come ora.
Ama Gesù - eseguisci mordicus le tue regole – lavora – sii allegro.
Buona Pasqua
Tuo D V Cimatti
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 27 marzo 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
La data le dice la festa di Pasqua. Alleluia!
È il primo anno che la passo tra dolori fisici e più morali. Speravo davvero che S. Giuseppe ed il buon Gesù avessero disposto le cose in modo che i sospirati aiuti di cui si parla che dovrebbero venire, giungessero per far un po’ di bene, con cuore un po’ sollevato le feste di Pasqua. Silenzio da ogni parte… Sicut placitum Deo… Sic fiat voluntas!
Umiliazione più profonda non potrebbe venire. A giorni raduno il Consiglio.
Al punto in cui siamo e per ora non vedo via d’uscita – più che chiuderci in casa e pensare a vivere, eliminando quanto richiede spese fuori del vitto – finché al Signore piacerà provvederlo – sopprimere la propaganda – facendo conto di ritornare una cinquantina di anni addietro, quando in queste zone non c’erano missionari – che fare d’altro?
Paragonando le mie piccole preoccupazioni a quelle enormi dei Superiori, certo sembrerò ridicolo, ma il fatto è così. E quid faciam? Oh, davvero che per soldati al fronte è ben umiliante…
Il dolore di oggi è certo amor proprio ferito. Ma via… Un po’ di festa speciale per Pasqua – pagare il pane, pagare i catechisti che, poveretti!, han pur da pensare alla loro famiglia – mi pareva doveroso, ed ero certo che il Signore mi avrebbe aiutato. Ha disposto diverso e così sia, è certo per il bene. Avrei bisogno di aiutare un po’ le suore, i capi delle residenze che si trovano con niente, perché attendono tutto dal centro (che non può venire in soccorso) soffrono assai e Don Cimatti più di tutti perché non può far niente.
Alla fine del mese un po’ di rendiconto mio e dei miei.
Salute: ottima. Alle volte piccoli disturbi cui non si pensa.
Lavoro: di apostolato nulla. Tutto il tempo va nella scuola e a tentare di sollecitare la carità dei buoni e tener su il morale dei confratelli. Tento tenermi un po’ in esercizio colla lingua giapponese.
Vita spirituale: tento di umiliarmi davanti a Dio che ci prova. È tutto dovuto alla mia inettitudine. Per me il più doloroso è che Dio e i superiori mi sopportano. Non capisco davvero nulla di nulla. Fiat voluntas Dei.
Regole e voti: nulla di speciale. Il cuore alle volte batte fuori di posto… Ma mi pare ci sia intenzionalmente e sempre di mezzo il Signore. Non vorrei però metterlo dove non si deve.
Carità: bene con tutti, Deo gratias!
Gli altri…
Suore: Non riesco, per mancanza di mezzi, a metterle a posto un po’ decorosamente, ed esse non vi si adattano troppo. Finora non ne siamo entusiasti.
Casa di Tano: Don Lucioni ammalato nevrastenico. Il chierico benino. Casa nuova. Avrei bisogno di allattarla molto perché cresca bene e forte… Lei sa in che acque mi trovo.
Casa di Takanabe: Don Piacenza sofferente (gamba e testa). Gli altri bene, salvo Don Cecchetti (reumi). Non riesco ad avere notizie sugli individui (salvo di alcuni) e così si prolunga il lavoro di conoscenza dei nuovi venuti, ricominciando da capo sempre. Ho chiesto documenti e notizie confidenziali agli ispettori… Oh sì!… Non sono mai riuscito a capire perché non si possa rispondere alle lettere… Mah, saranno smarrite e pazienza.
Casa di Oita: Don Margiaria stanco morto. Don Marega pessimista e brontolone (pur facendo sforzi per…). Chierici debolini di salute. Merlino nervoso. È la casa che dovrebbe tenersi in piedi ed aiutare la missione. Non trovo ciò che ho domandato e a tanti, di anticipare un capitaletto per il materiale, ecc.
Che vuol fare? Lavoro ne avrebbero e quanto, ma…
Casa di Beppu: Don Pedro farraginoso, benino. Come Tano, casa nuova. 10Cresceranno rachitici, ché non hanno nutrimento sufficiente. E c’è tanto lavoro…
Suore di Beppu: non sanno ancora che pesci prendere… Ma vedremo. Stentano anche loro per i mezzi. E Don Cimatti deve loro ₤ 30 mila…
Casa di Nakatsu: Don Tanguy stanco, gli altri bene. Seminaristi in aumento. Spero entreranno forse una mezza dozzina. Ed anche questi gravitano…
Come vede il personale materialmente stanco o ammalato, non posso metterlo a riso giapponese o al loro vitto. Quando siamo obbligati a farlo si torna con dei mali di testa… Ma più che tutto sempre nell’ansia del come fare a provvedere e il necessario per vivere e per il lavoro di propaganda, che ammazza più che le indisposizioni di salute. Clima più atto a rompere qualsiasi nervo costituito col vento (quasi quotidiano) e repentini cambiamenti di temperatura. Ma che può fare il povero Don Cimatti se non rodersi internamente nell’impotenza di venir in aiuto?
La figura poi che fa la Congregazione di fronte ai Padri delle missioni non restituendo noi quanto ci hanno imprestato con carità, la lascio pensare. Beh! Nel numero delle umiliazioni anche questa è buona. Non parlo dei debiti coi pagani… Essi che valutano gli uomini col solo metro materiale, non sono certo attirati verso la Chiesa.
Insomma, più débâcle di così… Non creda che carichi le tinte, anzi. Ma… che dire? Il Signore fa bene le cose – noi lo preghiamo – è segno che le nostre povere vedute sono molto diverse dalle sue.
Don Cimatti finirà per essere “vox clamantis in deserto” e vedo bene che lo si [va] facendo intorno…
L’importante è che regni Lui e così sia. Supplico i Superiori a venirmi in aiuto colla preghiera, almeno col consiglio (questo non è difficile) e se è possibile con qualche mezzo.
Roma silenziosa, eterna… Ma almeno non avessero suscitate speranze e dicessero subito sì - no (costa anche questo poco…). Segno che non sono pratico della vita.
Per questa volta può bastare, penso. Lamentele ne ha sentite! Fossi solo potrei soffrire altro che questo, ma ho dietro di me fratelli e sorelle; e interessi delicati di terzi… Ed è tutto qui.
Non sono né sfiduciato, né stanco materialmente, né spiritualmente. Deploro la mia inettitudine e supina deficienza tante volte manifestata a Dio e ai Superiori. Manifesto ai Superiori lo stato delle cose per riferire la responsabilità anche a chi tocca.
Preghi anche Lei perché entriamo nei due mesi più terribili (aprile e maggio). Non so dove battere la testa per arrivare a giugno. Mi aiuti il Signore.
Preghi e faccia pregare per noi e se può trovare mezzo per aiutarci anche in poco (come ripetutamente avevo scritto – ora che lo yen dava giù) è certo carità. Ricordi (se è possibile) l’impegno preso annualmente dal Capitolo Super. per i nostri chierici (mi pare siano due anni che sfuma). Comprendo che se i Superiori potessero lo farebbero, ed anche che se non l’osservano non possono certo, ma veda un po’…
Preghi per me ut non deficiat fides et caritas ergo Deum et proximum.
Peramanter:
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
31 marzo 1932
Ancora le nostre difficoltà… nel campo dell’educazione11
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Siamo alla fine dell’anno scolastico giapponese. Anche i nostri seminaristi di Nakatsu e i giovani operai stampatori di Oita hanno subito i loro esami… e, mentre siamo invitati ad assistere alle numerose funzioni scolastiche che si tengono in questo tempo, la mente raffronta, paragona… e trova anche nel problema dell’istruzione quale è impostata ufficialmente in Giappone una delle difficoltà all’espandersi del lavoro dell’apostolato e dell’opera nostra… Non oserei dire che sia la maggiore, ma è certo una delle maggiori.
È notorio che l’organizzazione scolastica statale giapponese (la quale dagli infimi agli alti gradi dell’insegnamento è diligentemente curata e che non ignora nessuno degli ultimi ritrovati educativi in uso nelle nazioni più progredite in fatto di educazione) ha fatto tali progressi, che le scuole cattoliche e per insufficienza di insegnanti cristiani e di istituzioni che possano competere con quelle statali per la formazione dei medesimi e più per la penuria di mezzi, non possono competere con esse in alcun modo. I vantaggi che lo stato assicura agli allievi usciti dalle sue scuole sono un forte richiamo agli allievi, che emigrano numerosi nelle scuole di Stato, lasciando nell’abbandono le scuole dei piccoli centri, le scuole private (pagane o cattoliche, poco importa anche se riconosciute legalmente). La laicità della scuola, i limiti imposti sotto tante forme alla libertà religiosa ai dipendenti dallo Stato (comprensibili in un governo che pone in un fascio solo religione, venerazione verso gli antenati, buona educazione, patriottismo, perché tali costumi ed usi tradizionali favoriscono l’orgoglio nazionale, la sicurezza nazionale e la fedeltà al trono) sono altri limiti fortissimi all’azione educativa della scuola cristiana.
Lo Stato con questo monopolio ha trovato la via regia per forgiare lo spirito giapponese. La presenza delle scuole cattoliche in Giappone ha finora dato questo vero solo risultato: non una notevole influenza diretta sulla propagazione della fede, ma un ottimo mezzo per far conoscere la Chiesa cattolica nei suoi elementi educativi e sociali – è un lavoro calmo ed incessante attuato con programmi pedagogici ben definiti – con la disciplina ragionevole, l’esempio di insegnanti religiosi che si votano all’educazione per amor di Dio e del prossimo – di insegnanti che originari dall’estero portano, coi vantaggi della civiltà, il grande avvicinamento delle nazioni fra loro – e che condurrà inevitabilmente all’assorbimento e all’assimilazione dei principi cristiani. Occorreranno ancora dei secoli… Ma si pensa che oltre tredici ne occorsero all’Europa…
E a darle, amato Padre, un’idea di queste [feste] di fine d’anno, entri con me in un teatro pubblico, in un salone della città, nei magnifici saloni annessi alle scuole. Gioia, tripudio, aria di festività che dalle mille bandierine che ornano l’ambiente, dai volti sorridenti, dall’aria affaccendata ma sempre bonaria dei maestri e delle maestre, che mettono in ordine i loro piccoli eserciti, danno gli ultimi avvertimenti, fanno gli ultimi preparativi. Quando gli allievi sono al loro posto, entrano i parenti, gli amici, i conoscenti – non mancano in gruppo compatto gli ex-allievi (organizzatissimi in Giappone e pars magna di queste manifestazioni, destinate a far apprezzare, conoscere, amare la scuola) – entrano le autorità. Il direttore della scuola annuncia il motivo del trattenimento. La data della manifestazione intanto non è scelta a caso: o è l’anniversario di una festa dinastica – o è l’anniversario della fondazione della scuola – o di una data celebre della storia giapponese… Anche in questo i giapponesi sono abilissimi educatori. E si viene svolgendo il programma vario, attraente di canto, declamazione, coreografia, di recita teatrale, di giuochi… 20-40 numeri, che si susseguono ordinatamente, senza lunghe attese, con proprietà, eleganza, bella ed accurata preparazione…
Se l’effetto di un sistema educativo dovesse misurarsi dall’attraente, dal nuovo, dall’impensato, verrebbe fatto di domandarci: “Ma che cosa potremo portare noi di nuovo, di migliore, di più adatto nel nostro lavoro educativo, per non sfigurare di fronte a queste manifestazioni?”. – In scuole superiori, oltre alle cose sopraddette Lei può assistere a dei saggi ben preparati di declamazioni in lingue straniere, di lettura declamata, di storia, geografia, di scienze fisiche e naturali, corredate di copioso materiale didattico, usato con disinvoltura, con sicurezza di maneggio (anche in delicate manifestazioni) degli allievi stessi. Che vuol di più? È in tal modo che questo popolo, attraverso allo stampo statale, uguale per tutto il vasto impero, viene improntato educativamente dalla scuola. È in tal modo che questo popolo comprende che la scuola è una gran cosa, e l’ama, e l’apprezza, e fa qualsiasi sacrificio per essa. È per questo che siamo obbligati a riflettere anche a questa non indifferente difficoltà, non certo insormontabile, dal momento che vediamo che la gioventù si avvicina a noi pure per essere educata.
Oh, amato Padre, ma quando per la carità dei nostri cari benefattori ci sarà dato di avere i mezzi proporzionati per infondere anche in questa branca dell’istruzione lo spirito cristiano? Non le voglio parlare dei lati deficienti del magnifico e reale quadro esteriore della scuola in Giappone, che si rivelano a chi studia lo spirito intimo di questa istruzione dal punto di vista morale.
È pensabile, prevedibile e in molti casi reale, come è vero che il problema della scuola e della sua potenza è capito assai assai in Giappone. E ripeto: “Quando alla Provvidenza piacerà darci i mezzi proporzionati per raggiungere lo scopo di santificare coi principi cristiani la scuola giapponese?”. Per noi, ancora agli albori dell’apostolato, è prematuro pensare all’avvenire; ma guardando il lavoro indiretto compiuto dal magnifico sforzo dei missionari che ci hanno preceduto, nonostante la reale difficoltà, c’è da sperare e sperare assai.
L’aiuto di Dio, l’aiuto dei buoni suscitato dai suoi incitamenti, non mancherà di condurci a quei risultati attendibili che tutti ci auguriamo.
Lei, amato Padre, che coi suoi occhi ha veduto con vera ammirazione la fioritura delle opere educative giapponesi, e che può paragonare con quelle la nostra attuale miseria è in grado più di qualsiasi altro a comprendere le nostre necessità.
Con affetto di figlio
Don V. Cimatti, sales.
ad Antonio Perotti, Ragioniere, ex-allievo di Valsalice
6 aprile 1932
Carissimo,
Auguri a te, alla tua signora e al piccolo Alberto, proprio oggi che è il suo Onomastico, e all’angelo che è venuto a rallegrare il tuo tetto.
Prega e fa’ pregare per me.
All’occasione saluta gli amici. Tu che sei banchiere fa una colletta cogli amici e spediscila direttamente a me per la nostra missione, anche in moneta italiana.
Grazie, caro, allegro e buono.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 6 aprile 1932
Eccellenza Reverendissima,
Ritornato a Takanabe ebbi il felice annuncio del ricupero delle cose rubate e non poté quindi verificarsi l’augurio dell’E. V. del rinnovo delle cose mie. Potei anche ricuperare quei pochi soldi, ed in modo speciale la quarantina di yen che avevo riscosso per povere persone. Deo gratias!12
Tale notizia però non sia di impedimento alla carità di V. E. quando potrà venirci in aiuto.
Di altre cose più delicate avrei voluto parlarLe, se non me l’avesse impedito e lo stato d’animo in cui mi trovavo dopo la nottata, e la presenza di altre persone, e la fretta della partenza.
Mi consigliai anche con Mons. Ross che incontrai durante il ritorno in ottima salute, e che approvò accennassi a V. E. la cosa, pur constatando entrambi che l’E. V. non può avere veste ufficiale per la medesima.
Ricorda l’E.V. che Don Cimatti suscitò tra i colleghi la questione dei poveri tra i vari missionari, perché risultava a vari di noi che non sembrava che da tutti si fosse capito o si eseguisse quanto era stato stabilito dapprima.
Lei ha potuto constatare come per la parte di S. E. l’Arcivescovo di Tokyo si sollevassero delle difficoltà. Pare difatti (e P. Faber, credo, potrebbe fornire dettagli di fatto) che in Tokyo ci siano state al riguardo delle disposizioni per cui ad esempio i cristiani erano obbligati ad accostarsi ai Sacramenti nella propria parrocchia, e non si distribuiva la Comunione a quelli provenienti da altre Chiese… Non posso dire altri particolari; se si trattasse ad es. di Comunione pasquale o altro…
Non ho presente il testo delle autorizzazioni che verrà pubblicato nelle Chiese. Se ben ricordo il testo delimiterà l’uso delle raccolte nell’ambito della Chiesa, mentre alcuni troverebbero la convenienza di avere pure la facoltà ad es. trattandosi di ammalati che domandano alle volte il missionario di passaggio.
Non potei dire queste cose in pubblico perché le venni a sapere dopo la riunione, per lo stesso motivo non le potei dire a Lei in privato, né potei dirle quale mattina e si tratta d’altra parte di cose molto delicate, e specialmente fossero dette da noi della bassa si andrebbe forse più fortemente a sentire il distacco fra Nord ed il Sud, mentre è tanto necessario nel campo nostro l’unione delle forze.
Ad ogni modo ho creduto mio dovere accennare la cosa che se non servirà ora servirà per la prossima riunione.
Scusi l’E. V. se ho osato, minimo tra i missionari, accennare a questa cosa, ma mi sembra che per il bene si doveva dire; so pure la persona a cui la dico e che saprà usarne per il bene.
Ringrazio di cuore l’E. V. del magnifico invito serale e della benevolenza con cui tratta sempre i poveri figli di Don Bosco.
All’E. V. ed al suo segretario l’assicurazione delle nostre preghiere.
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 7 aprile 1932
Rev.ma Madre,
Può pensare con quanta gioia ho ricevuto e gli auguri onomastici e lo splendido dono e più le preghiere.
È Don Cimatti che deve alle Suore e si dà attorno, ma purtroppo non può fare grandi cose. Affida al Signore che vede tutte queste nostre miserie, e le permette, certo a nostro bene e alla consolidazione delle cose nostre.
Tento di incominciare a soddisfare il mio debito in attesa che la Provvidenza mi dia mezzo di fare di più…
Nel bel mese di Don Bosco preghiamo con fede. La grazia che domando al buon Padre nostro e alla Mamma Maria A. in questo e nel mese seguente è che mi diano modo di realizzare quanto è necessario e conveniente per il bene delle anime loro.
Abbia quindi pazienza, ottima Madre. Si armi di sacrificio, formi a questo le sue figliuole. Ho coscienza che quanto si poteva fare per aggiustare le cose loro fu fatto.
Se le cose sono solo a questo punto è segno che la Provvidenza dispone così per il bene comune, per Don Cimatti come la massima umiliazione, per le buone Figlie di Maria A. come segno di bontà del Cuor di Dio che percuote chi ama, per far capire a tutto il Giappone la nostra povertà.
Come forse sa anche recentemente a Tokyo di notte fui derubato di tutto, anche dei calzoni.
Diceva uno dei Vescovi là riuniti… “Il Signore ha permesso la cosa alla Congregazione dei poveri salesiani…”. È certo per noi una gloria e che sappiano e che lo siamo.
Preghi e faccia pregare secondo queste intenzioni in questi due mesi.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 8 aprile 1932
Rev.mo e amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Di ritorno da Tokyo per l’adunanza dei Vescovi trovo la sua carità, la carità dei nostri superiori e Deo gratias!
Spero così di arrivare fino a Giugno, in cui arriverà qualche cosa. A Tokyo il Signore mi ha fatto provare le delizie della quasi perfetta povertà perché di notte in Arcivescovado fui derubato di tutto, perfino dei calzoni, con denaro preso in prestito. Evviva! Per strada il Vescovo di Okayama mi ha gentilmente fatto mangiare con sé… Provai con gioia la nullità delle cose umane e la bontà della Provvidenza, che poco dopo a mezzo del buon Mons. Roy (ricorda?) di Kagoshima mi faceva riavere tutto il derubato, perché i ladri arrestati avevano ancor tutto con sé. Se le raccontassi i particolari risulterebbero chiare le eleganti disposizioni della Provvidenza, la nomea che abbiamo presso tutti i Vescovi e ordini religiosi di poveri e l’affetto che tutti nutrono per noi.
A proposito, Mons. Roy, Amministratore Apost. di Kagoshima, francescano, va in Canada, e torna in Giappone per l’Europa. Vuol venire a Torino, dove mi diceva “spero rivedere il Sig. Don Ricaldone”. Lei sa quanto dobbiamo a questi cari francescani, veri nostri benefattori. Non dubito che Lei farà le accoglienze oneste e liete. Vuol conoscere più a fondo l’opera nostra, e potrà aiutarci molto. Novità speciali:
Don Cecchetti è tormentato dai suoi reumi – lo faccio visitare e curare. Se non basterà la cura degli inferni [acque termali], non so che potrà concludere, tanto più che si lascia tanto abbattere e demoralizzare, e trova grande difficoltà per la lingua. Deus nos adjuvet.
Per le suore. Quanto Lei consiglia già fu fatto, e tanto la Madre generale che l’economa ed il consiglio generalizio risposero negative, data la crisi e lo sforzo che hanno dovuto fare per Beppu. Ma seguendo il suo consiglio ritento la prova. Le difficoltà in cui si trovano le suore sono:
per la lingua (che non hanno studiato, né studiano troppo),
per non aver trovato ancora la forma di lavoro propria della loro Congregazione,
per le critiche circostanze in cui mi trovo non ho potuto dare l’ubi consistam per l’abitazione (stanno ora a disagio certo, nell’asilo) [......]
Le aggiungo a parte specchietto della nostra situazione al primo aprile, presentata al consiglio dal nostro Don Piacenza. Lei è buon calcolatore e non so che dire. Il povero Don Cimatti, anche senza il suo consiglio purtroppo!, ha dovuto toccare il deposito del Seminario (ed ecco un altro buco) e farsi imprestare qualche cosa che bisogna restituire. Il calcolo suo, amatissimo Sig. Don Ricaldone, è basato in massa sul sussidio (vincolato nello scopo) dell’Opera di S. Pietro, toccando il quale naturalmente si apre un nuovo buco. Le Lire 200 mila di cui parlava Don Cimatti sono necessarie per chiudere i debiti urgenti – per gli interessi delle somme che si devono a privati o a banche. E per vivere? Ogni mese, per stare al minimo, le sei residenze abbisognano di Yen due mila (ma è un po’ di più), non meno di Lire 15 mila. Finora Propaganda ha oscillato tra la media di Lire 105-110 mila, al resto ha pensato la Congregazione e la beneficenza, poiché sono esigue le entrate sul posto.
Se noi non riusciamo ad ottenere un fondo straordinario che ci liberi dai debiti, non so davvero come limitare o arrestare la corsa, o il rotolamento.
Avevano questo scopo le pratiche dirette personalmente al S. P. e al Duce. Il non aver ricevuto una semplice benedizione dal S. Padre – l’aver avuto da Lei assicurazione che il Duce si interessava, ci faceva sperare bene, ma dall’agosto passato in cui partivano le pratiche ha risposto Propaganda con le 20 mila lire ed i nostri buoni superiori con le 25 mila lire. Le 100 mila lire dell’Opera di S. Pietro sono il frutto di 4 anni (dico quattro) di richieste.
È davvero il “petite et accipietis” (molto futuro), ma come dissi e come Lei sa queste hanno destinazione fissata. Le ho toccate… ed ora bisogna in coscienza rimettere anche queste a posto… E certo il debito aumenta.
Quanto alla questione Don Cavoli non tema delle condizioni attuali. Non si fa nulla, se non si ha la base, e si fa un tanto, secondo la base. D’altra parte tutte queste cose sono per attivare i confratelli a far fuoco colla loro legna, e tela col filo, ed abituarli a chiedere l’elemosina, cosa che finora facevano pochino. Oh, non tema che si vada in nuovi debiti… Speriamo salvare qualche anima di più… Insomma la regola ora adottata (e mi sembra sia quella finora adottata) è “una cosa è necessaria per la gloria di Dio e la salvezza delle anime?”. “Non si guardi per il sottile e si fa”. “Non c’è questa necessità immediata?”. Si attendono i mezzi e si fa secondo i mezzi.
Quanto alla questione proprietà, grazie dei consigli. Molto del materiale raccolto al riguardo era già spedito da qualche anno a Torino. Ad ogni modo prossimamente rispedirò. Ora le società missionarie sono approvate dal governo e spero che per giugno siano regolarizzate tutte le proprietà della missione, finora intestate a morti o a giapponesi. Mi consigliano di farne una consimile per la nostra Società. Terrò informato e seguirò i suoi consigli, dopo aver interrogato Congregazioni religiose e legali. Noi possiamo possedere come i giapponesi lo possono in Italia.
Ed ora in cauda venenum. Nel prossimo mese invierò alcuni pensieri sul futuro studentato teologico. Ma ora urge pensare al prossimo anno. Mi è indispensabile un professore di filosofia. Se per le altre materie non è impossibile aggiustarsi, per la serietà della scuola veda di trovarmi un buon insegnante di filosofia. Siamo osservati da tutti i missionari (non è esagerazione) che attendono vedere miracoli dai salesiani. Potrà aiutare per la tipografia? Qualche buon coadiutore che sappia fare un po’ di tutto ci potrà essere? Quanti chierici potrà mandare? Nello studentato ce n’è del secondo anno uno, e quattro del primo. Veda un po’. Spero anche qualche buon prete, vero?
A Torino prevedo sarà assediato dagli Ispettori… Affido i nostri bisogni al suo cuore, perché non posso essere vicino (vari confratelli non trovano giusto che le Visitatorie, che contano pure un numero ragguardevole di confratelli, non possano aver voce…) e rappresentarglieli a viva voce.
Ci aiuti, ci consigli, ci ami… Siamo i più lontani ed i più bisognosi in tutti i sensi ed è per questo che il Sig. Don Rinaldi ci prediligeva.
Ho varie altre questioni che sottoporrò ai Superiori ad elezione avvenuta.
Voglia benedirmi e pregare per me specie in questo mese di Don Bosco. Con affetto filiale per tutti:
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 9 aprile 1932
Rev. Madre,
Deo gratias! Ieri verso le 10 si liquidò definitive la questione della loro proprietà di Beppu col Signor Inoue.
Non rimane ora che il passaggio nominale della proprietà (firmata da Don Cimatti e Don Margiaria) a loro. Si può fare:
o col passaggio a qualcuna di loro,
o col passaggio al loro [ente morale] shadan, quando l’avranno fatto.
Ho saputo a Tokyo che varie congregazioni femminili (ad es. le Dame di S. Mauro) ne hanno uno proprio.
Così tutto sarebbe davvero a posto. Le consegno perciò tutto l’incartamento relativo.
Preghi per me e per le mie intenzioni indicate. Con ossequio.
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Vi fu qualche piccola spesa che passo a Don Piacenza.
925 /Circolare salesiani / 1932-4-12 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 12 aprile 1932
Carissimi,
Sempre in attesa dei verbali delle sedute di Tokyo ho ritardato ad inviare la seguente. Ora vedendo che non giunge nulla, né volendo oltre ritardare alcune comunicazioni invio la presente.
Siamo nel mese che possiamo considerare consacrato da noi al nostro Padre e con tutto l’animo mio vi raccomando di disporre gli animi di tutti alla devota celebrazione della sua festa. Date le circostanze non possiamo fare grandi cose, ma tutti possiamo rinnovarci nello spirito di lavoro, di più esatta osservanza delle Regole, e per la necessità di cose anche nello spirito di sacrificio. Offriamo tutte queste disposizioni al nostro Padre e preghiamolo per noi, per le anime a noi affidate, per i bisogni della nostra povera Missione. In preparazione alla festa i nostri chierici fanno i prescritti esercizi di metà anno. Raccomando preghiere per loro.
Si apre pure in questo mese, il mese consacrato a Maria A. Propaghiamone sempre la devozione. Secondo il prescritto delle nostre Regole propaghiamo l’Associazione dei devoti di Maria A. così ricca di favori spirituali. (Spero presto potervi spedire i diplomi di aggregazione). Insomma so che parlo a figli amantissimi della Madonna e sono sicuro che farete quanto sta in vostro potere per onorare e far onorare Maria. A., questa buona Madre, e al nostro Don Bosco ho affidato specialmente in questa occasione i bisogni sempre più impellenti della nostra Missione. Vogliate intensificare e far intensificare le preghiere a questo scopo. La mia unica preghiera è che si compia in tutto e per tutto la volontà di Dio per il bene delle anime nostre e di quelle a noi affidate.
Il Signore ci ha regalato nuove vocazioni ed a tutt’oggi sono 21 i nostri seminaristi. Vi richiamo caldamente l’opera di Tano. Chi avesse orfanelli da far ricoverare prego rivolgersi al nostro Don Lucioni.
In mezzo a difficoltà in cui ci dibattiamo il Signore non ci lascia mancare né il lavoro né le consolazioni dell’apostolato, ed è davvero un succedersi da ogni residenza di notizie care, che mentre dicono da un lato il lavoro attivo che venite esplicando, dicono pure la benedizione di Dio sulle nostre opere. Ritengo anche siano da considerarsi come premio dei sacrifici a cui tutti generosamente vi sobbarcate per far fronte alla situazione.
Il massimo dolore di Don Cimatti in tali contingenze è solo questo: “di non potere con prontezza e sufficientemente secondo i bisogni venirvi in aiuto”. Non è ignota a voi la nostra condizione.
La S. Sede, i nostri Superiori ed i nostri cari benefattori con vero senso di carità e simpatia ci vengono in aiuto, ma date le circostanze mondiali ed i bisogni del momento, l’aiuto che ci inviano non è sufficiente a toglierci dalla dolorosa situazione. Ma come vedete la Provvidenza non ci è venuta meno e non ci verrà meno, anzi ci verrà in abbondanza proporzionata ai bisogni, se faremo quello che ripetutamente consigliava anche il nostro Don Bosco: “Cerchiamo di essere buoni, laboriosi, osservanti delle nostre regole e mortificati”. La prova che attraversiamo, ne sono certo, è purificazione, è la promessa di Gesù a quelli che Egli predilige. Beati noi se sapremo valutarla nel suo giusto valore. Vi assicuro che si fa tutto quello che si può per venirvi in aiuto. Armiamoci tutti di grande pazienza e speranza. Ogni casa cerchi anche di escogitare tutte quelle risorse che valgano ad alleviare questo stato di cose; diamoci attorno, e poi affidiamoci senza timore alla Divina Provvidenza.
Sono in attesa delle ordinazioni che desiderate si facciano dal Centro per la prossima venuta. Prego i ritardatari ad affrettarsi per non fare duplicati inutili e che fanno perdere tempo.
A tutt’oggi è giunto il contributo del Karashidane [foglietto di propaganda “Grano di senapa”] solo dalle residenze di Beppu e di Takanabe. Prego…
Il Giornale Cattolico per far fronte ai disavanzi dell’anno aumenta il prezzo per le residenze a Yen 1,40, ma si prende l’impegno di inviare il giornale a domicilio. Raccomanda a tutti i missionari di fare propaganda fra i pagani, di inviare materiale da pubblicare.
La prima domenica di Giugno sarà per tutto il Giappone la giornata per la stampa.
In attesa di miglior studio sulla possibilità di ottenere dai cristiani più forte aiuto in favore della propria Chiesa:
È prevalso il concetto di formare la coscienza dei cristiani a questo dovere, piuttosto che fissare tasse o contributi annui o per le singole funzioni.
Si introduca dappertutto la bella usanza di chiedere l’elemosina in chiesa durante la santa Messa o altre funzioni. Non è male specificare le intenzioni ai cristiani.
Per venire a formare poco a poco la coscienza dei cristiani, e anche per chiarire ai pagani l’insegnamento cattolico al riguardo, arrepta occasione, si parli dell’Autorità e delle relazioni che il cittadino deve avere colle medesime… D’ora innanzi la festa dell’Imperatore sarà celebrata con solenne funzione anche in tutte le Chiese cattoliche dell’Impero.
Chi avesse proposte concrete che valgano ad affrontare il problema dei cattolici di fronte alla religione dello Stato (Shintoismo ufficiale) abbia la bontà di inviarmele dovendo fare relazione a S. E. il Delegato. Però non cesserò mai di raccomandare (perché ne sentii l’eco anche nell’adunanza dei Vescovi):13
Si abbia grande prudenza nel parlare o scrivere di questo argomento.
Grande cura e vigilanza a che i catechisti o i giovani che sono presso di noi non dicano cose che possono suonare sconvenienti alle orecchie dei Giapponesi. Siamo controllati più che non si pensi, e poi abbiamo avuto già qualche grattacapo anche per queste imprudenze.
Attenti noi pure quando dobbiamo o pubblicamente o privatamente parlare di altre religioni a tenere un linguaggio conveniente e sempre calmo, condito di dolcezza secondo lo spirito del nostro San Francesco.
E giacché sono in questo tema permettetemi di insistere su questo argomento e di pregarvi di informare a questo spirito tutti i vostri dipendenti.
Voi conoscete la suscettibilità dei Giapponesi. Noi certo non guadagniamo le loro anime se con parole dure, aspre o li rimproveriamo o facciamo loro le correzioni, specialmente quando questo avvenisse pubblicamente.
Anche nelle circostanze in cui inevitabilmente dobbiamo far sentire loro la parola ferma e sicura del medico che deve tagliare e far uscire sangue vivo, usiamo le formule gentili in uso nel loro linguaggio; lavoriamo più con la persuasione che col comando… Siamo medici delle anime loro, ma anche padri. Anche nella spiegazione dei doveri cristiani, più che dire “Fate” è meglio dire la formula esortativa: “Facciamo…”, in modo che le anime a noi affidate si accorgano che siamo ai loro fianchi per aiutarli e sorreggerli.
Insomma giapponesizziamoci quanto più possiamo nelle manifestazioni del linguaggio del loro galateo, ecc., per trarre tutti a Cristo.
Sono pensieri che ho udito qua e là, in alto e in basso e che frequentemente vi comunico, confessando che per primo ne ha bisogno chi vi scrive.
Pregate per me che vi sono continuamente vicino coll’affetto e colla preghiera.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
926 /Tassinari Vasco / 1932-4-15 /
al chierico Vasco Tassinari, suo ex-allievo, fratello di Clodoveo
[15 aprile 1932]
Vasco,
Grazie ai Superiori, specie al Direttore cui bacerai per me la mano, al bravo assistente Zanin, ai soci dell’Opera Missionaria e a un cotale Vasco (non so se lo conosci) degli auguri che contraccambiamo di cuore.
Pregate, pregate. Per me non domando in speciale a voi che questo.
Si soffre, ma Gesù consola con lavoro apostolico, con battesimi e con consolazioni spirituali.
Allegri e avanti sempre. A quel cotal Vasco dirai che la virtù è fatta di c + s + u e senza c e u non si conclude nulla.
Clodoveo bene – è grasso – un po’ incantato, ma si scatenerà a suo tempo. Non so chi di voi due sia il migliore: procura di non essere inferiore a lui.
Allegro, laborioso. Raccomanda ai soci il lavoro, il sacrificio e l’umiltà.
Anche se non andrete nelle missioni propriamente dette, dovrete essere sempre missionari e quindi averne le virtù.
Prega e fa’ pregare per me.
Tuo
Don V. Cimatti
927 /Joyeusaz Abele / 1932-4-16 /
a Don Abele Joyeusaz, suo ex-allievo a Valsalice
16 aprile 1932
Caro Abele,
Grazie degli auguri e delle preghiere graditissime.
Tu sai che la Visitatoria agli effetti capitolari non ha capacità giuridica e quindi… non mi vedrai.
Lascia quindi l’ansia di rivedere, abbracciare… Meglio per me e per tutti e per te così:
possiamo offrire a Gesù anche questo desiderio,
in spiritu humilitatis,
et poenitentiae.
Allegro, calmo e… santo.
Tuo
Don V. Cimatti
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Miyazaki, 23 aprile 1932Eccellenza Reverendissima,
Al ritorno da Osaka14 trovo la sua generosa carità e mentre assicuro dell’adempimento dell’obbligo delle Ss. Messe, La ringrazio di vero cuore con l’assicurazione di preghiere speciali.
Ho ricevuto pure i verbali, e sto riunendo materiale per la questione shintoista, che spero inviare presto coll’aiuto dei missionari interessati.
Il motivo per cui Don Cimatti ha sollevato varie questioni – non ultima quella delle facoltà – è che noi salesiani siamo ancora bambini inesperti e abbiamo bisogno di tutto e di tutti, e desideriamo consigli e direzione. E tutto questo se non si provoca, nessuno ce lo dice. Grazie di tutto.
Torno da Osaka dopo una dozzina di concerti e conferenze di propaganda cattolica, contento di aver visto e imparato ed ammirato tanto bel lavoro d’apostolato che sanno fare i missionari e Congregazioni religiose.
Non Le nascondo la santa invidia che provavo… Benedica il Signore tutto e la buona volontà che hanno i salesiani di lavorare in questi grandi centri per tanta gioventù, e conceda i mezzi formidabili che sono necessari per fare qualche cosa.
Non ci venga meno la carità dell’E. V. quando ne ha la possibilità.
Il Signore La rimeriti di tutto. Ossequi cari al buon Segretario.
Dell’E.V. Rev.ma
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Il prossimo 26 aprile è la festa del nostro Beato Don Bosco. Assicuro speciali preghiere in quel giorno per V. E.
a Don Giuseppe Muzio, ex-allievo di Valsalice
24 aprile 1932
Carissimo Don Muzio,
Vedi come è buona Maria! Inizio del mese suo… Viene la tua carità.
Accuso ricevuta della tua carità, che ho trasmesso al nostro Don Liviabella come era indicato nella postilla del bravo Don De Bonis. Prego e faccio pregare secondo le tue intenzioni.
La prossima offerta (vi ho tassato, voi! vecchi miei Valsalicesi) è per Don Piacenza a Tokyo.
Non temere, che le preghiere e sacrifici sono per te, perché i tuoi giovani e voi confratelli… Secondo le tue intenzioni.
Ormai mi sono legato tanto a questa terra, nonostante le liete e tristi vicende, che difficilmente mi muoverò, salvo il “vuolsi così colà…”.
Allegro sempre e lasciamo un po’ la filosofia…
Grazie. Anticipo auguri pel patrocinio di S. Giuseppe e Pentecoste.
E tu prega pel
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone
24 aprile 1932
Merlino carissimo,
Ti penso in buona salute e specialmente sempre migliore nella vita di santità a cui il Signore ci ha chiamato. La festa di Don Bosco è una buona occasione e più il mese di Maria. Fallo bene – parla a Lei, pensa a Lei, ogni giorno fa qualche cosa per Lei.
Ti ricordo sempre e tu fa’ altrettanto per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 24 aprile 1932
Rev. Madre,
Sono finalmente ritornato da Osaka e trovo la sua.
Pel passaggio come le consigliai nell’ultima, dopo aver domandato a Tokyo a vari, la migliore è fare lo shadan [ente morale di proprietà]. Le potrei dare dettagli sullo “shadan” della missione avendolo noi già, ma credo sia molto più pratico per Lei interrogare qualche Congregazione religiosa femminile, che lo abbia. Messa a posto la proprietà della missione penserò a fare lo “shadan” per la Congregazione, che anch’io non so ancora come farò. Il fondamento dello “shadan” sta in ciò che la legge giapponese ammette che almeno tre individui si uniscano in società di proprietà, che, riconosciuta ha capacità giuridica di compra-vendita, ecc. aggregandosi chi crede. L’obbligo è di segnalare annualmente i beni della Società, i cambi avvenuti, acquisti, ecc. affinché l’agente imposte faccia le dovute modificazioni. I vantaggi sono:
che non ci sono tasse per i diritti di successione,
le spese di compra-vendita, donazioni, ecc. sono molto diminuite,
i luoghi religiosi (chiese) e ad uso pubblico (scuole, saloni, ecc.) non hanno tasse o sono minime.
Questo è il poco che so. Ad ogni modo sempre pronto ad aiutare. Lei, buona Madre, bisogna che si pigli un 15 giorni per andare a Tokyo o almeno a Osaka per parlare con qualcuna di queste superiore – prendere copia e cominciare.
So già della nuova carica di Suor Conte, e Don Piacenza mi ha fatto vedere le osservazioni, che ritengo in massima giuste. Per regolare domanderà a Don Margiaria da cui venne la nota secondo i suoi registri. Don Cimatti sarebbe più spiccio (se avesse i soldi), perché ha per principio di non discutere in queste questioni, e vorrebbe abolita ogni amministrazione, affidandosi alla Provvidenza. Ma siccome tutti non la pensano come lui – ed è anch’egli soggetto alla regola – bisogna passare attraverso alla trafila dei numeri… Per lui la cosa più mortificante e dolorosa.
Pazienza! Ma non tema, Madre buona, che il Signore aiuterà il povero Don Cimatti e le giuste richieste di Don Piacenza da una parte e le non meno giuste richieste di Sr. Conte dall’altra saranno soddisfatte.
Ah, se avessimo un po’ più fede!
Il mese iniziato per onorare la nostra buona Mamma e la prossima festa di Don Bosco infondano in tutte la carità, l’umiltà e il sacrificio.
Preghi e faccia pregare pel
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
932 /Circolare ai Missionari del Giappone / 1932-5-1 /
ai Missionari del Giappone (traduzione dal giapponese)
Takanabe, 1 maggio 1932
Reverendo Padre,
I religiosi salesiani di Don Bosco ai quali è stata affidata la missione indipendente di Miyazaki, hanno aperto a Beppu una nuova residenza. Colà su di un terreno di loro proprietà essi hanno già costruito una modesta casa. Serve contemporaneamente si[a] di cappella come di abitazione per i missionari.
Nel cortile adiacente ogni giorno vengono a divertirsi – curati dai Salesiani e dalle Figlie di Maria A. – un buon numero di ragazzi: ad essi si cerca di dare anche un po’ d’istruzione religiosa. Specialmente durante la stagione dei bagni, arrivano a Beppu cristiani da tutte le parti del Giappone, dalla Cina, dalle Filippine.
Anche tra i pagani noi constatiamo un movimento assai consolante verso la nostra S. Religione. Per queste due ragioni e in più per dare ai missionari un’abitazione più conveniente e anche per provvedere per coloro che verranno per motivi di salute, mi sono proposto di cominciare la costruzione di una chiesa con annessa sala per le riunioni.
A questo scopo imploro la carità di tutti e faccio l’invito a voler collaborare nella misura dei mezzi a vostra disposizione: si tratta di un’opera che in avvenire produrrà abbondanti frutti di bene. Le condizioni mondiali del momento forse mi sconsiglierebbero di lanciarmi in un’opera simile, ma la confidenza in Maria Ausiliatrice alla quale desidero dedicare questa nuova chiesa e di più la vostra carità provata, mi spingono ad iniziare al più presto possibile un’opera divenuta necessaria per la gloria di Dio e la salute delle anime. Come ricompensa alla vostra generosità noi vi assicuriamo un ricordo speciale nelle preghiere di ogni giorno, voi poi parteciperete al bene che verrà compiuto in questa nuova residenza, attirandovi sopra di voi e sopra le vostre imprese la speciale benedizione di Maria Ausiliatrice.
Vi ringrazio anticipatamente di tutto quanto vorrete fare per la riuscita di questa impresa.
Vostro dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
Super. Miss.
(la medesima lettera in francese)
Révérend Père,
Les Religieux Salésiens de Don Bosco à qui fut confiée la Mission indépendent de Miyazaki ont ouvert à Beppu, une nouvelle résidence.
Là sur un terrain qui leur appartient ils ont déjà construit (bâti) une maison très modeste. Elle sert à la fois et de chapelle et d’habitation pour les missionnaires.
Dans la cour contiguë à la maison tous les jours, un bon nombre d’enfants confié soit aux Salésiens soit aux Filles de Marie Auxiliatrice viennent prendre leurs ébats. Le missionnaire en profite pour leur donner les premières leçons de catéchisme.
Spécialement à la saison des bains, des chrétiens arrivant des différentes parties du Japon, de la Chine et des Philippines viennent séjourner a Beppu. Nous constatons parmi les païens un mouvement très consolant vers notre Religion. Pour ces deux motifs et en plus pour donner un logement convenable aux missionnaires qui viennent ici pour motif de santé, je me suis proposé d’entreprendre la construction d’une église et d’y annexer une salle de réunion. J’implore la charité de tous et les invite à coopérer dans la mesure de leurs moyens à une oeuvre, qui dans l’avenir produira de nombreux fruits de salut. Les conditions mondiales actuelles me déconseilleraient peut-être de me lancer dans une telle entreprise mais la confiance en Marie Auxiliatrice, à qui je veux dédier ce temple et de plus votre charité si connue, me poussent à commencer le plus tôt possible, une oeuvre devenue nécessaire pour la gloire de Dieu et le salut des âmes.
En retour de votre générosité nous vous assurons un souvenir dans nos prières quotidiennes, vous participerez au bien qui s’accomplira en cette nouvelle résidence et vous attirerez sur vous et sur vos entreprises la bénédiction spéciale de Notre Dame Auxiliatrice.
Je vous remercie déjà de tout ce que vous voudrez faire pour la réussite de cette oeuvre.
Votre bien dévoué:
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco Saverio. Giappone.
OGGETTO: Proposte Varie per lo studentato teologico della Visitatoria Giapponese
Miyazaki, 1 maggio 1932
Molto Rev. RETTOR MAGGIORE,15 salesiani, Torino,
Sottopongo all’illuminato parere del Rettor Maggiore e dei Superiori il problema importantissimo dello studentato Teologico per la Visitatoria Giapponese, pregando i Superiori a volerci con cortese sollecitudine dare consigli in questa materia così importante.
Lo studentato filosofico che già funziona da tre anni (questo è il terzo) ha già messo nel campo del Tirocinio pratico dieci che hanno regolarmente finito il corso filosofico, e che in quest’anno (mese di dicembre) compiono il primo anno di tirocinio. Siccome per varie ragioni, per vari di loro e forse per tutti, domando, e, spero, sarà concessa la dispensa di un anno, così ci troviamo con poco più di un anno a disposizione per pensare seriamente a questo importantissimo problema.
Esposta la ragione della domanda, ecco le varie proposte, studiate dal Consiglio ed anche dai confratelli sacerdoti della Visitatoria, che desidero sempre sentire nelle varie questioni, affinché tutti portino il loro contributo di esperienza, almeno nelle massime questioni.
Proposte varie
Avere uno studentato nostro. È la proposta che arride alla maggioranza.
Si oppongono varie considerazioni. Potremo noi ottenere dai Superiori un personale ottimo, quale è necessario per avere uno studentato, che sia corrispondente ai bisogni di formazione culturale per questi paesi? Tanto più che tutti i missionari guardano a ciò che fanno i Salesiani, e sanno che l’attuale studentato filosofico si fa filare meglio che si può. Avremo poi un numero di scolari proporzionato allo scopo, sforzo che si deve fare per i professori e per avere l’occorrente materiale didattico (locali, libri, ecc.)?
Si riuscirà forse più facilmente fra qualche anno (quando?) quando avremo il noviziato in Giappone o quando avremo elemento giapponese che frequenti le nostre scuole. Ma tutti questi problemi dipendono dagli aiuti che possono darci i Superiori, perché oggi come oggi, ci siamo guardati attorno, ma non abbiamo nessuno a cui decorosamente e fiduciosamente possa affidare le materie fondamentali, e tanto meno i mezzi per una costruzione ad hoc.
Unire le forze con altri studentati già funzionanti per addivenire ad uno studentato dell’Estremo Oriente.
Molte gravi difficoltà si oppongono. Buon centro sarebbe certo la Cina, ma con la fobia vicendevole di questi due popoli, al momento attuale certo non solo farebbe cattiva impressione (anche se si tratta di stranieri solamente… ma fra poco avremo anche i giapponesi…) ma ne verrebbe certo del male all’Opera nostra e più alla missione.
Inoltre non sarebbe possibile la sorveglianza e formazione specifica per i bisogni nostri, anche se tra gli insegnanti vi fosse uno inviato dal Giappone.
Ha pure il suo valore lo studio della lingua giapponese, che pur potendosi trovare insegnanti a HONG KONG o a SHANGHAI, non può certo esercitarsi così come sul posto. E preme non meno sulla bilancia la questione finanziaria; il vitto (che speciale in Cina non potrà più seguirsi in Giappone… In Cina quattro pasti… discreti… In Giappone il regime d’Italia… e non tutto quello…).
Far studiare i nostri al gran seminario di Tokyo, l’unico per ora in Giappone.
Se i salesiani avessero una fondazione a Tokyo (la crisi ci tolse per quest’anno la speranza) si potrebbe pensare a far frequentare dai nostri il Gran Seminario, ma a parte che non si possono certo mandare tutti i nostri a Tokyo, a parte la questione finanziaria, non si possono mettere certo molti dei nostri che saranno deboli negli studi a confronto con quelli che lo frequentano (fra cui certo ci saranno anche dei deboli): ci farebbero ben magra figura… E non ne verrebbe del bene né a noi né agli altri. Al massimo se si credesse far usufruire a qualcuno… Ma è necessaria prima la fondazione a Tokyo… che credo sarà ancora assai lontana.
Vi è chi propone il ritorno di coloro che devono fare la Teologia in Italia.
Certo che piuttosto che far male la Teologia e ricevere una formazione insufficiente è meglio vengano a fare tale studio in Italia, dove anche i più deboli possono essere accuditi e per la formazione e per lo studio.
Ma se ne perderanno molti, che certo non ritorneranno più. La vita di missione in Giappone non è vita di rose… Vari possono avere belle doti che conosciute determineranno la fermata per i bisogni d’Italia.
Ma v’è più assillante la spesa e dei viaggi e del mantenimento… E più lo studio della lingua, che pur potendosi attuare anche in Italia, non si può certo compiere a dovere. Inoltre se questo sistema si adottasse per il Giappone, certo si desidererà adottare altrove…
Si sono fatte e vagliate tutte le proposte ora enunciate per venire incontro alle difficoltà in cui certo si trovano i Superiori specie nelle condizioni attuali, ma insistiamo a che i nostri buoni Superiori, come sempre hanno aiutato questa povera missione, facciano qualsiasi sforzo per venirci in aiuto a che possiamo noi pure avere in posto un ben organizzato studentato Teologico.
Tutto dipende dalle decisioni dei Superiori, mentre noi, pregando per il buon esito della determinazione, attendiamo con fiducia il da farsi.
L’avere davanti a noi un anno non è troppo, data l’importanza del problema.
Vedano i Superiori al più presto di consigliarci.
Nella fiduciosa attesa godo dirmi,
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Visit. Giappone
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone
OGGETTO: Dispensa di un anno dal tirocinio per gli studenti filosofi della Visitatoria.
Miyazaki, 1 maggio 1932
Rev. Sig. Rettor Maggiore,
Il sottoscritto nella sua qualità di Visitatore della Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone, fa umile domanda al Rettor Maggiore della nostra Pia Società affinché si degni benignamente di concedere la dispensa di un anno di tirocinio pratico a quei chierici della Visitatoria che, a giudizio dei Superiori della Medesima, si trovano nelle condizioni di meritarlo e per condotta e per buon tirocinio compiuto o per motivi speciali da vagliarsi caso per caso.
Le ragioni che muovono il sottoscritto, coll’approvazione del suo consiglio, alla domanda sono le seguenti:
I bisogni urgenti della Missione e delle opere della nostra Pia Società, che richiedono al più presto buoni sacerdoti,
Tutti quelli che iniziarono lo studentato filosofico due anni fa (e sono la maggioranza) per turno, tutte le domeniche si prestavano ad aiutare i missionari nell’Opera degli oratori festivi. Tale lavoro di apostolato mi consta che era ed è tenuto in considerazione dai Superiori agli effetti del tirocinio,
Vari dei nostri studenti hanno già una certa età. Prolungando il tirocinio, si ritarda di assai la Santa Messa, e la mente stessa non abituata alla regolare ginnastica dello studentato, si indurisce ancor di più.
Si potrebbero pure addurre ragioni economiche, che però amo meglio non tirare fuori in una questione formativa da cui dipende il bene delle persone, della nostra Pia Società e della Missione.
Rimetto la cosa nelle mani del Superiore a cui spetta il poter dispensare e fin d’ora ringrazio di qualsiasi soluzione piaccia al Superiore indicare come la migliore.
Il nostro pensiero dunque è che se vi siano dei chierici, che meritino questo favore, per le ragioni sopraddette, sia loro permesso di iniziare la S. Teologia dopo solo due anni di tirocinio pratico.
Per coloro che non lo meritassero, rientrano nella regola comune o si prenderanno speciali decisioni per loro.
Che della grazia:
Il Visitatore
Don Vincenzo Cimatti, salesiano
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 1 maggio 1932
Ancora le nostre difficoltà…16
M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
All’inizio del mese per noi dolcissimo della Vergine nostra Ausiliatrice permetta che colle nostre notizie personali le continui a dare quelle generali, che a Lei pure tanto interessano e che danno ai nostri cari benefattori un esatto conto delle condizioni caratteristiche di fronte al gran problema dell’apostolato quale è da noi provato. Al leggere le mie povere relazioni, Lei forse ed altri avranno pensato e detto: “Mah! Povero uomo! Non fa che parlare di difficoltà!… E chi non lo sa che in tutte le missioni si incontrano difficoltà caratteristiche, che individuano proprio la missione, e ne formano la sua gloria?”.
Sì, sì… Come al fronte unico della gran guerra, dove c’era per tutti posto a compiere imprese eroiche… Ma che vuole, amato Sig. Don Ricaldone, l’enumerare anche solo le difficoltà è conforto per noi – istruzione per gli altri ed eccitamento all’azione per entrambi… Dunque sopporti ancora – compatisca – ci guidi ed aiuti.
Già le dissi delle nostre difficoltà economiche… Non sono finite… anzi…
Le accennai alle difficoltà desunte dal carattere storico e psicologico di questo popolo e della sua organizzazione attuale iniziata nel 1868, sulla base delle grandi nazioni, tra cui si assise. Voglio in questi spunti scheletrici accennarle a quelle più delicate desunte dalle relazioni del Cattolicismo colle altre religioni, specie con quella dello Stato.
Si può pensare in Giappone a tre grandi classi di religioni antagoniste al cattolicismo: le varie, numerose, disunite sette della Riforma e qualche setta religiosa più moderna (tipo America del Nord) o areligiosa (tipo Russia) – il buddismo, e la religione di Stato o shintoismo.
È difficile citare delle cifre che diano un’idea chiara della potenzialità delle singole religioni, che si deve pur confessare non stanno inattive… anzi…
Una statistica ufficiale di pochi anni fa elevava a oltre 88.000 i luoghi di culto shintoista e oltre 70.000 quelli di culto buddista, più 5870 luoghi di predicazione contro oltre l800 appartenenti a varie sette e a 200 appartenenti ai cattolici (compresi gli ordini e congregazioni religiose). Oggi i luoghi di culto cattolici sono saliti a 350, ma non so dire, se proporzionalmente siano cresciuti anche gli altri. È chiaro! Si è di fronte ad un vero blocco pagano, più o meno tinto di colorito religioso o areligioso, ma è un blocco formidabile, che quando poi si tratta di far contro al Cattolicismo, coalizza le forze…
Spirito religioso dei giapponesi
Ma insomma, i giapponesi sono religiosi? Ecco un problema interessantissimo. In ogni parte vi sono templi, piloni, luoghi di culto, si fanno pellegrinaggi, voti… In casa tutti hanno l’altare degli antenati; cerimonie religiose si fanno in casa e ai templi, vi sono feste mensili, annuali, ecc.
Gli altri culti sono liberamente propagati… Sono dunque indifferenti? O trattano i loro dei solo con quella gentilezza così propria della loro razza? O desiderosi e curiosi del nuovo, abbracciano la novità religiosa, per poi ritornare come erano prima? È ateismo? È dubbio? Ci credono proprio? Sono buddisti, shintoisti? O l’uno o l’altro? – Non possiamo certo noi legiferare in questo campo delicato, noi che da pochi anni viviamo in questo bel paese. Ma Lei trova ad es. delle famiglie di quattro o sei individui, ed ognuno appartenente a religioni diverse o a sette diverse di una stessa religione. E pare vanno d’accordo. Trova dei genitori che lasciano la piena libertà ai figli di studiare e praticare una religione diversa da quella da loro professata. Trova tanti che partecipano indifferentemente alle feste di qualsiasi religione, e non per pura curiosità, ma effettivamente… E allora?
Mi pare si possa dire che il loro atto di fede non è donazione totale dell’essere alla divinità – non vi danno certo il senso nostro – la loro pietà non trova bisogno di comunicarsi alle anime vicine.
Tutta la somma della verità dei loro dei è la tradizione, che però non si presenta come forma dogmatica. Vi entra la fantasia e la sensibilità – è suscettibile di aggiunte – non si impone alla ragione per vincerla e umiliarla. Il giapponese non spinge la credenza fino alla certezza, né l’incredulità alla negazione – sanno coordinare lo shintoismo, che divinizza la natura e la bontà delle cose, col buddismo che risolve tutto in sapore di illusione e di tristezza, e col protestantesimo che gli dice: “credi, e fa quel che vuoi”, e non facendosi troppe domande, non preoccupandosi di troppe ricerche, vivono in un’atmosfera religiosa dolce, tranquilla, leggera, che si culla in semplicità, in manifestazioni cerimoniose, in quanto di imprevisto può eccitare il sentimento, la fantasia… E lei vedrà il Giapponese collocare il suo Dio indifferentemente ai bordi di un ruscello o di una cascatella o di una roccia dalle forme strane o ai piedi di un magnifico pino… O come spaventapasseri con ritagli di carta nei campi biondeggianti di grano o di riso… Passando dall’estrema semplicità puerile di manifestazione religiosa alla suprema maestosità di culto nei grandi e magnifici templi. Ma v’ha di più. “Il Giappone è la terra degli Dei – i giapponesi sono figli degli dei, e come tali partecipano alla saggezza divina. Sono quindi felici, infallibili – ecco perché si ritengono di specie diversa della nostra – ecco una delle fonti del loro orgoglio nazionale”.
E agli antenati, e a quelli che hanno benemeritato della patria innalzano templi monumentali, dicono, come segno di fedeltà e venerazione verso gli antenati, specie della casa imperiale e come segno di amore verso la medesima; ma tutta l’atmosfera di tutti i santuari, i ministri, le offerte e le cerimonie sono religiose, e scriveva bene il Vergot in “Pensiero Missionario”: “La libertà religiosa è garantita a tutti in Giappone, soltanto si richiede anche da ognuno che, come giapponese, mantenga gli antichi costumi patriottici, ritenuti dal Governo non religiosi, per quanto si manifestino in forme religiose. Tale è il punto di vista governativo, comprensibile in un governo, nella mente del quale la religione, la venerazione verso gli antenati e il patriottismo sono confusi come in una nebbia, e che naturalmente ha tutto l’interesse che i costumi ed usi tradizionali, blandenti l’orgoglio nazionale e favorevoli sia alla sicurezza di Stato sia alla fedeltà al trono, resistano”, come cantano nel loro inno nazionale, finché una pietra si converta in roccia dove s’abbarbichi il più folto muschio. Da ciò la vigile sorveglianza e il controllo degli organi dello Stato sul funzionamento, insegnamento, propaganda delle altre religioni e più l’incertezza dell’atteggiamento dei cattolici a questo riguardo, finché non verrà una chiara decisione da parte della Chiesa, e i gravi conflitti di coscienza nei cattolici che debbano partecipare a tali cerimonie.
Si cammina sui rasoi insomma… E non volendo più oltre dilungarmi passo sopra alle difficoltà presentate dallo svolgersi delle altre forme religiose, che domandano tanto poco di partecipazione attiva di convinzione e di azione – e permettono tanta libertà in ogni campo… E se la pigliano coi cattolici che invadono il loro campo. Amatissimo Sig. Don Ricaldone, i suoi figli del Giappone, che provano nella pratica quotidiana la lotta sorda, nascosta, vigile, proveniente da questa parte, da tempo, Lei lo sa, fedeli a Don Bosco nella zona loro affidata si sono buttati ai giovani… Solo di qui verrà la futura salvezza… E molto di più potranno fare quando il Signore manderà i mezzi per potere invadere santamente i grandi centri, ove brulicano a migliaia e migliaia (e Lei l’ha constatato coi suoi occhi) i giovani desiderosi di istruirsi, di farsi una posizione e trovare chi li metta sulla strada del bene. O Signore, quando sarà quel giorno? Lo affretti, Lei, lo affrettino i nostri fratelli, amici e cooperatori colla preghiera e colla loro carità.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
936 /Visita a Nakatsu / 1932-5-6 /
Visita canonica ai Salesiani e all’opera di Nakatsu
6 maggio 1932
Deo gratias! La visita fatta è quella che mi ha apportato le massime consolazioni. Mi pare di vedere la casa ordinata materialmente e spiritualmente bene.
I confratelli e giovani sono soddisfatti, e sono certo che lo è anche il Signore.
Fate quanto potete per la cura dei cristiani e pagani, pensando però che il Seminario è la pupilla della Missione e della Congregazione.
Lavorate con spirito ecclesiastico e spirito salesiano, rivestendo il Seminario di quello spirito di serietà di studio e di pietà e di serena allegria, che ci dia a tempo opportuno dei santi preti e dei buoni salesiani.
Rafforzate lo studio in modo che a tempo opportuno possiamo tentare il pareggio della scuola.
Avanti dunque con fede. Il Direttore faccia con frequenza tema di conferenza i pensieri scritti dal Sig. Don Ricaldone in principio di questo quaderno.
Ci benedica il Signore e non ci lasci mancare i suoi aiuti e ci renda degni delle sue benedizioni.
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 9 maggio 1932
Rev.mo Rettor Maggiore,
Il sottoscritto, mentre fa devoto omaggio a Lei che la Provvidenza ci ha voluto dare come nuovo Don Bosco, e promette indefettibile obbedienza per l’esercizio delle mansioni che gli furono affidate, avendo e a voce e per lettera ricevuto dal compianto Sig. Don Rinaldi tutte le facoltà degli Ispettori (pur essendo la nostra solo Visitatoria) e quanto avessi creduto di aver bisogno in casi urgenti, domando ora l’ambito delle facoltà che mi sono concesse per l’esercizio dei miei doveri come Visitatore della Visitatoria di S. Francesco Saverio, Giappone.
Che della grazia
Umilissimo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 9 maggio 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Penso al gran lavoro di questi tempi, e non voglio dilungarmi. Espongo in pro-memoria varie questioni pel bene della nostra missione, che faccio presentare tramite della Segreteria, perché si è nel periodo delle elezioni e dell’assestamento. Ad ogni modo per non venire meno al mio dovere:
Come rendiconto mio personale di questo mese e per la salute e per lo spirito nulla di speciale, salvo un rincrudirsi della sensibilità e sensualità. Stagione?, debolezza? Mah! Mi pare di essere tranquillissimo d’anima, ed il Signore mi aiuti.
Per le nostre cose che Lei conosce, grazie alla carità dei Superiori e benefattori, respiriamo fino a Giugno, e finora posso far fronte agli impegni, ma i debiti premono.
Strano però che dall’agosto in cui furono inviate, a tutt’oggi, né dal Vaticano, né dal Duce, neppur una risposta… è un po’ poco. Se almeno si sapesse “no, non si può!”, uno mette il cuore in pace.
Ah, benedetta la burocrazia! Beh! Deo gratias! Ma un’altra volta scrivo direttamente. Vedrà che almeno l’accusa della ricevuta pratica, la ricevo… ed è qualche cosa. Lei certo andrà presto in Vaticano. Dica una parolina per questi poveri disperati… Ma più preghi per noi e col consiglio e colla opera ci aiuti.
I confratelli stanchi, ma grazie a Dio tutti bene in salute, e mi pare tutti ben animati. Il Signore ci mantenga nella sua santa grazia.
Ebbi colloquio con Mons. De Gebriant che mi disse: “Voi Salesiani, pur religiosi, siete missionari. I miei confratelli sono entusiasti di voi”. Mi abbracciò, gli donai una reliquia di Don Bosco: “Oh, l’ho conosciuto, gli ho parlato…”, e la baciava con devozione.
In mezzo alle difficoltà ci protegga Maria SS.ma nel suo bel mese e di Don Bosco. In occasione della sua festa i chierici fecero (e mi sembra con frutto) gli esercizi di metà anno.
Altre novità non vi sono. Entriamo nella stagione piovosa.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, ci benedica e preghi per noi la mamma nostra e Don Bosco, e soprattutto benedica il suo povero figlio:
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 11 maggio 1932
Al Rev.mo Rettor Maggiore,
Domanda di inviare una circolarina alla nostre case domandando aiuto per la costruzione del Santuarietto di Maria A. a Beppu.
La carità del nostro Don Torquinst, avendo acquistato in Beppu per la nostra Congregazione un terreno che già è adibito per l’Oratorio festivo e ad uso di casa di Missione (con cinque camerette che servono da tutto) per lo sviluppo dell’opera nostra si penserebbe iniziare le pratiche per la costruzione di un modesto santuario da dedicarsi secondo l’intenzione del donatore e dei Salesiani del Giappone a Maria A. (la cui statua già è nella camera-cappella attuale) con annesso salone per il maggior sviluppo dell’Oratorietto e opere affini di apostolato.
Nella piccola proprietà vi sono pure due fonti calde, che si penserebbe pure di utilizzare, forse con vantaggi o per il pagamento della costruzione.
Per la costruzione della chiesa sono pure in corso pratiche presso l’Opera della Propagazione della fede di Boston che già altre volte diede sussidio.
Il preventivo generale tutto compreso (costruzione in legno) chiesa, casa, salone si aggira sulle Lire 60 mila. Un 10 mila spero ottenerle dalle offerte dei giapponesi, ed ho già iniziato. Inteso che non si inizia la costruzione finché non ci siano i mezzi, e si può costruire per parti, secondo i medesimi.
Lo scopo della domanda è solo il permesso di iniziare la campagna fuori del Giappone, secondo il prescritto del regolamento, per raccogliere le offerte.
Sono sicuro, che, data l’importanza della città, emporio balneare e meta di ammalati da ogni parte del Giappone e Cina (l’anno scorso ascesero a 2 milioni i visitatori), dati i già buoni risultati ottenuti (nel primo anno una decina di battesimi) data la presenza dell’aspirantato delle Figlie di M. A., dato che [è] il primo santuario di Maria A. eretto dai Salesiani in Giappone (e che il titolo di Maria A. è caro al cuore del cristiano giapponese), spero anche di ottenere aiuto dalla cittadinanza, autorità, che ci tiene ad avere cose belle, Maria A. aedificabit sibi domum. Chiesa che la presenza delle fontane possa per le mani di Maria divenire una piccola Lourdes.
Naturalmente, come di regola, i progetti sarebbero a tempo opportuno presentati ai Superiori per le necessarie approvazioni…
Don Vincenzo Cimatti, sales.
a Don Giovanni Tanguy, salesiano, missionario in Giappone
11 maggio 1932
Carissimo Don Giovanni,
Grazie della sua del 9 Maggio.
Per la Cresima faccia tranquillamente Lei che conosce l’ambiente, le necessità, ecc. Desidero fare un sopralluogo a Morie, ma siccome sarà di sfuggita, per vedere il posto e se è possibile combinare qualche cosa di concreto, così penso che non ci sarà comodità per i cristiani. Quindi do tutte le più ampie facoltà e faccia in Domino, quanto è bene, per quelle care anime.
Certo la questione Hirayama e Osafune è un po’ spinosa. Per Osafune17 bisognerebbe consigliare alla mamma il cambio d’aria (ad es. a Hitoyoshi). Se il dottore assicura che non c’è danno per la comunità lo piglio volentieri a Takanabe. Se è dannoso [ammalato di T. B.], è certo non meno a Nakatsu e allora bisogna fare consigliare alla mamma dal dottore l’andata altrove.
Per Hirayama provi a scrivere – esortando a curare la salute – sentire che cosa si sentirebbe di fare – fargli proposte – e sentire la retribuzione che domanda.
Per la questione direzione, caro Don Tanguy, mettiamo tutto nelle mani di Dio, che non guarda agli effetti, ma alla buona volontà, e questa l’abbiamo tutti. Ne parleremo. Per me non è la direzione che può rappresentare la difficoltà, ma tutto il complesso dei giovani così disparati, e poi la regolarità degli studi, non avendo noi insegnanti giapponesi di valore, per cui non so come i nostri se la caverebbero in un esame pubblico.
Poi bisogna che decidiamo il trasbordo ed anche vedere se non è il caso di separare le vocazioni nostre dalle altre. Ne ho scritto ai Superiori e vedremo.
Tenga la vita di S. Giuseppe e vedremo. Certo Lei col tanto che ha da fare non può. Se riusciremo a mettere in sede fissa a sé il Seminario, è risolta certo la questione dell’apostolato.
Nessuna difficoltà per la dispensa. Il giovane faccia le promesse. Non c’è bisogno di fare pubblicazioni. Avvenuto il matrimonio lo annunci al padre missionario, da cui se crede può privatim prendere informazioni (ma è da così lungo tempo che la ragazza è a Nakatsu!). Si informi prudenter dello stato libero della medesima.
Per il Vocabolario è davvero un problema perché nelle case i confratelli non possono attendere, come speravo – col poligrafo temo non venga bene – colla macchina dattilografica è certo un lavoro lungo – è sotto stampa quello di P. Candau che però non si sa quando uscirà… Abbia la bontà di attendere ancora qualche giorno che proverò…
Colla prossima domenica si inizia la Pia pratica delle sei domeniche di S. Luigi. Se crede bene farne cenno affinché conoscano e magari farle tradurre dal Giovane Provveduto…
Preghi e faccia pregare per questo povero prete.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
17 maggio 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, padre nostro amatissimo,
Ricevo dall’amico Don Braga l’annuncio – ho telegrafato a tutte le residenze – ho radunato la comunità in chiesa:
Te Deum;
Preghiere speciali a Maria e Don Bosco per Lei;
Rinnovazione per le mani di Maria dei nostri voti e promesse, che dicano al nostro nuovo Don Bosco il nostro indefettibile amore verso di Lei, verso la nostra Società – l’assicurazione dell’adempimento dei nostri doveri usque in finem.
Ad multos annos, amatissimo Padre, e colgo subito l’occasione anche per essere dei primi ad augurarle buon Onomastico, ed assicurarle speciali preghiere.
È di passaggio un vecchio missionario del Giappone, che partecipa alla nostra gioia.
Che dirle? Penso al cumulo di cose, e sarebbe un abuso del suo tempo, propugnando le mie cose. Domando solo:
Ci ami e ci benedica. Siamo i più bisognosi in tutto, in tutti i sensi…
Ami e benedica la mia povera anima e m’aiuti a salvarla. Lei sa in che condizioni mi trovo…
Ami l’inizio dell’opera nostra, più minuscola del grano di senapa. Si sta passando dal Giappone momenti critici nel suo assestamento politico. Deus scit! Per ora non c’è da allarmarsi, ma potrebbe succedere forse più presto di ciò che si pensa un cataclisma. Fiat voluntas Dei!
Se si potessero avere anche esigui mezzi materiali, lo Yen abbassa… Momento buono.
Tutti e singoli vogliono essere ricordati.
Suo sempre aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
942 /Margiaria Angelo / 1932-5-20 /
a Don Angelo Margiaria, salesiano, missionario in Giappone
Miyazaki, 20 maggio 1932
Carissimo Don Margiaria,
Secondo le prescrizioni del Reg. per la visita Ispettoriale, eccoti le mie impressioni ed alcune osservazioni o promemoria che vorrai accettare e fare in modo che siano messe in pratica, sicuro che varie cose potranno essere utili per il sempre più regolare svolgimento dell’Opera nostra e della Missione.
Metto a parte il “memorandum” per ciò che si riferisce più direttamente alla missione.
Ho trovato i confratelli, mi sembra, spiritualmente a posto. Ad ognuno in particolare ho ripetuto per scritto, ciò che dissi loro a voce per il loro miglior perfezionamento.
Insisti a che il nostro bravo Don Marega esegua l’ufficio affidatogli di Catechista e Consigliere, dagliene la comodità, affidandogli anche quanto ritieni utile per il buon andamento della casa, e perché efficacemente ti aiuti. Usalo anche molto per il ministero in casa e fuori.
Intensifica le buone relazioni colle autorità politiche e civili, colla Polizia, e colle Scuole e coi giornalisti; non lasciarle cadere, perché ci sono di grande utilità e come salesiani e per ora ancor più come missionari.
Procura che in tutto e sempre regni la carità e la calma, fiducioso nella Divina Provvidenza. Non parlate troppo pubblicamente delle difficoltà finanziarie. Con Don Marega cerca di concretare qualche cosa anche a questo riguardo.
Non dimenticare sul posto di svolgere l’Opera dei cooperatori, l’Associazione dei devoti di Maria A. e l’opera del S. Cuore.
Secondo le intese, coltiva il gruppo di Osaka per addivenire alla formazione di un gruppo di azione per l’estensione dell’Opera nostra in quella zona, dove forse si potrà trasportare la stamperia.
Rileggiti di tanto in tanto i ricordi confidenziali di Don Bosco e dalla Regola e Regolamenti la parte del Direttore.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Angelo Margiaria, salesiano, missionario in Giappone
Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 20 Maggio 1932
Carissimo Don Margiaria,
Eccoti il PRO-MEMORIA per le osservazioni in relazione alla Missione.
Procura di condurre a termine nel più breve tempo possibile la questione del Cimitero in relazione alla proprietà del medesimo e ti prego di inviarmi copia delle disposizioni medesime.
Concretare il modo per l’apertura di una nuova residenza (luogo, scelta del terreno, ecc.).
Intensificare le relazioni colle autorità di ogni genere.
Studiare la possibilità dell’apertura di un asilo di Infanzia, utilissimo certo ad aumentare le relazioni delle famiglie pagane con la Missione.
Per la tenuta dei libri parrocchiali aggiornare il registro generale e apporre al libro dei battesimi le indicazioni delle Cresime, Matrimonio, morte, ecc.
Dare una ripassata agli arredi sacri (alcune pianete possono con facilità ripararsi).
Insistere che l’associazione dei Padri di famiglia sia un’associazione di buoni cristiani che intendono di aiutare la missione ed il Missionario. Favorire assai la formazione di una specie di conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli, e date le buone relazioni coll’ospedale, intensificare la relazione col medesimo.
Don V. Cimatti, sales.
Super. della Missione
a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale
Takanabe, 26 maggio 1932
Amatissimo Sig. Don Tirone,
Grazie della sua carità nell’investirsi dei nostri bisogni e di quanto ha fatto e fa per noi.
Le nostre condizioni si metterebbero a posto con cento mila lire, ma non trovo chi me le possa dare e perciò pazienza.
Ho coscienza di aver fatto quanto stava da me per domandare l’elemosina, non è arrivata nelle proporzioni di chiudere i buchi. È segno che la Provvidenza vuole stiano aperti, a nostra umiliazione, per eccitarci ad una più stretta povertà, ad una più totale fiducia in Lei… E così sia. Ormai mi sono rassegnato, e penso che da me la Provvidenza non vuole la conversione delle anime, ma che cerchi i mezzi per vivere. Crollano intorno molti ideali che si sentono dire sui libri, che si pubblicano sulla vita missionaria… e si vive nella realtà. Si soffre nel vedere che si è qui per uno scopo… Al fronte… e non si riesce a fare, perché mancano i mezzi.
Deus scit… Noti però che la Provvidenza non ha lasciato mancare il necessario ed anche qualche cosa di più del necessario, e quindi, pur soffrendo (più spiritualmente che materialmente) ci si butta nelle mani di Dio e avanti. Dopo tutto è Lui che fa – e se Lui vuole così, così sia.
Sono in piena visita apostolica e salesiana e pur avendo l’abitudine di visitare i confratelli una volta al mese, nella visita più prolungata, il vedere i confratelli in azione è sempre più istruttivo. Ritengo soldi ben spesi quelli delle visite.
Giacché ha voluto nella sua bontà sottolineare la questione di non pochi confratelli, che col regime attuale di votazione sono esclusi dal voto,18 permetta che francamente le esprima qualche idea. So con chi parlo – e deve essere cosa fra le nostre anime.
Ho già avuto troppi dispiaceri – e senza volerlo Don Cimatti, troppi ne hanno avuto i Superiori per parole sue, mal comprese e peggio riferite. Proposi olim al Sig. Don Rinaldi e al Sig. Don Ricaldone, che avrei taciuto, e, credo, davanti a Dio, di aver mantenuto la promessa. Ai Superiori però è lecito e doveroso parlare – e desidero parlare.
Partecipai all’ultimo Capitolo Generale e le confesso non ne fui bene impressionato, un po’ per tutto. Nell’enorme bene che vi vedevo, vidi anche persone e passioni – e il timore che si dicesse la verità.
Era la prima volta che vi partecipavo e mi trovai disorientato, ma in molte cose Don Savarè e Don Olaechea avevano ragione… E Don Cimatti stava di cuore per loro. Non ho alla mano le disposizioni prese da quel Capitolo Generale, né saprei dire se già tutte siano attuate – ma se per ipotesi non lo fossero, certo che poco prima del nuovo Capitolo ci si darà dentro con probabilità anche di non riuscita: e allora? Il caso delle Visitatorie era già chiaro al passato Capitolo… E, come vede, non fu risolto.
Per le Missioni mi pare che varie cose stabilite, sono ancora in aria. Ma, come dico, sono matto, e certo mi sbaglierò – anzi sono sicuro di sbagliare.
Mi abbia dunque per iscusato. Alle volte i confratelli fanno più o meno filialmente le osservazioni al sottoscritto. Ma che devo dire?
Mi dice di essere padre buono ed esigente…
Amatissimo Sig. Don Tirone, nemo dat quod non habet. Per me ho la convinzione assoluta della mia supina asinaggine in ogni campo, e capirà… I Superiori conoscono il modo di pensare reale di Don Cimatti al riguardo – fui proibito di parlarne, di supplicare, ecc. ecc. Obbedisco – ma la realtà per me non è tolta. Farò quello che potrò, ma…
Voglio chiudere questa mia col presentarLe a nome di tutti i più caldi auguri di buon Onomastico e l’assicurazione delle nostre povere preghiere speciali. E Lei non ci abbandoni né colla preghiera, né col consiglio, e tenga dietro specialmente al
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Grazie a Dio i confratelli tutti benino in salute – molti stanchi e per molti la stanchezza è nella continua apprensione per il necessario alla vita che Don Cimatti invia quando ha…Pensare che proprio in questi giorni mi si prega di un pagamento di un debito di Lire sessanta mila… e non so dove sbattere la testa.
Impossibile per ora pensare a risorse locali. Fiat voluntas Dei! Preghiera e allegria in Maria Aus. e Don Bosco… In questo periodo più critico ho dato una trentina di concerti (15 mila anime ascoltarono una buona parola)… Davvero che poeti e musici sono affamati e disperati… Ma il Signore conta la buona volontà.
al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
[26 maggio 1932]
Giuseppe carissimo, Grigolo Zuca baruca…
Sarà l’ultima volta… perché dopo sei prete…19
La meta si avvicina, mio buon Giuseppe, ed il Signore ti aiuti e Maria ti faccia da mamma e Don Bosco da Padre. Tu conosci per te il valore di queste due parole. Ho offerto al Signore per te le preghiere speciali della novena di Maria Aus.
Non solo desidero, ma voglio dire una Messa per voi (tu, Lorenzoni, Zampesi e Oldani... Che rifondere? È Don Cimatti che non potrà mai sdebitarsi con voi). Non so quando pigliate Messa – presa o non presa - la dirò il giorno della festa di S. Luigi (21 Giugno).
Le immagini di prima Messa (ai miei tempi) le regalavano gli altri… quindi non dovresti pensarci tu. Meglio seguire però anche in questo l’uso comune.
Per lo scambio dei soldi, se vi torna difficile il cambio in dollari, mandate moneta italiana. Si cambia qua.
Le cifre inviate dei kakemono naturalmente sono un preventivo, cui bisogna aggiungere le spese di posta che sarebbero rilevanti, data la grossezza. Non vale, mi sembra, la spesa di farli fare. Si potrebbe pensare nel caso della venuta di qualcuno. Alcuni piccoli secondo il tuo desiderio (per amici tuoi) furono inviati: spero arrivino. Come pure ho inviato qualche cosa estiva, ecc. Vedrai tu, e farai quel che credi. Se arriva v’è un bel ricamo in seta, fanne quel che vuoi. Metti molti se… perché non so come arrivino i pacchi.
Mio Giuseppe, ed ora, nell’intimità dell’affetto che Don Cimatti ha nutrito per l’anima tua i miei auguri, le preghiere di noi tutti.
Le preghiere… sai come saranno dirette da Don Cimatti, che ti conosce…
Gli auguri: Gesù infonda in te il suo cuore, la pienezza delle sue grazie, per trasformarti in virum perfectum. E basta.
Sai che non sono capace di effondermi molto perché… mi fa male alla salute.
Sognai di esserti vicino nell’eventualità di una venuta… ma la realtà del regolamento delle elezioni – e più le condizioni nostre (il Giappone sta passando brutti quarti d’ora d’assestamento!!!) non lo permisero. È un gran sacrificio per me, più meritorio per entrambi.
Il merito di quanto fai lo troverai in Paradiso. Dio ti benedica e ti conceda per l’anima tua e per quante verranno a contatto tuo de rore coeli et de pinguedine terrae, mensuram plenam, confertam, coagitatam, supereffluentem.
Fa’ anche le mie parti ai tuoi colleghi di Messa e prega per chi ti bacia la mano.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 28 maggio 1932
Il Giappone sente la crisi mondiale?20
Rev.mo ed amat.mo Padre,
Se Lei venisse ora in Giappone, come anni fa, i suoi figli e i non pochi giapponesi che conosce e che hanno saputo la sua nuova qualità, griderebbero con tutto l’entusiasmo il triplice: “Ricardone 21– Sarejio Kaicho, Banzai!”. (A Ricaldone, Superiore dei Salesiani… Viva), e mentre con tutto il cuore abbiamo ringraziato il Signore di averci elargito il nuovo Don Bosco, benché lontani abbiamo noi pure partecipato con tutta l’anima alla gioia della Congregazione.
Amatissimo Padre, ad multos annos, ad multos annos!
Nelle lettere precedenti ho cercato d’interessarla con le difficoltà caratteristiche di questa missione. Non posso affidare alla pubblicità un complesso di molte altre difficoltà che tentano di arenare, di isterilire o rendere vane le fatiche dell’apostolato. Ma ormai è diventato di moda parlare della crisi mondiale. Parliamone dunque e ci aiuti il Signore a superarla.
Il Giappone è in crisi?
Dal punto di vista materiale lo è, come tutte le nazioni, pur nascondendo molto sotto il manto di un benessere generale. Per noi che viviamo a contatto col popolo, coi poveri, dobbiamo rispondere affermativamente. Ma è così poco quello di cui si accontenta questo povero popolo – e nel paganesimo è così difficile stabilire quale possa essere il benessere della classe operaia, agricola e più della poveraglia, che non saprei dare una risposta esatta al problema, pur vedendolo in atto.
I recenti avvenimenti della guerra, i sommovimenti politici hanno dato al problema un nuovo strappo, che ha avuto ripercussioni e rincrudimenti anche nel campo finanziario, colle conseguenti asprezze per il piccolo impiegato e commerciante, per l’operaio, per il contadino, per il povero. Dunque la crisi economica con le sue conseguenze c’è e si fa sentire anche in Giappone.
Crisi di anime in Giappone
Ma se tale crisi può preoccupare popolo e missionario, che vi è a contatto, e che vede con dolore di potervi mettere riparo solo in minima parte, date le condizioni non meno critiche per lui create dal dissesto mondiale, preoccupa assai assai più la crisi di anime di questo popolo in mezzo a cui lavoriamo. Tale crisi incomparabilmente più pericolosa della precedente, perché può portare a sorprese e dissesti interni gravissimi – che potrebbero ripercuotersi su tutto il mondo – è crisi di pensiero, crisi di bisogno religioso – crisi morale – crisi di libertà. Mi pare di vedervi un parallelo bellissimo nell’instabilità di queste terre, considerate dal punto di vista geologico: alluvioni, terremoti e maremoti, tifoni, eruzioni vulcaniche tormentano alle volte con parossismi violenti queste terre, così splendide di bellezze naturali, riducendole ad ammassi informi… Lo stesso, lo stesso è in fondo all’anima di questo popolo, che bevendo avidamente alla nuova civiltà venutagli dall’Occidente, assimilatala e trasformatala a modo suo, si sente ora nei contrasti tra la sua anima, l’anima giapponese, e la superstruttura prodottagli da altre anime, di cui però non ha assorbito forse che il lato più estrinseco… e non ha ancora trovato l’ubi consistam. Sui grandi quotidiani si annuncia questo stato di cose – si guarda alla religione, e da molti alla religione cattolica, come mezzo e base di assestamento – ma o non si ha il coraggio di abbracciarla o non se ne comprende a pieno la portata o non la si vuole… e allora la crisi spirituale (che noi missionari constatiamo nelle anime che hanno la forza di rispondere il “SÌ” a Gesù che chiama e che vi si donano) va scuotendo con ritmo irregolare questa grande nazione. Avrà la forza di comprendere e di afferrarsi all’unico riparo? Gli avvenimenti (che possono anche precipitare) ne daranno la risposta.
Il lavoro missionario nonostante la crisi
E che fanno i suoi figli? È un momento in cui si deve lavorare più di prima, nonostante che non si possa realizzare ciò che si vorrebbe o che sarebbe necessario fare. Non si è derogato al nostro programma di lavoro perché la Provvidenza maternamente ci sostiene. Due nuove residenze, TANO e BEPPU, sono aperte. Il piccolo Seminario è in piena efficienza a NAKATSU, in attesa di trasportare le tende in sede propria. I nostri studenti di filosofia già varie volte con modesti concerti a Takanabe, a Kawaminami hanno attirato il pubblico ad udire la buona parola. Eccoli a CHUSUBARU, chiamati per una serata di propaganda religiosa all’aperto dai protestanti del luogo, vari dei quali ora hanno iniziato lo studio della religione cattolica. La serata fu tenuta presso la casa di un notabile giapponese ISHII fondatore di un vasto orfanotrofio, e che ricevette il battesimo prima di morire. Pregammo presso la tomba di questo bravo uomo, che tanto bene fece alla gioventù povera ed abbandonata.
A OITA la tipografia Don Bosco comincia a stampare lavori di un certo valore, che la fanno sempre meglio conoscere. La pubblicazione delle LETTURE CATTOLICHE e del modesto Bollettino Salesiano vanno aumentando poco a poco le fila dei cooperatori dell’opera nostra, oltre al bene incalcolabile per la buona propaganda fra i pagani.
Le Figlie di Maria A. a Miyazaki e Beppu prestano l’opera loro nell’Asilo e nell’Oratorio. Al centro della Missione a Miyazaki (che viene rapidamente trasformandosi in città moderna) colle associazioni religiose e di azione, coi mezzi di divertimento (giuochi, teatrino, musica, proiezioni, ecc.) si attirano quotidianamente all’Oratorio ragazzi cristiani e pagani (che ogni domenica affollano le nostre sale in ogni residenza).
È in buona efficienza a Miyazaki il dopo scuola che continua a dare buoni frutti, davvero consolanti. Può ammirarlo durante l’ora di studio nella sala Don Bosco. In ogni plaga poi è consolante il numero dei catecumeni.
(manca il seguito)
30 maggio 1932
Raccomando nella conferenza di chiusura a tutti ordine e moderazione secondo le proprie forze nel lavoro fisico, perché non venga lesa la salute; continuare il lavoro spirituale di perfezionamento proprio e di apostolato per il bene delle anime così bene avviato.
Sono allo studio (e saranno attuate appena le condizioni economiche ce lo permetteranno) la pulizia e la riparazione della casa e chiesa, ed un progetto di ampliamento della chiesa ed anche un riattamento che ci metta al riparo dalla vicina casa del medico.
Per il resto, ringraziando il Signore, mi pare che tutto proceda bene.
Prego il Direttore faccia tema delle prescritte regolamentari conferenze gli splendidi appunti- ricordi lasciatici dal Sig. Don Ricaldone, inculcandone l’esatta osservanza ai confratelli.
La carità di Gesù nei pensieri, nelle parole e opere ci unisca sempre tutti.
Pur sentendo la necessità per lo sviluppo delle varie opere di azione cattolica, non è possibile per ora.
Consiglio però di studiare il progetto, unito all’allargamento della casa per essere pronti ad ogni eventualità…
Don V. Cimatti, sales.
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki22
[giugno 1932]
Carissimi,
In ossequio al can. 303 che consiglia al Superiore della Missione di fare una volta all’anno riunioni di missionari al fine di essere aiutato dall’esperienza e dai consigli dei singoli, invito tutti i sacerdoti della provincia di Oita a trovarsi nella mattinata del 13 c. m. a Beppu, ove in familiare conversazione potremo parlare dei seguenti argomenti:
Osservazioni generali sull’andamento della Missione.
Osservazioni particolari sulla zona affidata ai missionari della Provincia di Oita.
Valutazione dei mezzi di propaganda locale e all’estero. Quali si ritengono buoni, quali da scartare o da riformare o rafforzare.
Proposte dei singoli o soluzione di dubbi.
Analoga adunanza sarà fatta anche collo stesso programma per la zona di Miyazaki. Il lavoro di coordinazione delle proposte sarà fatto durante gli esercizi.
In attesa di rivedervi pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 2 giugno 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Come non ricordare la data e sceglierla per scriverle la solita relazione? Don Bosco! Vigilia della festa del S. Cuore! Anniversario dell’annuncio dell’obbedienza per le missioni, quanto ancor lontano dalla perfezione! Beh! Motivo di più per umiliarmi.
Sono in piena visita pastorale e religiosa che voglio terminare in giugno (come faccio di solito ogni anno) per la relazione a Propaganda. Dovendole fra breve parlare a lungo dei confratelli, per stavolta il loro rendiconto sarà breve. Faccio il mio e delle cose più salienti e rispondo alla sua carissima del 5/5/32.
Salute: optime in tutto.
Studio e lavoro: non manca. È un lavoro più che di apostolato, di domanda di mezzi, accudire i confratelli. Posso fare poco per lo studio del giapponese e anche per lo studio della teologia e cose sacre. Il Signore conosce le mie difficoltà, la debolezza delle mie facoltà – le conoscono pure i superiori, Don Cimatti si dona all’apostolato? Cerco di afferrare tutte le occasioni, ma come missionario faccio la centesima parte dei miei confratelli. Pazienza! Se il Signore vuole così, sia così.
Dato quindi questo stato di cose, la mia incapacità a comandare ecc. non so come rispondere al terzo punto del rendiconto. Dirò: “tento di fare quel che posso, ma come superiore ecclesiastico e religioso, come direttore ed insegnante lascio certo a desiderare. Deus scit”.
Pratiche di pietà: mi pare non venga meno la buona volontà. Lavoro sull’unione con Dio, sull’esame di coscienza e sulla devota celebrazione della S. Messa. Mi pare che indietreggiamenti non ci siano. Mi aiuti colla preghiera.
Sacramenti e Ss. Regole: nulla di irregolare. Devo lottare da qualche tempo sulla carcassa che vuol liberarsi. Lei sa che la superbia e la sensibilità sono il mio forte, e bisogna domare l’una e l’altra, e specie l’ultima che si sfoga nello “stimulus carnis” che davvero da qualche tempo, “me colaphizat”.
Ho domandato al Signore che riversi su me (salvo il peccato) le miserie dei miei confratelli – li trovo tutti – chissà che non sia una grazia del Signore – calmi.
Carità: optime.
Disordini: indipendente da noi certo; in tutti la preoccupazione originata dalle difficoltà materiali del momento, che tolgono a troppi la calma di agire o l’adattarsi all’inazione, peggio della preoccupazione. Deus scit!
Per i confratelli: benino in salute, salvo gli acciacchi che alle volte si conoscono dai superiori e chissà se si conoscono. Per alcuni, acciacchi morali che si conoscono assai in ritardo, e solo se coll’aiuto di Dio si riesce a guadagnare la confidenza.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, ma è possibile che i Superiori non conoscano o non debbano conoscere certe cose? Intendo per superiori chiunque è responsabile nel periodo di formazione o di ammissione. Desidero aprire, come facevo col Sig. Don Rinaldi, sempre il cuore a Lei anche in queste cose:
Difficilmente anche scrivendo, si riesce ad avere documenti personali del confratello che farebbero risparmiare tanto lavoro.
Il bravo Don Cecchetti con reumi cronici che lo fanno tribolare… Con l’umido giapponese è delizia…
Il ch. De Kreuft con un occhio che non funziona da ragazzo, e vista assai debole dall’altro.
Due chierichetti che debbono lottare (e Lei sa che cosa costa) con brutte abitudini. Il resto degli altri, Lei lo conosce e dal punto di vista fisico che morale. Ma grazie a Dio, benino tutti e mi pare buona volontà. Desiderio di lavorare, neutralizzato dalla crisi, che in qualche caso fa davvero soffrire confratelli già sofferenti. Il Signore però non ci ha lasciato mancare il necessario ed anche il companatico, pur essendo pieni di debiti.
E pensare che se potessi avere un’offerta di Lire cento mila con cambio attuale sarei a posto. Mah, fiat voluntas Dei!…
Non mi lamento, amat.mo Sig. Don Ricaldone, dei mari e monti promessi o altro… Mi sembra che quando si fa una pratica, via! una risposta qualunque, la si può dare, e, mi sembra, la si deve dare. Lascio la speranza della lettera al R. Governo. Scrissi anche una supplica al S. Padre, presentando le nostre modeste pubblicazioni, fra cui il Vangelo in giapponese – la prima opera del genere in giapponese – omaggio al S. Padre nel 50.mo… ecc. Oh, via! Non pretendo, no, chi lo può pensare? Ma, almeno una benedizione… La darebbe anche Lei. Non mi nascondo che al S. Padre può essere non sia stata presentata, sia stata smarrita, ecc. E Deo gratias! Non è la prima volta… Gli unici che si investirono delle necessità nostre furono Propaganda e i nostri buoni superiori.
Pel Seminario dopo 4 anni di lavoro si ottenne quanto lei sa. Ad ogni modo questo può essere storia che dà esperienza. Storia, come giustamente dice Lei, che umilia, che fa soffrire… e che dà modo al Signore di manifestare sempre più la sua Provvidenza. Come deve sorridere Gesù con la Madonna e Don Bosco, cui dirà: “Modice fidei… e tuoi figli!”. Deo gratias.
Limitazione ai mezzi che ci dà la Provvidenza. Chiaramente le scrissi che si fa così e non si inizia, se… La formula è quella che mi diceva il Vescovo di Fukuoka, cui domandavo come fa lui… Non tema. Il nostro guaio sono i debiti precedenti, che Lei conosce, e che per l’onore nostro dovremmo pagare subito (ai Padri M. E. P. ed ad un pagano di Miyazaki pel terreno dell’asilo delle suore – gli altri con banche non urgono).
Intanto mi do d’attorno. Se i Superiori potessero anticiparmi almeno cento mila lire, come paghiamo interesse alle banche, potrei pagarli ai Superiori… Ma, creda, non è questo che mi preoccupa, ma che i confratelli stiano bene di anima e di corpo. Al resto – ai debiti cioè – (che sono una necessaria brutta cosa)… e dirò con la fondatrice delle francescane di Maria: “Una delle poche cose che non ha provato Gesù…”, pur dandomi attorno ci pensa il Signore.
Quindi nessuna doccia fredda, amato Sig. Don Ricaldone. Per me (sono matto vero?) penso che in missione bisogna ora lavorare di più, il momento è ottimo; gli animi sotto la depressione possono capire di più ciò che è spirito. Ecco perché le sembrerà che Don Cimatti voglia forzare la macchina. Oh, se qualche anima buona aiutasse!…
Suore. Son del suo parere, ma avrei bisogno di un 50 mila lire e di poter capire che cosa vogliano fare. Finalmente ha deciso la direttrice ad andare in giro a vedere ciò che fanno gli altri istituti religiosi. Devo pur mettere su la loro casa che è da 7-8 mesi che è pronta, ma non ho i mezzi per tirarla su, né per restituire loro Yen tre mila imprestati. È anche tutto questo ingranaggio, che per quanto si unga, cigola e non dà loro quella calma… e a noi quella serenità… È in gran parte… qui il problema.
Per il resto avrà letto tante altre mie pappardelle, che non vorrei le togliessero un tempo prezioso. Sia per l’amor di Dio.
Quest’anno si può pensare a rinforzi, date le critiche circostanze? Preghi, preghi per noi.
All’occasione, ottimo S. Pietro. Tutti i confratelli le saranno vicini in quel giorno in modo speciale.
Il Signore rimeriti Lei e i Superiori di tutto. Se in qualche modo possono anticipare qualche cosa, il momento è buono pel cambio, essendo anche la lira ben quotata. Ci aiuti il Signore.
Suo aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
al chierico Clodoveo Tassinari, tirocinante in Giappone
[10 giugno 1932]
Mio Clodoveo,
A fin di visita ti avevo scritto una lettera riassumente le mie impressioni, ma forse non l’hai ricevuta.
Ti dicevo in essa aggiustassi un po’ benino il luogo degli oli santi.
Per la tua anima stessi tranquillo anche se vedevi buio intorno a te, anche nella non riuscita negli studi, nel non vedere risultato o direttive nel tuo lavoro.
Ti ripetei a voce la risposta alla tua del 10 c. m. sulla tua domanda dei voti, e sunteggio a tua tranquillità.
Don Cimatti si rende responsabile davanti a Dio di tutto. Fa’ tranquillo la tua domanda.
Per lo studio e pietà fa’ quello che puoi. Ben altre prove ti prepara il Signore.
Le tue impressioni sul tirocinio mi paiono sotto certi rispetti vere. Il Signore permette quanto succede attorno a te e che non dipende da te, per tua esperienza. La teoria è sempre (quando si tratta d’uomini) in lotta colla pratica, e gli uomini bisogna pigliarli come sono, non come dovrebbero essere; davanti a Dio incombe ad ognuno la responsabilità di migliorare, e ognuno deve portare il suo contributo pel miglioramento del proprio fratello.
Il far l’obbedienza per proposito e non per inclinazione naturale, è perfezione. Te beato! Continua sempre così.
Le miserie della carne le avrai fin che campi. Altra è l’inclinazione, altro è l’averla in realtà voluta. L’inclinazione è in natura. Impara da Gesù che aveva amici e prediligeva… Buttati in Lui senza timori… È superbia ritirarsi perché “ti senti indegno delle intimità di Gesù”. Animo dunque e cerca di sentire in te la presenza reale di Gesù, come senti quella dei tuoi cari e dei tuoi amici. Non avere paura di trattarlo troppo intimamente…
Le lotte intime che sostieni sono permesse dal Signore per la tua formazione. Non ci vedo nulla di nulla di straordinario, è la lotta dei giovani che vogliono farsi o rimanere buoni all’età tua.
Ho letto quanto mi dici essere simile allo stato tuo nella vita di Don Bosco. Che si trovino in te di quei pensieri, d’accordo, ma è molto diverso il caso tuo.
Clodoveo, ti raccomando solo in questi e consimili casi confidenza… e avanti nel Signore.
Allegro e prega per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
951 /Visita Casa di Beppu / 1932-6-13 /
Visita canonica ai Confratelli salesiani e alla Casa di Beppu
Beppu, 13 giugno 1932
È la prima volta che faccio alla casa la visita e non posso fare a meno di manifestare la mia piena soddisfazione per quanto ho veduto e dal punto di vista dell’ordinamento materiale e da quello spirituale che ho constatato.
Non mi resta che dire: “Si continui nel nome del Signore in santa semplicità e povertà – con vero spirito salesiano – nel lavoro dell’apostolato”.
Ho raccomandato l’unione sempre più intima dei cuori e degli intenti – l’esecuzione dei consigli di Don Bosco ai missionari, sicuro che lo sviluppo dell’Opera nostra e la salvezza delle anime saranno assicurati.
Don V. Cimatti, sales.
ai Consiglieri della Missione Indip. e della Visitatoria salesiana
Missione Indipendente e Visitatoria S. F. Saverio
20 giugno 1932
Seduta di Consiglio
Carissimi,
Vi prego di trovarvi martedì prossimo (28) per l’adunanza di Consiglio a Takanabe ove discuteremo e prenderemo decisioni sul seguente ordine del giorno, che, come vedete dal contenuto, viene ad assumere una speciale importanza.
Relazione di Don Cimatti sulla compiuta visita canonica e salesiana.
Ammissione ai voti (rinnovazione o ammissione ai perpetui) di 10 confratelli. Affinché possiate pensare e se credete opportuno prendere informazioni i nomi dei seguenti sono: Zanarini, Tassinari, Bernardi, Braggion, Filippa, Arri, Bechis, Baratto, Felici, Ragogna. (Se già non avete inviato, portate con voi riempiti e firmati i moduli).
Data degli esercizi spirituali. Per alcune residenze causa lavori speciali del mese di agosto, e per la festa dell’Assunta, e per il caldo si è di parere di procrastinare nella prima quindicina di settembre. Quid vobis videtur?
Tanto più che (salvo che per Ragogna) i voti dei richiedenti scadono tutti in quel turno.
Proposte per il riposo dei confratelli.
Sull’opportunità dell’apertura di nuove residenze per il prossimo anno e dove. Proposte di cambi di personale. Nuova ripartizione del campo di lavoro.
È prematuro pensare quale aiuto verrà (se verrà) da Torino e quando. Comunque dallo studentato possono essere disponibili 3 chierici e due sacerdoti, e può essere che l’esperienza di questo primo anno di tirocinio, possa consigliare una miglior utilizzazione del personale.
Sguardo generale alla situazione economica (specialmente se arriverà il sussidio). Norme preventive per l’utilizzazione. Prego che ognuno porti per iscritto la distinta del fabbisogno mensile, desiderando assicurare almeno quello per tutto il prossimo anno.
Vostro dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
al chierico Vasco Tassinari, suo ex-allievo, fratello di Clodoveo
[15 giugno 1932]
Carissimo Vasco e Soci Opera Missionaria,
Ma va là… che siete proprio stati delusi della mancata visita di Don Cimatti!!!23 Ah, ah, ah… Ma ci credete proprio? E chi è questo povero prete da meritare che voi vi prepariate a riceverlo?… Meglio dunque così… Bene! Venite pur tutti, che c’è lavoro anche per voi, ma inteso:
umiltà e sacrificio a fatti
obbedienza ed allegria completa
sodezza nella castità
unione ed abbandono con Dio e in Dio, e allora venite, venite…
Grazie della preghiera e continuate ad essere missionari così… Desidero anzi chiarirvi un concetto, che non deve però farvi perdere la vocazione missionaria, per chi l’avesse. Sentite:
Pensate alla protettrice delle Missioni, S. Teresina del B. G., che non fu mai missionaria eppure è equiparata al più gran missionario.
Perché? Che fece essa?
Non potete voi fare altrettanto?
La fede non la dà il missionario. Chi la dà?
La risposta a queste domande vi chiarirà il mio pensiero – che del resto avrete sentito le mille volte. Fate ora, come S. Teresa, e sarete missionari più di noi, se vi aggiungerete il forte desiderio che sia realizzato l’adveniat regnum tuum. Chiaro?
Si prega per voi affinché siate santi. La grandezza della congregazione dipende da questo e solo da questo.
Tu poi, Vasco, continua a pregare per questo povero disutilaccio.
Clodoveo bene – si prepara a rinnovare i suoi voti, in attesa dei 21 anni per poterli fare perpetui. Si allunga e ingrossa. Saluta omnes et singulos.
Tutto vostro
Don V. Cimatti, sales.
954 /Dal Fior Luigi / 1932-6-21 /
a Luigi Dal Fior, chierico studente in Giappone24
+[21 giugno 1932]
Mio Dal Fior
nel tuo onomastico ti auguro che le tue comunioni siano come quelle di D Bosco. Ricordati che sei “sicut lilium inter spinas”. Per vincere le difficoltà osserva i mezzi indicati dalla regola. Ricorda pure che S. Luigi fu gigante nella penitenza.
Prega per me.
Tuo
D V Cimatti sales
ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone
[25 giugno 1932]
Mio Merlino,
Mi dispiace lasciarti in condizioni non buone di salute. Spero ti sarai rimesso, e ricordati che è tuo dovere mangiare e esporre le difficoltà di tua salute.
Tutto il resto che ti può venire in testa (non parlare, non mangiare) sono inutili sacrifici, che non piacciono a Dio.
Coraggio! Abituati al lavoro e alla perfezione di lavoro che vuole da te ora l’obbedienza.
Confeziona cibi vari, leggeri, saporosi. Ha questo un’influenza immensa sul buon andamento delle cose e della casa e dei confratelli.
Ti saluto nel Signore e sono
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
ai Missionari della Missione Indipendente di Miyazaki
Missione indipendente di Miyazaki
[29 giugno 1932]
Pensieri vari concordati nelle adunanze dei sacerdoti missionari
È necessario che per ampliare la zona di apostolato e per dar lavoro ai chierici si pensi all’apertura di nuove residenze.
Centro da cui si irradia, oppure le residenze? Risposta: tentare le due vie.
A regolare meglio il lavoro bisogna addivenire ad una nuova ripartizione… dei confini delle zone.
Studiare la possibilità di affiancare alla missione l’asilo d’infanzia.
Si dia maggior impulso là dove è possibile alle riunioni dei fanciulli. Alcuni obbiettano che sono cattivi. Questi hanno bisogno dell’opera nostra. Trattiamoli bene, attenti alle percosse… Sarebbe un disastro per l’opera nostra. Più che insistere sull’insegnamento religioso ai paganetti, rendiamoceli amici, approfittando dell’opera dei chierici cui i giovani facilmente si affezionano.
Propaganda locale
Furono proposti, oltre ai noti, questi mezzi che non è male tentare non fosse altro ad experimentum o arrepta occasione.
KENKYUKAI (Adunanze di studio). Uscirà sull’Actio Missionaria elenco dei conferenzieri. In missione può servire anche il Sig. SATO ed anche si presta per discorsi ai ragazzi il Sig. KADONO di Beppu. Quando credete opportuno avvisare in tempo.
Far opera di penetrazione specie nelle scuole.
GIORNALI alle stazioni ferroviarie. È in trattativa la pratica relativa. Pare però che accettino solo i quotidiani. La carta del Giornale cattolico essendo un po’ ordinaria esposta nei quadri pel pubblico diventa subito illeggibile. Si fece proposta al giornale per far stampare alcune copie su carta migliore (come fanno i Protestanti).
Per iniziare i lavori in luoghi in cui non vi sono cristiani inviare con le famiglie abili in mestieri (sarti, barbieri, ecc.) che attirino in casa gente, a cui si affiderebbe la propaganda locale. In generale in queste botteghe se si vogliono gli avventori bisogna mettere in mostra i segni della religione pagana…
Utilizzare (se a Tokyo assicurassero la cosa) la RADIO per discorsi settimanali sulla religione, con facoltà di fare per iscritto obbiezioni, cui si risponderebbe nella tornata seguente.
Consultare libri o riviste dei Protestanti per l’organizzazione dell’Oratorio festivo.
Stampa
Dare la forma di libretto al “KARASHIDANE” [= giornalino: Grano di senapa]. Pubblicazioni di articoli sui massimi giornali del Giappone o anche sui giornali locali. Il Giornale dei Francescani di Nagasaki (N.B. P. Kolbe) è mandato gratis.
Forse è preferibile il concetto di una stampa di propaganda locale che interessi la zona d’azione di ogni residenza.
Si sente il bisogno per la nostra istruzione e per istruire altri di libri sull’EVOLUZIONISMO, da distribuire ai pagani libri sullo SHINTOISMO, BUDDISMO (tipo di quelli di P. Wakida).
Propaganda all’estero
Inviare articoli all’Osservatore e ad altri giornali anche non attraverso il tramite della FIDES.
Il giornalino AMICI DELLA MISSIONE ridurlo a trimestrale in modo che arrivi nelle grandi feste e dia l’idea dell’attività e dei bisogni della Missione.
In vista di una propaganda all’estero preparare materiale di proiezione e cine.
Molti benefattori e molti collegi desiderano per i banchi di beneficenza oggettini o ricordini locali che attirano certo assai più.
A risolvere dubbi di vario genere rimanderò ai sacerdoti scritte più chiare e aggiornate le FACOLTÀ concesse dalla S. Sede.
Don V. Cimatti, sales.
al chierico Clodoveo Tassinari, tirocinante in Giappone
Takanabe, 29 giugno 1932
Carissimo Tassinari,
Il Direttore ti annuncerà l’esito della tua domanda.
Comincia a prepararti con slancio e con generosa donazione. Ti fai meraviglia che Don Cimatti ti abbia incoraggiato colla Croce.
Oca! “Qui non baiulat crucem suam et venit post me non potest meus esse discipulus. Qui vult venire post me abneget semetipsum, tollat crucem suam cotidie et sequatur me” e potrei continuare per un pezzo…
In altra occasione sia la tua una lettera di domanda.
Dovessi domandare un impiego o un favore che faresti? “Io domando i voti triennali”.
Via! È un po’ poco davvero… Cogli uomini bisogna usare le forme dell’educazione umana.
Allegro, buono, laborioso e… amico intimo di Lui… e un poco del tuo
aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
958 /Relazione sulle F.M.A. in Giappone / 1932-6-30 /
Relazione sullo stato delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone25
30 giugno 1932
Le Figlie di Maria Ausiliatrice
Invitate dal Superiore della Missione a pigliarsi cura dell’educazione delle giovani e dell’Asilo vennero nel 1929 in numero di sei e si stabilirono in casa di fitto nei pressi dell’Ospedale della Provincia di Miyazaki (Via Motomyacho).
L’anno seguente 1930 ne giungono altre due. Intanto si sta costruendo l’asilo ed anche il Sig. Don Torquinst regala alle Figlie di Maria A. la proprietà di Beppu.
I Salesiani in previsione avevano alla lunga preparato alcune ragazze, così che fu possibile alle Suore quando nel 1931 giunsero altre tre, dividersi e per l’Asilo di Miyazaki e andare a Beppu ove iniziarono l’aspirantato con 6 ragazze.
Si iniziò – d’accordo coi Superiori e colla Rev. Madre Generale senza convenzioni. I Salesiani avevano chiamato le Suore: era naturale che dovevano mantenerle. Ma si fecero piovere da Torino ordinamenti – si vollero convenzioni e si venne rompendo quello spirito basato sulla fiducia nella Provvidenza.
Le Suore diedero a vedere di voler fare piuttosto da sé, e allora lasciai andare. Certo si trovarono negli inizi a disagio. Non parve loro bella la casa d’affitto.
Nell’Asilo (non essendosi potuto fare subito la progettata casa) si trovarono a disagio. Quando si volle fare la casa, il municipio non diede il permesso, finalmente si potrà costruire…
Don Torquinst diede soldi per la casa delle suore. La missione pensò dovessero servire per tale nuova costruzione: ma non fu così. Però nelle strette della crisi bisognò ricorrere a questo denaro che bisognerà restituire. Ed ecco i nuovi legami che non permettono quella libertà di trattative che sono necessarie.
Fui consigliato dai Superiori a vendere alle suore la proprietà dell’Asilo. Già avevo iniziato le trattative con le Superiore – ma Don Torquinst non avendo potuto fare il versamento per la casa di Beppu per Lire 50.000, dovettero pagare le suore – e quindi si trovano in difficoltà per tal cosa, e finora più che negative non hanno risposto.
Sia difficoltà di lingua, sia altro, non si è troppo contenti del lavoro, e non so, se si dovessero chiamare altra volta, se si chiamerebbero a conto della Missione.
I Superiori consigliano ripetutamente “pazienza” e “carità”, ed è quello che si cerca di fare.
Ad ogni modo cominciano ad addestrarsi e speriamo che sia tutto per inesperienza nostra e loro, per la difficoltà della vita nuova e della lingua e del mal assetto in cui finora si sono trovate. Spero anzi, che pagati i debiti che ho con loro, le cose si aggiusteranno. Mi fosse possibile pro bono pacis cederei tutto, ma bisogna lavorino, lavorino… Avevo pensato le Figlie di Maria A. molto diverse! Oh, se il Signore mi darà modo di pagare i debiti…
Intanto fanno lavori da vendere – per l’Asilo si fecero varie manifestazioni ed il salone si presta. La media dei giovani dell’Asilo è sulla 25.na. Speriamo che col tempo s’impongano e ne venga un bene grande, come si verifica là dove ci sono gli asili.
Non riesco a far capire la necessità di fondare un laboratorio gratuito (scuola di cucito, ecc.) e di dar impulso all’Oratorio festivo, alla cura delle ragazze. Vi sono molte lamentanze.
Le ho radunate durante la visita per spiegare loro il mio pensiero.
Che il Signore vivifichi!
+ giugno 1932
D. Braga carissimo,
Una proposta… Vuoi elemosinare un po’ per me in Italia? Non spaventarti della somma… Ma certo il Cav. Ferrero da te pregato ti darà qualche cosa per me… Qualche altra anima buona pure (Don Lucchelli – fam. Burzio, forse Luchino, Orecchia, Auditore, Bijno ecc.).
Con quanto puoi pagami queste note: una alla LICE per abbon. al Perfice munus e Verbum Dei (480 £. o 500) e se puoi dedurre meglio ancora e £. 125 al Pensiero Miss. - Roma e £. 130,25 alla SEI. - Ti meraviglierai che in lotta col pane abbia da pagare e faccia degli abbonamenti: è il Regolamento che li impone e non si discute – e poi non di solo pane vive l’uomo. Tu d’altra parte hai un’arte fine nel saper scovare soldi… Ti prego di questa carità che aggiunta alle altre tante ti accresceranno la gloria in cielo.
Bacerai per me la mano del nuovo rettore, ma proprio per me. Digli: “è D. Cimatti che mi incarica”, e aggiungi quanto un figlio amatissimo può dire al padre amatissimo.
Ti abbraccio, mio Carlo. Se non giunge la Provvidenza in forme speciali saranno due mesi di spine atroci (in giugno spero giunga sussidio da Roma e si respirerà). Evviva l’allegria, la povertà e il lavoro.
Prega per me. Un’ave proprio per me alla mamma e a D. Bosco. Bacia per me la tomba di Savio e se vai a Valsalice quelle di D. Rua e D. Albera.
Tuo sempre
D. V. Cimatti, sales.
Forse D. Bardelli può aiutarti nella bisogna.
Il mio modo di fare, lo so, Carlo mio, è petulante e lo giudicherai ben piccino. Questo ti dica una volta di più la mia somaresca inettitudine.
Prega, prega, prega.
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 2 luglio 1932
Rev.ma Madre,
Grazie della sua sempre carissima.
I due raccomandati sono appunto quelli indicati da Don Antonio. Metta mensilmente sul conto che suppongo arrivi a Don Piacenza.
È inteso: a questi due pensa Don Cimatti e ai primi del mese riceverà. Non posso inviare subito perché non c’è Don Piacenza che torna – spero – oggi. E nel ritorno – spero – passerà a consolare anche Lei, che certo ne ha bisogno come me. Avanti con fede…
Inteso per gli esercizi, e se non muoio presenzierò. Non posso ancor dire chi saranno i predicatori.
Dalle Superiore non ho ricevuto nulla. Dice il proverbio: “Chi tace consente…”. Facciamo così: continuiamo – se poi vi saranno modificazioni le faremo di comune accordo. Con Don Piacenza studierò la questione dell’aumento e nel limite del possibile desidero aiutare. Preghiamo ad invicem.
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Siccome né vorrei dimenticarmi né so se in quei giorni sarò a Takanabe, voglio essere tra i primi ad augurare ottimo onomastico. In quel giorno tutte le preghiere saranno per Lei.
Voglia ricordarsi di noi e pregare e far pregare per me. La missione è riconoscente per quanto hanno fatto e faranno le Figlie di Maria A.
Per me prego il Signore che mi dia modo di soddisfare presto a tutti i miei impegni verso di loro e ci aiuti tutti a salvarci.
Suo Don V. Cimatti
961 /Circolare salesiani / 1932-7-5 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 5 luglio 1932
Carissimi,
Vi prego di comunicare ai confratelli le seguenti deliberazioni prese in comune nell’ultima riunione del Consiglio.
Le domande dei confratelli che devono rinnovare i Ss. Voti furono tutte esaudite nel senso della domanda. Comunicate le cose agli interessati, ed esortateli vivamente ad iniziare più intensamente una buona preparazione per l’atto così importante che dovranno compiere alla scadenza dei loro voti. Servirà assai bene la lettura delle Ss. Regole che secondo il disposto della S. Regola dobbiamo fare in questa seconda metà dell’anno, ed inoltre tutto quello che secondo le necessità di ognuno dei confratelli, credete opportuno di fare.
In vista delle necessità delle varie residenze si è stabilito che le mute degli esercizi siano due e siano tenute verso la fine di Agosto o nella prima quindicina di settembre, coincidendo in quel tempo la scadenza della massima parte dei Ss. Voti dei confratelli.
Le due mute saranno tenute a Takanabe. La prima dal 24/8 al 30, per quelli che non hanno obblighi di emettere voti o che non possono partecipare alla seconda muta. La seconda dal 6/9 al 15/9, specialmente per quelli che hanno da rinnovare i Ss. Voti. Secondo il disposto della Regola questa muta è di 10 giorni. I Sigg. Direttori sono vivamente pregati di combinare le cose per l’opportuna partecipazione dei confratelli alle mute più loro confacenti, pensando anche all’opportuno riposo dei confratelli (art. 9 dei Reg.) e in caso di necessità di sostituzione del personale occupato per gli esercizi, si può contare sui chierici dello studentato per il periodo della seconda muta, ed anche dei sacerdoti; dove poi si trovassero delle difficoltà per le opportune sostituzioni, non si tema di lasciare per una settimana la residenza. È cosa nota ai cristiani, e tutti i missionari fanno così. Il bene dell’anima nostra e l’esecuzione del nostro dovere autorizza certo l’assenza. Quindi non si tema in alcuna maniera.
Date le condizioni del momento, non farebbe certo buona impressione che cercassimo di andare in massa qua e là come si fece per lo studentato in altri anni. Come dissi prima, ogni capo- residenza stabilisca quanto è necessario alla salute dei confratelli nei limiti della nostra povertà. La Santa Sede, i nostri Superiori ci mettono in guardia continuamente sulle esasperanti condizioni mondiali che non accennano a diminuire, sibbene ad inasprirsi, e raccomandano oculatezza, prudenza, economia ed esercizio della povertà ben intesa.
Miei buoni confratelli, non mi resta che ripetervi quanto vi ho detto tante volte: “CERCHIAMO DI ESSERE BUONI, OSSERVIAMO BENE LE NOSTRE REGOLE E SPECIALMENTE DELLA SANTA POVERTÀ ed io vi assicuro che il Signore non solo non ci lascerà mancare il necessario, ma ci darà modo di estenderci sempre più nel nostro apostolato e di raddoppiare la nostra sfera di azione per la salvezza delle anime”.
Per il KARASHIDANE si stabilì di continuarlo mensile nelle forme indicate quando si iniziò. Permettetemi una franca parola. Tutti per il bene ci siamo assunti una parte della compilazione di questa pubblicazione che è destinata per i pagani. Bisogna che l’impegno assunto sia da tutti osservato e che arrivi al 10 di ogni mese a Takanabe il contributo di ognuno per le varie rubriche stabilite… In caso diverso non è possibile poter assicurare la regolarità.
Animo, miei buoni confratelli! Alle volte non possiamo direttamente influire sulle anime… con questo mezzo, vedete che possiamo tutti prestare il nostro piccolo contributo a che il bene sia conosciuto e a che il nome di Dio si diffonda tra le anime a noi affidate.
Il foglietto AMICI DELLA MISSIONE sarà trimestrale e si farà in modo che pervenga agli amici nelle massime solennità dell’anno. Date queste circostanze, speriamo possa essere sempre più nutrito e che rappresenti davvero l’attività della nostra missione ed ecciti – secondo i bisogni delle singole residenze – la carità dei buoni. Permettete che ribadisca un concetto altre volte ripetutamente espresso. Bisogna assolutamente che ogni residenza poco alla volta faccia anche fuoco con la sua legna, e si circondi di amici, di benefattori, di risorse proprie per aiutare il CENTRO che sempre più aggravato, non può certo venire in aiuto in proporzione delle necessità. Bisogna che ognuno, come figlio di famiglia cooperi in tutte le forze a che l’azienda familiare produca più che può e secondo i bisogni. Tutti cooperino, sacerdoti, chierici, coadiutori.
Cercate benefattori fra amici, conoscenti, allievi, fra i parenti – escogitate mezzi per eccitare la pubblica e privata carità – discutete fra di voi per la ricerca di questi mezzi. Vi farà del bene… Ci sentiremo veramente poveri e agiremo come tali. Così ci ha insegnato Don Bosco; così dovrete fare quando avrete voi la diretta responsabilità di una residenza. Il CENTRO vi aiuterà in tutte le forme, ma se amiamo la missione e la nostra Congregazione nessuno deve essere estraneo a questo lavoro di ricerca dei mezzi… Tanto più in questo tempo… Costa alle volte sacrificio e umiliazioni… Ma pensiamo alla vita di Don Bosco; ricordiamo i suoi ricordi ai missionari… e sono sicuro che tutti ci metteremo del nostro meglio, non tanto per deplorare l’attuale situazione mondiale, che si ripercuote su tutte le missioni, e che è nota a tutti, ma faremo quel che potremo per non essere coinvolti e per non diminuire il nostro lavoro per il bene delle anime e per l’esecuzione del nostro dovere.
IL CENTRO SARÀ RICONOSCENTISSIMO A QUALSIASI CONFRATELLO CHE VOGLIA SUGGERIRE QUALCHE ESPEDIENTE CHE POSSA ESSERE GIOVEVOLE PER QUESTA SITUAZIONE.
Il buon P. Fages di Kobe esprime una domanda nel suo e nostro interesse. Molte residenze inviano a Lui VAGLIA o CHÈQUES di banca per il cambio, e si può dire che non passa settimana che non gliene pervengano dalle varie residenze, e siccome tutti desiderano che le pratiche siano espletate in fretta, ne viene un notevole aggravio, che oltre al suo lavoro accresciuto, alle volte è anche in danno nostro, perché nell’attesa si può realizzare qualche cosa di meglio.
Non intende il Centro intralciare gli interessi delle singole residenze, ma dietro suggerimento del medesimo Padre, consiglio a quanti desiderano servirsi della Procura di Kobe, di inviare le somme da cambiare al nostro ECONOMO che insieme a quelle del Centro mensilmente si piglierà cura di far fare i cambi in condizione del massimo realizzabile, ed inviarli ai singoli. È nostro dovere stare al consiglio del P. Fages che tanto lavora per noi. Chi credesse opportuno di fare diverso è meglio si rivolga ad altre persone.
Alcuni consigliano a che il Centro attivi la propaganda all’estero con articoli sull’Osservatore o su altri giornali a vantaggio della Missione. Per i giornali non italiani, il nostro Don Tanguy e D. Carò per la lingua francese; Don Escursell per la spagnola; Don Dumeez per la belga e il ch. De Kreuft per l’olandese possono espletare bene il loro compito. Ben volentieri il sottoscritto si mette a disposizione di quanti desiderassero inviargli materiale per giornali italiani. Come già faceva prima, altri confratelli pure (come ad es. Don Lucioni, Don Liviabella…) possono farlo. Si osservino solo le norme per il visto prescritto. Come dissi altre volte, il più è avere il materiale, quindi prego vivamente a che quanti desiderano, cooperino attivamente anche in questa parte.
Abbiamo iniziato il nuovo anno missionario, e spero presto potervi inviare il risultato statistico dell’anno testé decorso.
Vi ringrazio delle consolazioni che mi avete fatto provare nella recente visita.
Ho trovato in tutti sempre e più intenso il desiderio di lavorare per lo scopo per cui siamo qui. DEO GRATIAS. Ci conceda il Signore i mezzi e le forze per poterlo realizzare, e fin d’ora pensiamo a prepararci convenientemente ai prossimi s.s. esercizi. Pregate per il
Vostro aff.mo nel Signore confr.
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - I confratelli che non hanno da rinnovare i voti e che non partecipano alla seconda muta, pur essendo liberissimi di usufruire dei 10 giorni degli esercizi, basta si trovino in sede il giorno 9 settembre. Per gli opportuni preparativi prego inviare entro il 15 Agosto al Sig. Don Piacenza l’elenco degli intervenienti alla prima muta.
a S.E. Cesare Majoni, Regio Ambasciatore d’Italia in Giappone
Miyazaki, 5 luglio 1932
Eccellenza,
Abbia la bontà di ascoltare il povero scrivente in una questione che sottopongo alla sua benevola carità, sempre pronta ad aiutare i bisognosi.
Antefatti
L’E. V. conosce le condizioni critiche in cui si trova la nostra Missione. Vivendo noi della privata e pubblica carità fin dall’anno scorso mi rivolsi a quante persone potevano interessarsi dell’opera nostra per animarle a venirci in aiuto, e fra le altre, conoscendo il cuore del Duce non esitai, per il tramite della nostra Procura di Roma, di fargli pervenire una supplica, di cui unisco copia, affinché si degnasse di venirci in aiuto. La pratica fu presentata, e come vede dalla lettera dell’Ill.mo Sig. Conte Venerosi ha bisogno di una spinta dell’E. V. per giungere in porto.
Oltre le copie di quanto può servire ad illustrare la situazione unisco una relazione dello stato attuale della nostra missione, e a nome anche dei Missionari e delle Figlie di Maria A. supplico l’E. V. a dire una buona parola per noi.
Così la pratica in corso, rinnovata e vivificata dall’alto consenso del R. Ambasciatore, non potrà non avere esito buono, e ci sarà di aiuto per far fronte alle strettezze causate dall’attuale disagio mondiale.
Conosciamo il cuore caritatevole dell’E. V. e non dubitiamo menomamente né dell’appoggio, né della riuscita.
Il Signore la rimeriti di quanto vorrà fare per noi, e presentando gli omaggi ossequienti di tutti passo a riaffermarmi:
Dell’E. V. Ill.ma
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Super. della Missione
963 /Ambasciata d’Italia / 1932-7-5 /
alla Ambasciata d’Italia in Giappone
Missione Indipendente di Miyazaki,
Miyazaki, 5 luglio 1932
La Missione designata dalla S. Sede col nome di MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI COMPRENDE LE DUE PROVINCE di OITA e MIYAZAKI, con una superficie di Kmq 13.728 e circa due milioni di abitanti. Fu affidata definitivamente ai Salesiani di Don Bosco nel 1928, distaccandola dalla Diocesi di Fukuoka, eretta nello stesso anno. È l’unica missione affidata ad Italiani nell’Impero Giapponese.
Per le memorie storiche, la missione si collega nella sua parte Sud al ricordo di JIMMU TENNŌ, il grande fondatore dell’attuale dinastia Imperiale, che partì da Miyazaki per la conquista del Giappone. Era pure della Provincia di Miyazaki quell’Ito Mancho, capo della prima spedizione andata dal Giappone in Italia nel 1584. Nella sua parte Nord svolse il suo apostolato l’apostolo del Giappone: S. Francesco Saverio nel 1549.
I Salesiani giunti fin dal 1926 in Giappone, per un anno – vinte le prime difficoltà della difficile lingua e dell’ambientamento – furono in grado di mettersi al lavoro, stabilendosi nei tre centri, già costituiti dai preti delle Missioni Estere di Parigi: Miyazaki, Oita, Nakatsu. Secondo lo spirito informatore della loro istituzione i Salesiani cominciarono fin da principio ad occuparsi dell’educazione dei giovani colle adunanze quotidiane (una specie di dopo-scuola) in cui col canto, coi piccoli divertimenti, col teatro, colle proiezioni luminose ecc., cercarono di renderseli amici. Appena fu possibile avere mezzi si pensò di iniziare scuole, per ora ancor assai ridotte nel numero e nella quantità degli allievi.
Là dove i Salesiani manifestarono la loro attività d’apostolato subito istituirono la riunione quotidiana o almeno domenicale dei fanciulli. Attualmente sono stabiliti una quindicina di centri con un complessivo (a parte le persone adulte) di 1500 allievi.
A NAKATSU: è istituita una scuola speciale di religione (corso di cinque anni) per la formazione dei giapponesi che desiderano farsi sacerdoti o religiosi o catechisti, e già ne abbiamo 25 in sede ed una decina sparsi per le residenze.
Altre scuole: Beppu con Missione e dopo-scuola, Aspirantato femminile; Takanabe con Missione e dopo-scuola, Studentato filosofico per la formazione del personale salesiano italiano (cui quest’anno cominceranno ad accedere anche i giapponesi) con 15 allievi.
Vi sono tuttora residenze a USUKI, MIYAKONOJO, KOBAYASHI, ABURATSU, ecc.: il mantenimento di tutte queste opere e del personale è affidato alla Provvidenza e alla carità dei buoni, non essendo possibile per ora pensare a risorse fisse locali. Il nostro modesto lavoro, iniziato cinque anni fa, improntato sempre sulle direttive del nostro Fondatore B. Don Bosco, ai principi della Religione e di Patria, servì certo indirettamente a far conoscere la nostra cara Patria in queste lontane terre ed anche direttamente e collo studio della lingua italiana e colle proiezioni luminose, conferenze e articoli sui giornali, ecc. sull’Italia; con concerti di propaganda cattolica a base di discorsi e musica italiana (a tutt’oggi oltre 300) da Tokyo a Oshima nel Ryukyu, in teatri, saloni pubblici, scuole, ecc.; con piccole esposizioni di elaborati scolastici provenienti dall’Italia; colla distribuzione di materiale di propaganda italiana inviatoci dalla R. Ambasciata di Tokyo.
Certo il vero motivo del nostro lavoro è per dovere l’evangelizzazione di queste anime in modo speciale dalla Chiesa a noi affidate, ma non possiamo dimenticare la diletta patria nostra.
Il R. Governo, mediante i buoni uffici della R. Ambasciata di Tokyo ci fornì materiale scolastico, libri e anche una graziosa offerta.
In fede:
Don Vincenzo Cimatti, salesiano
Superiore della Missione
a Don Giorgio Serié, Consigliere Generale per gli Oratori
Takanabe, 12 luglio 1932
Rev.mo ed amat.mo Don Serié,
Godo presentarle a nome mio e di tutti i confratelli della Visitatoria giapponese gli omaggi, l’assicurazione delle nostre preghiere per l’elezione sua a Consigliere del Capitolo.
In comunicazioni per lettera, quando le domandavo aiuto per questa povera missione, pur Lei non avendo mai potuto aiutarci – le raccomando ora di dire una buona parola per noi, ora che può.
Ci aiuti colla preghiera, col consiglio e stia sicuro che sarà fortemente ricambiato, come lo è di fatto da questi suoi fratelli lontani.
Il Signore le conceda ogni bene e tutte le grazie necessarie all’adempimento del suo dovere.
Con ossequio devoto.
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 13 luglio 1932
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Ero sempre in attesa di qualche lettera da Torino, ma si comprende il gran lavoro di questo periodo di tempo, che in pratica si riversò su di Lei. Noi preghiamo – ufficialmente non giunse ancora nulla. Dalla pia imprudenza di amici, dai giornali sappiamo e la sua elezione e quella dei suoi nuovi aiutanti. Qua la massima parte non li conosce e non le so dire le impressioni. Per me ne sono felice.
Nella mia umiltà (che non è molta… “E noi salesiani un po’ di umiltà l’uma tuti”) pensavo ad un portafoglio… il mio è tanto vuoto!… Ed anche questa volta, direbbe il buon Boccassino, nulla, nulla. Don Piacenza diceva ridendo: “E poi dicono che pensano a noi… Adesso che il momento era buono!…”. Sarà per un’altra volta. Ho scritto ai nuovi superiori nostri a nome mio e di tutti, gli omaggi, le preghiere, la sudditanza.
Ed ora, cari Superiori, al lavoro anche per aiutare questa povera missione.
Ho finito la visita canonica e Visitatoriale. Mi pare gravi mali non ci siano.
I fratelli vogliono lavorare nell’apostolato,
e bisogna che lavorino, se no si sta male.
Don Cimatti vorrebbe donarsi all’apostolato, ma ha da pensare al pane… È il più gran lavoro di preoccupazione… E a pagare i debiti. Facciamo delle figure da cioccolatari presso i missionari (M. E. P.) cui dobbiamo Yen 7000 e rotti e interessi, e alle suore circa 2300. Ho da restituire il capitale quasi completo del Seminario, che dietro suo consiglio ho usato per le cose urgenti. Agli altri debiti colle banche non penso, che sono a scadenza, ma per questi… Il sussidio di Lire 120.100 assegnato quest’anno, contrariamente al mio modo di pensare la Provvidenza, annuente il Consiglio, si è stabilito che servirà per assicurare un minimum mensile ai missionari, et Deus providebit.
Mi pare che Don Bosco non pensasse così, ma non posso lasciare nell’ansia confratelli ammalati e con nervi scossi… Ed ho rinunciato al mio modo di vedere ed ho aderito, meglio, ho proposto al Consiglio così. L’avvenire dirà se avremo fatto bene. Lei mi consigliava di far la dote alla missione. In queste condizioni non è possibile. Prima il Signore mi aiuterà a pagare i debiti.
E pensare che è da tempo che supplico a destra e a sinistra, anche i Superiori: “Lo yen tracolla… È un momento d’oro… E passato questo… difficilmente ritornerà, perché fanno tutti gli sforzi per tirarlo in quota!…”.
Ma, pazienza, è segno che il Signore vuol così, perché ho coscienza di aver fatto il possibile e l’impossibile, e penso che i Superiori abbiano fatto lo stesso. Non mi lamento con nessuno. D’altra parte la nostra povera famiglia Cimatti, ha per soprannome in patria “pades” che vuol dire “che patisce” e Deo gratias!
Mio rendiconto.
In questo mese nulla di nuovo né per il corpo né per lo spirito. Momenti di slancio nel bene – momenti di fiacca. Vorrei fare e non so il mio mestiere né come superiore ecclesiastico né religioso.
Che farci? Deus scit. Superiores sciunt… e la conclusione è che imbroglio e sono di imbroglio… Bisognerebbe essere ben bestia per non capirlo.
Pazienza et fiat voluntas Dei. Preghi per me.
Testa e cuore bisogna siano ben guidati se no un giorno mi fanno cilecca… e allora… Lei è un buon papà e non mi abbandonerà né coi consigli né colla preghiera, perché ne abbisogno più di tutti.
Rendiconto degli altri. Casa di Takanabe: Don Cecchetti e Don Piacenza al solito sofferenti per i loro malanni. Don Cecchetti facile allo scoraggiamento. Difficoltà per la lingua e poca energia. Era un buon propagandista per l’Italia.
Casa di Tano: Don Lucioni per me è un ammalato autentico. Soffre e fa soffrire. Non me ne auguro che ce ne siano troppi nelle missioni. Vorrebbe mezzo Giappone per sé…
Casa di Miyazaki: benino in omnibus.
Casa di Oita: Don Margiaria accentratore e chiodino non va troppo d’accordo con Don Marega (che va correggendosi… Ma c’è ancora molto da fare…). Merlino fiacchetto e poca voglia di far cucina.
Casa di Beppu: benino in omnibus.
Relazione colle suore: non troppo buone. Non si sa quel che vogliono e danno a vedere di riuscire a poco, finora. Non andrebbe male una visita. Non hanno un’ispettrice? Certo noi non possiamo alzare la voce per la questione dei soldi. Se scongiuro i Superiori perché aiutino, non è per nulla. Vorrebbero fare da sé – e non sanno e non possono – vorrebbero troppe cose che non posso dare – preti che piacciano a loro, ecc. – do quello che ho, vero? Pazienza, carità!!!
Come vede, ecco le nostre miseriole, che sono le miserie di questo mondo, e molte sarebbero tolte, se fosse tolta la radice: il sottoscritto.
Già da tempo e ripetutamente ho scritto sui nostri bisogni. Non so se date le critiche circostanze i superiori potranno aiutarci con personale e mezzi.
Mandi pure preti (ma per carità, sani di mente, di lingua e di corpo), buoni coadiutori (uomini di casa) e santi chierici (sodi di moralità ed umiltà).
Ho bisogno di aprire almeno due nuove residenze: ma non posso decidere finché non so a che punto possono aiutarmi i Superiori (con personale e mezzi).
Preghi e faccia pregare per questo povero prete che per sé e per i suoi domanda la santa benedizione.
Con vivo affetto,
Suo aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
966 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1932-7-14 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone27
Miyazaki Missione Indipendente
Giappone
Takanabe 14 luglio 1932
Reverenda Madre,
L’avvicinarsi della muta dei loro esercizi mi dà modo di intrattenermi un poco con Lei in relazione a varie cose che ritengo importanti e per le relazioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice colla missione ed anche per il vostro ulteriore perfezionamento. Penso che sia Lei la delegata dalle Superiore come Visitatrice o Ispettrice (perché non ho veduto ancora nessun’altra Superiora sia venuta fino in Giappone) e quindi apro a Lei tutto l’animo mio e come Salesiano e come Superiore della Missione. Le osservazioni sono frutto e di molti colloqui con lei e coi confratelli che o direttamente o indirettamente hanno relazione con loro tanto a Miyazaki che a Beppu – di quelli con Suor Carmela – ed anche frutto delle recenti visite. Lei nella sua esperienza e bontà, avendo sott’occhio le medesime potrà farne tema di avvisi speciali durante gli esercizi, e così tutti insieme coopereremo al maggior bene delle nostre anime e anche della missione.
Una prima impressione generale che specialmente lei ed il sottoscritto hanno constatato e constatano, è in generale la poca unione di intenti nel lavoro dell’apostolato. Quali possano essere le cause di questo disagio nelle vostre relazioni colle residenze è difficile valutarle tutte, perché molteplici, e molte sconosciute. Vi siete trovate in disagio di locali, di mezzi… e la missione non ha potuto aiutarvi come desiderava, perché anch’essa nel disagio. Non avete compreso fin da principio che il nostro unico desiderio era di aiutarvi (per dirigervi spiritualmente e per l’insegnamento della lingua, ecc.). Non siete contente dei confessori… Don Cimatti può darvi quelli che ha. Ma quello che più vi pesa (ed è naturale e me lo avete fatto capire e detto) è il manco della libertà di azione nelle varie mansioni che la missione vi ha affidato. Voi siete ad es. in relazione agli Oratori nelle condizioni degli oratori parrocchiali d’Italia, ed è naturale che finchè la Congregazione salesiana non avrà una facies propria in Giappone sarà sempre così. Nei primi due anni di Giappone noi pure eravamo alle dipendenze del Vescovo di Nagasaki e poi di Fukuoka. Per altre cose avevo fatta la proposta alle vostre superiore ma le critiche circostanze del momento non approdarono al risultato che D. Cimatti e Lei desiderava, e quindi che farci?
A D. Cimatti nelle relazioni economiche sarebbe piaciuto il sistema primitivo, ma mi si fecero ripetutamente piovere da Torino desideri, voleri, per cui si venne a quella che chiamo IRREGIMENTAZIONE ed anche questo fu fonte di quel manco di cordialità che non può essere basato se non sulla carità.
Queste sono certo alcune delle varie cause che influirono a che ora, tra la missione e le Figlie di Maria Ausiliatrice, non vi sia quel COR unum et anima una che, prescindendo dalle persone, vede solo e in tutto le anime e cerca di realizzare anche con la scarsità di mezzi tutto il bene possibile, fidandosi più che nei mezzi umani nell’aiuto della Divina Provvidenza. Furono queste e altre cause che forse impedirono quella reciproca confidenza, per cui si seppero molte delle nostre cose a Torino e fuori (ad es. al Sig. D. Torquinst) mentre era forse meglio fossero aggiustate fra noi.
L’esservi trovate a disagio per l’abitazione può essere abbia anche influito sulla vostra osservanza regolare delle pratiche di pietà (mi fece specie qualche volta vedervi uscire subito dopo dalla S. Messa ecc.) ed anche forse per l’orario. Certo non fu per colpa vostra. Spero che la nuova dimora vi metterà nelle condizioni di stare un po’ più in pace. Mi auguro, come me lo sono sempre augurato, che la missione possa essere presto in grado di darvi maggior comodità per le vostre pratiche di pietà in casa. Ma pensate che grande per la missione è il vantaggio che ne viene, e per la chiesa e per la formazione dei cristiani, al vedervi sia pure con sacrificio intervenire alle pratiche nella chiesa pubblica. Pensate al bel mezzo che avete in mano per attivare la frequenza delle ragazze grandi e piccole, e il controllo di questa frequenza, lavorando così per le vocazioni che solo colla cura individuale e collo spirito di pietà e di sacrificio si vengono formando. Può essere pure che non sia stato troppo compresa la necessità che dobbiamo di curare assai assai i cristiani, date le condizioni in cui si trovano, e non solo o di preferenza i pagani. Sono tutte anime – tutte hanno i loro difetti, come abbiamo noi, e dobbiamo curare di correggerli in tutti. La Santa Sede nell’affidarci la missione raccomanda ai missionari di lavorare per i CRISTIANI, per gli ERRANTI e per i pagani.
Un altro punto importantissimo che avremmo voluto si infiltrasse più fortemente in voi (perché purtroppo ne abbiamo fatto noi la dolorosa esperienza) è l’amore al paese che ci ospita. Bisogna che lo dimostriamo con lo studio accurato della lingua e delle costumanze giapponesi – col dare importanza alle loro cose, anche quando siamo convinti che le loro sono inferiori – specialmente col circondarci di amici e di simpatie, evitando qualsiasi parola o apprezzamento men che sfavorevole in relazione al Giappone o alle loro feste o costumanze – dando grande importanza alla loro bandiera, esponendola nelle feste nazionali, ecc. ecc.
Per questi poveri pagani la patria è tutto, come per noi la religione ha la massima importanza, ma essi valutano assai la patria loro, ma non comprendono il valore della religione nostra: per loro ciò che esalta la patria loro è tutto. Se li vogliamo avvincere, non diremo loro “lo studio della religione (catechismo) è più importante del giapponese…”, anche se sono cristiani, peggio poi se fossero pagani. Nelle competizioni poi di qualsiasi genere sia sempre salvaguardata la dignità sacerdotale, pubblicamente sosteniamone l’autorità, deferentemente ascoltiamone la parola e cerchiamo tutte le occasioni perché il rappresentante di Nostro Signore sia tenuto presso di tutti nel conto che si deve. Se vi sono osservazioni, facciamole in camera caritatis, ma regni sempre l’accordo e la devozione assoluta.
Ripeto: i sacerdoti sono qui per aiutarvi e desiderano aiutarvi spiritualmente in tutte le forme. Usufruitene con umiltà, con docilità per il ministero e per le anime vostre. Avreste potuto menare una vita più felice, e vedo invece che tante volte proprio per queste cose, siete state nella sofferenza inutile. State inoltre vigilanti su un punto che è pure della massima importanza. Ormai nelle residenze abbiamo giapponesi che comprendono più o meno l’italiano – capiscono pure il nostro giapponese più o meno forbito… e più o meno esattamente riferiscono quel che sentono. (è della natura e indole giapponese). Inoltre quando vedono noi agitati o che parliamo forte pensano che siamo arrabbiati o fra di noi o con loro – peggio poi se facciamo qualche gesto indicante minaccia o vendetta – peggio poi se si passasse a vie di fatto. Sono tutte queste cose disastri in tutti i sensi per noi e per loro. Carità e buone maniere fra noi e con i giapponesi – dolcezza nelle parole e nel tratto con tutti. Le nostre azioni, le nostre parole sono controllate in tutti i sensi e sono pascolo dei discorsi e degli apprezzamenti dei giapponesi che convivono con noi e che abitano fuori delle nostre case, e notate non parlo dei cristiani solo, ma dei pagani. È un paese così… e shikata ga nai (non c’è niente da fare) non si usa mai troppa prudenza.
Ed ora la cosa più importante, in relazione cioè alle confessioni. Non conosco ciò che prescrivono le loro costituzioni al riguardo, non per la frequenza della medesima, ma per le modalità di tempo o di permessi. La Chiesa vuole in questo che sia tutelata la massima libertà delle religiose e quanto al tempo e quanto al luogo. Se una suora ha bisogno di confessarsi prima della Messa bisogna permetterglielo. Così se una vuole confessarsi dal suo confessore ordinario (invece di uno che viene nella vostra chiesa per darvi libertà per le confessioni) bisogna permetterlo, anche se per far questo è necessario che la suora vada alla Parrocchia.
È per salvaguardare questa libertà che D. Cimatti ha autorizzato i sacerdoti e voi a servirvi di quelli che sono a Miyazaki o di passaggio. I canoni parlano chiaro: noi non possiamo proibire, né fare ricerche neppure indirette, né le religiose sono tenute a riferire alcunché alla Superiora. Questo vale e per le Confessioni nella vostra cappella e per la chiesa tanto a Miyazaki che a Beppu, specialmente se le suore domandano un confessore straordinario o supplementare, a maggior ragione se domandano il confessore ordinario. Noi superiori (metto anche me nel numero) su questo punto non useremo mai troppa libertà e delicatezza. Anche se si vedessero abusi dobbiamo usarla, reprimendo in altra forma gli abusi, ma in questo siamo rigidi osservatori delle disposizioni di S. Madre Chiesa.
Mi consta che in qualche caso forse non si è lasciata tutta la libertà esterna e per il tempo e per il luogo e per le persone. Investiamoci dei bisogni delle anime. Essendo un punto di capitale importanza prego di scrivere in proposito (su questo punto) a Suor Carmela subito, lasciando alla sua coscienza le conseguenze se non fosse fatto subito.
Mi pare di aver raccolto tutto ciò che mi consta dalle fonti accennate. Il mio unico desiderio è che ci facciamo santi – che fra le Suore e la Missione vi sia accordo perfetto e quanto agli intenti e quanto alle modalità – che animati dallo spirito di Don Bosco cerchiamo di lavorare (non dimenticate i mezzi escogitati nell’ultima adunanza) per il bene delle anime. cercate di condurre in fiore l’oratorio e il Shojo Kai (l’Associazione delle giovani). Fate a Miyazaki quanto così bene fanno le Figlie di Maria Ausiliatrice altrove – se vi sono delle difficoltà non abbiate paura di dirle. I prossimi Esercizi servano per ripigliare con tutte le forze il lavoro dell’Apostolato, senza timori, con cordialità vicendevole, con l’aiuto dei sacerdoti in cui vedrete solo degli aiuti che il Signore ha messo vicino alle vostre anime per guidarvi.
Voglia farne tema di avvisi o di conferenze durante gli esercizi per il vantaggio delle sue Comunità. Coraggio che il Signore ci vuole bene.
Con tutto l’ossequio e raccomandandomi alle preghiere di tutte
devotissimo nel Signore
D.V. Cimatti, sales., Sup. Miss.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 15 luglio 1932
Un altro anno di Missione in Giappone28
Amatissimo Padre,
Godo poterle presentare il lavoro riassuntivo dei suoi figlioli nel decorso anno di apostolato. È il primo omaggio che le facciamo dopo la sua elezione a successore di Don Bosco, e speriamo che le sarà gradito, almeno quanto i numerosi che ha ricevuto certo in questa occasione.
È un dono fatto di aridi numeri, di raffronti, che, pur non potendo dir tutto, a chi sa leggere tra le righe, e pensa alle condizioni speciali di quest’anno ed alle difficoltà caratteristiche di questo paese, dice non foss’altro, lavoro, avanzamento, sforzo di riuscita.
L’accolga, lo benedica e lo presenti lei all’altare della Madonna Ausiliatrice nostra, all’altare del nostro B. Don Bosco, affinché essi moltiplichino per il nuovo anno il risultato.
Non possiamo dimenticare i nostri Superiori, Confratelli, allievi e cooperatori, che in tante forme in quest’anno ci vennero in aiuto. Diciamo a tutti il grazie riconoscente, la preghiera quotidiana ed il proposito di rinnovato ardore nel lavoro.
Saltano all’occhio piccoli, costanti aumenti in tutto: le posizioni vecchie furono mantenute tutte, e se ne conquistarono delle nuove; in missione, non indietreggiare, ma avanzare, è tutto. Il cuore del missionario vedendo la miseria spirituale in cui si trovano le numerose anime a lui affidate, vorrebbe dare a tutti ed al più presto i mezzi della grazia, ma purtroppo, se in altre missioni si registrano a migliaia i battesimi dell’annata, in Giappone, non è per ora cosa concepibile…
La cause? Ve n’è un finimondo: la scarsezza dei missionari, la perfetta organizzazione civile ed educativa dell’impero, l’attaccamento fortissimo alle tradizioni, il carattere di razza, la difficoltà della lingua parlata e scritta non sono tra le ultime. E per la nostra missione? In altre mie ho espresso chiaramente il mio pensiero. Per noi come Salesiani si presenta irto di difficoltà il problema della educazione cristiana della gioventù.
Per la famiglia e per lo Stato giapponese il fanciullo è come la pupilla dell’occhio. Famiglia, scuola e Stato in armonia di intenti plasmano il piccolo giapponese.
Quanti a loro modo di vedere cercano di sovrapporsi o contrastare o coadiuvare con mezzi diversi dal loro a questo lavorio di formazione, sono considerati non solo come oppositori dell’educazione, ma della patria. E dal loro punto di vista fanno bene, ed è bene che sia così. Pensi però alla delicatezza di posizione, non dico dell’educatore cattolico, che come tale deve avere il suo bravo permesso dalle autorità e dare garanzia che nella scuola (che è equiparata alle governative, se no, non può vivere) non c’entra il problema religioso, ma del missionario cattolico che (come il salesiano) desidera anche fare dell’apostolato cattolico fra i fanciulli, tra i giovani pagani.
Quale delicatezza di linguaggio quando è richiesto sul problema religioso nostro nei raffronti al loro, sul problema dell’autorità. Basta alle volte una frase intemperante, mal compresa, mal riferita, perché missione e missionario perdano credito, ed alle volte in un batter d’occhio si perda il frutto di mesi ed anni di lavoro.
La scuola segue il fanciullo anche nelle ore dopo scuola; la scuola è al corrente di tutto ciò che si riferisce alla vita educativa dei suoi inscritti e consiglia ed ordina… Ecco perché in un attimo lei può vedere sbandarsi le pecorelle, che costarono tante cure.
Bisogna dunque penetrare nelle famiglie, armonizzare colle autorità scolastiche, dar importanza, valore e continuazione all’opera educativa della famiglia e della scuola, allontanare e smorzare tutte le suscettibilità delicatissime di questo popolo: bisognerebbe poterlo fare con la grandiosità di mezzi di cui usufruiscono le istituzioni educative e allora si riuscirebbe di più… e si riuscirà di certo.
Ho detto tutto questo non per scusare la povertà dei nostri risultati, ma per indicare che in Giappone un lavoro anche intenso, non conduce che a magri rendimenti. Proprio come in agricoltura (ed anche in questo ramo lei, amatissimo Padre, è maestro).
Un terreno vergine, dissodato, le dà dei prodotti meravigliosi. Un terreno sterile rende a condizione che sia dissodato a fondo, con scassi ripetuti, con concimazioni razionali, con abbondanti irrigazioni… Proprio così la missione giapponese: occorre dissodare a fondo, scassare, capovolgere idee, convinzioni, abitudini morali… Irrigare ed arricchire queste povere anime con sudore, con sangue, con scienza…
Per quanto tempo? Mah! Lo sa il Signore.
Modestamente nel nostro piccolo, sperimentiamo quanto ho detto sopra, che è quanto pure sperimentano gli altri missionari fratelli nell’apostolato.
Non vedremo noi i risultati definitivi, ed è meglio.
Avanti, avanti sempre… Mano all’aratro e agli altri strumenti di lavoro… Dissoda, dissoda… Semina con fede il buon seme, o missionario cattolico, altri raccoglierà… Ma sostenuto dalla carità dei buoni hai cooperato all’ampliamento del regno di Dio nelle anime. Hai fatto il tuo dovere. Che vuoi di più!
Don Vincenzo Cimatti,
missionario sales.29
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 15 luglio 1932
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Sono di ritorno da Beppu chiamatovi da un telegramma di Don Pedro e Don Margiaria.
Il massimo giornale della città ed altri della provincia hanno pubblicato articoli, dipingendo la missione (nientemeno) che un covo di comunisti… La patria è in pericolo. Sono andato a consolare, a parare botte. 30
Don Margiaria che è vicino aiuterà – certo che sono colpi che lasciano strascichi e ombre.
È un campo troppo bello e il demonio (è la città degli inferni, Lei lo ricorda) non vuol essere nel sacco.
Capirà: in sei mesi i cristiani da 5 sono saliti a 33… C’è un catechista zelante, ma ha dato appigli per la sua imprudenza nel parlare di religione, ecc.; nemici (non sappiamo ancora quali) soffiano nel fuoco… Ma spero che Maria A. protettrice di quella casa sarà anche questa volta la nostra Ausiliatrice e ci aiuterà.
Per il resto avanti. Ho dovuto fare una lavata di testa alla Superiora delle Suore perché ci constava che si fanno difficoltà alle suore per il tempo, luogo e qualità dei confessori e confessioni.
Date le condizioni della missione ho creduto mio dovere, finché non si potrà provvedere con regolarità, lasciar libertà (pur esse avendo il confessore ordinario e straordinario) anche per altri confessori. Ah, caro Sig. Don Ricaldone, melius era che…
Ad ogni modo il Signore provvederà, ne sono certo…
Per ora null’altro di notevole. Dica una parolina alla Madonna. Oggi 15 è il mio 53.mo di Battesimo. Si invecchia e si è sempre allo stesso punto… un bel mulin.
Preghi che mi salvi l’anima e che possiamo fare bene gli esercizi… dal 24 Agosto in su.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Miyazaki, 15 luglio 1932
Eccellenza Reverendissima,
In risposta alla sua graditissima del 25/6/32 mi pregio di inviare conforme al desiderio di V. E. il riempito modulo.
Ringraziando il Signore, esaminando un poco il lavoro compiuto, se non fu possibile fare dei grandi appariscenti aumenti, furono però mantenute le posizioni, si aprirono due nuove residenze fisse, si aumentò il numero dei Battesimi e dei catecumeni ed anche vi fu un aumento consolante nel numero dei giovani che frequentano le nostre residenze.
Non mancano le difficoltà materiali create e dai debiti precedenti e dalle disagiate condizioni mondiali e dall’accrescimento del numero delle opere da sostenere, ma per questo la Provvidenza è sempre venuta in aiuto, anche in forme mirabili, per la carità dei nostri benefattori, fra cui godo contare l’E. V.
Ma le massime difficoltà sono create dall’ambiente che ci circonda: siamo in centri di grande depressione intellettuale, e più veniamo affermandoci, più si incontrano gli ostacoli (ignoranza, prevenzione, indifferenza, odio contro la religione, le vecchie accuse dei tempi di S. Francesco Saverio elevate all’ennesima potenza).
Ma avanti nel nome di Dio. È la lotta che fa del bene. L’accordo con le Autorità locali e con tutti i missionari è buona.
Spero nel prossimo anno che gli sbalzi in avanti e in meglio saranno più appariscenti.
Confido nell’aiuto di preghiera e di consiglio e quando potrà con Ss. Messe dell’E. V., cui assicuro contraccambio di preghiere, di affetto, obbediente omaggio da parte di tutti, perché l’E. V. rappresenta per noi il dolce Cristo in terra.
Col più profondo ossequio.
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
Sup. Missione
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Beppu, 15 luglio 1932
Eccellenza Reverendissima,
Sono a Beppu per una questione che siccome potrebbe avere delle ripercussioni anche in alto, è di tutta necessità che Lei sia informato, mentre noi di qui cercheremo di parare la botta.
I giornali locali e della Provincia di Oita pubblicano articoli contro la Missione e il Missionario – specialmente motivando il fatto che ai fanciulli dell’Oratorio si insegnano cose contrarie alla famiglia e alla persona dell’Imperatore; non si rispetta la bandiera, si impedisce di cantare l’inno nazionale “Kimi ga yo” ecc. ecc.
Mi sembra di poter dire che sono accuse, pur essendoci state delle intemperanze per parte del catechista, che nelle varie questioni piglia troppo di fronte gli avversari e colle parole e cogli scritti.
I protestanti e i Direttori di scuole e maestri hanno preso la palla al balzo ed ora accumulano e ingrossano le cose.
Ho intenzione di licenziare questo catechista che ha davvero tanti numeri buoni ed è zelantissimo, ma per la pace e per il bene forse è meglio allontanarlo.
Intanto i ragazzi sono proibiti di venire alla Missione. Vedremo come la va a finire.
Ho intenzione di farLe (ritornato a Takanabe) una relazione dettagliata, ma ad ogni modo ho creduto opportuno e per avere un consiglio e aiuto di preghiere e affinché se dall’alto venisse qualche cosa V. E. sia informato.
Intanto si cerca di chiarire le cose e alla polizia e alle Autorità.
Il Signore ci aiuti. Con distinto ossequio.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
a Erminio Miletto, ex-allievo dell’Oratorio S. Giuseppe
15 luglio 1932
Erminio carissimo,
Dirti la gioia provata nel leggerti è difficile, perché non puoi farti un’idea di ciò che voglia dire ricevere una lettera da amici lontani… E specialmente da cari amici, amici di anima, allievi fra i più cari, con cui si è vissuto i momenti più belli della vita.
Grazie, e tutte le volte che lo farai sarà un vero atto di carità.
Godo dei tuoi immutati sentimenti di bene, del tuo desiderio di lavorare per la buona causa per essere pronto e preparato (da vecchio esploratore) non temi di andare incontro allo studio, ecc. Bravo… E prego di cuore il Signore per la totale riuscita delle tue aspirazioni.
Invoca Maria e Don Bosco nelle varie difficoltà, mantieniti buono, ed il Signore non solo ti farà realizzare pienamente il tuo desiderio di bene, ma migliorerà la tua posizione e così potrai realizzare pure pienamente la tua vocazione.
Come sto? Ma sempre bene… Non sai che la gramigna messe le radici è ben difficile farla morire? Lavoro ce n’è anche per te… Vieni a organizzare le file della gioventù cattolica giapponese.
Il movimento comincia anche qui. Prega per queste povere anime e per Don Cimatti.
Il Giappone più che dal lavoro dei missionari si convertirà per le preghiere dei buoni, il Giappone non si converte che in ginocchio e col sacrificio perché superbo come è non può essere piegato che dall’umiltà.
Finalmente so il tuo indirizzo e spedisco a te direttamente. La copia unita è per il bravo Calcagno che lavora pure alla FIAT. Digli che ricordi Don Cimatti e se vi sono altri fammelo sapere. Pregate per me e se potete fate un’offerta per le missioni. Non potreste fra tutti fare qualche cosa di quanto è scritto sopra?
Credo che trovereste anime buone che se anche non conoscono Don Cimatti farebbero volentieri del bene. Saluta mamma e sorella.
Ti abbraccia con tutta l’anima e ti benedice il
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
Se vedi ancora Don Maggi e Don Braga dà loro un pugno come mio saluto.
972 /Consiglieri Missione Indip. / 1932-7-21 /
ai Consiglieri del Consiglio della Missione Ind. di Miyazaki
Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 21 luglio 1932
Consiglio
Carissimi,
Mentre vi ringrazio di cuore della vostra bontà di essere venuti immediatamente per l’adunata dell’altro giorno, vi riassumo a modo di verbale, quanto abbiamo deliberato. Lascio ad ognuno di voi la piena libertà di comunicare quanto credete al riguardo ai confratelli.
QUESTIONE DI BEPPU. Inviare alle residenze giornali che abbiano rettificato gli avvenimenti per distribuire e lenire la cattiva impressione avuta leggendo la prima volta i giornali (già scritto a Don Pedro).
Inviare al Delegato Apostolico dettagliata relazione corredata dagli articoli dei giornali per vedere se si può avere per mezzo di Yamamoto (che è già informato da P. Faber) dai competenti ministeri una riparazione e per le persone e per la missione e per la religione (già inviato).
Fare a Beppu un “KOEN” (= Conferenza) del Prof. Sato al salone della città organizzato da personale estraneo alla Missione (già presi tutti gli accordi perché sia fatto al più presto. In quel tempo il Sig. Sato cercherà di fare altre ricerche).
Pel Catechista: per ora rimanga al suo posto, ma fargli le dovute ammonizioni per la prudenza nel parlare e scrivere. Istruisca i catecumeni alla missione, possibilmente si liberi dall’AISHIKAI, non pubblichi nulla senza il visto di Don Cimatti, cerchi di affiatarsi coi cristiani, ecc.
Il giovane NAKADA rimanga. Si organizzerà una sacra missione per i cristiani.
Ai confratelli: calma, prudenza, buon tratto con tutti. Don Pedro avvicini tutti i cristiani inducendoli alla calma e pace e carità. Dal problema esterno si è passati più fortemente a quello interno. Si esortano tutti i presenti anche in vista dello stato attuale delle cose a fare opera di formazione presso i confratelli e nostri dipendenti affinché su questo problema si seguano mordicus le leggi della carità e dello spirito di s. Francesco di Sales. Prego si insista vivamente e fortemente presso i confratelli.
Don Cavoli è autorizzato a fare le ricerche per il terreno del Seminario in zona di Miyazaki, e cominciare le ricerche per la residenza di MIYAKONOJO.
In vista dei cambi del personale si esprime il desiderio che si effettui appena sarà possibile coll’anno scolastico giapponese, avvisando anche Torino per vedere se è possibile coordinare in tal senso le partenze.
Per la proposta ASILO OITA Don Margiaria è incaricato di studiare la legislazione al riguardo e presentare progetto dettagliato.
Approvato pure l’acquisto del terreno di UWAE. Idem la modificazione della chiesa di Miyazaki che permetta di usufruire il salone. Don Antonio dei due progetti scelga quello meno costoso e che non pregiudichi la solidità della costruzione.
Don Cimatti annuncia l’acquisto del terreno OSPIZIO poveri, data la fortunata occasione presentatasi. Si stanno ora studiando le modalità per l’inizio (sentire l’autorità, ecc.) e specialmente studiare le modalità dal punto di vista del sostentamento futuro dei ricoverati.
Le case si aiutino sempre di più per le confessioni vicendevolmente. Miyazaki si presta volentieri per Tano e studentato e viceversa.
Pian piano per la perfetta organizzazione dell’archivio della Missione si procureranno i moduli necessari.
In fede
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Miyazaki, 21 luglio 1932
Eccellenza,
Come da promessa dell’ultima mia scritta da Beppu Le presento una relazione dettagliata degli avvenimenti, per ora calmati, succeduti nella nostra missione, che certo anche in questo modo il Signore vuol provare… e sia fatta la sua S. Volontà.
Il motivo della presente relazione e documenti è oltreché di informazione a V. E. per avere quei consigli che siano del caso per nostro conforto, esperienza, incoraggiamento e correzione, e non tema di dirci quanto crede opportuno, che i figli di Don Bosco desiderano essere aiutati in tutto ed hanno bisogno di essere aiutati.
Ma ne è anche motivo il desiderio di esprimere il nostro povero modo di vedere e che cosa abbiamo praticamente fatto per fronteggiare la situazione e che intendiamo di fare. Sentito anche il parere del Consiglio della Missione e di persone estranee, proponiamo:
Di fare opera di propaganda individuale presso le Autorità cittadine e scolastiche per far capire tante cose, che, povera gente! non conoscono.
Idem fra i giornalisti.
Fare al più presto un pubblico “Koenkai” (= conferenza) non per iniziativa della missione, ma di privati, in cui il Prof. Sato (è il nostro catechista di Takanabe, professore di Università, ecc.) esprimerebbe chiaramente l’insegnamento cattolico in relazione ai discussi problemi.
Invitare a che la Delegazione Apostolica a mezzo dell’Ammiraglio Yamamoto o di altri presenti ai competenti Ministeri domanda per la giusta riparazione per parte specialmente delle autorità cittadine e scolastiche che davvero si sono comportate assai assai male nella questione.
Rafforzare la fede dei cristiani e cementare la carità per tutti con una sacra missione.
L’E. V. farà quanto crede, che naturalmente a noi non spetta comandare: è un nostro povero pensiero. Siamo pronti a ricevere con gioia quanto l’E. V. ci consiglierà. Preghi per noi; ci voglia bene, che specie in questi momenti la nostra consolazione è essere vicini a Lei, come rappresentante del PAPA.
Ed ora permetta che in forma confidenziale manifesti quanto può rappresentare il lato debole della questione e che forse è la parte più delicata del problema.
La missione fino dagli inizi si trovò di fronte un avversario che ha tanta parte anche nel presente problema, cioè il Vice-Sindaco.
Pur non avendo prove assolute di fatto sulla persona, è certo che fin dagli inizi la missione fu truffata dal municipio per la compera di un terreno che sarebbe stato bellissimo per la Missione e che proprio nel giorno in cui si doveva fare il contratto, fu in un modo assoluto disdetto dal Municipio.
È questo signore che ora nelle adunanze dice che non abbiamo diritto di insegnare la religione cattolica a Beppu.
Il nostro catechista, certo Sig. Gyoji, che viene da Okayama, è alquanto forte nel parlare e benché gli si stia dietro non è improbabile che forse un po’ fortemente, in pubblico nelle conferenze di propaganda, e privatamente nell’istruzione dei catecumeni, abbia espresso assai fortemente il suo pensiero. Quando parla delle altre religioni certo si accende facilmente. Maneggia anche bene la penna, ma quando pubblica, essendo facilmente controllabile, non può destare preoccupazioni.
È assai zelante nella ricerca e istruzione dei catecumeni, fervoroso, pur non essendo assai profondo nell’istruzione religiosa, che pian piano viene corroborando. È un recente convertito dal buddismo. Non va d’accordo con un certo numero di cristiani. Al momento attuale questo è il problema più grave.
La piccola comunità (una trentina di cristiani) scissa non è certo la più bella consolazione, specie in questi momenti. Alcuni attribuiscono alle intemperanze del catechista lo stato attuale della situazione. Ma anche qui prove chiare non ci sono. Alcuni difendono il catechista…
Non essendo assodate le prove, immediatamente licenziare il catechista non pare giusto. Se egli – vedendo la burrasca – se ne andrà spontaneamente, DEO GRaTIAS, ma e per l’onore suo e per l’onore della missione il licenziarlo ora sarebbe come dar ragione a quanto fu pubblicato.
Questa è certo la massima spina del missionario che si propone appunto e colla sacra missione e col parlare ai singoli cristiani di mettere pace e fraternità.
Il giovane incaricato dell’Oratorio è un certo Nakada, pieno di buona volontà e che ci sembra adempia bene il suo dovere. È figlio di vecchi cristiani.
Come vede l’E. V. eccole riunito alla meglio quanto ho potuto raccogliere sull’argomento.
Sono sicuro che il Signore in tutto questo ha i suoi fini: istruire la nostra inesperienza e forse darci modo di fare una buona propaganda.
Sta sempre però il fatto che le ombre, le macchie, di questo genere di cose restano.
In queste avversità poi se manifestassimo verso le Autorità paura e non lottassimo per non lasciarci calpestare e per manifestare chiaramente la verità, mi sembra che non faremmo gli interessi della Chiesa, né della nostra Congregazione, né degli individui.
Ecco il motivo della presente di cui l’E. V. farà il conto che crederà. Non desidero che la gloria di Dio e la salute delle anime dei miei confratelli e della mia e di fare nella missione affidataci dalla Chiesa tutto il possibile perché il bene si realizzi in tutta la sua estensione per le povere anime di questi poveri pagani, cui si deve perdonare molto e forse tutto, quia nesciunt quid faciunt.
Preghi per me e mi aiuti quanto può in tutto.
Col più profondo ossequio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Super. Miss.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Miyazaki, 21 luglio 1932
Il sottoscritto nella sua qualità di Superiore della Missione Indipendente di Miyazaki e di Superiore della Congregazione Salesiana di Don Bosco in Giappone, sentito anche il parere del Consiglio della Missione e della Società Salesiana, ritiene suo dovere sottoporre all’E. V. i recenti fatti avvenuti contro la residenza di Beppu, sia per salvaguardare l’onore delle persone e specialmente del sacerdote incaricato della residenza, contro cui si appuntano le falsità dei giornali, sia specialmente per la difesa dei principi della nostra S. Religione misconosciuti.
Le informazioni sono desunte:
Personalmente sul luogo, interrogando il personale addetto alla residenza.
Dalla relazione del Missionario Don Margiaria, che, incaricato della residenza in anni precedenti, conosce persone le cose. Egli parlò col Prefetto di Oita, informandolo degli avvenimenti oralmente e chiarendo la situazione. Parlò colla POLIZIA di Beppu e col Vice-Sindaco di Beppu e col rappresentante delle scuole, coi giornalisti, sentendo apprezzamenti e chiarendo bene le cose, tanto a Oita che a Beppu.
Dalle relazioni scritte dal personale della residenza e da quelle orali dei cristiani.
Dalla relazione del Dott. Sato, attualmente catechista di Takanabe che parlò e coi cristiani e colla Polizia e colle Autorità cittadine e giornalisti.
ANTEFATTI. La residenza in forma stabile fu aperta l’anno scorso per la festa dell’Immacolata (8 Dicembre) e come è consuetudine tra noi salesiani si cerca di lavorare subito per la gioventù, favorendo le riunioni giovanili tra cristiani e pagani, con lasciar libera entrata alla missione, con giochi, con discorsetti adatti a loro, e, alla domenica specialmente, con rappresentazioni di proiezioni, ecc.
Per tre mesi i ragazzi furono docili e sottomessi tanto da far concepire le più belle speranze. Ma alcuni fra i più grandicelli (scuole elementari superiori e medie) cominciarono a volerla fare da padroni, a molestare i piccoli, finché nel giorno di Pasqua si permisero di sporcare l’interno e l’esterno del recinto della residenza con figuracce e scritture contro la missione.
Il missionario, per mezzo del catechista, fece richiamare i caporioni che già erano stati ripetutamente avvisati, dichiarando che se non intendevano cambiare condotta, era meglio non intervenissero. Costoro non presero in buona parte l’avviso, fecero dispetti e impedivano ai compagni di venire alla Missione. Furono avvisate le famiglie dei caporioni, che si sarebbe informata la Polizia, e allora cessarono le ostilità, anzi alcuni, promettendo di essere più buoni rientrarono all’Oratorio.
Gli altri non si fecero più vedere, però continuarono a lavorare contro la Missione.
Nella settimana dopo Pasqua cominciarono a sorgere dicerie che alla Missione si insegnava a obbedire al Papa e non all’Imperatore… E che l’Imperatore è un cinese, ecc. ecc. Tali cose si propalavano nelle scuole per cui qualche maestro si credette autorizzato di proibire ai ragazzi di venire alla Missione.
Per chiarire meglio il pensiero cattolico al riguardo si pensò di stampare un fogliettino volante e lo si distribuì ai maestri e capi degli uffici pubblici.
Fattasi la calma per qualche settimana, risorsero le calunniose dicerie, e allora il capo del rione si credette in dovere di avvisare la Polizia.
Il missionario e il catechista andarono alla Polizia, che consigliò calma e prudenza. Parve finita la questione, pur sentendosi di tanto in tanto voci qua e là…
In occasione del natalizio dell’Imperatore si celebrò una pubblica manifestazione, secondo gli accordi presi nell’ultima riunione dei Vescovi a Tokyo, con funzione religiosa e accademia, anche per dimostrare praticamente la falsità delle dicerie.
Il 3 Luglio p. p. in occasione della festa dei Santi Apostoli (festa del Papa) si celebrò anche dalla famiglia cristiana la festa onomastica del Missionario.
Al mattino dopo Messa, commemorazione del Papa, presenti i cristiani Catecumeni e oratoriani con premiazione a questi.
Nel pomeriggio varie gare sportive e a sera proiezioni e cinema di propaganda.
Fra gli ornamenti spiccavano all’entrata della Missione (come d’uso) la bandiera nazionale e quella del Papa, essendo la sua festa.
Il 15 luglio alla scuola elementare risorgono le dicerie precedenti, in più che alla Missione si proibisce di cantare l’inno nazionale, che non si rispetta la bandiera nazionale, che si finirà per bruciarla, ecc.
I maestri avvisano il direttore, che dubitando della verità delle cose, interroga in pubblico qualche allievo, che afferma la diceria. Il direttore proibisce ai ragazzi di venire alla Missione, salvo che l’abbiano a permettere i parenti.
Qualche giorno dopo in altra scuola pure si propalano tali dicerie. Il catechista è inviato per vedere di che si tratta, ma non conclude né riesce a capire nulla.
Il 10 c. m. in occasione di un’adunanza al municipio di Direttori e Maestri si parlò pure di questa questione colla decisione di prendere i nomi dei frequentatori alle nostre riunioni e consegnarli alla Polizia, motivando la decisione per le solite dicerie.
Non pare che le note siano state consegnate. Certo i maestri presero i nomi e proibirono di venire. Fecero inoltre pubbliche interrogazioni sull’insegnamento che si impartiva alla Missione, notando le risposte contrarie alla Missione e non quelle in favore della medesima.
Il giorno 13 compare sull’“Osaka Mainichi” (Ed. Oita), sull’“Oita Nichi-Nichi” articoli basati sulle dicerie false di cui sopra e interpretando in mala parte la premiazione fatta in occasione della festa del 3 Luglio.
Il catechista fu invitato a rettificare presso i giornalisti quanto era stato pubblicato ed il missionario andò dal Capo delle Scuole in municipio, il quale affermato che non sapeva nulla, assicurò che avrebbe interrogato i subalterni.
Bisogna notare però che la domenica prima in adunanza coi capi e maestri già avevano discusso il problema.
Intanto i giornali esprimevano i loro pareri chi pro, chi contro… Ma tutti in base di forse, di se, di si dice. La Polizia in una relazione del suo Capo diceva: “È impossibile che i cattolici predichino secondo le dicerie, andrebbero direttamente contro lo stesso insegnamento cattolico”.
Finalmente il giornale di Beppu “Maiyu” attribuì il tutto personalmente all’attuale missionario Don Pedro Escursell, trattandolo come sovietico e rivoluzionario, anche perché di nazionalità spagnola.
La Polizia in questa questione non mosse piede, perché non aveva in mano nessun appiglio certo, nessuna prova reale.
Noi credemmo opportuno invitare la Polizia con tutta libertà a visitare la Missione e a fare tutti gli interrogatori che credessero opportuno. Vennero di fatto due guardie che perquisirono, visitarono locali, libri, album… Desiderando aver nomi dei cristiani (si diede loro lo status animarum) e dei catecumeni.
Condussero con sé il catechista ed il giovane e dopo un breve interrogatorio, tenutili per varie [ore] in Polizia, li rilasciarono in libertà.
I giornali del 13 portarono già la notizia dell’inefficace perquisizione, e vari pubblicarono riversando l’accusa non sul missionario, ma sugli addetti della Missione, sul licenziamento dei medesimi, sullo scopo delle nostre adunanze, sul motivo dell’incrinata premiazione, ecc.
OSSERVAZIONI VARIE. Momentaneamente il silenzio è fatto… Ma nell’animo di coloro che sono venuti a conoscenza delle dicerie ci sarà rimasto certo del dubbio. Sarà possibile fare qualche cosa per toglierlo? Per attenuarlo?
I direttori delle scuole dicono che è assodato che la Missione insegna queste cose (è dichiarazione del vice-sindaco e capo delle scuole di Beppu):
L’amor filiale non è cosa a cui bisogna troppo badare.
La bandiera nazionale non è cosa importante; non è da cantarsi l’inno nazionale.
Il rispetto all’Imperatore non è cosa essenziale.
Come fu da loro assodato tutto questo complesso di accuse e di dicerie?
Essi dicono: “In Beppu vi sono cinque scuole. Noi abbiamo interrogato pubblicamente gli allievi ed è risultato che pur non trovandosi fra essi chi asserisca aver udito dalla missione tutte queste cose, chi ricorda la prima e non le altre, chi la seconda, ecc. ecc. e dal complesso risulta l’insegnamento incriminato…”.
Salta subito all’occhio la povertà del sistema usato: interrogatorio pubblico, non tenendo conto delle risposte anche a favore della missione che alcuni coraggiosi emisero; sono ragazzi che parlano e riferiscono dietro domande, sono interrogati dai propri maestri, intorno a problemi delicatissimi in pubblica scuola, argomenti toccanti la religione che per legge scolastica non deve essere trattata in scuola.
Ho detto povertà di sistema, ma avrei dovuto dire ignoranza assoluta di criterio educativo. Può avere valore tutto questo, carpito in questo modo? Per poco che si conosca la psicologia dei ragazzi si sa quale valore possono avere simili ricerche e risposte.
Inoltre non è supponibile che o proprio tutti gli allievi delle scuole di Beppu o proprio alcuni di tutte le scuole abbiano, sia pure sporadicamente, frequentato le nostre adunanze.
La media frequenza dei ragazzi è di 40 maschi e di 30 femmine, sono noti e affezionati alla missione.
Insisto su questi dettagli perché le dicerie dei giornali si riferiscono all’Oratorio e quindi è qui dove si vuol colpire in modo speciale, e il risultato è di impedire che i fanciulli vengano da noi.
Consta che una volta il giovane incaricato della sorveglianza dei ragazzi, sentendo un allievo che cantava sguaiatamente e in pose ineducate l’inno nazionale lo invitò a desistere, perché non si doveva trattare così ciò che per il cittadino deve avere un alto significato.
Dispiace anche che il Vice-Sindaco e compagni abbiano dato a vedere nelle conversazioni che si tenevano con loro, che facevano degli appunti ai missionari perché insegnavano la religione cattolica, dando a vedere di ignorare che vi è una legge che concede la piena libertà religiosa in Giappone.
Lo si è rispettosamente fatto osservare, come pure che è disdoro grave della città di Beppu, che accoglie tanti forestieri anche stranieri cattolici, e proprio in questi giorni ve ne sono in buon numero, il vedere così bistrattata la religione cattolica e proprio dai rappresentanti del potere cittadino.
Che per parte del catechista e del giovane che fa i discorsetti quotidiani ai giovani, ci possa essere stata qualche parola che mal interpretata e peggio riferita o carpita da giovani possa aver dato appiglio, può anche darsi, ma alla Missione, che vigila nella persona del missionario, questi discorsi (come quelli pubblici) non risulta assolutamente nulla.
Se ci fossero simili errori o intemperanze nel dire, saremmo noi i primi a stigmatizzare i medesimi e vi sarebbe un mezzo semplicissimo, il licenziamento. Ma ciò non risulta in nessun modo, perché tutte le dicerie dei giornali son basate non su fatti concreti, ma su dubbi, dubbi affibbiati non solo all’insegnamento della religione cattolica come tale, ma personalmente al sacerdote, e al sacerdote come straniero, e sostenuti senza prove dalle autorità cittadine e scolastiche.
CONCLUDENDO: Considerando
Che quanto fu scritto sui giornali e specialmente sul giornale “Beppu Maiyu” (l’articolo è di un protestante, che può essere abbia un po’ di fiele col nostro catechista, che non ha certo peli sulla lingua quando parla del protestantesimo) non fu convalidato da prove, presentate regolarmente all’autorità.
Che l’autorità cittadina e scolastica esorbitò certo dal suo ufficio, basandosi – per coonestare le sue disposizioni (proibire ai ragazzi di frequentare la Missione, perché luogo pericoloso dal punto di vista morale nazionale) su una denuncia orale, non scritta né firmata, di non si sa chi – come pure esorbitò nel modo di fare le inchieste e trattando in pubblica scuola problemi religiosi esclusi dalla legge.
E che finalmente la missione ed il missionario furono dipinti e presentati come l’associazione Rossa e che l’insegnamento religioso cattolico in quanto tale è da sfuggirsi.
Si domanda che la Delegazione Apost. nelle forme che crederà più opportune intervenga presso i Ministeri competenti per ottenere una giusta riparazione per il bene della nostra religione cattolica, della Missione di Miyazaki in genere (che risente purtroppo le conseguenze, perché le notizie fecero il giro in tutta l’isola) e della residenza di Beppu in specie, e più del missionario incriminato e come sacerdote e come spagnolo.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Superiore Missione
a Don Pedro Escursell, missionario salesiano in Giappone
Missione Indipendente di Miyazaki
Takanabe, 21 luglio 1932
Amatissimo Don Pedro,
Mai come in questo momento il cuore di tutti i confratelli e anche di altri missionari è vicino a Lei e agli altri confratelli, come in questo momento. Tutti me l’hanno assicurato e colle parole e per lettera e specialmente colla preghiera.
Ieri ho radunato il nostro Consiglio che prese visione chiara della situazione, aderendo anche al consiglio di altri missionari (che come vede collimano col pensiero di P. Faber, anche suo e di P. Shibutani) approvò il seguente piano che per la parte che si riferisce a Lei può mettere caritatevolmente in esecuzione, senza timori. Se i cristiani corrisponderanno Deo gratias… se no… è doloroso ma… bisognerà recidere senza paura.
Invio oggi relazione dettagliata al Delegato corredata di tutti i ritagli di giornali, affinché ottenga dai competenti ministri una giusta riparazione di quanto è avvenuto per parte delle autorità cittadine e scolastiche. Non gli ho nascosto in via confidenziale le condizioni d’animo dei cristiani (questo in una relazione a parte).
L’ho pregato che ne faccia parte l’ammiraglio Yamamoto. Si è già di parere che essendo un problema che interessa tutto il problema religioso, se S. E. il Delegato la prenderà a cuore certo è più facile che la cosa riesca.
Don Pedro scelga tra i giornali usciti quelli che in qualche modo meglio hanno ritrattato la cosa e invii copie alle nostre residenze, affinché si possano distribuire e togliere così le impressioni cattive prodotte dalla lettura degli articoli precedenti.
Il Prof. Sato organizzi al Salone della Città una conferenza con invito di autorità, maestri, ecc. per determinare bene il problema nelle sue relazioni colla religione.
La missione però non deve affatto comparire come organizzatrice della cosa. Andrebbe bene che ne pigliassero l’impresa i giornali. Fra poco parlerò con Sato e vedremo che crede del caso. Non tema che la presenza di Sato abbia diminuito nell’animo dei cristiani o dei confratelli o di Don Cimatti l’affetto o il prestigio della residenza di Beppu. Né si formalizzi pel modo di fare dei giapponesi. Parlano certo poco con noi. Ma Sato è un uomo di senso pratico e non tema. E anche se desse dei suggerimenti e non credessimo opportuno di seguirli, non gli facciamo ingiuria. Calmo sempre, caro Don Pedro, e specialmente in questi momenti. Preghiamo e offriamoci al Signore come vittime per le anime che vogliamo salvare, ad ogni costo.
Per la questione del catechista, non essendoci prove certe, noi per giustizia non possiamo licenziarlo – almeno per il momento non possiamo licenziarlo – non è giusto né prudente. Se egli, comprendendo il suo carattere, la sua facilità a parlare e qualche volta la sua imprudenza, e specialmente l’urto in cui si trova con alcuni cristiani nel momento attuale, crede più opportuno spontaneamente ritirarsi, noi non gli diremo di no, e forse (se non si corregge) saremo obbligati presto a consigliarlo, ma al momento attuale e per il suo onore e per l’onore della missione, noi al momento non possiamo allontanarlo, perché non abbiamo prove di fatto.
Le minacce della signora o di altri non ci possono far togliere dalla via della giustizia, e sarebbe una prova di più contro di loro.
Ad ogni modo si desidera però che d’ora in avanti l’istruzione che fa ai catecumeni sia fatta alla missione, perché così sarà più facilmente controllabile, e non darà motivo a pensare che voglia farsi lui una cristianità a parte. Vi sono voci che dicono che fra i catecumeni che istruisce ci sono degli individui poco di buono e noti alla polizia, e che avrebbero detto che in caso di allontanamento del catechista avrebbero fatte rappresaglie alla missione e ai missionari, non importando loro la condanna perché già noti alla Polizia. Non dobbiamo temere di niente, ma è anche questo un motivo di più a che l’insegnamento (a meno che si tratti di ammalati) sia fatto alla missione.
Meglio qualche catecumeno di meno, ma la sicurezza che l’insegnamento procede come si deve.
Occorre piano piano formarlo al nostro spirito, che è quello di S. Francesco di Sales. Cogli avversari vale più un’oncia di carità che tutti gli argomenti di ragione. Non parli con violenza, sia dolce nel tratto, non accigliato, specie coi ragazzi e otterrà assai di più.
Fosse possibile che si liberasse da quel benedetto AISHIKAI [associazione della carità] sarebbero davvero contenti tutti. A meno che non divenisse una cosa della Missione nel quale caso però è la Missione che deve dare le norme.
Bisogna anche dire al catechista di non aver paura di andare incontro ai cristiani parlando con loro. È in tal misura che si toglieranno tante asprezze. Finché tutto questo non si effettua non è possibile avere pace e carità.
Quanto a Nakada continui con prudenza e carità nel suo ufficio.
Don Pedro poi raccomandi ai suoi dipendenti, anche confratelli, calma, grande carità e buone maniere. Non conosciamo l’origine di tutto, ma non è certo estraneo né il Catechista, né Nakada, né il personale.
Piccole cose, alle volte inconcludenti che certo hanno dato luogo all’esplosione. Informi anche a questo spirito le suore e coloro che si occupano della sezione femminile.
Don Pedro parli coi singoli cristiani, ascolti tutti con carità e inculchi a tutti che la base del cristianesimo è la carità, il perdono, la pace.
E finalmente, per rassodare la fede e la carità in tutti i cuori, combineremo una missione per i cristiani. Prossimamente verrò a Beppu per gli esercizi delle Suore e combineremo definitive. Se intanto Lei ha qualche cosa da suggerire per il predicatore, ci pensi. Bastano tre giorni interi, penso.
Questo quanto a nome del consiglio comunico. Se altre cose utili potranno venire in testa faremo volentieri.
Per me consiglio di non diminuire la vostra intensità di lavoro anche se momentaneamente non vengono i ragazzi. Verranno poi, e se non vengono più studieremo le forme di apostolato. Quando potete fate le solite conferenze di propaganda. Alla domenica fate pure nella missione le vostre proiezioni. Porta sempre aperta e allegria sempre.
Pian piano parlare colle autorità, coi maestri, coi vicini (pare che una delle difficoltà stia nei vicini che pensano che la presenza della Missione toglie loro del lavoro).
Nei limiti del possibile servitevi di loro. Salutate tutti i vicini quando ne avete occasione. Invitate loro specialmente ai divertimenti. Quando c’è qualche festa invitate i giornalisti e che facciano relazione sui giornali, anche se dovesse costare qualche cosa. Insomma facciamoci conoscere ed aiutiamo loro a farsi nostri propagandisti e vedrete che il prestigio sarà sempre più crescente.
Niente paura. Maria Aus. vigila certo sulle nostre opere. Noi prendiamo volentieri la botta… Ce la meritiamo e per noi è medicina. Offriamo il dolore al Signore per i poveri pagani di Beppu.
Ed ora un altro campo di cose. Per la muta di esercizi delle suore è preannunciato l’arrivo del nostro Don Ruffini da Shanghai che si vede non potrà venire per le altre mute.
Naturalmente si presta a predicare alle suore e fa gli esercizi.
Piglierei allora l’occasione di farli anch’io, e siccome c’è anche Ragogna che deve farli, è possibile studiare la maniera di dare alloggio conveniente per l’occasione, facendo sloggiare quei confratelli e famigli che potrebbero in quel tempo avere in una altra casa un po’ di riposo? Anche Don Pedro in quel periodo di tempo se pigliasse un po’ di riposo, mi pare andrebbe assai bene. O a Nakatsu, o a Morie, o in provincia di Miyazaki. Così Braggion, Nakada, Fogliani (se il giovanotto potesse fare da sé). Il tempo sarebbe dal 29 al 5 Agosto. Ragogna continuerebbe poi ancora un giorno. Se è possibile la cosa disponga. Se non è possibile, non c’è che la soluzione di andare su e giù da Oita, ma non si può pensare a fare gli esercizi.
Le riinvio il quaderno, ma senza gli articoli di giornale che ho dovuto – insieme ad altri che avevo – inviare al Delegato. Penso che Lei avrà la possibilità di averne degli altri. Se ritagli ne potesse avere per me (mi bastano i due o più importanti) li metterei in archivio.
Sono in dubbio per la questione dell’Avvocato. È un bene, è un male? Preferirei che all’occasione lei o chi per lei andasse a Kumamoto e parlare dell’argomento e sull’opportunità o no della cosa.
Lei come avvocato certo sa meglio di me. Le assicuro però che sarà una cosa lunga. In Giappone sono più eterni che noi, ed essendo implicati troppi, gli interrogatori o le disposizioni potranno forse fare risultare ciò che forse… Lei sa come è la giustizia. Mi assicurano poi che l’esperienza prova che fin ora nelle cause giudiziarie coi giapponesi l’europeo o straniero ci ha sempre perduto. (I Padri di Shikoku, mi si dice, ne sanno qualche cosa). Rinvio la cosa e caso mai ne parleremo, oppure, assicuratosi che l’avvocato sia a Kumamoto, fare un sopralluogo…
Non ho difficoltà a fare quanto dice il buon Padre Faber, ma non capisco la portata di alcuni consigli perché non capisco bene le parole. Sto penando come fare per fare il foglietto. Ne avevo affidato l’incarico a Don Margiaria, fummo consigliati a soprassedere essendo ancora il fuoco un po’ acceso. Animo adunque e preghi per me.
Saluti e faccia coraggio a tutti i confratelli. Nel Signore:
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 23 luglio 1932
Eccellenza Reverendissima,
Ricevo ora la sua carissima tanto più in quanto accompagnata dalla sua carità che arriva sempre in buon punto.
Il Signore La rimeriti di tutto e mentre Le accludo ricevuta, l’assicuro pure dell’esecuzione, e quando le è possibile, ci venga pure in aiuto colla carità sua.
Le aggiungo ancora un codicillo alla famosa questione di Beppu, che se va aggiustandosi al di fuori, minaccia di acuirsi al di dentro.
Il Catechista di cui Le parlavo, ha fatto un altro atto di arbitrio, chiamando in casa sua e non trattando bene alcuni cristiani (erigendo come una specie di tribunale) e adducendo ordine del Missionario e del Capo della Missione.
Come vede l’E. V. c’è materia di licenziarlo, ma se lo facciamo subito non equivale a dar ragione a quanto fu pubblicato? Spero di indurlo spontaneamente, ma sarà difficile…
Voglia anche V. E. pregare affinché si risolva in bene questa benedetta questione e possiamo continuare il nostro lavoro.
L’aggiunta che faccio è per controbattere l’accusa che noi lavoriamo senza il permesso dell’Autorità.
Quanto Le ho riferito precedentemente è il risultato delle ricerche fatte da noi e da persone di fiducia. Non pratico di queste cose, non so se tali ricerche siano sufficienti a dirimere la questione. Sta il fatto che accuse concrete non furono fatte, e che finora cose concrete non furono trovate, ché, per quanto consta a noi, non sono mai avvenute.
Mi benedica e mi consigli nel Signore:
Don Vincenzo Cimatti, sales.
OGGETTO: ricerche sulla questione della residenza di Beppu, accusata di lavorare senza il permesso della competente autorità governativa.
Ecco come stanno le cose: il giorno 22 c. m. Don Margiaria e Don Escursell furono chiamati dalla Prefettura di Oita, ed avvisati che finora si era lavorato alla missione senza permesso dell’Autorità.
Si fece osservare che nel Novembre del 1931, quando ancora nessuno abitava nella nuova sede della Missione, si fece regolare domanda al Municipio di Beppu, che disse di lavorare pure, e che nel frattempo il permesso sarebbe venuto.
Nel Gennaio di quest’anno Don Escursell presentò di nuovo la domanda – fecero rifare tre o quattro volte la cosa, ma il permesso non veniva.
Nel Novembre dell’anno passato il Municipio di Beppu ha dato tre volte il permesso di fare conferenze e concerti col nome di Missione Cattolica. Se dopo nove mesi il permesso non è venuto (sia pure che ci sia stato in Giappone il cambio di vari Ministeri) non credo si debba imputare a colpa della Missione.
Non si può anche pensare a poca sollecitudine nel disbrigo degli affari da parte di queste autorità? O ad altro? In fine le carte nostre sono in regola.
L’autorità poi voleva che fosse tolta l’insegna colla dicitura “Missione Cattolica”. Si rispose: “La questione è stata sollevata dal giornale che non ha fatto che calunniare, vilipendere, bistrattare la Missione, non portando prove”.
Noi quindi possiamo far valere le nostre ragioni a nome della giustizia e della verità. Se ci impongono di togliere l’insegna noi la togliamo, che non vogliamo per nulla contravvenire alle leggi. Noi finora siamo andati avanti tranquilli. La migliore cosa è che l’Autorità ci dia subito il permesso.
Si parlò pure col Catechista. La polizia aveva riferito già che non aveva trovato nulla a tutt’oggi e che il catechista era licenziato.
Si disse: “È licenziato dal lavoro extra recinto, perché vogliamo controllare se sono vere le dicerie di cui non conosciamo i reali fondamenti e di cui del resto non siamo responsabili fuori missione”. Si prese l’occasione per fare un’istruzione religiosa.
CONCLUSIONE. Dobbiamo togliere l’insegna? No, lasciatela per ora. Vi faremo sapere dopo. Non sapendo più che dire, trovarono a dire che fuori della missione c’è scritto l’orario delle Messe… Povera gente!…
Sorse allora un’altra questione. Dissero: “Per l’Oratorio ci vuole l’autorizzazione speciale”. Si rispose: “Noi non abbiamo mai chiamato tale posto ‘Oratorio domenicale’. Tale denominazione ed anche quella di ‘Maestro della scuola domenicale’ è comparso sui giornali arbitrariamente. Noi non l’abbiamo mai scritto. Del resto nessuno può vietare ai ragazzi di venire a giocare in luogo libero… Pur non essendo ‘Missione’ nessuno può fare appunti in questo e non crediamo che ci sia legge che lo impedisca”.
Si acquietarono e pare prendessero le ragioni, che lì per lì il buon Don Margiaria sfoderava, in buona parte.
Eccole il risultato di questo nuovo episodio che fa vedere che vi sono interessati che lavorano sott’acqua e stanno vigilantissimi.
Deo gratias. Ci aiuti e ci benedica.
Dell’E. V. Rev.ma
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Super. Miss.
977 /Madre Generale F.M.A. / 1932-7-24 /
alla Rev.ma Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Miyazaki Missione Indipendente - Giappone
Takanabe, 24 luglio 1932
Reverenda Madre,
Ricevo in questo momento il bel dono che per mezzo delle sue figliuole ha voluto procurarmi (il 2° volume delle grazie ottenute per intercessione della Serva di Dio Suor Mazzarello) e mentre me ne compiaccio vivamente, faccio voti e preghiere affinché il comune desiderio sia presto realizzato.
Uscirà come primo volume del 2° anno delle Letture Cattoliche in giapponese la vita della serva di Dio. Ho desiderato che entrasse in questa collana e per divulgar la vita e le virtù della Venerabile e nello stesso tempo affinché l’opera delle sue figliuole presto possa passare i confini della missione e accingersi al grande lavoro che son sicuro le Figlie di Maria Ausiliatrice sono destinate a fare anche in questo paese. Sono pur stato contento che finalmente la Direttrice, aderendo al mio ripetuto invito si sia recata a visitare le opere più importanti tenute dalle suore in Giappone. Già ne avrà fatta relazione, e sono convinto che avrà servito moltissimo all’istruzione delle Suore.
Gli inizi sono difficili per tutti e specialmente per gli ordini religiosi femminili. Hanno bisogno non solo di fare l’esperienza personale, ma anche la loro esperienza di Congregazione in queste terre, così mi diceva uno zelantissimo Vescovo che visitò la residenza di Beppu e Miyazaki. Inoltre date le circostanze di vera miseria in cui si è trovata la nostra missione, e l’impossibilità di venir in aiuto forte alle Suore che caritatevolmente hanno aiutato la missione, che anche ora è in debito con loro, non potei mettere le Suore in condizioni di vivere una vita tale che somigliasse anche alla lontana a quella che vivevano in Italia. Solo ora (spero per la fine del mese) posso dare una casa alle suore presso l’Asilo in cui spero non saranno come nel palazzo reale, ma un po’ più disimpegnate che ora, lo saranno certo. Non fu nostra colpa, ma un cumulo di circostanze, fra cui la più forte è la povertà. Beati noi che il Signore ci vuole contrassegnati con questo segno, e sotto questo punto di vista godo che anche le sue figliuole si siano trovate a disagio. È grande scuola di virtù e di formazione missionaria. Le difficoltà poi della lingua e dell’adattamento alle abitudini giapponesi, forse per tutte queste ragioni non potute accentuare fino dagli inizi, e il non essersi subito orientate in principio nelle relazioni fra suore e missione (avendo i missionari bisogno che le Suore si formassero ai bisogni della missione e pensando forse le suore di essere nelle relazioni colla missione come in Italia), hanno dato luogo a uno stato di cose che a chi non è al corrente delle questioni potrebbe far pensare che non vi siano fra suore e missione tutte quelle strette relazioni e tutti quegli effetti nell’educazione delle ragazze che speravamo di vedere, dato il lavoro che compiono altrove le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ho aperto l’animo mio alla Sig.ra Direttrice, come ora l’apro alla Reverenda madre, ed in tutta questa questione non vedo altro che le difficoltà in cui si sono trovate le sue figliuole, accresciute dal disagio in cui si sono trovate per le necessità in cui ha versato e versa la missione, che ha impedito alle Suore finora di far mettere in opera tutte le risorse delle loro belle qualità.
Spero che appena la missione avrà potuto compiere i suoi doveri verso le suore e che la questione finanza si sarà un po’ sollevata – e specialmente quando le suore potranno muoversi in un campo loro, più libere, e senza troppi contatti col lavoro che domanda la missione, anche il lavoro risulterà più proficuo in tutti i sensi. Per l’opera di Miyazaki le suore essendo alle dipendenze della Missione, come in Italia ad es. gli oratori parrocchiali ecc. è naturale che si trovino troppo al controllo dei missionari, che avendone la responsabilità diretta, forse entrano anche in dettagli che non sempre possono piacere – se poi i modi di dire e fare vicendevoli fossero interpretati non conforme a carità, Lei comprende che l’accordo, che è condizione indispensabile per fare del bene, alle volte può venire ottenebrato; la fantasia ci lavora più del necessario e alle volte si vede buio, dove non c’è ragione.
Non pensi con tutto ciò che le cose vadano male; no no… è per farle andare meglio che bisogna pure dirci le difficoltà in cui tutti ci troviamo, e fra tutti in cui si trova il sottoscritto che non è niente affatto tagliato a fare ciò che dovrebbe fare.
Un’altra fonte di difficoltà è stata la regolarizzazione delle Convenzioni che furono desiderate da Torino insieme alle altre indicazioni che furono date e inviate a Torino. D’accordo col Sig. D. Rinaldi di santa memoria e colla Reverenda Madre, in principio si andò un po’ alla patriarcale per sussidiare le Suore. Poi si venne alle cifre di convenzione ed io dubito che le suore abbiano avuto la peggio. Per me la preghiera che rivolgo al Signore è che mi dia modo di regolare presto i miei debiti colle suore e che mi dia modo di aiutare più efficacemente le Suore stesse. Al momento attuale mi pare ancora impossibile. Era per facilitare a tutti (loro e noi) il modus vivendi che avevo fatto la proposta di cessione dietro compenso del terreno e locali asilo. Le condizioni di disagio in cui si trova la loro Congregazione fece rispondere negativamente alla proposta, che ripresentai e di cui non ho più avuto risposta. Il Signore ci aiuti in tutto.
La salute delle suore mi pare buona. Si preparano a fare i loro Ss. Spirituali esercizi il prossimo 29, e predicandoli parlerò anche colle suore e così spero che tutte e tutti rafforzati nel Signore ripiglieremo con slancio il lavoro.
Può essere che una visita di qualche ispettrice e di qualche superiora serva a sollevare gli animi anche di queste buone Figliuole che hanno bisogno di essere consolate. Ne abbiamo bisogno anche noi Salesiani ed è per noi una vera grazia essendo i più lontani… credo che anche le buone Figlie di Maria Ausiliatrice ne avvantaggeranno.
Sono solito almeno una volta all’anno fare una breve relazione a Lei Reverenda Madre; voglia accettare questa lettera che le dice il desiderio che tutti abbiamo, la Sig.ra Direttrice e il povero Don Cimatti che le rispettive comunità siano di consolazione al Signore e anche ai nostri rispettivi Superiori. Preghi per questa povera Missione e per chi si professa nel Signore
devotissimo
D.V. Cimatti, sales.,
Sup. Miss.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Beppu, 3 agosto 1932
Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Ricaldone,
Come vede le scrivo da Beppu, dove mi trovo col coad. Ragogna (che si prepara ad emettere i voti perpetui) e col carissimo Don Ruffini (che ci aiuta per gli esercizi) per un po’ di esercizi nostri e per predicare gli esercizi alle Figlie di Maria A. ed anche per vedere di attutire la mazzata che (come le scrissi) ci fu data per maligne insinuazioni, accuse, ecc., dei giornalisti.
gLa religione cattolica insegna che l’imperatore, l’inno nazionale, la bandiera nazionale, la pietà filiale non sono importanti… La residenza di Beppu è un covo comunista di cui l’esponente è uno spagnolo, Don Escursell… Lì si lavora senza il permesso del Governo… I direttori delle scuole hanno proibito agli allievi di frequentare la missione…”. Eccole il sunto delle motivazioni che hanno fatto il giro dei giornali locali, dell’isola e del Giappone.
Quale l’origine? È difficile poterla dedurre chiaramente.
Il catechista addetto ha forse in pubbliche conferenze forzato un po’ la mano contro le altre religioni – può essere che nell’istruzione dei catecumeni abbia detto qualche frase, che mal compresa e mal riferita diede appiglio – che abbia trattato un po’ bruscamente i ragazzi (e anche qualche confratello avrebbe dovuto usare più carità), ecc. e forse nello scrivere pepato…
Il capo del rione ed il vice-sindaco vedono la missione come un pruno negli occhi…
Un gruppo di cristiani non vede bene il catechista e l’hanno amarissima con lui… E non vogliono perdonare (sono giapponesi, purtroppo!)… È questo per me il fatto più doloroso… e non credo ci sia da pensare male dubitando che vari di essi siano la causa delle accuse.
Spero che pel settembre tutto sarà in calma e si potrà continuare il lavoro dei catecumeni e spero che qualche battesimo all’Assunta ci sarà anche a Beppu.
Ed ora al solito un po’ di rendiconto mensile:
Don Cimatti: sanità, optime.
Studio e lavoro: ho bisogno di rafforzare lo studio teologico, del codice… e comprendo la mia asinaggine, per cui Lei conosce le difficoltà della mia posizione. Lavoro ce n’è, vengono certi momenti che o il tempo o la stanchezza o fiacca non mi permette di lavorare come vorrei e come dovrei.
Pratiche religiose: non ne trovo una fatta con perfezione, lavoro per migliorarle, ma…
Sacramenti: frequenza regolare.
Costituzioni: osservanza, nessuna difficoltà né per esse, né per i voti.
Doveri di carità fraterna: optime con tutti.
Disordine: fonte prima: Don Cimatti.
Per i confratelli dopo quanto scrissi dopo l’ultima visita, niente di nuovo.
Spero presto mandare poi i prescritti rendiconti particolareggiati e allora…
Che dire dunque? Sono sempre quello. Pur conoscendo e toccando con mano la mia nullità mentale, di comando, di organizzazione – ho pensieri di superbia, al punto da pensare che avrei accettato con Lei un dicastero… Cose dell’altro mondo! Insomma Don Cimatti non sa fare il Superiore – supplico…
Per me la fonte dei miei crucci è tutta qui… Mi aiuti il Signore. Non ho forza, prontezza di esecuzione, tatto, ecc. Mah! Videant consules! Il cuore di tanto in tanto bolle… Preghi per la povera anima mia!
Ecco lo stato d’animo mio durante questi esercizi.
Per il buon andamento poi non so come organizzare bene le confessioni dei confratelli e delle suore. Sì, ci sono i confessori stabiliti… Ma questa ruota non gira bene… Non abbiamo insegnanti che valgano un… E finora nessun chierico che eccelle per studio e… Tutti si trascinano.
Col superiore in tali condizioni e colle future speranze in queste condizioni, povera missione giapponese. E pensare che si potrebbe galoppare.
Attendiamo poi tutti (Don Cimatti e il Consiglio) la soluzione di molti problemi sottoposti ai Superiori – consigli in molte cose, ecc…
Le sembrerà che la mia lettera sia in minore. Per me è da anni e da anni la realtà, che è mio dovere non nascondere ai superiori, per aver consiglio, conforto e le convenienti ammonizioni.
Salute discreta in tutti – tutti vogliono essere ricordati. Preghi preghi preghi per questo povero incompetente, che l’abbraccia con l’anima.
Aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
ai Missionari della Missione Ind. di Miyazaki
[5 agosto 1932]
Carissimi,
Il Vescovo di Fukuoka ed il Prefetto Apost. di Kagoshima per giungere ad un lavoro di coordinazione per l’azione cattolica in Kyushu hanno affidato al sottoscritto questo compito.
Desidererei che il lavoro sia più compiuto che si possa ed il pensiero degli Ecc.mi realizzato. Essendo un lavoro proprio dei salesiani, desidero che voi pure portiate il vostro autorevole contributo.
Il materiale finora raccolto è desunto dai regolamenti delle istituzioni relative, esistenti in Giappone, e da qualche cosa di quanto ho potuto avere dall’Italia in attesa che altro materiale più abbondante arrivi.
Siccome è anche questa una questione vitale per noi, vi prego di mettere tutto il vostro impegno per fare quelle aggiunte o soppressioni che credete opportune o che l’esperienza vi ha suggerito.
Si desidera specialmente che risulti quale deve essere il campo d’azione rispettivamente delle singole organizzazioni, per non intralciarci vicendevolmente nel lavoro.
Tale materiale sarà fonte di buona discussione nelle tornate che cercheremo di fare durante gli esercizi spirituali, dopo di che presenterò il lavoro desiderato.
Voi tutti sapete quanto stia a cuore al S. Padre l’Azione Cattolica. Chissà che anche con questo modesto contributo i figli di Don Bosco cooperino al bene generale dell’Azione cattolica così necessaria in Giappone… Faxit Deus!
Tutto vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 9 agosto 1932
Eccellenza Reverendissima,
Mentre dal più profondo del cuore la ringrazio e dei consigli e delle parole consolanti che ha voluto inviare in questa dolorosa circostanza, seguirò del tutto la linea di condotta indicata. Tanto più che anche se si potesse supporre che l’autorità desse torto a se stessa, la cosa non farebbe che inasprire gli animi e crearci degli avversari ancora di più.
Mi piace più seguire la via di S. Francesco di Sales. La cosa si è intricata ancora di più perché due cristiani hanno deposto alla polizia contro il catechista anche in relazione ai fatti indicati sul giornale, e non è il caso di suscitare ora altri incendi dal momento che gli appigli ci potrebbero essere.
Seguo la via indicata da V. E., spero assai nella missione che daremo ai cristiani, che in gran parte si sono comportati – diremo noi italiani – da vere canaglie verso la missione.
Pazienza… Il Signore sa lui i motivi di tutto questo e lo ringrazio ben di cuore, perché abbiamo imparato molte cose.
Per l’Assunta ho licenziato il Catechista… E… Cominceremo da capo.
Il lavoro non manca. Ci benedica e ci aiuti col consiglio, colla preghiera e in tutte le forme a Lei possibili.
Il missionario, come spagnolo, aveva fatto per conto suo una relazione all’Ambasciata di Spagna, che è disposta ad aiutare. Ho detto al confratello che rispondesse ringraziando, ma non facessero nulla senza l’intesa con V. E.
Per me dire: “Non si faccia che secondo le direttive da Lei indicate”.
Mi benedica. Dell’E. V. Rev.ma
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.,
Super. Mission.
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 11 agosto 1932
Carissimi,
Troverete qui uniti i moduli prescritti da riempirsi per i singoli Superiori del Capitolo e per la statistica. Vi prego di riempirli debitamente e di portarli con voi ai prossimi esercizi.
Là dove vi fossero dei dubbi lasciate in bianco e compileremo insieme. Non spendo parole per esortarvi all’esatto adempimento di questo dovere, tanto più che in questo anno la massima parte dei Superiori inizia il nuovo dicastero; interessa loro assai di rendersi conto della situazione della Missione e mansioni loro affidate.
Ne avvantaggerà assai la nostra Visitatoria e l’intera Congregazione dall’esatto adempimento di questo dovere, e sono quindi sicuro che tutti lo compiranno colla massima perfezione.
Con vivo ossequio, mentre mi raccomando alle vostre preghiere, mi dico:
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
982 /Circolare salesiani / 1932-8-11 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 11 agosto 1932
Carissimi,
Mi gode di annunciarvi che avremo fra noi per la prima muta dei nostri spirituali esercizi il buon Don Ruffini. Avendo però bisogno di partire il 30 c. m. bisogna che anticipiamo di qualche giorno la data fissata.
Rimane dunque definitivamente stabilito che le due mute degli esercizi si faranno a Dio piacendo a Takanabe.
Dal 22 c. m. al 28 per i partecipanti alla prima muta.
Dal 5 Settembre al 14 per i partecipanti alla seconda (per quelli che non hanno da emettere i Ss. voti dall’8 settembre, a meno che non desiderino usufruire dell’intera muta).
Quelli che non avessero segnalato la loro partecipazione al Sig. Don Piacenza sono pregati di farlo quanto prima per gli opportuni preparativi. Quelli che interverranno sono pregati di portare con sé la zanzariera.
Consiglio pure di portare il libro delle Ss. Regole ed il manuale delle pratiche di pietà (per quest’anno le preghiere saranno recitate in italiano), ed altri libri di ascetica e devozione, pur essendo a disposizione la biblioteca della casa. Per i sacerdoti vi sarà ogni giorno una qualche conferenza di cui si accenna nell’ordine del giorno generale: ripasso delle cerimonie della Messa; soluzione di dubbi su questioni liturgiche; soluzione del caso e della questione liturgica per il mese di Agosto.
Problemi vari riguardanti la missione dal punto di vista della propagazione, difficoltà incontrate nell’annata.
Raccolte di proposte per la formulazione di un regolamento dell’azione cattolica comune per tutto il Kyushu (inviai a ciascuno il tema che verrà discusso).
Formazione dell’archivio. Proposte varie.
Prego vivamente i missionari a prepararsi anche solo nelle linee generali per uno sviluppo concreto dell’ordine del giorno.
La festa di Maria Assunta in cielo ci prepari a fare con frutto i Ss. Spirituali esercizi. È dalla santità della nostra vita che dipenderà gran parte del frutto del lavoro apostolico.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Giuseppe Pasetto, ex-allievo e benefattore
Takanabe, 31 agosto 1932
Mio carissimo Pasetto,
Neppure ho il piacere di conoscerti personalmente, ma penso che forse siamo i due più buoni amici, perché Don Cimatti che ti conosce come munifico benefattore ti segue col pensiero, coll’affetto e colla preghiera.
Il Signore ti rimeriti coi tuoi genitori (che certo non sono estranei alla tua generosa carità), fa’ tu con loro le mie parti, ed assicurali che miglior cooperazione per la salvezza delle anime non potevi scegliere.
Ti faccio le mie congratulazioni per la scelta fatta di seguire il Signore.
Oh, buon Giuseppe, non puoi ora comprendere la nobiltà della tua vocazione – la comprenderai in seguito.
Oh, quanto ti ama Gesù che ti ha chiamato. Sii riconoscente, e proponiti di corrispondere generosamente a Gesù, ed Egli non si lascerà vincere in generosità.
Mi dici che sei povero, meglio così! Ti farai ricco spiritualmente… et beati pauperes quoniam ipsorum est regnum coelorum…
Ti assicuro speciali preghiere per te nel mese di ottobre, novembre e dicembre. Mettiti subito di buona voglia. Allegro, santo e laborioso.
Ti benedice il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
ai Direttori delle Opere salesiane in Giappone
Pro-memoria ai Sigg. Direttori
Agosto 1932
Mezzo efficace per godere autorità è appoggiarsi sempre alla S. Regola, ai regolamenti, alle parole di Don Bosco e dei Superiori Maggiori… Vi prego pure di dare pubblica lettura di quanto ricevete dal Centro.
Prendetevi cura del personale. Vegliate che ciascuno faccia bene la sua parte (consigliate a ciascuno di rileggere la parte dei regolamenti e regole corrispondenti alle sue attribuzioni).
Aiutate, indirizzate: il che si fa in via ordinaria con le conferenze (si fanno tutte le prescritte?) e rendiconti (si fanno bene?).
Vi raccomando in modo speciale i chierici. Abbiamo verso di loro obblighi speciali (far la parte del Maestro dei novizi – avvisateli con frequenza – parlate con loro e fateli parlare. Scuola di Testamentino, ecc. Nella prima quindicina di Dicembre avranno gli esami di tirocinio) e i coadiutori (vi ricordo per loro la prescritta istruzione catechistica e il lavoro all’Oratorio), e i famigli…
Stiamo mordicus alle nostre Ss. Regole e regolamenti anche nelle piccole cose ed il Signore ci benedirà.
Don V. Cimatti, sales.
985 /Chierico Ignoto/ 1932-9-1 /
a un chierico per la Professione Religiosa
A ricordo della Professione Religiosa.
Takanabe, 1 settembre 1932
Don Cimatti, molto povero, a ricordo della tua professione non può darti che questa immagine.
gIn patientia tua possidebis animam tuam”.
Si pigliano più mosche con una goccia di miele che [con] un barile di aceto.
gDominus meus et Deus meus, noverim me, noverim te”
Tota ratio spei meae, Maria.
Don V. Cimatti sales.
alla Sig.na Agnese Padovan, benefattrice
+ Takanabe 6 settembre 1932
Ill.ma Sig.na Agnese,
Anche Lei dietro l’esempio dello zio ha voluto con una graziosa elemosina venir in aiuto alle necessità di questa povera missione. Il Signore la rimeriti di tutto e le conceda ogni bene. Non potendo far altro prego e faccio pregare per Lei – secondo le Sue intenzioni.
Voglia procurare molti amici alla nostra missione e che ci vengano in aiuto con molte preghiere.
Il Signore benedica lei e la sua famiglia. Con vivo affetto
Dev.mo
D. Vincenzo Cimatti, sales.
987 /Merlino Alfonso / 1932-9-8 /
[8 settembre 1932]
Carissimo Merlino,
Fiat voluntas Dei! Tu fa’ quel che sai e puoi e niente paura.
Se altri saprà far meglio di noi, Deo gratias… Anche quando abbiamo fatto il possibile dobbiamo concludere: ”Servi inutiles sumus”.
Oh come è bello, Alfonso, questa conclusione.
Avanti, avanti nel Signore.
Tuo sempre aff. mo
Don V. Cimatti sales.
988 / Fogliani Mario / 1932-9-8 /
a Mario Fogliani, coadiutore salesiano in Giappone
[8 settembre 1932]
Carissimo Mario,
Procura di raccoglierti. Il 12 specialmente con un buon esercizio di buona morte per donarti il 13 tutto a Lui che ti ama e ti vuol bene.
Rinnova fortiter i propositi e prega per il tuo:
Aff. mo
Don V. Cimatti sales.
989 / Merlino Alfonso / 1932-9-13 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone
Takanabe, 13 settembre 1932
Mio buon Merlino,
Coraggio e avanti sempre nel nome di Dio.
È oggi la festa dell’esaltazione della S. Croce. Coraggio!
Quotidie baiulantes crucem nostram similes ei erimus.
Prega per me.
Tuo
Don Cimatti sales.
990 / Fogliani Mario / 1932-9-14 /
a Mario Fogliani, coadiutore salesiano in Giappone31
Takanabe, 14 settembre 1932
Esercizi Spirituali
Manete in dilectione mea,
Colligite fragmenta virtutum.
Esercitati nell’umiltà in pensieri, parole e opere.
Procura che in ogni azione possa dire: “Il Signore è contento di me!”
Nelle avversità sia tua forza Gesù e la Mamma nostra Maria Aus.
Don V. Cimatti sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 14 settembre 1932
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Penso che molta posta dei Superiori nei trambusti e nelle inondazioni della Manciuria sia andata perduta, perché è dal Maggio che non ho notizie loro. Mentre sto attendendo la soluzione di importanti problemi spirituali e materiali che ho sottoposto alla loro considerazione, continuo nella mia corrispondenza ordinaria mensile con Lei.
Oggi 14 termina colla seconda muta di esercizi lo sviluppo dei medesimi. Propriamente furono tre le mute: una per le Figlie di Maria A. a Beppu (predicata da Don Ruffini di Shanghai e da Don Cimatti dal 29 al 5 Agosto) e contemporaneamente per i due predicatori e pel coad. Ragogna che emise i perpetui. Le altre due a Takanabe (Don Ruffini, Don Cecchetti e Don Cimatti) coronate dalla rinnovazione dei voti di molti e della professione perpetua dei chierici Zanarini e Felici.
Mi pare che tutto sia proceduto bene e con profitto. Non avendo ricevuto i ricordi da Torino diedi a tutti: “Manete in delectione – Colligite fragmenta virtutum” dei quali mi pare ci sia bisogno.
Riceverà i rendiconti particolareggiati, mio e dei confratelli inviando oggi i moduli riempiti per Lei e per gli altri superiori. Che dirle?
Imploro i soliti aiuti e prego i Superiori ad esaudirli. La nostra situazione è chiarissima, e la ripeto a scarico di coscienza:
Manca la testa… E si comprendono le conseguenze;
Spiritualmente parlando, desidererei di più e di meglio, ma bisogna pigliare gli uomini come sono. Secondo me alcuni non sono fatti per questa vita – l’ho ripetuto e così sia.
Si desidera tutti di lavorare, e si cade nel solito assillo della materialità e dei debiti in cui c’inguaiamo sempre più, perché non abbiamo avuti degli aiuti di elemosine tali da poter chiudere i buchi. I sussidi giunti hanno servito a chiudere buchi precedenti… Si è spostato, ma non risolto il problema, e Lei sa che la Missione giapponese non ha risorse locali.
Per me sono rosso di vergogna per i debiti che abbiamo ancora con la diocesi di Fukuoka (Yen sette mila). Potevamo avere in loro degli aiuti finanziari buoni: ma in questo modo il credito è perso, e creda pure (pur essi essendo ottimi con noi) per sempre. Prego il Signore che non ne abbiano immediato bisogno e non me li chiedano, che non so dove sbattere la testa.
Devo ancora Yen milleottocento alle Figlie di Maria A. che ne hanno bisogno per vivere. Creda pure che è una delle umiliazioni massime, dato che le relazioni di carità che dovrebbero intercedere fra noi e loro, ed il dovere che avrei da compiere verso di loro come superiore della missione. In queste condizioni come posso intromettermi nella loro amministrazione per sorvegliarla secondo il diritto canonico?
Oltre altri debiti, devo ricostruire il capitale delle Lire centomila date dall’Opera di S. Pietro per la costruzione del Seminario. Dica Lei…
Il sussidio di Propaganda di quest’anno è in deposito e servirà a dare il mensile minimo ai Missionari. Non ho ancora il sussidio annuale per il Seminario e quello della S. Infanzia.
Ho dovuto aderire al desiderio del Consiglio di fare così, pur essendo tutto il contrario delle mie vedute sulla Provvidenza. Deo gratias.
Quante volte abbia esposto le cose e i dati numerici ai Superiori, e quanto abbia supplicato consigli ed aiuti non so – lo sa il Signore.
Per me non so come fare: oso riimplorare, oso rifare la proposta di un prestito (come dobbiamo pagare gli interessi qui a tutti, credo che i Superiori ci pensino solvibili anche per loro), ora lo Yen è in basso, e sarebbe un vantaggio in tutti i sensi – oso implorare aiuti e direttive di consigli. Ho scritto a Lei, all’Economo… Ma… preferisco pensare allo smarrimento della posta.
Il vino avendo dei prezzi che non posso più sostenere, è per noi bevibile solo quando si potrà – in pratica ho consigliato il regime secco. Non potendo dare norme uniche per le residenze, i capi- residenza vedranno in Domino quid facere (misture, oppure latte, oppure un po’ di birra, secondo i prezzi locali, e per tutti acqua e tè).
Credo che i superiori autorizzeranno, d’altra parte non posso. Presto dovrò razionare il vino da Messa. Vedremo quali altre economie si potranno realizzare in grosso – perché ci vuol altro che questo per mettersi a posto. Alla peggio farò rimpatriare chi ne verrebbe a soffrire.
I confratelli per buona metà sono di salute precaria (reliquati di guerra, nervosi e nevrastenici) e non è possibile si adattino al cibo giapponese, senza pane e carne – (che poi non è detto sarebbe più economico, il riso costa più che in Italia…).
Eccole la realtà… Per me non so come fare, non so come fare. Cerchiamo di dimenarci come meglio si può, di pregare, e contiamo sull’aiuto dei Superiori.
Non facciano perdere anche questa speranza, ché allora non ci rimane davvero che piantare baracca e burattini.
Non sapendo chi è l’incaricato delle missioni:
Imploro di sapere (se si può) della decisione per il personale annuale per questa missione, secondo le tante richieste fatte; (se no non posso fare in tempo utile i cambi).
Imploro di sapere se non è possibile avere in missione le offerte che sono date da parenti e benefattori a individui che non posso soddisfare se da Torino non mi mandano l’equivalente. Ne scrissi a Don Tranquillo, che naturalmente attenderà ordini.
Mi scusi amatissimo Sig. Don Ricaldone. Sono le 4,30 e vado a pregare per Lei e Lei preghi per noi tutti e specie per chi col cuore gonfio si professa
Suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti
a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale
Takanabe, 14 settembre 1932
Rev. mo Sig. Don Tirone,
Mi pregio unire pure i prescritti moduli e documenti di coloro che hanno fatto i voti durante questi esercizi (modulo e copia verbale per i perpetui – semplice per gli altri).
Prima muta: 29 Luglio 5 agosto: Figlie di Maria Aus. (predicata da Don Ruffini di Shanghai e Don Cimatti.)
Dal 29 al 7 Agosto per Don Cimatti, Don Ruffini, Coad. Ragogna che doveva fare i Ss. voti perpetui (predicata da Don Cimatti).
Seconda muta: Takanabe dal 22 al 28 (Don Ruffini, Don Cimatti) – 15 partecipanti.
Terza muta: " dal 5 al 14 (per i voti) (Don Cecchetti e Don Cimatti), 15 partecipanti.
Mi parvero fatti bene da tutti, da tutti.
Ricordi: “Manete in dilectione – Colligite fragmenta virtutum”.
Preghi per me e mi aiuti a fare la volontà di Dio.
Con affetto:
Dev.mo
D. V. Cimatti
al chierico Vasco Tassinari, suo ex-allievo, fratello di Clodoveo
[15 settembre 1932]
Mio Vasco,
Grazie della tua… Il mio Santo è S. Vincenzo Ferreri (5 Aprile) quindi… Grazie ad ogni modo della preghiera tua e di quella dei compagni. Assicurali del mio continuo ricordo, ma anche dell’obbligo che hanno di pregare per questa povera missione.
Bene per le ferie e ringraziatene il Signore… Non parlatene troppo, perché eccitate inutili invidie in chi lotta in ben altre cose, e non può aspirare come voi… ai monti, al fresco, ecc.
Ringraziatene i Superiori e… meritate i loro benefici.
Grazie delle preghiere… Eri molto in su… Ti auguro possa salire ad astra… ma per aspera…
Beati quelli che riceveranno personale: noi quest’anno siamo all’asciutto. Deo gratias et fiat voluntas Dei.
Renato ha rinnovato i triennali, ma quando ha l’età se vuol fare i perpetui, può farlo. Gli ho detto la parola chiara nelle sue titubanze. Per me è un santo… e quindi… Bastonate ci vogliono.
Ossequiami tutti.
Non ti conosco, ma sarei pronto a darle anche a te… Ossequiami tutti i cari amici che conosco… Un bacio al Sig. Don Rossi e a te… Allegro, studioso e… più generoso con Gesù ma l’ha detto Lui.
Ama la Madonna.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
al Consiglio generale dell’Opera di S. Pietro Apostolo - Roma
Miyazaki, 15 settembre 1932
Affido questa nuova domanda alla nota carità ed allo studio del Consiglio Generale destinata a venire in aiuto a questa povera Missione e nella questione vitale della formazione del Clero Indigeno.
Dopo vari anni di pratiche in favore dell’erigendo Seminario il Consiglio Centrale decretava ed elargiva in data 17 dicembre 1931 il sussidio di Lire Ital. 100.000.
In data 9 marzo 1932 l’umile sottoscritto presentava nuova domanda per un supplemento Sussidio essendo il primo impiegato nella compera di un bel terreno su cui si costruirà l’edificio scolastico e locali annessi e permetterà anche di metterne a parte a coltivazione per il mantenimento della famigliola.
In data 6 aprile 1932 il Segretario Generale Mons. Zanin rispondeva che al momento il Consiglio si trovava nella dura necessità di sospendere sussidi di lavori anche urgentissimi. “In autunno si vedrà come vanno le cose ed allora riprenderemo anche la sua nuova istanza”. Ho fiducia nella carità, nella volontà del Consiglio.
Posso aggiungere la realtà dei fatti alla domanda del 9 Marzo, che rinnovo con la più viva insistenza.
1 Questione attuale |
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Nell’Aprile di quest’anno il numero dei Seminaristi da 17 è salito a 22 a cui se ne aggiunsero dopo poco altri tre per cui attualmente sono 23.
Non so come fare ad alloggiarli convenientemente. Le sale di scuola servono a tante cose; si usufruisce di tutti i buchi della casa per camera da letto. Si sono dovute rifiutare varie domande e pel prossimo aprile vari già bussano alla porta per entrare avendo durante le brevi ferie d’Agosto alcuni dei nostri Seminaristi fatto con la parola e con l’esempio ottima propaganda.
Se il Consiglio Generale può con uno sforzo generoso assicurarmi a data fissa, probabilmente durante l’anno in corso un Supplemento sussidio posso pel prossimo Aprile avere l’edificio pronto, ed il problema è risolto definitivamente.
Oso domandare il Sussidio di Lire in globo o in due rate (ma fisse) o nella forma che l’onorevole Consiglio Generale crederà più opportuno per il bene dell’Istituzione.
L’importante è che la carità loro non venga meno proprio al momento della soluzione.
Il Signore illumini e diriga il Consiglio Generale a prendere quelle decisioni che sono conformi alla gloria di Dio e al bene delle anime.
Nell’attesa noi tutti preghiamo per il consiglio e per i benefattori per il prospero progredire dell’Opera di S. Pietro.
Col più profondo ossequio
Obbligatissimo
Sac. Vincenzo Cimatti, Sup. Miss.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 15 settembre 1932
Statistiche eccitanti32
Rev.mo ed amatis.mo Padre,
Le grandi inondazioni in Manciuria e le continue guerre per l’assetto definitivo della medesima hanno certo fatto deviare o ritardare molta corrispondenza, per cui siamo privi da tanto tempo di notizie sue desideratissime, di quelle degli altri Superiori e fratelli. Speriamo che per tutti loro, come, grazie a Dio, è per noi, tutto proceda bene per la salute e per il lavoro.
Le difficoltà non mancano nella realizzazione del medesimo, accresciute da quelle che incombono su tutto il mondo, e che sono in modo speciale risentite da noi che viviamo della carità quotidiana. Ad ogni modo avanti nel nome di Dio.
2 Dati numerici |
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È il momento in cui in Giappone le singole diocesi e missioni si scambiano i dati statistici del lavoro compiuto nel decorso anno missionario (30 giugno 1931) – sui quali ognuno è in grado di riflettere, comparare, correggere, imparare – dai quali ognuno può essere eccitato a nuovi impulsi di bene.
È consolante vedere il lento, ma sicuro progresso della religione – il numero rilevante di battesimi amministrati ad adulti e bambini in punto di morte, il numero dei molti chiamati alla fede – il numero sempre crescente dei catecumeni – la vera fioritura di congregazioni religiose maschili e femminili che con zelo e abnegazione coadiuvano l’apostolato missionario – il numero crescente della gioventù che si dona al Signore nei Seminari e nella vita religiosa – e il crescente sviluppo delle Associazioni di devozione o di azione cattolica, che affiancate ai missionari cooperano al lavoro di redenzione di questo grande impero. Senza volere dar eccessivo valore ai dati statistici (tanto più per chi conosce le difficoltà e di formare esatte statistiche, e della propagazione della fede in Giappone) sembra che si possa legittimamente concludere ad un lento reale progresso, cui non sono alieni e refrattari gli elementi dell’Alta società e buona borghesia, né del popolo lavoratore, né del povero. Ogni missione del Giappone ha le sue conquiste in ogni campo, perché a tutti Gesù fa sentire la sua voce, e a tutti deve rivolgersi il missionario.
Bisogna pensare a Roma pagana nei primi secoli del Cristianesimo e allora si comprende la posizione vera del Cattolicesimo di fronte al Giappone e la distinzione che già incomincia a fare questo popolo fra l’idea religiosa e quella nazionale. Quando il Giapponese avrà compreso bene che la religione cattolica non è importazione straniera, ma è universale, che non distrugge l’amore e il rispetto agli avi, alla razza, alle tradizioni nazionali, ma rettifica e vivifica questi amori di cui sono giustamente fieri – che si può essere insomma e si è buon cattolico senza cessare d’essere buon giapponese.
Emuli dei primi cristiani
Allora una marcia di questo grande impero verso il Cattolicismo sarà un fatto compiuto. Ah, vorrei, amato Padre, che i miei buoni missionari, i quali sono quotidianamente in contatto coll’anima giapponese, le narrassero gli episodi commoventi a cui danno luogo giovani ardenti, buone figlie di famiglia, o infermiere negli ospedali, maestri e maestre, adulti di buona condizione e doloranti nella miseria, nel lavoro e nelle malattie quando ricevono il battesimo; quando dopo ricevuto il battesimo debbono fronteggiare le difficoltà di manifestazione esterna della loro fede in famiglia, nella scuola, nell’ufficio.
Quattro giovanotti percorrono 120 chilometri in bicicletta per trovarsi pronti al mattino dell’Assunta a ricevere il battesimo. Povere figliole sono cacciate di casa e abbandonate dai parenti per aver abbracciato la fede cattolica – altre obbligate a viva forza in casa a piegare il collo davanti alle divinità domestiche – altre messe dai parenti in mezzo al gran mondo perché si pervertano – un buon padre che alla vigilia del battesimo raduna la sua famiglia ancor pagana e domanda perdono del passato, determinando chiaramente la sua condotta presente… Anime belle, che udito l’invito di Gesù si donano con gioia, con sacrificio, non nascondendosi i dolori, le privazioni che loro provengono dalla nuova posizione di figli di Dio – esempio parlante di fede e per i cristiani e per i missionari.
3 Donarsi alla gioventù |
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Ripeterò senza stancarmi: “Il passo decisivo verso il Cattolicismo sarà dato se tutti i missionari doneranno gran parte del loro apostolato alla gioventù – ed è in questo che l’opera di Don Bosco dovrà affermarsi anche in Giappone – questa cara gioventù, la quale comincia a sentire il vuoto dell’istruzione scientifico-moderna e ad aspirare ad idealità superiori, che trovano la loro naturale soluzione solo nei principi della morale cattolica”. Lavoro! Lavoro! Ma occorre lavorare e lavorare assai; e come non sta con le mani in mano la religione tradizionale e nazionale degli antenati, (lo shintoismo) culto di Stato, come hanno radici profondissime nelle masse popolari e nella testa degli studenti delle scuole medie e superiori gli insegnamenti del Confucianesimo e Buddismo, non minore attività dispiegano le varie sette protestanti e la Chiesa russa e l’esercito della salvezza. A darne un’idea riporto la statistica del 1931 che a 96.323 cattolici contrappone:
Chiesa ortodossa con 14.771 Luterani con 2.953
Presbiteriani " 45.792 Holiness " 12.363
Congregazionisti " 31.348 Alleanza cristiana 759
Metodisti " 36.361 Unione cristiana 741
Metodisti liberi " 1.829 Luter. Evan. Finl. 1.357
Anglicani " 37.781 Compagni crist. 1357
Battisti " 7.313 Avventisti 767
Chiesa di Cristo " 4.213 Nazareni 1.202
Ritualisti " 3.092 Diffusori Evan. 6l8
Evangelisti " 2.186 Varie 1153
Fratelli Giap. Cris. 2.104 Esercito salvez. 12.000
Fratelli in Cristo 773
Come vede, amato Padre, anche in Giappone di coloro che protestano, ce n’è per tutti i gusti – hanno mezzi abbondanti e quindi possibilità di istituzioni e di persone, che in generale lavorano e molte con vero zelo. È certo che l’insegnamento di queste varie sette, sottomesso al sentimento particolare di un pastore, senza unità di dottrina e senza vera missione, fa sì che sia generalmente accettato solo o per inclinazione alla novità o per interesse – ma non è men vero che tale numerosa presentazione di chiese d’insegnamento, a molti giapponesi finiscono col far confondere le idee circa la vera religione – se vi sono protestanti di buon conto individualmente parlando e sette che lasciano in pace il Cattolicismo, vi sono individui e sette che realmente lo odiano e lo combattono in tutte le forme; e se da un certo punto di vista le varie sette possono concorrere nei disegni della Provvidenza a far conoscere il pensiero cristiano e la persona di Gesù Cristo, non è men vero che tale conoscenza monca e infetta di errori, fa nel maggior numero dei casi più male che bene.
Il protestante anche convertito difficilmente si sveste dello spirito protestante.
Ma basta, basta, che già l’ho tediata fin troppo. Perdoni, perdoni. È così bello conversare col padre, dirgli le nostre difficoltà, le nostre speranze, i nostri piccoli risultati. Sono sicuro che tali notizie muoveranno più intensamente Lei, i nostri fratelli e allievi, i buoni Cooperatori e Cooperatrici nostre, i nostri amici, a quell’opera di aiuto spirituale e materiale, senza di cui le missioni specialmente in Giappone non approderanno a risultati attendibili. Ci benedica tutti e specialmente il suo povero figlio:
Don V. Cimatti, sales.
996 / Fogliani Mario /1932-9-17 /
a Mario Fogliani, coadiutore salesiano in Giappone
Takanabe, 17 settembre 1932
Mario carissimo,
Grazie della tua. Sta tranquillo! Spero saremo vicini nel prossimo anno e così facilmente ci potremo aiutare di più.
Propositi ottimi – procurerò di ricordarteli. Lascia il passato e pensa al presente – niente ti turbi e renditi degno della professione perpetua.
Prega per me e la grazia che così abbondante è scesa in te colla professione si aumenti e produca frutti immensi.
Tuo
Don V. Cimatti sales
997 /Murret, M.M. / 1932-9-20 /
al Padre Murret, M.M., missionario in Manciuria33
Al P. Murret, M. M. Missionario in Manciuria
Informazioni su un certo Ito
Takanabe, 20 settembre [1932]
Rev. Pater,
Ad tuas litteras datatas 9 sept. 1932 fidenti voce respondeo. Revera rogator Ito magister et catechista fuit nobiscum unum et alterum annum. Pervenit nobis cum litteris commendatitiis admodum Rev. Episcopi Okayama Mons. Ross, S. J. et missionarii Shimonoseki apud quem exercuit apostolatum.
Sanitas corporis bona, sed identidem nevrastenia capitis aegrotat. Studia: apud protestantes ad studia animum appulit (Semmon gakko), et documenta studiorum subiicere potest.
A protestantesimo ad catholicismum transivit. Nos, Ito disciplinam religionis valde exiguam – ut effectus probant – existimantes, suum catechistae apostolatum finem fecimus, et ob inopiam missionis nostrae et in missione pro Ito cum alter labor non esset, sine mora commeatus datus est. E contra in educatione alumnorum paganorum feliciter evenit.
Ito anglicam linguam satis non ignorat. Hanc et religionis studium augendi causa apud scholas Jesuitarum in America septentrionali aut apud vestram Congregationem desiderio fragrat.
Ad salutem eius et ad proprietatem suae pauperis vitae enixe commendo. Si aliquis ex vobis Ito praesto esset et consiliis regeret, certe felices habuerit exitus.
Ante discessum a Miyazaki, proh dolor! contra missionem nostram inter amicos suos calumnias et mendacia evulgavit, et pro bono pacis et charitatis imploratam pecuniam erogavi: sed cor nostrum maximo dolore affectus est. Sed pro salutem animae eius Ito tibi commendo. Pro juvenibus bene fecit. Religionis studium et opera fìdei pro viribus augeri debet. Cum capite laborat satis difficilis homo. Uxor debilis sanitate, feminarum naturae impedimento praesefert praecipue linguae. Filios non habet.
In fide…
Don V. Cimatti
a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore
Takanabe, 22 settembre 1932
Amatissimo Sig. Don Gusmano,
La carta non è degna… ma non è una lettera ufficiale e quindi… e poi un po’ di povertà… Ed anche per farle gustare un brano di giapponese34.
Grazie della sua del 1/8/32. Era dal Maggio che non ricevevo posta da Torino – ne ho incolpato la Manciuria, le inondazioni, le guerre…
Se non fossimo in Giappone in cui la lentezza nelle pratiche è all’ordine del giorno (alle volte ci vogliono anni), potrei scattare… Ma ormai ci sono abituato. Avevo bisogno di risposte (che non dipendono da Lei) e verranno quando piacerà al Signore, tanto prima non si può.
Mi dà una notizia ben tipica… Che per me le cose stavano per andare male. Non capisco perché? Non siamo nelle mani di Dio? E salvo quello che è voluto dalla malizia umana, non è tutto permesso da Dio, e quindi bene? A molti beni poi si può rinunciare, perché l’obbedienza ha i suoi limiti anche nella virtù (belle idee! Vero?)… E si rinuncia.35
Per me è da anni che supplico i Superiori che mi facciano lavorare senza responsabilità di superiorità – perché non sono capace a fare il Superiore (pur la superbia facendomela desiderare).
Era la deposizione? Avrei fatto un pezzo di musica da immortalarmi.
Più dei portafogli… che ci può essere? Ne avevo bisogno per pagare i debiti… e li avrei accettati… Se ha dei portafogli pieni, me li invii pure. Lo Yen è diminuito… Prima con 10 lire davano uno Yen, ora due: veda se non ho ragione di desiderare i portafogli.
Dignità ecclesiastiche?… Capirà! Sono troppo repubblicano e comunista… È impossibile accettare, e l’obbedienza non c’entra. Non si ricorda che in refettorio in Capitolo feci un’invettiva al riguardo, che mi provocò le forti osservazioni pubbliche del mite Don Francesia e dei Superiori?
Più in su, non so che pensare, salvo il Paradiso. Più in giù… vado giubilante, anche dentro al Purgatorio (per amore di Dio) in cui sono sicuro di dover rimanere per i miei peccati fino al giudizio universale…
È giusto come dice Lei: “Lasciamo fare alla Provvidenza che fa bene tutto”. Ah, beato Lei che è segretario… Felice in questo mondo e più nell’altro. Preghi, che sono in un mucchio di crucci morali.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 27 settembre 1932
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone, buon padre mio,
Ricevo la sua apportatrice di immensa gioia, perché è la prima per me del Rettor Maggiore, attesa dal 16 Maggio. Deo gratias! Deo gratias! Gioia grande perché almeno trovo qualche chiara direttiva:
quest’anno nessuno,
invio in Europa o in America, permesso,
appello alle case non permesso,
I superiori non possono aiutarci, pur tentando di farlo,
studentato teologico (penso sia sbagliato “Noviziato” perché non ho fatto proposte di sorta di Noviziato) allo studio,
idem divisione poteri.
Speravo risposta a quesito mio personale importantissimo: quali autorizzazioni ho dal nuovo Rettor Maggiore? E la scongiuro di dirmi chiaramente, perché il Visitatore ha solo poteri conferitigli dal Rettor Maggiore, e nessun altro: ed il precedente non è più.
Come pure risposta sul quesito: “Domanda di ridurre ai chierici meritevoli per condotta e studio il tirocinio di un anno stanti le gravi necessità della missione.” Attendo, pur essendovi ancora un anno di tempo.
Ed ora permetta alcune franche osservazioni – che oltre essere mie vedute personali, riflettono anche il pensiero del Consiglio cui ho letta la lettera.
Non credo di aver manifestato ai Superiori, come mio parere, che vi fosse in quest’anno sosta nell’invio. Ho domandato ripetutamente aiuto e per la tipografia, e per il nostro studentato – almeno per la filosofia (Don Cimatti ha ripreso l’insegnamento regolare di filosofia e scienze) e materie importanti.
Ma come vuol dare fondamento a uno studentato filosofico e scuola professionale senza insegnanti? Può essere che Don Cimatti abbia detto forse: “se i superiori non possono aiutarci né col personale, né coi mezzi, meglio piantare lì” ma ho coscienza di aver sempre domandato – ho espressa chiara la situazione in cui ci troviamo in relazione allo studentato nel prossimo anno e come ci troveremo all’inizio della teologia (Deo favente l934).
Anno 1933 rimango con 4 studenti del secondo corso, contro 10 del secondo anno di tirocinio nelle case e uno del primo anno di tirocinio nelle case.
Con 13 a disposizione e per le necessità della missione posso e debbo estendere un lavoro che nel 1934 dovrà essere sopportato da 5 chierici e collo stesso numero di sacerdoti e coadiutori. Il Consiglio fa voti che nel prossimo anno il rinforzo sia tale da non lasciar in sbilancio.
Don Piacenza invoca almeno un prete che possa portare con sé il materiale ordinato, se no nella dogana paghiamo altro che il viaggio del confratello!
Ad ogni modo chiniamo il capo… e facciamo i voti per l’avvenire. La mia povera testa mi dice che non ci guadagniamo materialmente (perché Propaganda conta i sacerdoti e al prossimo anno aumenterà?) – né dal conforto perché si fa intorno il vuoto alle opere… Sa, tener su il morale di questi studentelli in terra di missione… E quanti insegnanti devo mettere per loro se non si vuole dire di aver uno studentato sulla carta?… Via! Ne convenga, amatissimo Sig. Don Ricaldone, è ben doloroso!
So però che non ne perdiamo facendo come dicono “et vir oboediens…”. Non però sul consiglio di Don Cimatti. Così sia, così sia. Scrivo a Don Pellegrini che invii nulla e non provveda nulla. “Bonum mihi quia humiliasti me!”.
Ad ogni modo penso sia una disposizione di indole generale… Il mio Consiglio è molto più buono di me ed ha più testa di me: Don Piacenza espresse l’idea sopra citata; Don Cavoli espresse l’idea che nel prossimo anno tutto fosse appianato con l’invio del personale atto a equilibrare le forze rotte di quest’anno. Per me è una batosta: la piglio volentieri – preferisco l’uovo oggi che la gallina domani, ma fiat voluntas Dei.
Per la qualità del personale per me ho sempre insistito e insisto solo a che nell’inviare i confratelli ognuno osservi il regolamento che dice si inviino le notizie. E non costa nulla: i documenti sono polverosi negli archivi e servono a nessuno, in Europa. Due righe di chi invia farebbero risparmiare tempo e a chi li riceve, ai confratelli umiliazioni, e a coloro che vengono, sbagli.
Non posso invidiare altri perché domando ai Superiori il personale, non le persone. Per questi che vengono dal noviziato, possibile che non si accorgano di difetti esterni e di cui dovrebbero essere edotti? Mi pare di essere obbligato a dir questo per il bene della Congregazione. Il carattere, i difetti personali sono altra cosa.
Chi scrive è persuaso di averne più di tutti – e in Giappone tentiamo vicendevolmente di correggerci. Per me ho tutt’altre idee del personale missionario, come dovrebbe essere – ma tutti siamo come siamo e purtroppo non come dovremmo essere.
Per la parte finanziaria mi aggiusterò come potrò. Come scrissi, la mia massima umiliazione è aver debiti colle suore – non posso certo far bene il mio dovere verso di loro come superiore, perché Lei… comprende…
Prego pure farmi sapere che autorità ho su di loro come salesiano – per il resto finirò coll’applicare i canoni.
Altra pur fortissima umiliazione aver debiti coi Padri M. E. P. e non trovare modo di estinguerli.
Prego pure mi si risponda (ho scritto ripetutamente):
Per la proprietà della Congregazione di Beppu e Oita (tipografia). A Beppu se ho i mezzi come salesiano farò un salone – chiesa come missionario: così cominceremo poi a litigare salesiani e missionari. Non posso lasciare i confratelli nella casetta attuale (4 stanze che servono da tutto, salvo il cantuccio per il buon Dio… Ah, i palazzi dorati degli uomini… C’è da diventare comunista davvero!) – e nelle condizioni attuali col lavoro d’apostolato che c’è, è necessario;
come dobbiamo fare i testamenti per le proprietà della Congregazione ora intestate a noi – finché non sarà combinata la forma di società;
Ora che lo Yen è basso, se i superiori, facendo uno sforzo, potessero favorirci tutto o parte del sussidio annuale (₤ 25.000) sarebbe davvero un vantaggio enorme.
Coll’aiuto di Dio, con una buona missione e coll’aiuto di brave persone la questione di Beppu è sedata – fu una diavoleria e canagliata di pagani e cristiani – imprudenza dei catechisti e in parte di qualche confratello.
Si sperimenta, si soffre ed è vero che “diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum”. Ci scampi il Signore da ogni male e ci faccia buoni salesiani.
Ah, fossimo tutti Don Bosco!
Per stavolta, avendo da poco inviato i rendiconti particolareggiati, non faccio altra relazione.
Gli esercizi mi pare siano riusciti bene per tutti. Ciò che mi consola è che i confratelli sono desiderosi di donarsi all’apostolato: se il Signore mi dà forza e i confratelli corrispondono apriremo due o tre residenze nuove – in caso informerò, ma è roba missionaria… e quindi si fa più in fretta.
Salute generale buona. Mi pare di averle detto che il vino costando troppo, ci siamo messi al regime secco – merenda (o cibo alle 4) è dall’anno scorso che non si fa. Stiamo studiando se si può mangiare un giorno sì e un giorno no… chissà… Allegri, allegri… Il Signore provvederà.
Ancora una cosa. Ho già scritto due volte al caro Don Tranquillo per questo, ma si sa, lui attende ordini… E siccome non si sa chi sia l’incaricato delle missioni scrivo a Lei. Fra i non pochi miei debiti, ne ho trovati anche colle mie case: mi arrivano le note di Don Tranquillo di offerte di Oita, Miyazaki o a confratelli o per opere speciali… Per me non le comunico ormai da un anno, perché non so come pagarle se da Torino non mi mandano l’equivalente…
Così i Battesimi li do come sussidio alle case (che sarebbero stimolate…) ma se non arriva l’equivalente non so come fare… Alle volte sono note anche di Messe. Chi le celebra? Ci aiutino dunque anche in questo. Mi pare così semplice.
Per me sempre lo stesso di corpo e di spirito. Il Signore sa (e anche Lei) ciò che desidero fare… Ripeto e dico: “Sono la nullità assoluta, e riesco a nulla. Mi butto però nelle mani di Dio”.
Perdoni la lungaggine. Domattina ho adunanza di consiglio e se ci saranno dei desiderata da aggiungere continuerò. Ecco:
Gradita la proposta di andare qualcuno in America. Forse Don Margiaria accetta per l’America del Nord. Scrivo a Don Trinchieri – vedremo se convenga o no. Don Cimatti propone anche uno per l’Europa, per il lavoro qui ci aggiusteremo. Per me penserei Don Cecchetti. Nelle condizioni d’animo in cui è non imparerà mai il giapponese – sarà invece un ottimo propagandista, ma sia, prego, per il Giappone. Quid?
Amatissimo Padre, mi aiuti col consiglio, colla preghiera e se può coi mezzi.
Sto pensando come sostituire la circolarina… e ottenere l’identico frutto e forse di più. Non c’è che scrivere a singoli amici e benefattori privatim.
Su, poltrone di Don Cimatti, al lavoro per la glorificazione di Maria A… perché sul terreno diabolico di Beppu deve dominare Lei.
Oggi S. Michele… Ah, S. D. Rua!… Ho promesso che metterò nelle letture cattoliche un libro su S. Michele, e una delle prossime residenze sarà dedicata a Lui. Preghi e mi benedica.
Tutto suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1000 /Tassinari Clodoveo / 1932-9-... /
al chierico Clodoveo Tassinari, tirocinante in Giappone
[Settembre 1932]
Mio Tassinari,
Andiamo bene? Fiacca la superbia e la lingua.
Che bel lavorio puoi fare in questo periodo di tempo. Inoltre sta unito a Dio quanto più puoi e tutto andrà bene. Sanguinello!
Non dimenticarmi al Signore. Quando torno voglio vederti cambiato in bene, santificato.
È assai facile: “fa bene le tue azioni ordinarie”, con calma, con allegria e col Signore.
Tuo aff. mo
Don V. Cimatti sales.
1001 / Circolare salesiani / 1932-10-1 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki36
Miyazaki, 1 ottobre 1932
Carissimi,
Permettete che completi il riassunto delle varie cose che abbiamo trattato durante gli esercizi, e che aggiunga pure altre cose che mi sembra potranno essere utili a sapersi. Fatene tema di lettura ai confratelli e specialmente trattatene nelle conferenze.
Ordinamenti per le feste civili: Ogni residenza non dimentichi di commemorare le feste giapponesi: Tenshosetsu, Meijisetsu, Kigensetsu, Shokonsai… almeno col seguente programma minimo obbligatorio:
Esposizione della bandiera, canti degli inni di occasione e nazionale nell’adunata. Avvisare per tempo i cristiani della solennità e dei doveri relativi del buon cittadino: preghiere, esposizione della bandiera, ecc.
Funzione religiosa o commemorazione fuori chiesa, possibilmente con invito di autorità o almeno si dia ampia segnalazione o con foglietti o mediante la stampa cittadina o con programma affisso in luogo ben visibile al pubblico – ottima cosa invitare a fare la commemorazione qualche autorità. In quelle residenze in cui vi è già in funzione qualche scuola, e specialmente se vi sono insegnanti esterni, non è male sentire con loro ciò che si potrebbe fare in tali occasioni.
RICORDIAMO che per avere frutto nei nostri lavori dobbiamo contare solo su questo dato di fatto, CHe SIAMO TOLLERATI, SOPRATTUTTO COME STRANIERI. È RICONOSCIUTA LA LIBERTÀ RELIGIOSA AI SOGGETTI. MA LA CHIESA CATTOLICA NON È RICONOSCIUTA COME SOCIETÀ. È SoLO TOLLERATA. Bisogna dunque evitare tutto ciò che provoca, sia la polizia, sia lo Shinto, sia il Buddismo, che assai spesso lavorano contro di noi più di quello che noi vediamo. Naturalmente non si può evitare tutto, ma si può e si deve evitare ciò che non è essenziale o almeno ciò che non è urgente per la propaganda della vita cattolica e per la propagazione della fede.
Quanto sarà sperimentato utile in quest’anno in tali occasioni ci servirà di norma per stabilire il programma definitivo uniforme per il prossimo anno.
2. Notizie utili a sapersi, desunte da amici fuori missione, dai cristiani, dai confratelli. Mi pare ci siano cose utili per conoscerci meglio e per sapere come siamo valutati dagli altri.
a) I salesiani nel modo di fare e di parlare sono troppo aspri e pungenti, troppo pronti nelle osservazioni ai subalterni giapponesi, avendo sempre l’aria di sgridare e di non essere mai contenti di ciò che fanno i giapponesi.
Qualche volta poi dai difetti personali generalizzano ai difetti nazionali…
gVoi giapponesi… Il Giappone… In Italia si fa così… Noi Italiani… Noi Europei…”. COMPRENDETE LA DELICATEZZA DELL’ARGOMENTO E QUANTO DOBBIAMO TENERE A FRENO NERVI, LINGUA E PENNA, SE NON VOGLIAMO ROVINARE IN BREVE MOLTO LAVORO. E QUEL CHE PIÙ È FARCI QUESTA NORMA CHE È DAVVERO OPPOSTA AL NOSTRO SISTEMA EDUCATIVO.
Le dicerie di Beppu contro il Cattolicesimo furono (lo sapete) in relazione all’Imperatore, alla bandiera nazionale, all’inno nazionale, all’amor filiale. Le occasioni che le provocarono furono intemperanze nel parlare, nello scrivere e nel modo di trattare i ragazzi.
GUAI SE NEL NOSTRO LAVORO TANTO DIFFICILE E TANTO DELICATO DELL’EDUCAZIONE DELLA GIOVENTÙ SI SPARGESSERO TALI GRAVISSIME ACCUSE, come purtroppo è in parte avvenuto. DOBBIAMO ESSERE LODATI DI PATRIOTTISMO, NON SOSPETTATI.
Permettete che francamente ve lo dica, tutti, tutti, tutti abbiamo bisogno di essere stimolati di più ad amare il GIAPPONE (non dico la Missione per la quale c’è davvero una lodevole gara di fare sempre di più e sempre meglio), dobbiamo frenare la lingua e la penna anche parlando fra noi e scrivendo sia in Giappone che all’estero, alle volte giudichiamo troppo catastroficamente e con esagerazioni evidenti – e specialmente stare attenti che ormai abbiamo attorno chi comprendendo qualche parola d’Italiano, comprende e riferisce a modo suo quanto crede di aver capito, e, data la suscettibilità del carattere giapponese, credetelo, interpreta sempre a nostro disfavore.
Dobbiamo cercare collo studio e più col familiare contatto coi catechisti e con quelle persone che ci comprendono, col lavoro paziente di direzione spirituale nel ministero della confessione, col metterci in mezzo alla gioventù e assisterla come ci ha insegnato Don Bosco, collo stringere preziose relazioni colle autorità giapponesi, ecc. Dobbiamo, dico, cercare di conoscere sempre e meglio il carattere giapponese, le sue abitudini, adattandovici per quanto è possibile.
Ripeto sommariamente quanto ho già consigliato in altre circolari:
Si studi e si faccia studiare il Giapponese; istruiamoci sulla storia del Giappone, sulle sue cose notevoli, almeno dei luoghi che sono alla nostra dipendenza, sulle sue costumanze, prendendo occasione da feste locali, da avvenimenti del giorno, da visite fatte, ecc.
Si stringano sempre più fortemente le relazioni colle Autorità e colle persone più influenti del luogo, e specialmente colle autorità scolastiche.
SI PARTECIPI ALLE fESTE, ALLE MANIFESTAZIONI SCOLASTICHE O CIVILI O SPECIALI DEL PAESE, quando non disdice la presenza del sacerdote…
ET SI NON ES VOCATUS FAC UT VOCERIS… E SPECIALMENTE ALMENO UN CONFRATELLO DELLA RESIDENZA CERCHI DI ESSERE SOCIO DELLE ASSOCIAZIONI che sorgono nella città in cui ci troviamo (associazioni parenti, di educazione, Croce Rossa, Società degli amici, ecc.).
Ve l’ho sempre raccomandato, ve l’ho sempre permesso: ora dico: “È dovere!”. Non facendo così ci priviamo di uno dei mezzi più belli di propaganda non solo, ma di bene efficace e di istruzione per parte nostra. SIAMO ANcHE IN QUESTO DEGNI FIGLI DI Don BOSCO, ESEGUIAMONE I RICORDI CHE CI HA DATI E CHE SERVONO TUTTI E ASSAI BENE ANCHE IN GIAPPONE.
RELAZIONE COLLE AUTORITà ECCLESIASTICHE E CIVILI
Si manca ancora assai in questo.
Si risponda subito e sempre alle singole autorità e si tenga copia di quanto si scrive.
Si tenga conto delle qualità delle persone, seguendo a puntino l’etichetta giapponese in queste risposte o inviti ufficiali e per le formalità dell’invito e per la qualità della carta e per la spedizione e per la forma dello scritto, ecc.
Certe pratiche si facilitano andando a parlare direttamente o per interposta persona, facendosi dire come si deve svolgere la pratica. Alle volte gli impiegati subalterni possono fare e fanno più che i superiori diretti.
Attenti alle comunicazioni prescritte in occasione del conferimento dei Sacramenti. I catechisti e persone amiche, specie se di riguardo, ci possono aiutare in questo. Abbiamo bisogno di venire formandoci il costumiere della Missione che ci faciliterà tante cose, e mi auguro che col contributo di tutti sia anche questo un fatto compiuto.
I SALESIANI NON SEGUONO L’ETICHETTA GIAPPONESE
È un corollario dei pensieri precedenti. Accennavamo fra l’altro all’uso di accompagnare alla stazione in occasione di un viaggio speciale, lungo… cambio di luogo. È capitato, e non solo una volta, che alla stazione si trovavano i cristiani a congedare un confratello, e non vi erano i confratelli della casa.
Similmente per il ricevimento degli Ospiti… Paragoniamo quando si va in casa loro… e quanto facciamo noi.
Perché voi salesiani vi occupate tanto dell’opera dell’educazione della gioventù, impiegandovi tempo, forze, danaro e non preoccupandovi a quanto sembra dei risultati numerici o clamorosi dell’opera? Questo quanto ci viene alle volte detto.
Ecco una buona occasione per spiegare lo scopo dell’Opera salesiana. L’esito esiguo non ci deve spaventare. Ne vedremo i risultati fra 10-15 anni, e li vedranno i nostri successori. Piuttosto dobbiamo studiare le cause (se ci sono) di queste esiguità, ed i mezzi da attuarsi per correggere e migliorare.
Abbiamo finora fatto tutto quello che era stabilito ad es. sul contatto intimo che ci deve essere fra oratorio e famiglie e scuole? Fra genitori e insegnanti? Orario comunicato chiaramente alle famiglie. Vigilanza sulle conversazioni dei giovani. Buone maniere cercando di far amare anche il luogo stesso dell’oratorio, ecc. Per i pagani specialmente non insistere troppo sulla religione… Insomma: “FACCIAMOCI MOLTI AMIcI… FACCIAMOCI MOLTI SIMPATIZZANTI DELLA MISSIONE CATTOLICA”. Dall’amicizia nascerà la curiosità di conoscere… e la grazia di Dio farà tutto.
SOSTENIAMOCI A VICENDA E SOSTENIAMO LE NOSTRE OPERE
Permettete alcuni richiami fraterni. Da tutti si desidera lavorare nell’apostolato. Aiutiamoci vicendevolmente col consiglio, coll’opera e col ministero, prestandoci per predicazione, per confessioni, per aiuti di ogni genere, colla delicata correzione fraterna, colla preghiera.
Tutti utili, nessuno necessario, ma non va bene ad es. dire: “I chierici servono a nulla… Mangiano solamente…”. Anche detto solo per scherzo queste cose non giovano a nessuno, e sapute in alto loco (e purtroppo che arrivano fino a là) non edificano certo a nostro vantaggio.
Raccomando l’ordinata diffusione della buona stampa. Pensiamo anche alle nostre pubblicazioni. Se vi sono osservazioni, si facciano con franchezza ai responsabili, ma aiutiamoci anche in questo.
Vi raccomando le LETTURE CATTOLICHE per la gioventù. Raccomando il DON BOSCO. Per il KARASHIDANE comprendo le difficoltà vostre per l’invio degli articoli; faremo così: quando mi arriva per il 10 del mese il materiale vostro faremo la pubblicazione. In caso contrario il Centro sceglierà tra i foglietti o altre pubblicazioni che conosce o che gli sono segnalate come utili, specie per i pagani, le migliori e le invierà alle residenze nelle proporzioni del Karashidane o secondo i desideri.
Altre volte il Centro farà stampare qualcuno tra i migliori usciti, oppure, siccome il Giornale Cattolico esce una volta al mese pubblicato esclusivamente per i pagani, si potrà con quel numero sostituire il Karashidane, quando non può uscire.
L’importante è che tutti si sia veri e zelanti apostoli della buona stampa.
Attendo il vostro parere e desideri al riguardo, come pure siccome si ha intenzione di stampare per conto nostro il Catechismo e l’edizione per i fanciulli, si desidererebbe fare illustrata, prego vivamente che al più presto chi avesse idee da manifestare al riguardo e specialmente che avesse Catechismi illustrati abbia la bontà di inviarli al sottoscritto.
E per questa volta basta, miei buoni missionari e confratelli. Prossimamente vi manderò il sunto delle principali disposizioni legislative che ci possono interessare ed anche appunti sull’organizzazione cattolica.
In relazione alle cose che vi ho comunicato troverete certo esagerazioni, inesattezze… Ho voluto raccogliere tutto e farvene parte.
Non dobbiamo temere che ci facciano osservazioni. Perfezioniamoci sempre di più e perfezioniamo sempre più le opere nostre.
Nel bel mese del Rosario non trascuriamo questo mezzo spirituale per trionfare anche di queste difficoltà ed invocare sui nostri lavori e sulle famiglie nostre la benedizione della Vergine Madre nostra Ausiliatrice.
Tutto e sempre vostro
Aff. mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
ai Consiglieri del Consiglio della Missione Indip. e Visitatoria di Miyazaki
Missione Indipendente e Visitatoria Giappone
Consiglio del 30 settembre 1932
Miyazaki, 3 ottobre 1932
Carissimi,
Accenno alle deliberazioni prese nell’ultimo consiglio, che al solito servono di Verbale o promemoria.
Pel Catechista di Beppu: constatandosi che egli si serve ancora della sua qualità di passato catechista si dispone di fargli le seguenti osservazioni: non speri da noi aiuto diretto o indiretto se per un tempo notevole non esce dalla Missione.
Gli si restituiscano i manoscritti di lavori da cui sperava equa rimunerazione; se abusa della sua qualità passata sarà avvisata la Polizia e si farà la diffida, sui giornali.
Ha compreso la cosa e credo che a quest’ora sia fuori della Missione nostra.
Altre osservazioni su Beppu. Consigliare Don Pedro a pazientare per il nuovo catechista. Non fidarsi di alcuni cristiani e non metterli in vista né consultarli.
Non permettendo i Superiori una circolare alle case salesiane per l’Opera di Beppu, si fa la proposta di un salone semplice indispensabile per quella residenza. Nella prossima riunione si presenterà un progetto concreto.
Studiare l’eventualità di una pubblicazione sui giornali che ritratti i fatti di Beppu e serva a togliere la sfavorevole impressione avuta di contraccolpo specialmente nel Kyushu. Sembra sarebbe opportuna all’arrivo dell’approvazione.
Nel prossimo anno i Superiori non mandano rinforzi.
Ho già comunicato ai Superiori i pensieri espressi in adunanza: “fosse possibile inviare almeno un prete, che potrebbe così portare quanto si era commissionato… Che almeno nel prossimo anno si mandi quel personale che non poté venire quest’anno unito al nuovo, per poter dar luogo alle opportune sostituzioni dei chierici che dovranno iniziare la teologia, per evitare spese doganali si sospende l’invio delle cose ordinate… Di molte cose possiamo fare a meno”.
Per il KARASHIDANE e in genere per la Propaganda stampa ho già sunteggiato nell’annessa circolare.
Si propose anche l’abbonamento di Riviste nostre a desiderosi fra pagani di istruirsi nella nostra religione, anche come omaggio, specie di persone che ci aiutano.
Don Margiaria è autorizzato a fare preventivi per la stampa del CATECHISMO grande e piccolo (illustrato) e possibilmente di un estratto del LIBRO DI PREGHIERA per la parte della S. Messa, da dare ai pagani, che vengono ad assistere per la prima volta alla medesima.
Si fanno varie fraterne osservazioni per lo sviluppo sempre migliore della Tipografia.
Per l’Opera KYUgOIN (Ospizio) di Miyazaki riceverete tra poco la traduzione delle condizioni che ci si fanno per usufruire dei benefici dei sussidi governativi provinciali e della città.
Per l’andata all’estero di qualcuno per Propaganda a favore della Missione, per le disposizioni del personale e delle opere per il prossimo anno, prendendosi nel frattempo le opportune informazioni, si tratterà nella prossima riunione.
Don Antonio riferisce sul buon esito iniziale della scuola serale. Il Centro si mette subito alla ricerca di mezzi per venire in aiuto anche a quest’opera che promette abbondanti frutti.
Saranno date in tempo utili norme per la giornata della Propagazione della Fede (terza domenica di ottobre) su cui si fece domanda al centro di Tokyo.
Don V. Cimatti, sales.
1003 / Merlino Alfonso / 1932-10-3 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone
[3 ottobre 1932]
Merlino carissimo,
Allegro e specialmente calmo di spirito.
Abbi più confidenza in Maria e in Don Bosco. Niente paura e avanti sempre e mangia.
Prega per me S. Teresa in questi giorni.
Tuo
Don V. Cimatti
1004 /Circolare Consiglio Missione Indip. / 1932-10-4 /
ai Consiglieri del Consiglio Missione ind. di Miyazaki
Riservata al Consiglio
Miyazaki - Takanabe, 4 ottobre 1932
Carissimi,
Appena si poté avere dalle Autorità quanto ci interessava sapere in relazione alla desiderata fondazione di Miyazaki, desiderata da noi, e desiderata e benvista dalle Autorità Provinciali e cittadine ed aiutata dalla Legge, mi do premura di comunicarvi la traduzione che se non è esattissima per la lettera, assicuro esatta.
Ad una prima lettura si possono naturalmente fare varie osservazioni, chiarite le quali, abbiate la bontà di leggere quanto segue. Don Piacenza sta studiando quello che potrà fare la missione: intanto prego che al più presto mi diciate il vostro parere, perché se non vogliamo perdere i sussidi di quest’anno, bisogna che iniziamo al più presto. Le autorità hanno già approvato. L’anno finisce al 30/3/1933.
4 Osservazioni e dichiarazioni - La proprietà è della missione, e quindi certamente entrerà nello “SHADAN” (è in corso la domanda sulla possibilità). |
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Il Governo e la Provincia certo pagano i sussidi stabiliti dalla legge. Il pagamento però è fatto alla fine dell’esercizio dietro presentazione dei conti. La città paga naturalmente in proporzione dei ricoverati che invia e anch’essa alla fine dell’esercizio. Quelli che entrano per conto della Missione occorre naturalmente che siano mantenuti dalla medesima.
Ha una parte di importanza massima la scelta della Direttrice cui incombe il PONDUS DIEI ET OPERIS… Se conoscete qualche donna forte (mulierem fortem quis inveniet?) che volesse sacrificarsi per quest’opera santa, segnalatela al più presto. Voi comprendete, occorre sia madre, buona amministratrice e polso di ferro per la disciplina.37
Per iniziare non è possibile naturalmente che sia tutto perfetto, se no non si inizierà mai – ad ogni modo invoco il vostro consiglio sincero e franco, ma fidato sulla Divina Provvidenza.
Si possono fare al Regolamento le modificazioni che si ritenessero del caso. Si presentò quello che era prescritto dalle richieste delle autorità.
Come pure i bilanci sono variabili nel caso che la pratica esperienza o il crescere dei prezzi delle derrate esigesse dei mutamenti. La legge non stabilisce la somma, ma un tanto (ad es. un terzo, un quarto del capitale necessario).
La città passa alla città ciò che da brevi manu ai poveri che si trovano nelle condizioni della legge.
L’Opera per vecchi, ecc. certo è gradita, e penso che oltre essere fra quelle più genuine dello spirito Missionario (è l’opera della Missione) e che ci metterà al contatto delle miserie umane, facendoci capire che sia la vera povertà, ci attirerà colle benedizioni celesti anche quelle umane, e proprio quelle del Giappone.
Sono a vostra disposizione per eventuali schiarimenti. Gli aiuti che ci dà la legge e una saggia amministrazione e più la Provvidenza mi sembra che non ci debbano far rinunciare all’impresa che negli attuali momenti è certo forte assai.
Attendo al più presto il vostro parere sull’opportunità dell’immediato inizio dei lavori. Nel giorno della festa dell’accanito amante della povertà affido la domanda al Consiglio. Pregate per me.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 8 ottobre 1932
Eccellenza Reverendissima,
Permetta che coll’approssimarsi del Suo giorno onomastico, i poveri figli di Don Bosco, le Figlie di Maria Aus., Le presentino a mezzo mio i più sinceri auguri e l’assicurazione delle loro preghiere quotidiane, ma che rivestiranno un fervore speciale nella fausta ricorrenza.
A Lei, come rappresentante del Vicario di Gesù, vogliamo affetto ed obbedienza incondizionata; ci consigli, ci ammonisca, ci guidi senza timore; come nostro benefattore Le dobbiamo riconoscenza, e, non potendo fare altro, preghiamo per l’E. V.
La povera testa mia non sa dirLe altri bei complimenti: accetti la realtà delle preghiere, e Ella a sua volta ci benedica e preghi per noi.
Il Signore va mescolando gioie e tribolazioni. Alcuni cristiani di Miyazaki, Tano e Aburatsu non si comportano bene… Il Signore ci aiuti.
Dopo il film dei Martiri, il cattivo esempio dei cristiani è letale: i pagani dicono: “Ah, questi cristiani là… Ma quelli di adesso!…”.
Preghi per noi. Dell’E.V. Rev.ma
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Godo di informarla che il programma d’azione per aggiustare la questione di Beppu secondo le norme concordate coll’E. V. hanno avuto finora buon esito.
Vi si è aggiunta l’opera della sig.ra Hirayama, che si prestò a parlare alle autorità civili, scolastiche e di polizia, e che proprio a chiusura della missione (tenuta con vero successo da P. Wakida), volle proiettare il film dei Martiri nel salone pubblico, tenendo essa stessa un bel discorso di propaganda per la missione.
Il P. Wakida pure, col missionario, fece il giro delle autorità, i ragazzi ricominciano a venire – è promessa fra breve l’autorizzazione ufficiale.
È proprio vero: “Diligentibus Deum (e ci affermiamo di amarlo) omnia cooperantur in bonum” e come V. E. ci diceva “Vince in bono malum”.
Il Signore ci aiuti e voglia l’E. V. continuare il benevolo aiuto di preghiere, quando può di mezzi, e di consiglio. Ossequi cari all’amatissimo Segretario… che spero guarito dal mal di gola!…
1006 /Mooney Edward / 1932-10-8 /
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 8 ottobre 1932
Eccellenza Reverendissima,
Quanto al quesito che mi fa sul proporre cioè alla S. Congregazione l’elevazione della Missione a Prefettura, quid dicam?
Ci capisco così poco in queste questioni!… Ad ogni modo per essere sincero già ne parlai ai Superiori che promisero di studiare la questione – cioè presentai ai Superiori l’idea sull’opportunità della separazione dei poteri ecclesiastici e religiosi, perché tante cose che devono essere tenute separate, nel regime attuale è assai difficile.
Ma attualmente l’opera salesiana come tale ha poco o nulla, e dubito non sia vicino il tempo dell’espansione fuori della missione, né forse siamo bene preparati a farlo, benché il desiderio grande ci sia non solo in noi, ma in vari Ecc. Ordinari, che già intavolarono pratiche coi Superiori, pratiche purtroppo rimaste arenate, perché i Salesiani sono poveri assai.
Quindi non so che ne pensino. È vero che non si oppone all’erezione in Prefettura l’unione dei poteri, ma per me sono sempre del parere che quando una cosa si deve fare, è meglio farla subito.
Personalmente non ne comprendo la necessità (sull’opportunità non saprei decidere). Siamo ancora in pochi, il lavoro non è ancora eccessivamente sviluppato e non ne siamo ammazzati. L’elezione del Prefetto porta con sé naturalmente un riordinamento, ma volere o non volere è un sottrarre uno, che ha sì l’alta autorità, ma a cui non si può affidare lavoro fisso; porta con sé spese, che al momento attuale – mentre lottiamo per i debiti, ecc. – sarebbero un vero aggravio per la missione, con quale reale vantaggio non vedrei…
Non essendovi il Prefetto, quando si vuole fare una festa si invita un Vescovo – è una novità, è un onore, tutti ne sono ammirati ed ha un significato la pompa esterna, e tutti sono contenti.
Ed ora Le apro candidamente il cuore, né vorrei pensasse male, o che Don Cimatti volesse mettere le mani avanti, o che immagini che si pensi a lui nel caso di una nominazione. No, no… Sarei ben piccino e senza testa. Ma è per dirLe schiettamente quanto direi a V. E. e a Roma in quell’occasione.
È da anni che Don Cimatti insiste per essere tolto dalla tortura in cui si trova, presso i Superiori suoi – e stavo proprio in questi giorni per rinnovare formale domanda.
In coscienza, data la mia incompetenza in omnibus (e prego l’E. V. a credermi) e la mia impreparazione a cariche di responsabilità, devo insistere a che mi si tolga da queste contraddizioni. Ho pregato sempre i Superiori a darmi qualsiasi lavoro in qualsiasi posizione ausiliare e mi sembra che grazie a Dio farei del mio meglio per compiere il mio dovere.
Per l’attuale posizione – peggio poi per l’altra – nell’ipotesi infelice che si pensasse al sottoscritto – ci vuole polso fermo, iniziative, ecc.
Date le convinzioni che ho del mio essere, per me lascio in pratica fare quello che suggeriscono gli altri, perché ho la convinzione che fanno e pensano assai meglio di me. E questo non è governo – lo vedo e lo vedono gli altri – e allora? Le parrà superbia – pensi come V. E. crede. Farei di tutto per non accettare, ed insisto con tutte le forze presso i miei superiori.
V. E. risponderà: “Caro Don Cimatti, le ho domandato una cosa e lei finisce in un’altra che non riguarda né me, né lei, non essendo lei chiamato alla nomina!”.
Per aprirLe l’animo dovevo naturalmente cadere in questo problema, che Le dimostra d’altra parte la piccineria di questo povero religioso. Ma siccome mi pare che in questione non c’entri l’obbedienza, così ho voluto manifestarLe l’animo mio, e intorno alla necessità della cosa e intorno all’altro problema, che avrei fatto meglio lasciare nella penna.
Ad ogni modo prego nel caso l’E. V. ad aiutarmi. Nonostante quanto Le ho detto, creda che davvero non so valutare troppo sulla necessità e convenienza della cosa.
L’E. V. faccia liberamente nel Signore. In ogni caso l’opposizione (se si può chiamare così) di Don Cimatti è relate ad personam non ad rem.
Abbia la bontà di scusare se nell’esprimere lo stato d’animo mio ho oltrepassato i limiti della convenienza – ben altro avrei da dirLe di me.38
Mi benedica e preghi per questo povero prete. Dell’E. V. Rev.ma:
Don V. Cimatti, sales.
9 ottobre 1932
Carissimi,
Nell’imminenza della ricorrenza della giornata missionaria, indetta per il prossimo 25 ottobre, ricevo dal nuovo Segretario generale del Consiglio Super. di Propaganda Fide Mons. Franco Carminati, comunicazione ufficiale della lettera, già comparsa sul giornale, del Presidente generale Mons. Salotti, con preghiera di comunicazione di tale giornata.
Sunteggio i pensieri principali affinché possiate farne tema nel discorso della giornata o nelle commemorazioni che farete ai cristiani. Si accenni pure la cosa a quanti in quel giorno verranno alla Missione, e nella domenica precedente e possibilmente durante la settimana precedente se ne tenga vivo il pensiero in tutti.
Norme specifiche attendo da Tokyo: qualora mancassero suggerisco:
FUNZIONE SOLENNE con discorso di circostanza al mattino o alla sera, in cui si spieghi il significato della manifestazione, l’importanza e i vantaggi;
RACCOLTA di offerte libere e di inscrizioni all’Opera (Vedere più sotto le quote che saranno segnalate al più presto al sottoscritto);
Distribuzione di stampati di propaganda. Se alla sera si fanno le proiezioni, ecc., non manchi un richiamo di propaganda al riguardo;
Possibilmente si dia notizia della manifestazione sui giornali locali;
Qualsiasi altra manifestazione atta a raggiungere lo scopo, che crediate utile per la vostra cristianità, dirà al Signore il desiderio ardente e la volontà di bene che anima il vostro cuore.
SARÒ RICONOSCENTE A CHI VOLESSE COMUNICARMI EVENTUALI CONSIGLI PER LA BUONA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE.
La lettera del Presidente generale dice che la giornata del 25 ottobre pross. sia:
Una giornata di preghiera fervida e universale, unita a frequenza del SS.mo Sacramento,
Una giornata di propaganda di azione e di conquista. Si parli della rassegna delle forze e delle virtù conquistatrici della Chiesa, che si affida all’opera dei suoi figli propagandisti ed apostoli,
Una giornata di solidarietà umana e cristiana e di rinnovamento spirituale per quanti cooperano alla santa impresa della dilatazione del Regno di Dio e della civiltà cristiana.
L’APPELLO è rivolto a tutti gli uomini di buon volere. I Pastori delle anime mobilitino tutte le forze; i sacerdoti consacrino le loro migliori energie per il buon esito della giornata; i religiosi prestino l’opera loro e la preghiera, e specialmente i sodalizi missionari e le forze cattoliche organizzate e soprattutto i giovani, battano alle porte di tutti i cuori, spieghino tutta la loro attività in pro della crociata missionaria.
L’appello è rivolto pure a coloro nella cui anima si è spento o illanguidito il sorriso della fede cristiana.
La giornata missionaria cade nel decennio glorioso del Pontificato del Papa delle Missioni. Stringiamo dunque le fila e con ordine e speranza organizziamo a tempo, con metodo e con saggezza.
Questi pensieri che sono suggeriti specialmente a quanti combattono la buona battaglia nei nostri Paesi, facciamoli entrare nell’intima persuasione dei nostri cristiani. È volere del S. Padre che anche nei Paesi di missione abbia forte impulso tutto quello che serve alla propagazione delle opere della Propagazione della Fede.
Per i cristiani che sono fuori residenza o prima o dopo si dia modo di partecipare alla manifestazione e anche a loro si domandi l’obolo della carità o andando di persona o avvisando per lettera.
[Don V. Cimatti, sales.]
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico (Riservata)
Takanabe, 11 ottobre 1932
Eccellenza Reverendissima,
Ed eccoLe nuovamente Don Cimatti che viene a disturbarLa, non per un affare di Delegazione, ma per un paterno consiglio che domando confidentialiter a V. E.
Sono stato in forse se scrivere. Ho finito per dire: “Dopo tutto, male non c’è; ed al più Monsignore dirà: “Don Cimatti non è un diplomatico…”.
Ecco di che si tratta. Il desiderio mio è che V. E. che forse può da altri essere stata interessata nella questione, sappia chiara la nostra posizione.
Di questi giorni Don Margiaria parlando casualmente con Mons. Chambon, sentì farsi inviti per accettare l’Opera della stampa di Tokyo, anche trasportando la nostra scuola di Oita a Tokyo e così – sia pur modestamente – cominciare. Già dall’anno scorso si erano intavolate pratiche dirette dai Superiori e tutto fu arenato, data la crisi, nella questione finanziaria.
La nostra regola non permette fondi, riserve, ecc. Si vive di elemosina quotidiana. Al momento la parola d’ordine è “Non fare debiti”, si sono sospesi tutti i lavori, non si danno permessi d’intraprenderne nessuno, eccetto dove un ente o un benefattore s’incarichi di tutta la spesa, senza che la casa vi abbia da aggiungere nulla o fare debiti. “Il Capitolo Superiore non ha più nessun fondo e non può rispondere per nessuno e per nessuna scusa”.
Così mi scriveva proprio ieri uno dei nostri Superiori di Torino. È un momento dolorosissimo, sentito fortemente da noi che viviamo di elemosina.
La fondazione di Tokyo non essendo cosa inerente alla Missione di Miyazaki, non ho la facoltà di presentare proposte ai Superiori (che per quello che mi fu riferito ho già informato genericamente).
Caro Monsignore, così i Salesiani (non c’è mistero) desiderano tale fondazione, ma al momento attuale, se si facesse la proposta su una base che richiedesse alla Congregazione Salesiana uno sforzo finanziario, certo i Superiori risponderebbero con dolore come l’anno scorso (e tutto si arenò nella richiesta di lire italiane cento mila).
Non sta a me far proposte, ma penso che i Salesiani accetterebbero, e per cominciare modestamente il personale salesiano, direttivo ed assistenza l’avrei, se ad es. si facessero proposte di questo genere:
È affidato il capitale X ai Salesiani da gestire a queste condizioni…
È ceduto il terreno X ai salesiani per il trasporto della tipografia di Oita colle condizioni di… e col sussidio di X.
Si cede ai Salesiani la costruzione X che devono risarcire a queste condizioni… e simili.
L’E. V. dirà: “Comodi questi Salesiani!”, ma al momento attuale non credo vi sia altra soluzione.
Naturalmente i Salesiani vogliono lavorare non solo con la tipografia (che è un mezzo), ma nell’apostolato, e penso che lavoreremmo, ma che vuole? Don Bosco ci ha fatto e ci vuole così: “Abbiamo bisogno di tutti e di tutto, e domandiamo a tutti”. (Vostra Ecc. compresa… e Lei lo sa!).
Può essere che V. E. sia al corrente della questione come non ne dubito, con queste idee potrà… Se poi le parole di Mons. Vescovo furono solo un complimento o un tastare terreno… È un altro paio di maniche.
Ho tediato V. E. in una questione che non so quanta relazione abbia con la Delegazione, ad ogni modo, avendomi detto Don Margiaria che anche l’E. V. s’interessa della cosa, credetti affidare al suo cuore paterno anche queste angosce.
Se il Signore vuole a Tokyo i figli di Don Bosco ora, non gli mancano i mezzi, e chissà che l’E. V. non ne sia un ministro!
Ci benedica tutti e mi creda, dell’E. V. Rev.ma
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1009 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1932-10-15 /
a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu
[15 ottobre 1932]
Rev. Madre,
Quando trovo qualche notizia che può servire ed essere utile per istruzione mi prendo la libertà di inviarla. Alcuni di questi dati potranno essere utili per le sue figliuole giapponesi.
Non dimentichi di annunciare alla Comunità le 4 feste: Jimmu, Meiji (3 Nov.), Shokonsai, Natalizio dell’Imperatore – ed è bene esporre la bandiera in queste occasioni.
Madre Carmela mi ha parlato per l’aumento a cui olim Lei pure mi aveva parlato. Ho pregato la Madre che facesse i suoi conti, per vedere a quale aumento minimo si può arrivare (ai preti diamo 30 Yen), perché siamo al solito in cattive acque. Ho pure consigliato che parlasse a Lei per vedere quale propaganda si potrebbe fare, anche a vantaggio vostro.
Consiglierei intanto che anche voi scriveste qualche cosa sugli “Amici della Missione” (come già avevo consigliato) che esce 4 volte all’anno per le massime ricorrenze. Sotto l’egida della Missione, le vostre Superiore, penso, non potranno dir nulla. Ne potrete avere un numero di copie a piacere da inviare ad amici pregando distribuiscano. Il prossimo numero esce per Natale. Se accetta, mi invii qualche cosa per la prima quindicina di Novembre, come pure mi indichi se vuol che aggiunga qualche cosa che possa esser utile per voi – e mi indichi le copie che desidera.
Se poi potesse (extra le case vostre) stabilire per mezzo di parenti vostri o ex-allieve, piccoli centri d’azione e di raccolta di offerte, anche piccole (sono quelle che contano), penso che si potrebbe fare molto. Non posso fare altro, faremo del bene alle anime e non è poco…
La carità ed il bisogno sono ingegnosi – non temiate di usare del tramite della missione – siamo missionari tutti.
Soprattutto preghi e faccia pregare per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
ai Consiglieri del Consiglio della Missione Ind. di Miyazaki
Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 25 ottobre 1932
Verbale riassuntivo seduta consiglio 19/10/1932
Presa visione della lettera del Delegato Apostolico sulla proposta Tokyo, si decide di attendere la risposta dell’Arcivescovo prima di venire ad una soluzione.
In attesa della medesima non è possibile prendere decisioni sul personale per il prossimo anno, tanto più che si è ancora sospesi per il Seminario, per la probabile andata di confratelli all’estero per propaganda…
Per la divisione dei poteri e l’erezione della Missione in Prefettura o altro, il Delegato non farà proposte se non dietro nostra richiesta. Pur essendo per l’onore della Missione onorifica tale cosa, al momento non pare ancor matura.
Don Cimatti riferisce sui colloqui avuti col Vescovo di Fukuoka su vari punti: riassume i più utili.
È difficile pensare a migliorare i vecchi cristiani di Nagasaki più di quello che si è potuto fare finora. L’unico tentativo è sollevare coll’educazione e coll’istruzione la gioventù (e a Fukuoka le Suore di S. Mauro inizieranno quanto prima una scuola femminile con questo preciso intento).
Nell’esplicazione della loro vita nelle relazioni colla missione ha per loro valore ciò che eccita il loro vantaggio e interesse materiale, nell’esplicazione del movimento cattolico ciò che sollecita la loro vanità personale.
Il missionario faccia e diriga e comandi e non dia troppa corda ai cristiani. È troppo chiaro il valore della loro cooperazione. Sembra un quadro a tinte troppo fosche: ma l’esperienza di sei anni di lavoro (pur fatte le rare lodevoli eccezioni) dà ragione a questi pensieri. Sembra dunque giunto il momento in cui, pur non trascurando i nostri doveri di assistenza verso i cristiani, ci buttiamo risolutamente nel lavoro di apostolato per i poveri pagani.
A) Dati i recenti attacchi alla religione cattolica, specie sul culto dei morti, bisogna che si dia grande importanza alla festa SHOKONSAI (= festa di tutti i morti) secondo le norme già indicate per le feste solenni giapponesi, ed inoltre nelle nostre cappelle si metta qualche segno esterno relativo al culto dei morti.
Il prossimo mese di novembre è certo indicato per iniziare fortemente questa pratica. Pensi ognuno quale possa essere la forma visibile più utile (larga scritta invitante alla preghiera, stendardo, funzione speciale, ecc., ma in modo che sia visibile e mostrabile ai pagani che venissero a far visita.
B) Non pare impossibile (e Monsignore studierà la questione) la cooperazione di intenti sui giornali ed anche propaganda per radio.
Al ritorno di Mons. Roy sarà più facile concretare tutto.
Data la buona occasione dell’acquisto della striscia di terreno contiguo alla casa di Beppu, con quattro case (Tsubo 75) al prezzo di Yen 3000 anche versabili a rate, e la necessità di costruire un salone secondo progetto (Yen 700) si approva alla condizione che ci siano i soldi necessari.
Don Tanguy è incaricato di vedere sul posto se le case sono in condizioni tali da potere servire come salone con un riattamento più economico del progetto precedente. Don Cimatti si informa sulla certezza dei mezzi di esecuzione, dichiarando a Don Escursell che la Missione non può per ora assumersi il carico, né la possibilità di restituzione di eventuali prestiti.
Si esamina il progettino per l’asilo di Oita (Yen 1000). Rinviato a quando sarà chiara la questione di Tokyo e più i mezzi disponibili.
Per il KYUGOIN (Ospizio di Miyazaki) Don Antonio e Don Cimatti riferiscono sulle ricerche fatte per il personale direttivo, cosa per ora la più importante per lo sviluppo e regolarità dell’Opera.
Per il vitto dei famigli giapponesi non è possibile per ora dare una norma fissa identica per le residenze. Si stia al principio:
preferibilmente vitto giapponese,
sia sufficiente, nelle feste qualche cosa in più.
Per i catechisti e salariati nostri in genere si facciano convenzioni scritte. Don Tanguy è incaricato di redigere una specie di regolamento che sarà sottoposto allo studio per l’approvazione.
Il centro si incarica della riorganizzazione delle nostre cose in relazione alla proprietà, affidando la pratica all’Economo. Prego segnalare desideri, pareri, ecc., ma bisogna che da ogni residenza vi siano i documenti di proprietà e tutto quello che concerne la regolarizzazione della proprietà stessa. È urgente che qualcuno della Missione venga a specializzarsi anche in questa partita, se non vogliamo sempre e solo dipendere da altri.
Don V. Cimatti, sales.
1011 /Circolare salesiani / 1932-10-25 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 25 ottobre 1932
Carissimi,
Avendo avuto occasione recentemente di scambiare alcune idee su vari argomenti con S. E. il Vescovo di Fukuoka, credo utile farne parte per vostra istruzione e norma.
L’esperienza suggerisce chiarissimamente che intorno ai vecchi cristiani di Nagasaki è difficile influire in forma efficace – hanno la sagoma che hanno, e al più si può sperare un influsso sulla gioventù. (Sarà aperta presto a Fukuoka una scuola femminile appunto per le ragazze cristiane, tenuta dalle suore di S. Mauro, collo scopo di formare la futura madre istruita nei doveri domestici, igienici e di educazione).
Dopo la nostra esperienza fatta ormai per sei anni, sembra giunto il momento, che pur non derogando ai doveri di assistenza che dobbiamo ai cristiani, anche noi ci buttiamo più risolutamente all’apostolato fra i pagani.
Il cristiano tipo Nagasaki, sempre facendo le lodevoli eccezioni, non comprende, e per lui non ha valore, se non ciò che interessa e sollecita il suo vantaggio personale materiale. Aiuterà la missione se la vedrà rivolta a questo, e sacrificherà al suo interesse gli interessi della missione.
Anche per ciò che si riferisce all’azione cattolica, alla propaganda, lo sollecita ciò che mette in vista la sua personalità, ciò che sollecita la sua vanità personale, fatto il regolamento delle associazioni per lui tutto è finito.
Perciò il missionario deve essere l’unico centro regolatore, non permettere che si discutano gli ordini, non dare importanza a persone, non metterle in vista.
Recenti attacchi al Cattolicesimo lo dipingono come contrario al culto dei morti. Si celebri con pompa e colle norme già date per le feste giapponesi, la commemorazione del SHOKONSAI (feste delle anime dei defunti) e possibilmente si metta in posto visibile in chiesa un qualche cosa che richiami alla mente dei cristiani, non solo, ma anche dei visitatori pagani, l’insegnamento cattolico. Si studi sotto quale forma (targa, stendardo, scritta, ecc.) sia migliore, ma si cerchi che non manchi nelle nostre cappelle questo richiamo chiaro e visibile. Il prossimo mese di Dicembre [Novembre?] si presta assai bene per lo scopo.
Si stanno studiando le forme pratiche per venire ad un accordo per pubblicazione di articoli cattolici sui massimi giornali del Kyushu, ed anche per conferenze per radio. La cosa sarà più facile al ritorno di Mons. Roy.
Per il vitto ai famigli nostri non è possibile dare una norma identica per le singole residenze. La massima è:
Possibilmente sia vitto alla giapponese;
sia sufficiente, con specialità alle feste.
Per i catechisti e salariati che lavorano con noi si facciano patti scritti.
Don Tanguy è incaricato di fare uno schema di regolamento che sarà fatto passare per le opportune osservazioni prima dell’approvazione.
Si cerca di regolarizzare le nostre proprietà. I confratelli nella parte loro affidata diano la loro preziosa collaborazione e riferiscano al Centro.
Don Piacenza è l’incaricato, coll’augurio che quanto prima uno dei confratelli venga specializzandosi in questa materia, in modo che non dobbiamo sempre rimanere alla dipendenza totale degli altri.
Preghiamo la Madonna del S. Rosario che ci aiuti a vincere le difficoltà in cui ci troviamo, tanto spirituali che materiali.
Tutte queste osservazioni furono fatte anche in consiglio che le approva.
Tutto vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Gli amici nostri39
Miyazaki, 31 ottobre 1932
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Il succedersi affrettato dei giorni, dei mesi che scorrono nei lavori dell’apostolato, fra alternative gioconde e dolorose, eccitanti e deprimenti, mi fa ritornare a Lei per la solita relazione mensile.
Grazie a Dio, tutti relativamente in buona salute, dopo il riposo degli esercizi spirituali, si è ripigliato l’ordinario lavoro. Stiamo passando un momento di depressione in tutti i sensi, materiale e spirituale, sotto la mano benefica della Provvidenza che ci vuol provare, per fortificarci, per istruirci; il che però non impedisce il lavoro; starei per dire anzi che lo acuisce e nel lavoro di propaganda missionaria e nella realizzazione di progetti da tempo vagheggiati e nella elaborazione di nuovi per dilatare al più presto l’opera nostra a vantaggio delle anime a noi affidate. E incalza la voce del Papa delle missioni: “…che un’anima sola si perda per la nostra mancanza di generosità è un’alta responsabilità… Per la fede che abbiamo ricevuto da Dio, cooperiamo a dare la fede ad altre anime… Ripensando sovente che i pagani sono tuttora circa un miliardo non abbiamo requie nel nostro spirito… Ci conceda Gesù di dare per la salute delle anime quanto ancora ci resta di attività e di vita!…”. Ecco perché, nonostante le gravi difficoltà, ci sentiamo incalzati al lavoro. Ed anche perché siamo convinti che la Provvidenza ed i nostri amici non ci verranno meno.
Ho detto con gioia riconoscente questa parola “amici” e lo scopo di questa mia è di presentarglieli in blocco e di qualcuno più vicino a noi parlare in specie. È così poco, purtroppo, salvo la preghiera, quello che possiamo fare per manifestare la nostra riconoscenza ad essi, cui, dopo Dio, tutto dobbiamo, vorrei che questo modesto omaggio rivestisse proprio l’intima e profonda e piena manifestazione dei nostri sentimenti. Dico dei nostri, di noi missionari salesiani, delle Figlie di Maria Aus.; dei nostri cari cristiani e catecumeni; dei nostri cari aspiranti giapponesi all’apostolato nel clero indigeno o allo stato religioso, ed anche dei nostri pagani, che amati da noi, non possono non amare gli amici nostri.
5 Gli amici nostri! |
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Il S. Padre! Oh, ci risuonano ancora all’orecchio le parole paterne che ci rivolse nel 1925 quando benedisse i primi partenti. Lo scrivente ricorda con emozione le incitanti parole ad ingrandire ed intensificare l’azione di apostolato a pro dei giapponesi, in occasione delle feste di beatificazione di Don Bosco. Ogni missionario non può non apprezzare la sollecitudine e i provvedimenti del Papa delle missioni. E le mirabili direttive si concretano dalle singole opere pontificie, e da quelle più o meno direttamente in relazione a esse per sussidiare la nostra missione, guidarla col consiglio e colla vigile assistenza. Oh, la S. Chiesa, il Papa sono davvero i grandi mendicanti a favore delle Missioni, e i grandi benefattori.
GLI AMICI NOSTRI!
I nostri Superiori; Lei, o buon Padre, che ben conobbe de visu la nostra Missione; i confratelli, allievi ed ex-allievi nostri, i nostri genitori e parenti, colla falange dei nostri cooperatori e cooperatrici nostre. Come non dire a tutti il grazie riconoscente per quanto fanno per noi?
Questi gli amici nostri all’estero. E nell’interno?
I fratelli in apostolato; i vecchi missionari che da veri padri ci sono larghi di consiglio e di aiuto, e mettono a disposizione della nostra giovane missione, i tesori della loro esperienza e della santità della vita loro. Nella delicatezza della loro carità vogliono risparmiarci quanto essi hanno sofferto nel primo dissodamento dell’arido terreno.
I catechisti e maestri nostri, che si prodigano con noi nella ricerca, ammaestramento dei catecumeni o nell’istruzione dei nostri allievi – laboriosi, umili fattori di bene tra i loro connazionali. Uno dei più affezionati e che più si è assimilato il nostro spirito, mi diceva: “Sono quattro anni che lavoro con voi. Confesso che al primo anno di lavoro non feci altro che osservare, notare accuratamente il vostro lavoro, i risultati… e mi domandavo: “Ma chi sono questi figli di Don Bosco? Da che spirito sono animati? Perché lavorano tanto per la gioventù?… Perché vi impiegano tanto tempo, tanti mezzi?… A che riusciranno? Mi pareva di aver perduto un anno in queste constatazioni… Ora ho finalmente compreso. Dovevo sacrificarmi come voi per le anime, e tento di farlo…”. E lo fa davvero.
Amici nostri gli utili ed operosi elementi della Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli di Miyazaki i quali con vera abnegazione vanno alla ricerca delle miserie materiali e morali, che il paganesimo produce e trascura. Due dei più zelanti (due sposi che rimasti privi dell’unico figlio, hanno consacrato al Signore tutta la loro attività) cadono ammalati; ed ecco che un gruppetto di vecchiette cadenti e ammalate, da loro visitate, si trascinano alla casa dei loro benefattori per esprimere il loro profondo dolore e formulare gli auguri più belli per la pronta guarigione.
Amici nostri alcuni buoni cristiani, che comprendendo il nostro spirito, il desiderio di lavoro e la nostra inesperienza, ci facilitano pratiche presso le autorità, ci segnalano quanto sembra utile, ci tengono al corrente di notizie speciali o politiche o civili, o interessanti la comunità cristiana, ci mettono in guardia dal commettere passi falsi; oppure perché insegnanti nelle pubbliche scuole o muniti dei titoli legali si prestano per l’insegnamento ai nostri piccoli seminaristi e allievi tipografi.
E anche fra i catecumeni e pagani contiamo amici veri.
È difficile dire in brevi parole la psicologia del catecumeno. Se si abbandona generosamente alla grazia, è tale lo slancio da cui è preso per la propaganda buona e per attirare altri nella sua orbita, che assai più dei cristiani esplica il suo zelo. In qualche residenza – migliori propagandisti furono e sono i catecumeni – assai superiori in questo della comune dei cristiani.
Tra i pagani pure contiamo amici sinceri e preziosi. Non voglio lasciare di farle fare la conoscenza con un bravo Signore, Direttore di una delle scuole elementari di Miyazaki, e studioso di Storia. Volendo pubblicare un lavoro che è assai ben riuscito sulla prima ambasciata fatta a Roma dai principi giapponesi al tempo di Papa Gregorio XIII (1585), col concorso degli amici d’Italia, gli abbiamo potuto procurare buon materiale d’archivio e fotografie interessanti. Da allora è legato da riconoscente affetto alla missione. Come educatore ammira il sistema educativo di Don Bosco. Ha accettato di far scuola di giapponese ai nostri chierici, sorveglia e si presta per la ripetizione ai ragazzi del dopo-scuola, ed è al suo interessamento che dobbiamo il buon esito dell’iniziata scuola serale a Miyazaki. È buono e previdente e familiare consigliere, e non possiamo formulare che i più bei auguri di felicità materiale e spirituale per lui che ci fa così del bene.
6 gli amici nostri! |
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I nostri cari fanciulli e giovani, cristiani e pagani! Frequentano le nostre residenze; popolano e vivificano i nostri piccoli cortili, specialmente alla domenica accorrono colle famiglie alle modeste rappresentazioni che si tengono nelle nostre sale; si prestano per la propaganda, e dovunque c’incontrano ci salutano o inchinandosi, o correndoci incontro, o gridando da lontano, come ad amici d’antica data, il nostro nome.
Cristiani e pagani si domandano: “Ma che fanno questi preti? Ma perché sempre in mezzo ai fanciulli? Perché tante cure per essi?”. Per noi è tanto naturale la risposta, che non è capita né apprezzata da tutti, neppure dai cristiani – da non pochi osteggiata e ostacolata; ma nel nome di Dio, avanti sempre.
Seminiamo nelle lagrime, nella diffidenza, nell’ingratitudine, nella sterilità…
Altri raccoglieranno nella gioia… È sublimemente bello il lavoro del missionario, che va a mietere ove non ha seminato… E la più parte di tutto questo lavoro, bisogna confessarlo, è fatto dagli amici nostri: a tutti il grazie riconoscente, la preghiera quotidiana, il merito del bene operato.
Altri amici nostri vogliono stare nell’ombra. Ammalati che offrono a vantaggio della missione nostra i loro dolori; religiosi contemplativi, vittime di carità, che pregano incessantemente per noi e per le anime a noi affidate; benefattori che sotto la sigla dell’incognito inviano generose offerte… Anche per tutti costoro l’ammirazione riconoscente e la preghiera.
Il povero missionario non può dirvi altro, o anime buone. Continuategli la vostra cordiale immutata generosa amicizia.
E Lei, amatissimo Padre, non dimentichi questi amici nostri ai piedi della nostra Celeste Madre e presso l’urna del nostro Beato Don Bosco, unitamente ai suoi figli lontani.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1013 /Zerbino Pietro / 1932-10-31 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Berruti
Takanabe, 31 ottobre 1932 Pietro
Zerbino carissimo,
Ricevo la tua generosa carità. Unisco lettera e piccolo ricordo per le donatrici e ti prego di farle pervenire non avendo l’indirizzo.
Per il resto, se ho ricevuto la tua lettera, certo ho risposto – perché ho nell’abitudine di rispondere anche ai semplici saluti. Non avendo tu ricevuto o è perché non ti ho scritto – non avendo ricevuto la tua, o perché fu smarrita (nella guerra colla Manciuria e per le terribili inondazioni certo molta posta fu perduta).
Riparo come meglio posso ora, e ti prego scusare.
Continua la buona volontà di aiutarmi e specialmente prega e fa’ pregare per me dai tuoi bimbi che mi saluterai. Comunica loro la facilità delle molte indulgenze pregando per il Giappone.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Ossequi cari al buon Don Bava – digli che lo ricorderò specialmente al 30 Novembre… È prete finalmente? E l’altra Chiericaglia?
Preghino per me.
Dalle note di Don Tranquillo risultano tutte le tue offerte – ma siccome le note arrivano in ritardo, è proprio segno che o non ho ricevuto la tua o tu non hai ricevuto la mia. Puoi pensare se non pregherò per il buon Secondo. Tutte le preghiere del mese di Novembre e dicembre sono secondo le vostre intenzioni – avvisare pure la famiglia e il tuo fratello. Fede in Don Bosco.
Ti prego di dare l’acclusa a Don Bondrano. Prega per me M. A. e Don Bosco.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1014 /Berruti Pietro / 1932-11-1 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 1 novembre 1932
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Gaudeamus omnes in Domino!... È il giorno dei Santi! Auguri cordiali. Grazie della sua amabile lettera, dei consigli anche sul buono a niente, dei conforti e aiuti che si propone di dare a noi. Le confesso che attendevo la sua. Leggo chiaramente che Lei è l’incaricato delle Missioni; ne ringrazio il Signore, perché Lei ne conosce la vita, e vorrei davvero che si prendesse a cuore, o meglio che amasse questa missione, che ne ha tanto bisogno. Siamo lontani – ho delle difficoltà gravi e materiali e più spirituali; date tante cause, fra cui, me lo lasci ripetere, il buon a niente che c’è alla testa, ed abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.
Ho pensato che per alleggerirLe il lavoro e per orientarla in modo da avere un’idea un po’ chiara della nostra situazione le poteva essere utile l’acclusa relazione. Sono solito scrivere molto (purtroppo non sempre chiaro – tendo ad essere involuto colle mie parentesi!!! E ne vede i saggi) per dovere, per sgravio di coscienza.
Molte cose sono da tempo giacenti presso i Superiori o presso i singoli. Attendiamo con fiducia – ma come si procederebbe alacremente, con fiducia, con sicurezza se si potessero avere subito risposte decisive! Faxit Deus.
Amatissimo Sig. Don Berruti, eccole la prima presentazione – studi con amore, con fede la nostra situazione e per quanto sta da Lei ci venga in aiuto. Creda, è gradito ai missionari avere norme chiare per avere facilitato il lavoro. Don Cimatti poi le chiede insistentemente per i motivi sopraddetti.
Preghi preghi preghi e faccia pregare per noi e specialmente per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Personale salesiano addetto alla Missione40
7 Prima spedizione |
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Don V. Cimatti. Salute ottima, È persuaso di non aver le doti per dirigere e non le ha – e quindi si adatta al pensiero degli altri, tentando di accontentar tutti nel limite del possibile, privo di forza nella correzione.
Tenta di far quel che può per salvarsi l’anima e per salvare, ma…
Superbo assai e sensibile. Dato gli studi precedenti non ha preparazione teologica e canonica per essere al posto che deve tenere.
Ha la piena persuasione di essere la causa vera di tutto il disagio materiale e spirituale della missione. Sono già passati i sei anni di governo, e ho invocato che si applichi anche a Lui, quello che si fa con tutti gli altri. Gli pare che sarebbe cosa esemplare e di gran vantaggio per lui e per gli altri. È a Takanabe ove fa filosofia, scienze e pedagogia e dirige ciò che non sa dirigere.
Don G. Tanguy. Salute discreta: stanco, mal di testa – obeso con asma. È alla testa del piccolo Seminario di Nakatsu – optime in tutto – di comando e zelo. È Vicario e del Consiglio. Stimato dai confratelli. Cura la missione di Nakatsu.
Don A. Cavoli. Salute discreta – mal di cuore, obeso. Dirige Miyazaki. Carattere forte, nervosetto, e facilmente accendibile (sono scatti momentanei, ma grandini). Si è già molto modificato ed ha compreso a sue spese. Attivo, zelante, regolare in tutto. È del Consiglio. Non si attira troppo la confidenza.
Don P. Piacenza. Salute scossa (trombosi, vene varicose alla gamba, cuore e testa). Optime in tutto. Buon amministratore. Economo. Un po’ aspretto nella parola e nel tratto (alle volte). È prefetto e Cons. Scol. a Takanabe. Non si attira troppo la confidenza. Cura la missione nelle sottoprefetture di Takanabe, Nobeoka e Mitai.
Don A. Margiaria. Salute discreta. Buon Salesiano. Un po’ attaccato alle sue vedute. Operoso. Possiede bene la lingua giapponese. È capo del movimento stampa e cooperatori. Dirige Oita e la tipografia. È del Consiglio.
Don L. Liviabella. Salute discreta (attacchi epilettici di tanto in tanto). Vir in quo non est dolus – laborioso – di pietà. Addetto all’Oratorio e opere giovanili a Miyazaki.
Coad. Guaschino. Salute discreta (obeso, mal di testa e gola). Ha fatto molto profitto, ma dato i precedenti, ce n’è voluto e ce ne vuole perché mantenga ordine, pulizia, ecc. Regolare in tutto; laborioso nei suoi punti di vista (pollaio, foto, ecc.).
Coad. Merlino. Salute discreta (stomaco, mal di testa). Animato da buono spirito. Testardetto nelle sue vedute – fa quel che può per la cucina di cui non si interessa troppo. Regolare.
Tutti questi confratelli hanno portato con sé tutti i reliquati di guerra, e gran parte delle condizioni precarie di salute ne sono gli effetti. E tutto questo influisce sul carattere, per cui (con l’aggiunta del clima umido, ventoso, variabilissimo del Giappone) non c’è da meravigliarsi delle condizioni in cui si trovano; ma sono buoni missionari e salesiani.
Seconda spedizione
Don Escursell. Salute buona. Regolare in tutto. Assai ottimista in tutto – si aggiusta come può con la lingua (è uno dei più deboli in giapponese) ma il Signore lo aiuta nel suo campo promettentissimo.
Don E. Lucioni. Salute discreta. Non so i motivi, ma è spiritualmente a terra per la vita missionaria in Giappone e attende la risposta del Rettor Maggiore pel rimpatrio. Pur non sapendo i motivi, per me firmo con tutte le mani se questo ritorno deve essere per il bene dell’anima sua. Non saprei formulare un giudizio (variabile, nervoso, come un accumulatore a forte scarica, in multis scrupoloso… mah!… certo bolloni interni non ben a posto). Laborioso, fedele in tutto… ma enigma per me.
Coad. Maccario. Salute scossa (nevrastenico… ). Carattere variabile, inclinato a perdere la calma. Di pietà e osservanza regolare. Non fu ammesso ai perpetui appunto per il carattere.
Per la vita di missione in genere, e nel Giappone in specie, se non sono spiriti equilibrati, calmi è una faccenda seria. Il giapponese è assai dominatore di sé, nel maggior numero dei casi, sa nascondere il suo intimo sentimento, e disprezza quando vede gli scatti, e non dimentica. Vari nostri confratelli l’hanno rotta e la romperanno coi giapponesi proprio per questo. Il giapponese è suscettibilissimo e… non perdona (non dimentica)… Parlo anche dei cristiani.
I peccati contro la carità in pensieri, parole e opere sono secondo me i capitali per i giapponesi. Neppur la lussuria è così radicata.
Don Cimatti pensa così… Ah è ben terribile! Ed è questa per me la vera causa del lento progredire delle conversioni… Il Signore non può volere essere generoso con chi non ha carità… Ah se potessi scrivere!
8 Terza spedizione |
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Don Marega. Salute buona. Studioso e riesce. Carattere nervosissimo e… vir linguosus. Ha già fatto progresso e sforzi, ma gli è così connaturale che la lotta dovrà durare a lungo. Ha la cura dell’Oratorio a Oita in cui è consigliere scolast. e catechista. Secondo me può fare bene in una casa di forti studi in cui sia collega con insegnanti che per ingegno e virtù gli siano superiori (tipo Crocetta).
Ch. Braggion. Salute buona – Primo anno tirocinio. Buono, carattere forte tendente all’ira. Ingegno molto mediocre. Ha svariate attitudini. È a Beppu.
Ch. Floran: salute discreta, primo anno tiroc., ... Buono. È a Miyazaki.
Ch. Filippa: salute buona. Ingegno discreto, primo anno tiroc., buono. È a Miyazaki.
Ch. Bernardi: salute discreta. Ingegno assai mediocre, primo anno tiroc., carattere forte, tendente all’ira. Buono. È a Tano. Gli si consigliò la rinnovazione dei voti semplici a motivo del carattere.
Ch. Zanarini: Salute buona, primo anno di tiroc., ingegno discreto. Buono. Un po’ grossolano nei modi e parole; pare faccia un po’ lo spregiudicato. È a Takanabe.
Ch. Tassinari: salute discreta; primo anno di tirocinio. Ingegno mediocre. Molto buono. È a Oita.
Ch. Baratto. Salute discreta (tendente alla nevrastenia). Essendo stato nella sua vita precedente sempre fuori regola, è difficile incanalarlo bene. Duretto nei suoi pensieri. Gli si sono consigliati i triennali per la seconda volta. Ingegno discreto. A Oita, primo anno tiroc.
Coad. Ragogna: salute buona. Buono, laborioso. Come tutti i nostri buoni coadiutori ha i suoi piccoli punti di vista.
Don Carò: salute discreta. Regolare in tutto. È entusiasta del Giappone. Compagno di Don Marega (credo negli studi), partecipa alle volte al lavoro linguistico. Ma laborioso, allegro. È a Nakatsu.
Quinta spedizione
Don Cecchetti. Salute scossa (reumi, emicranie) riuscita in giapponese quasi nulla. Buon salesiano, ma non posso dire che tipo sia e come riuscirà.
Don Dumeez: salute discreta. Salesiano. Riuscirà (difficoltà di pronuncia).
Ch. Felici: salute discreta (debole). Ingegno molto mediocre. Buono, non dimostrò molta abilità per l’assistenza.
Ch. Moro: salute discreta (debole). Ingegno molto mediocre. Buono – assai giovane, semplice…
Ch. Tassan: salute buona. Ingegno discreto. Buono. Sente di sé…
Ch. Lucchesi: salute buona. Ingegno assai mediocre. Buono. … Balbetta.
Ch. De Kreuft: salute discreta. Quasi cieco da un occhio e ci vede poco dall’altro. Ingegno mediocre, tendente alla fiacchetta. Buono…
Coad. Fogliani: salute debole. Fa bene il cuoco, ma carattere tendente all’irascibilità, lingua e adontarsi per nulla. Regolare.
Alcune osservazioni sono troppo chiare. Alcuni confratelli sono in condizioni di animo depresso, perché non si sono ambientati subito.
Coll’elemento mediocre di cui usa la missione (tra i chierici in formazione non c’è n’è uno, dico uno, che si possa dire ingegno) sarà difficile formare dei missionari un po’ alla portata delle necessità dell’apostolato in Giappone. Ne sappiamo purtroppo qualche cosa noi preti del vecchio tipo. Pazienza.
Bisogna ben dire che il livello degli studi va ben giù.
Possibile che in noviziato non si siano accorti dei difetti organici dei ch. Lucchesi e De Kreuft? Si è in vero imbarazzo per il loro avvenire.
Non si potrebbe nell’atto che i nuovi vengono in missione fargli precedere o accompagnare o almeno seguire dalle loro carte o notizie esplicative? Dopo vari anni non ho ancora i dati dei confratelli… Ho un bello scrivere d’ufficio, in confidenza… Non rispondono, e allora come si fa a sapere? Così se si inviassero i dati (secondo il prescritto dei regolamenti) si risparmierebbero reciproche difficoltà, ecc.
In conclusione ci possono essere deficienze fisiche ed intellettuali – ma fa piacere vedere in tutti la buona volontà per formarsi meglio – per essere buoni salesiani.
Tutti poi desiderano fortemente di donarsi all’apostolato, e lavorano e lavoreranno bene.
Per me son contento di tutti, pur avendo dovuto fare le osservazioni.
Lei ora costruisca con tutte le deficienze intellettuali e morali riunite in un prete, e avrà un’idea di ciò che sia Don Cimatti.
Relazione sulle questioni interessanti la Visit. S. Francesco Sav. del Giappone
I Salesiani entrarono in Giappone nel febbraio del 1926 incardinati alla diocesi di Nagasaki – nel 1928 a quella di Fukuoka, per poi passare nel 1928 in missione indipendente di Miyazaki, comprendente le due Province civili di Miyazaki e di Oita con un complessivo di circa due milioni di abitanti, su una superficie di Kmq 14.072.
La popolazione cattolica iniziata con un 300 cristiani è ora aumentata a un migliaio – vi furono molte immigrazioni, perché la Provincia di Miyazaki è ancora in parte da dissodare ed il Governo fa tutti gli sforzi per favorire tali lavori. È dunque anche sotto questo rispetto una terra d’avvenire.
Attualmente formano il personale salesiano 12 sacerdoti, 5 coadiutori, 15 chierici di cui dieci hanno iniziato il tirocinio pratico e cinque sono nello studentato filosofico: uno del secondo corso, gli altri del primo. Sono aperte sei case di cui il solo studentato è regolare e per il numero dei confratelli e per l’erezione canonica.
Sono affidate ai Superiori le pratiche per l’erezione delle altre.
È difficile poter dire delle altre a quale titolo possono essere considerate come fondazioni salesiane, finché non si verrà alla divisione dei poteri. Anche questo argomento è allo studio presso i Superiori. Sulla convenienza o no, non so giudicare.
La delegazione Apostolica di Tokyo non farà pratiche finché il Superiore della Missione non insisterà. Il sottoscritto certo non insisterà – qualche confratello è di parere che si debba fare per il prestigio della missione. Certo che se si desidera dai Superiori un’amministrazione della Congregazione e che si lavori con forza per lo sviluppo dell’opera nostra, è necessario venire anche a questo passo. Quando sia utile videant consules.
Credo però che finché non ci estenderemo fuori della missione, e per fare questo bisogna disporre di capitali assai forti, non sarà fattibile, dato il piccolo numero nostro, arrestato di botto in quest’anno per il non invio dei soliti rinforzi.
In pratica il lavoro attuale dei salesiani come tali è a servizio della missione. Lavoro specifico è dato:
In abbozzi di oratori festivi o radunanze di giovani cristiani e pagani.
A Oita la piccola scuola tipografica Don Bosco (una decina di allievi di due corsi – l’esiguità degli allievi è data dalle solite difficoltà di locale e di mezzi).
A Nakatsu che accoglie le nostre vocazioni fra cui certo ve ne saranno di quelle atte per la Congregazione (sono in tutto 25, due che hanno domandato di essere salesiani, li ho ritirati già allo studentato, perché spero possano nel prossimo anno incominciare la filosofia, hanno già gli studi giapponesi).
Il terreno su cui è costruita la tipografia fu regalato alla Congregazione dal Sig. Don Torquinst ed è annesso al terreno della Missione. Appartiene pure alla Congregazione il terreno che è a Beppu e che ora serve per la Missione. Si è proposto ai Superiori di erigervi un Santuarietto a Maria A. e la casa per il missionario, essendo la città il centro balneare di acque termali del Giappone. In attesa che i Superiori decidano, non potendo lasciare i confratelli in quella misera e ristretta casetta, ho in animo di costruire una saletta-chiesa, e così si potrà fare qualche cosa per quella popolazione che promette assai bene.
Ho domandato ai Superiori che cosa intendano fare di questi terreni. Vi è certo impigliata la questione della missione, e ne verranno fuori di conseguenza le questioni, perché su terreno della Congregazione vi lavora la Missione, che ha pur bisogno di estendersi.
Al tirar dei conti la missione fa le spese di tutto e se non si chiariscono le cose, verranno poi in seguito le questioni, perché quando si entra nel campo della finanza le questioni sono sempre vive.
Attendo anche queste decisioni o pareri dei Superiori. Se teoricamente si può pensare a tenere separate le aziende, in pratica la cosa è difficile.
Altra questione sottoposta ai Superiori è il tirocinio dei nostri chierici. Ho domandato per quelli che se lo meritano la dispensa di un anno (riducendo così il triennio ad un biennio, per i motivi addotti al Rettor Maggiore).
Tale questione è intimamente collegata coll’altro problema più importante dello studentato teologico, che non può improvvisarsi, e se i Superiori aderiscono alla mia domanda di abbreviazione del tirocinio, si dovrebbe iniziare nel 1934.
Come è ora il personale, ritengo che assolutamente noi non possiamo fare fronte ad un insegnamento serio della teologia per i nostri confratelli, non essendo nessuno di noi in grado di affrontare decorosamente e coscienziosamente tale insegnamento. Siamo a terra per l’insegnamento dello studentato nella parte filosofica, che si è addossato il sottoscritto, ma faccio ridere i polli… Le ripetute insistenze non furono potute esaudire e si va avanti come si può, non certo come si deve, se vogliamo formare dei preti che valgano qualche cosa dal punto di vista della preparazione intellettuale. Non pensino che Don Cimatti voglia pretendere l’impossibile, ma via… Un po’ di aiuto in questo l’aspettavo davvero quest’anno dopo le tante insistenze. Si è creduto opportuno rispondere collo zero assoluto e “Fiat voluntas Dei”. Se i Superiori hanno deciso così è certo per il bene. Mi brucia però il pensiero che si è capito che Don Cimatti è del parere che quest’anno non si doveva inviare personale… Ed anche di questo: Deo gratias… Non mi pesa la scuola, ma l’incompetenza in una materia fondamentale: la filosofia. Avere la laurea dell’Università dello Stato lei sa quel che vuol dire in materia.
Per me ho sempre detto ai Superiori (data anche la natura dei paesi dove ci troviamo): o far bene o niente, forse si è capito che non voglio personale, o i Superiori si saranno trovati nell’impossibilità di venirmi in aiuto… E pazienza. Può essere che dal punto di vista economico ne guadagnamo (ne dubito assai assai), ma ne perdiamo in tutto il resto.
Valuti la nostra attuale situazione. Ho dieci chierici sparsi per il tirocinio nelle case. Nel prossimo gennaio uno mi finisce lo studentato. Sono dunque 11 che devo impiegare per il prossimo anno. Me ne rimangono quattro nello studentato, per cui devo impiegare un personale che devo sottrarre al lavoro della Missione. Lei comprende cosa voglia dire la formazione di quattro soli – poco incentivo all’emulazione – non si possono fare funzioni un po’ decorose – non attivare un po’ di quella sana allegria che ha tanta parte nella formazione salesiana missionaria… Insomma vedo già un mortorio… E le spese di fitto casa, luce, ecc. decorrono ugualmente… E il vitto in pochi costa assai di più. Mi sbaglierò e non voglio essere catastrofico, né fasciare la testa prima di averla rotta… Ma le conseguenze sono ovvie… No, no… Don Cimatti non ha voluto assolutamente questo, ma come dico… Fiat voluntas Dei. Sono sicuro che i miei neri presentimenti non si verificheranno, perché facciamo l’obbedienza.
Ma ecco il problema per l’anno prossimo… Che ritirando i chierici per la teologia lascerò al vuoto le case e così vi sarà necessariamente un arresto di lavoro nell’apostolato… E in Giappone fermarsi equivale a battaglia persa su tutta la linea. Pazienza, il Signore vorrà così. Ma è mio dovere chiarire la situazione affinché i Superiori mi aiutino a fronteggiarla.
Lo studentato filosofico dunque a terra, perché gli è venuto a mancare il rinsanguamento e per non avere il personale insegnante all’altezza della situazione.
Per lo studentato teologico ho proposto d’accordo col consiglio quattro soluzioni:
Se i Superiori ci forniscono gli insegnanti, farlo in Giappone, ed è la migliore.
Se no usufruire di uno studentato già in azione (ad es. a Hong Kong).
Se a quell’epoca si potesse essere a Tokyo, usufruire del Gran Seminario.
Invio in Italia.
Nella relazione accennavo i vari argomenti desunti dalle ragioni economiche, nazionali, studio della lingua, ecc. che saltano evidenti alla mente. Ai Superiori il decidere questo importante problema da cui dipende l’avvenire della Congregazione in Giappone e della missione. Don Cimatti insiste su questi punti, perché siamo osservati e scrutati in ogni senso dai missionari e dalle Autorità Ecclesiastiche.
I Superiori per il mantenimento dello Studentato si sono quotati per lire 25 mila. Non so se per il fatto di non aver mandato nessuno quest’anno, sia anche il significato del cessare il sussidio, nel quale caso mi troverei davvero imbarazzato per il mantenimento di questi figliuoli. La missione è carica di debiti – cerchiamo di fare economia quanto è possibile, ma specialmente per i giovani confratelli non si può stare a lesinare.
Significherebbe rimetterci il doppio in seguito. Ho scongiurato i Superiori a venirci in aiuto ora specialmente che la valuta giapponese è in diminuzione. Non so che essa [cosa] potranno fare i Superiori. Deus vos adjuvet!
Per la regolarizzazione delle proprietà della Congregazione, spero nel prossimo anno, come si è ottenuto per la missione, di fare una Società di salesiani possidenti di fronte alla legge. Attendo alcuni schiarimenti da parte dei Superiori per poter iniziare. Ora le proprietà sono intestate a singoli o a due di noi. Da tempo domando come fare per il testamento ecc. Attendo con fiducia, pregando il Signore che ci faccia campare, finché almeno anche queste cose non siano pienamente regolate.
Un altro punto che mi pare entri anche nel voto di povertà. I Superiori nella loro bontà hanno disposto che i missionari che inviano articoli per il Bollettino Salesiano o per la Gioventù Missionaria abbiano una retribuzione valutabile secondo l’importanza dello scritto. Non c’è che da benedire il Signore. Ma occorrerebbe qualche norma:
per sapere a chi devono inviare questi scritti, perché possano usufruire del beneficio;
dal punto di vista salesiano-religioso come si deve considerare questo denaro? È intuitu personae? Pro missione? Pro societate? Nell’asciutta in cui ci troviamo noi missionari, Lei comprende, che ognuno tira l’acqua al suo mulino… Quid? Come deve comportarsi il Direttore? Il confratello?
Rimarrebbe la questione del Noviziato, che è in aria da vari anni. Ma non oso, visto che i Superiori trovano già difficile venire in aiuto per lo studentato filosofico. Tanto meno oso insistere per lo studentato filosofico, che vive in casa di fitto. Per risparmio di personale, se riesco a mettere a posto il Seminario, non mi rimane che trasportare i nostri chierici in quello…
Le unisco a parte un resoconto dei confratelli perché abbia un’idea delle condizioni in cui si trova il personale. Ho l’abitudine di non domandare nominatim del personale. Le osservazioni che faccio ai Superiori le ritengo mio dovere, ma non intendo fare lamentele o per cambi del medesimo o per impedire che i Superiori piglino le disposizioni che credono utili per il bene delle anime.
Si è iniziato anche il movimento dei Cooperatori, e qualche risultato già si vede; ma per fare un’opera di propaganda in grande bisognerà attendere di essere fuori della Missione. Si ledono troppe suscettibilità e le prime difficoltà sono nei Vescovi. Il supplemento in giapponese va facendosi strada, ma anche qui per dare impulso più vivo bisognerebbe essere in grandi centri. La nostra Missione sta al Giappone come la Calabria d’un tempo all’Italia. Il Bollettino Sales. in varie lingue è conosciuto da un certo numero e annualmente farò la prescritta relazione e aggiornamento degli indirizzi.
Si è pure propagata l’Associazione dei devoti di Maria A. e l’Opera del S. Cuore con discreto successo.
La nostra stamperia pubblica cogli stessi intendimenti del nostro Beato Padre le LETTURE CATTOLICHE. A diffondere la conoscenza del nostro spirito è pure pubblicata la vita del nostro Beato Padre (grande e piccola), il SISTEMA PREVENTIVO, La Vita di Mamma Margherita, ecc., la Vita della Mazzarello, ecc.
Troviamo difficoltà per le confessioni. Comunità piccole… Lei comprende. Si cerca bene di dar comodità di confessori straordinari, ma… non sono contento. Le dirò a parte delle mie difficoltà personali.
Non ho pensato – data la povertà e piccolezza delle cose nostre – né al Segretario, né all’ufficio Ispettoriale dei cooperatori (date le difficoltà di fronte agli altri superiori di missione) ed altre piccole cose regolamentari, ad es. è difficile dividere nettamente l’archivio della Missione da quello della Congregazione.
Siamo – è vero – ancora agli inizi, ma si dovrebbe aver fatto anche in questo più strada. Non parlo di casseforti… e delle chiavi relative. Anche (salvo che allo studentato) per il piatto di servizio nelle case… si è in due, tre, quattro gatti… È più dispendioso fare porzioni.
Mi pare che le generalità dell’opera nostra nei suoi punti essenziali sia stata valutata. Le singole parti riferentesi ai singoli dicasteri sono note ai superiori responsabili.
Anche in questo sarebbero utili, nel senso che non si sa cosa ex-professo si debba riferire all’incaricato delle Missioni.
Si ha da fare un duplicato di quanto si fa agli altri Superiori?
Perdoni se non sono stato chiaro e fui prolisso. Dove c’è di troppo tagli, dove c’è poco, legga fra le righe. Ma veda di prendersi a cuore le molteplici questioni, che hanno bisogno del consiglio di tutti i Superiori, che invoco e in tante cose da molto tempo.
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 1 novembre 1932
Al Signor Don P. Berruti
Missione Indipendente di Miyazaki (stato attuale)
La missione come tale fu affidata ai Salesiani di Don Bosco nel 1928. I dati del progressivo sviluppo sono dati dall’accluso specchietto e più in dettaglio presso i dati che hanno i Superiori a Torino.
I Salesiani vi hanno iniziato il loro lavoro sforniti di esperienza e di dati, perché nessuno ci volle istruire e dovemmo formarci a nostre spese l’esperienza. Si dovettero organizzare ex-novo la ricerca dei cristiani, aggiornare i libri parrocchiali. Si prese come principio di fare come avrebbe fatto Don Bosco. Ci siamo dati alla gioventù e abbiamo cercato di fare i parroci per i cristiani.
Le difficoltà proprie dell’apostolato in Giappone sono note. Ve ne sono delle specifiche della nostra missione, costituita inizialmente da immigrazioni di vecchi cristiani (è una razza tutta “sui generis” e difficilissima a lavorare, tanto che ho già pregato i missionari, pur non trascurando i doveri che abbiamo verso di loro che è meglio che si buttino risolutamente dalla parte dei pagani… Perdiamo meno tempo e guadagniamo più anime).
La nostra missione è la più povera tra le più povere e difatti nessuno dei missionari la volle. È lontana dai grandi centri e quindi più tenacemente attaccata alle tradizioni.
I mezzi principali adottati furono:
La propaganda stampa (Don Bosco, foglietti volanti, Grano di senapa e libri di cui già parlai, oltre a dare un forte appoggio alla stampa cattolica locale.
Proiezioni luminose, conferenze e musica.
Oratori quotidiani, settimanali, mensili.
Più tutti i mezzi che sono più specifici del nostro sistema. I risultati ci assicurano che sulla buona strada si è, e molte delle cose di cui vediamo nessun risultato apparente ora, fruttificheranno per l’avvenire.
La questione delle vocazioni fu affrontata fin dagli inizi ed il piccolo seminario, pur non avendo un locale ancora proprio, è fatto compiuto. Sono là raccolti per ora e quelli che probabilmente formeranno il clero indigeno e quelli che si consacreranno a Dio nella vita religiosa.
Per ora proviamo tutti; poi si sceglierà e dividerà. Gli inizi furono disastrosi. I primi tre raccolti quando non avevamo ancora pensato a Nakatsu, due andarono in Paradiso e uno, ammalato, ritornò in famiglia. Siamo al terzo anno e ne abbiamo 25 e al prossimo aprile non so dove metterò i nuovi. Deo gratias.
Le relazioni colle Autorità religiose e civili, seguendo il sistema di Don Bosco, sono ottime, come pure fraternissime quelle fra i colleghi in apostolato.
Il problema più accasciante per noi è la condizione finanziaria in cui siamo piombati per un seguito di circostanze che ripetutamente ho esposto ai Superiori per avere consigli ed aiuti. Sostanzialmente la cosa data da quando venne il nostro Don Torquinst, che ci fu generoso in aiuti per iniziare delle Opere che poi, essendo venuti [a] mancare gli sperati aiuti, ci hanno irretito in un cumulo di debiti, che ora la Missione si sente impotente a pagare, e per cui continuando la cosa per molti anni, ci mette in dolorose condizioni di arresto e di marasma per tutta la missione ed opere iniziate.
Per il terreno di Oita e di Beppu abbiamo debiti con due banche, ma essendo a scadenza quinquennale, speriamo di fare fronte ai nostri impegni. Ho un forte impegno colle Missioni Estere di Parigi, che non so davvero come fare a estinguere, ed uno colle Figlie di Maria A.
Questi due scottano di più e specie l’ultimo che mi mette in una condizione ben tipica con le Figlie di Maria A., verso cui come superiore della Missione ho da fare certe parti, che rimangono naturalmente infiacchite dalle condizioni di umiliazione in cui mi trovo.
A quanto pare i Superiori non mi possono venire in aiuto sia pure con un prestito (ed ora sarebbe il momento buono dato il tracollo della moneta giapponese). Mi sono rivolto a quanti potevo supporre che in una forma efficace potevano venirmi in aiuto, ma andò tutto a rovescio. E allora? Mi sono buttato nelle mani di Dio, ma sta il fatto che siamo in queste brutte acque, a togliersi dalle quali per il sottoscritto che non sa nuotare, è davvero terribile.
Pensare che si è qua per salvare le anime e bisogna fare questi mestieri… Per me è da anni che il mio apostolato non è che domandare limosine… Sarà così che il Signore vuole la mia salvezza. E così sia. Ad ogni modo attendo anche in questo campo come sempre consigli e aiuti. Se davvero i Superiori non possono fare nulla extra:
Almeno consiglino se hanno qualche probabile mezzo da suggerire,
vedano di farmi pervenire le offerte specifiche per opere speciali o per confratelli – se no il debito mio colle case va crescendo… Bella davvero. Il Visitatore che ha debiti colle case… Da Torino mi inviano le note da cui risulta che ci fu offerta per l’opera tale, per il confratello tale, per la casa tale, ecc… Se non me la inviano, le case se la pigliano con me o con i loro Superiori, e non è davvero edificante. Certo la Missione ha presso Don Tranquillo delle note ad estranei da pagare. Pregai ripetutamente, non so più e quante volte, che si tenessero le offerte senza destinazione particolare fino ad esaurimento del debito di queste note ad esterni, ma che almeno mi si inviassero queste destinate a particolari.
Avrei bisogno di tutto quanto arriva per la Missione, ma prego che almeno mi si usi questa carità. Non è per lamentarmi, no, perché la carità si deve fare… Ma non so proprio perché la Missione debba pagare i sussidi ad es. alla famiglia Cecchetti. La trovo umiliante per il confratello e per quelli cui per caso le note del Capitolo cadessero sotto gli occhi. E nel caso perché non avvisare anche per sapersi regolare (non è detto così nella Circol. del Sig. Don Rua, sulla povertà, che la cosa dipende dall’Ispettore?).
Non voglio cavillare perché ho provato anch’io la generosa carità della Congregazione per la mia S. Mamma… Ma esprimerei il desiderio che queste cose fossero tenute nel cuore dei nostri Superiori. Fiat voluntas Dei. Questa è la vera e forte preoccupazione della nostra missione, la quale toglie ai missionari la calma nel lavoro.
Mi pare che si cerchi di fare tutte le economie. Non si parla in Giappone di merenda o supplementi al pasto – abbiamo abolito il vino.
Non so che cosa ancora potremo fare senza ledere la salute dei confratelli che, come vede, sono tutti mezzo nervosi, e con questo clima stanno per divenirlo per intero.
Venderei me stesso, ma non valgo un soldo e nessuno mi vorrebbe. Ormai si invecchia. Si può pensare a non mangiare… Ma allora si dorme e non si lavora.
Il lavoro per occupare bene i confratelli è un altro punto su cui ho bisogno del loro consiglio. Specialmente ora che le opere sono piccole il lavoro non è eccessivo, e credo che nessun confratello sia soverchiato dal lavoro.
Ma penso al tirocinio dei chierici. Questi non hanno da lavorare… ed ecco il motivo che mi spinge ad allargare la base di azione. Per realizzare l’apostolato nel più breve tempo possibile, e perché i giovani specialmente lavorino, se no lavora il diavolo. Lo studio della difficile lingua è già una cosa, ma non è tutto. Ma ecco l’incaglio mi comincia a venire per l’arresto di personale di quest’anno. Come fare?
Così pure l’esperienza ci dice che nella residenza ove vi è un’opera, o ci vuole il personale specifico per l’opera, o se il personale della missione vi è impiegato in forma diretta finisce per non fare bene né l’una né l’altra cosa… E tutti desiderano slanciarsi nell’apostolato.
Un chierico solo in casa mi pare sia troppo isolato. Due forse non hanno lavoro sufficiente, se non si estende l’opera. Per estendere questa mi ci vuole personale che non ho. Mi spiace la cosa anche perché questo fa parte della prova che i Superiori hanno desiderato si facesse per vedere se anche in Giappone, come altrove, la prova del personale giovane educato sul posto, dia buoni risultati.
Non saprei dire se vada bene per il Giappone la vita del missionario salesiano isolato o quasi nelle residenze o in giro; ma anche questo presto o tardi bisognerà pure provarlo.
Un’altra questione assai spinosa è quella delle Figlie di Maria A. Non si riesce a capirci, e per me suppongo che i tre quarti delle questioni siano tutte per la questione finanziaria. Noi non ne abbiamo; esse, mi pare, vogliono dalla missione quanto la missione non può dare, data la povertà.
Non si sono subito ambientate, né hanno studiato fortemente la lingua, e allora non possono ancora fare grandi cose. Finché non sanno bene la lingua e finché pretenderanno che la missione le possa trattare come certe amministrazioni in Italia, la missione non potrà dar loro lavoro; potrà permettere che per conto loro lavorino (ed il permesso l’ho dato). Ma insomma non si va bene. Vi furono anche imprudenze per parte delle superiore per la parte delle confessioni: ho dovuto intervenire… Per me non so che fare. Ho da pagare i debiti che ho con loro. Non posso dare loro lavoro, perché si farebbero pagare i respiri che fanno, e Don Cimatti è poverissimo e indebitato con tutti.
Insomma anche questa ruota non corre, e quel che è più non so come fare per farla correre. Pensavo davvero le Figlie di Maria A. un po’ diversamente. Ho consigliato a Torino che inviino una loro Visitatrice… Per me cerco di fare tutto il possibile… Se mi metto dalla parte del Canone dovrei fare tante cose. Non so con precisione quali siano le mie facoltà e i miei doveri verso di loro, perché nessuno me le ha mai dette. Ma una soluzione bisogna pur prenderla. Veda di illuminare anche questa situazione.
Se in altri punti desidererà qualche schiarimento abbia la bontà di accennarmelo. Al momento attuale non ricordo altro di notevole.
Per i nostri confratelli la vita in Giappone è piena di pericoli come altrove e per certi aspetti più che altrove.
La vita regolare di comunità è certo un grande coefficiente di difesa, ma nella vita del missionario purtroppo non è sempre possibile.
Il Signore ci aiuti. Voglia dunque investirsi delle nostre necessità, molte delle quali provengono (è il solito ritornello che in coscienza devo dire) dal sottoscritto.
Preghi per me e per i miei. Nel Signore
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale
Takanabe, 4 novembre 1932
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Tirone,
Grazie della sua del 10/8/32. Mi accenna ad una lettera spedita settimane fa: è probabile sia una scritta ai chierici del 14/9/32? D’altro non ho ricevuto nulla ancora.
Siccome la residenza abituale è Takanabe, è meglio in altre occasioni faccia dirigere qui. Grazie! Mi permetta di dirLe: “Oh, se tutti facessero così verso questo povero prete, come si andrebbe bene… E costerebbe poco… rispondere”.
Ho racimolato le foto che desidera, così potrà deliziarsi nei nostri volti e pregare un po’ più per noi, bisognosi davvero in tutti i sensi. Quanto a Don Liviabella desidero chiarire:
Il babbo manifestò al sottoscritto il disturbo del figlio per lettera alla vigilia della partenza (non so se al Noviziato e nelle case abbia avuto attacchi): mostrai la lettera al Sig. Don Rinaldi che mi disse: “Ormai non si può fermarlo. Vedremo!”.
Gli attacchi fortunatamente non sono frequenti. Quando però non sta attento circa le regola d’orario per dormire o piglia freddo al mattino (specie d’inverno) è facile che cada. In dieci minuti in generale passa tutto e può riprendere il lavoro. Succede piuttosto al mattino. Non so dire bene se gli sia venuto qualche volta in actu Missae (forse una volta o due in principio della Messa). Ma sta lunghissimi periodi senza averli e non sono attacchi violenti: cade, dorme un po’ e può ripigliare il lavoro.
Per me penso che erit error peior priore il dirgli la cosa – dato lo stato lieve del disturbo, che non pare si può catalogare più che nel gruppo epilettico (benché ci siano tutti i sintomi) in quello più generale di disturbi nervosi.
Ad ogni modo per me non mi sento davvero di dargli ordini in proposito essendo fatto al Vescovo la facoltà di permettere “prudenti Ordinarii judicio” preferisco per ora scegliere questa via.41
Se Lei la ritiene sbagliata o irregolare, prego i Superiori richiamare il confratello et videant consules.
Sono sette anni che ne parlo ai Superiori nelle note quasi mensili che sono solito dare dei singoli. Lei ora giustamente mi tira fuori il Canone. La disposizione (creda) lo farebbe diventare epilettico (se non lo è).
È con senso di nostalgia che odo l’annuncio della partenza dei 166 nuovi missionari. Strano che non se ne sia trovato uno che potesse venire fin qui. Fiat voluntas Dei. Ho scritto a lungo al Sig. Don Berruti anche di questo.
La prego di una vera carità. Dal mese di agosto il confr. Lucioni ha scritto al Sig. Don Ricaldone una lettera in cui per ragioni gravissime (mi dice) domanda il rimpatrio. Siccome la cosa è direttamente trattata coi Superiori – e Don Cimatti pensa che sia da esaudirsi e presto – è per il bene di un’anima – veda di accennare anche Lei la cosa al Sig. Don Ricaldone (cui da tempo ho scritto anch’io).
Anche per telegramma un semplice sì, capisco. Veda di aiutarci… E in Capitolo tiri pure la satira: “Ah, se rispondessero sempre e subito, come tante cose andrebbero bene…”.
Preghi per questo povero prete.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 8 novembre 1932
Rev. Madre,
Grazie della sua del 31/10/32. Sono in ritardo essendo in questi giorni in giro qua e là. Si desidera pubblicare qualche cosa pel numero “Amici della Missione” che spero sarà pronto per il primo Dicembre in modo da servire per Natale; abbia la bontà di inviarmelo non più tardi del 15 c. m.
I dati (non sono mai chiaro… me lo dicono tutti) sono quelli che si trovano nell’ultima pagina tra i modi di aiutare la missione. Volevo dire se Lei pensava bene fare aggiunte… Così andrà bene mettere i loro indirizzi.
Quanto alla questione finanziaria è davvero pesante (e Lei sa che Don Cimatti non ha ancora potuto soddisfare agli impegni che ha con Lei). Se con la propaganda all’estero si potesse ottenere qualche cosa, è certo un grande aiuto, perché la Missione carica come è di debiti (non temo di dirle che ne ho uno fortissimo coi Padri delle Missioni Estere di Parigi – con P. Faber – con loro – con le case ed ho da saldare ancora i terreni di Oita e Beppu) non può certo far fronte ad aumenti, che mi sono richiesti da ogni parte per ottenere quanto si è iniziato. E finora non c’è nessuna residenza che possa mantenersi da sé.
Gli incerti del ministero… Se li desidera glieli do subito. Garantisco che non ne ha per un giorno, sommando tutto, per la sua comunità. Messe non ne danno – non facciamo pagare funerali, ecc.
Il personale di servizio è quasi tutto costituito da ragazzetti che non costano davvero – e da aspiranti che non esigono spese.
Don Cimatti è andato finora avanti per la carità dei buoni e per le continue domande all’estero – e con una cieca fiducia nella Provvidenza. Quando, in quanti abitano la Missione è venuta meno o si è indebolita questa, il Signore ci ha fatto chiaramente comprendere che veniva anche meno il suo soccorso, ed è anche per questo che ci troviamo così.
Come dissi a Madre Carmela, abbiano la bontà di vedere dai loro conti quanto è indispensabile e Don Cimatti o modificando la convenzione d’accordo (è contemplato anche questo) o brevi manu [?] darà il supplemento nei limiti delle sue forze. È probabile che sia appunto per la chiara visione che i Superiori hanno della nostra situazione, che quest’anno non inviano personale.
È chiaro quindi però che non possono sussidiarci, e così Don Cimatti rimane come Madre Letizia, che penso non riceverà i milioni… Qui davvero c’è perfetta letizia, direbbe S. Francesco. Evviva la povertà.
Per la circolare optime. Se arriva in tempo indichi in circolare i documenti che devono presentare – e ci sia sempre il parere confidenziale del missionario e permesso scritto dei genitori. Si eviteranno tante noie in seguito.
Se sono vivo, inteso pel Maggio, non solo giornata, ma triduo. Lei in tempo utile abbia la bontà di ricordarmi quanto è necessario per l’esatta osservanza delle loro regole al riguardo. Ha fatto bene ad indicarmi la cosa. Per parte mia darò di piglio al Canone e vedremo.
Se Lei, informandosi da sue consorelle che hanno il noviziato in Missione, può sapere di modalità speciali per le missioni, terremo conto anche di quelle.
Coll’asciutta di quest’anno di personale, non so come farò, se fosse necessario il servizio religioso in casa… Vedremo ad ogni modo et Deus providebit.
Grazie di tutto il resto. Invierò a tempo opportuno le pagelle.
Deo gratias delle buone notizie del personale e aspiranti.
Esorti tutte a fare bene il mese consacrato alle anime sante del Purgatorio.
È la devozione più bella e più efficace, e la più salesiana perché salva certamente le anime – è l’esercizio delle opere di misericordia – ed è l’atto di carità più ardente per il Signore (insegni a fare l’atto eroico a chi non lo sa).
E infine preghi preghi preghi per me. Spine acutissime si preparano… Il Signore ci aiuti e in tutto fiat voluntas Dei!
Saluti cari alle singole consorelle e alle singole aspiranti.
Con ossequio benedico tutte nel Signore.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Takanabe, 12 novembre 1932
Mio buon Grigolo,
Grazie della tua e dei molteplici insegnamenti che mi dai e sul tuo nuovo lavoro e sugli amici… e sulle montagne (e pensare che a Piova eri un coniglio!).
Per le tue spedizioni sta’ tranquillo: anche la tua recente carità è giunta a tempo, e sii benedetto e con te gli offerenti. Ho scritto all’amico Mario che mi domandava come attivare. Giuseppe mio, prega e fa’ pregare, se conosci indirizzi di persone inviameli e non temere. Scrivo agli offerenti e niente paura.
Auguri di vittoria del concorso, non per me, ma per la glorificazione di Don Bosco e dell’Opera sua.
Mi parli di calamina ecc. Se ti capita qualche minerale (non voluminoso, campione senza valore) sarebbe utile per i nostri studentati (che stia nelle solite scatolette-vetrine di Valsalice – non roba grossa perché pesa…) così di tanto in tanto… Potrei comprare qui… Ma fan pagare un occhio.
Grazie delle informazioni su Don Narciso… Mi dici… Cercare di capire… Come si fa a non capire? Farò.
Ed anche tu sei un talento a capire le satire sui libri.
Invio all’amatissimo Don Rigoni saluti e auguri… In busta per te e Fanini un po’ di réclame spirituale.
Continua a pregare. Don Cimatti non ti dimentica e ormai sei di famiglia per noi.
Il Signore ti benedica
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Takanabe, 14 novembre 1932
Rev. Madre,
Grazie della sua dell’undici e dell’acclusa della Venerata Madre che mi annuncia (non sa la data) della visita anche per noi graditissima di M. Farri.
Anche Suor Carmela mi ha scritto nello stesso senso domandando… l’aumento.
Don Cimatti aiuterà come e quando può… Preferisco questa forma, perché l’ho sperimentata sempre usata (anche a mio riguardo) e dal Sig. Don Rua, Don Albera e Don Rinaldi…
Ah, la fede nella Provvidenza e la carità… Quando l’avremo perfetta?
In occasione della festa di S. Francesco verrà a Oita e parleremo a lungo…
La circolare mi pare vada anche così (cancelli il “Shu yo”).
Preghi anche per me.
Suo obblig.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 16 novembre 1932
Molto Rev. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua ultima veneratissima dell’11 p. m. che mi ha assai consolato. Davvero che Lei ed i nostri Superiori sono i padri nostri. Grazie pure della delicatezza del suo cuore nel comprendere le molte, le troppe dissonanze delle mie lettere… Lei è un buon correttore dei miei scarabocchi di armonia e contrappunto.
In primis grazie della determinazione presa dai superiori per il tirocinio (dispensa di un anno per i meritevoli e colle condizioni regolamentari) e per lo studentato teologico. Seguiremo ad litteram. Mi sono preso la libertà di riaccennare diffusamente al Sig. Don Fascie, mie vedute personali che mi sembra debbano servire a muovere i nostri buoni superiori a venirci in pronto aiuto per la realizzazione in Giappone – meglio che si può – e quanto prima lo studentato (Questione economica – diversità di trattamento nei pasti – colazione e merenda della Cina che indurranno abitudini difficili a togliersi – relazione tra Giappone e Cina – lo studentato in Cina toglie certo a noi prestigio) i due confratelli indicati dai superiori (Don Marega e Don Escursell), che per me, non corrispondono all’idea che Don Cimatti ha della formazione dei nostri sacerdoti. – Fosse possibile riuscirci nell’annata prossima sarebbe l’ideale. Comunque stiamo mordicus, nell’attesa, a quanto ci hanno prescritto i Superiori.
Beppu è tornata nella sua normalità. Si attende solo l’autorizzazione ufficiale governativa riconoscente la missione di Beppu. (Ha così un’idea della calma dello svolgersi delle pratiche in Giappone. È dal novembre dell’anno scorso…) …Sembra ottima terra per lavoro di conversione. Mi mancano Yen 400 (circa Lire 3 mila per un saloncino necessario come l’aria e il pane) per autorizzare la modesta costruzione.
Oh, sì carità, carità… Insista, amat.mo Padre, carità! Carità! Sono contento che il Signore mi abbia ispirato a dare quel ricordo.
Capisco tutto e i debiti e la materialità. Mi figuro nella realtà le condizioni dei superiori. Se Don Cimatti domanda è per ubbidire a Dio: “Petite! Pulsate!”. Se non ti si domanda non si ottiene… E alle volte si ottiene propter importunitatem. Se dopo un anno di insistenze (adesso le tiro una satira…) per avere un po’ di personale, ho ottenuto zero… I Superiori non penserebbero. “Guai se non chiedi!” mi diceva il Sig. Don Rinaldi, ed è perciò che chiedo per il prossimo anno personale personale personale.
Scrivo al Sig. Don Giraudi. Può essere che egli aspettasse me e viceversa.
Per i progetti… si seguono le norme date da Lei. Si fa la tela col filo che si ha. Ho domandato ai Superiori se possono inviare quanto arriva intuitu missionis con particolari intenzioni o designazioni. Spero potranno arrivare fin lì.
Per le suore avrei bisogno di regolare i conti con loro e sarebbe già un passo. Al cambio attuale un 7-8 mila lire. Mi ha scritto la Madre Superiora che verrà fino in Giappone Suor Farri come visitatrice. Spero così chiarire molte cose.
Ho riferito proprio ora a Don Lucioni la sua lettera, facendogli tutte le combinazioni e proposte: Cina, ritorno, stare al suo posto. Gli ho detto continui a pregare e poi decida. Ha voluto leggessi la sua lettera (di cui non è rimasto contento, perché non so che cosa aspettasse da Lei). Godo dirle che era tutto quello che in sostanza gli aveva detto Don Cimatti.
Quasi certamente scriverà, perché desidera spiegar meglio ecc. Incolpa di questo stato di cose la sua formazione affrettata, e l’esser egli all’inizio dei lavori in Giappone stato senza l’aiuto mio per la mia venuta in Italia. Per me è ammalato, come ho detto tante volte, ed anche se si quieta momentaneamente, dopo un periodo più o meno lungo, sarà da capo. Manca molto dell’ubi consistam. Mi auguro proprio che le parole forti del Rettor Maggiore lo mettano sulla buona via. Preghiamo! Certo che così non può continuare né materialmente, né spiritualmente. Terrò informato.
Aderendo al desiderio da Lei espresso e dopo intesa con Don Trinchieri, do il congedo a Don Margiaria per sei mesi – e se sarà necessario per un anno.
Perdo un braccio nella speranza di acquistare o rafforzare le gambe per stare in piedi. Non so come ce la caveremo, date le condizioni che Lei conosce, e data la necessità di dare lavoro ai chierici che sono nel tirocinio, per cui non vedo altra possibilità che estendere.
Proprio quest’anno il personale sarebbe venuto a taglio, ed anche i piani in questa parte sono crollati tutti. Volontà di Dio e così sia!
Non so con precisione come farò – rabbercerò alla meglio e avanti senza paura. Se mi sa suggerire qualche cosa…
Ho sei residenze… e 11 che mi fanno il tirocinio – 10 il secondo anno e 1 il primo anno e bisogna occuparli, perché sono polledrelli e lei sa che l’ozio…
Bisogna assolutamente apra qualche altra residenza – normalmente due chierici in certe residenze non hanno lavoro sufficiente. Già preparati i conti la tegola di Don Lucioni e la tegola del non invio di personale… La convenienza di afferrare l’occasione dell’America – mi hanno fatto capire che li ho fatti senza l’oste.
Ho bisogno di aprire a Miyakonojo e trasportare il Seminario – e allora forse riesco a dare un po’ di lavoro e si fa qualche cosa.
Al più presto invierò… Ma ad ogni caso sono tutte cose che si riferiscono alla Missione, e per quest’anno domando molte sanatorie.
Ho finito. Mi raccomanda l’allegria… Mi raccomandi di essere più serio e meno matto che è meglio. Anche quando grido sulle lettere sono sempre quello. Per me basta che scarichi la responsabilità su chi di dovere, e poi sono a posto sempre.
Mi ami e mi compatisca e mi aiuti nella preghiera, col consiglio, col personale e coi mezzi (specialmente quelli di cui al N. 6).
Mi benedica e con me tutti i suoi lontani figli che vogliono nominatim essere ricordati.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1021 /Aut. Civ. Ital. / 1932-11-20 /
al Conte Venerosi della Associazione per il soccorso ai Missionari italiani
Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 20 novembre 1932
Ill.mo Sig. Conte Venerosi,
Nell’approssimarsi delle Ss. Feste Natalizie e di Capodanno, mentre oso presentare a nome mio e dei miei missionari le più sincere felicitazioni e l’assicurazione delle nostre preghiere, oso pure richiamare alla sua carità le nostre pratiche presso il Ministero, e nello stesso tempo pensando che le pratiche precedenti siano andate o smarrite o non ascoltate, pregarla se mi può dare qualche suggerimento affinché come ad altre missioni, giunga pure a questa che versa davvero in pietose condizioni, qualche sussidio o aiuto.
Lei conosce gli antefatti; la mia supplica cioè a S. E. il Duce – l’interpellazione del Ministero degli Affari Esteri all’Associazione Nazionale – il consiglio da Lei espresso ed eseguito della relazione appoggiata dall’Ambasciata di Tokyo, che mi assicurò dell’invio con raccomandazione. Non mi resta che affidarmi alla sua bontà per quei suggerimenti che crede opportuni onde le pratiche precedenti o nuove vengano, se è possibile, ad avere un lieto risultato.
In quest’anno, come gli anni precedenti, si fecero per il tramite del R. Console le solite pratiche per ottenere libri o altro per le nostre scuole, e mentre in altri anni in questo tempo già si era ottenuto qualche cosa, quest’anno anche questa speranza sembra delusa.
Mi starebbe a cuore, che, qualora la S. V. o direttamente o per mezzo di altri potesse farlo, dicesse una buona parola affinché, più che l’invio di libri, in quest’anno ci si potessero venire in aiuto col materiale di proiezioni fisse e specialmente cinematografiche, richieste pel tramite del R. Console al Ministero degli Esteri, con pratica datata da Miyazaki il 14/3/1932 e con l’assicurazione di presentazione per parte del R. Console.
Queste per la propaganda e per l’insegnamento sono certo uno dei mezzi migliori.
Voglia, Egregio Sig. Conte, investirsi delle nostre richieste e necessità, e se non è possibile ottenere per le pratiche precedenti nulla, almeno mi dia quei suggerimenti che la S. V. crede utili per il futuro.
Il Signore rimeriti la S. V. di quanto farà per questi italiani missionari più lontani dalla Madre Patria e che cercano di fare tutto per poter nell’esercizio del loro ministero unire insieme e l’amore alla vera religione e la conoscenza del centro di questa santa religione: l’Italia.
Fedeli alle tradizioni di Don Bosco lavoriamo anche in questo senso.
Veda la S. V. di venirci in aiuto affinché anche in questo facciamo il nostro dovere il più perfettamente che sia possibile.
Assicuriamo nuovamente la S. V. delle nostre preghiere e anticipandoLe i più felici auguri per le Ss. Feste e per il Capodanno, felice se per le sante feste potrò ottenere qualche cosa per rendere felici questi miei poveri figli spirituali.
Godo ripetermi: della S. V. Ill.ma:
Umilissimo servo
Don Vincenzo Cimatti
Sales., superiore missione
Ill.mo Sig. Conte Venerosi
Associazione Nazionale per soccorrere i missionari
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 27 novembre 1932
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Deo gratias! Coll’animo riboccante di gioia le comunico che il povero Don Lucioni, scosso dalla sua lettera e aderendo alla grazia di Dio, resta. È una grazia della Madonna e di Don Bosco. Bisogna pregare per la consolidazione e guarigione totale del suo cuore e della sua testa.
Un’altra notizia buona. Oggi a Takanabe 13 Battesimi e per i grandi la prima Comunione – buona retata, che consolerà il cuore di Don Piacenza: meritato premio alla sua fede e alle sue fatiche e all’offerta a Gesù delle non poche sofferenze fisiche… perché ammalato, e delle sue preoccupazioni… perché economo. Per ora il massimo problema è far fare bene il tirocinio ai chierici, occupandoli bene col personale che c’è – ho necessità di espansione, se no sarò obbligato a domandare almeno per qualcuno la dispensa dal tirocinio. Mi aiuti il Signore e i Superiori.
Fine del mese, quindi mio rendiconto.
Cose notevoli: nulla. Spine pungenti in parte risolte, in parte perseveranti, con viva fede nella Provvidenza e nei Superiori.
Lavoro… Se non fossi legato dalla scuola, potrei fare di più per l’apostolato. Ah, quanto avevo sognato l’invio di un filosofo… Ma possibile che non ce ne siano? Povera e sola ne vai filosofia! Sia fatta la volontà di Dio!
Salute al solito, cioè buona. Tutto il resto regolarissimo… Non viene meno la buona volontà di farmi santo… Ma ne passerà ancora dell’acqua sotto il ponte… Di tanto in tanto lo “stimulus carnis”… Ma ringrazio Dio che mi ha dato il cuore così. Basta che riesca ad amare Dio, “et dives sum satis”.
Ho bisogno al solito di forza e carità nella correzione – di vigilanza affinché nessuno degli affidati a me si perda. Faccio pascolo dei ricordi confidenziali e del manuale del Direttore. Tento di istruirmi sul codice e ripassare la Teologia, di cui ho bisogno come il pane, e che non so… purtroppo.
Rendiconto degli altri. Cose notevoli non ci sono: ecco alcune notizie.
Don Carò fu fortemente raffreddato. Don Tanguy anzi temeva qualche cosa (malattia al petto) ma pare tutto scongiurato. Forse lo proporrò ai Superiori per la nuova residenza di Miyakonojo. Dopo le feste di S. Francesco di Sales invierò.
Gli altri bene. Il ch. Baratto di nuovo un po’ stanco di testa.
A sostituire Don Margiaria nell’assenza, d’accordo col Consiglio, metterei Don Marega. Se la cava benino per la lingua: è già pratico dell’ambiente, penso che l’atto di fiducia gli farà bene spiritualmente. Così lo si vedrà anche alla prova quid valeant numeri…
La realtà della vita lo correggerà in molte cose – ha già fatto molto profitto e ancor più ne farà, perché non gli manca ingegno, buona volontà. Ha bisogno di chi lo ama e comprenda, e poi mi pare che se ne fa quel che si vuole (è così di tutti gli uomini). Gli ho anche affidato studi speciali e recentemente ha fatto un giretto nelle parti di Kyoto, appunto a questo scopo.
Gli altri confratelli discretamente bene corporalmente e mi pare bene spiritualmente. Qualche nervosismo e scatto di tanto in tanto – ma lavorano e si vogliono bene e ci vogliamo bene. Si desidererebbe convertire tutto il Giappone, ma… Si convertirà.
Don Cecchetti sofferente, ma mi dice che è stato sempre così. Forse non si sarà aperto coi superiori. Ora è assai afflitto per la malattia incurabile di mamma. Preghiamo. Per i confratelli ammalati sono i parafulmini della missione. Dispiace per loro, perché difficilmente si rassegnano vedendo il lavoro che c’è da fare.
Chierici e coadiutori benino in tutto. Desidereremmo più intensità di studio, ma credo che la mediocrità e meno, dà quel che può dare.
Deo gratias! Oggi ho ricevuto le sue consolantissime. La Madonna, Don Bosco e i Superiori si fanno onore. (Non ne ho mai dubitato, pur avendo un po’ gridato e magari qualche volta stonato… Ma penso a Lei, anche musico… Ricorda quando in ufficio preparavamo i libretti del “Su cantiam”? Oh, che tempi!).
Lei mi ha caritatevolmente fatto capire che comprende anche le mie stonate!
Deo gratias! – Seguo a puntino le direttive indicate e sono sicuro di non sbagliare. Che vuole? Don Cimatti è così: ha bisogno di essere guidato, e poi gli diano batoste, lavoro, laetantes imus.
Crocioni? Ma se li domanda al Signore! Tutte le volte che vedo un confratello soffrire domando, domando… Pare incredibile che su questa pellaccia non attacchino i dolori fisici! Beh! Verranno anche quelli. Per me basta che non siano quelle croci… Se bene, quelle luccicanti… per cui bisogna essere “reid, poumpé, fese pourté la coua…”. [dialetto piemontese]
Sì vicino alla Croce, la Mamma e vicino a Don Bosco, perché dire Maria A…. Grazie del bene fatto con questo bel pensiero all’anima mia.
Mi raccomanda l’allegrezza… Ah! Amatissimo babbo, ma se è proverbiale tra i missionari del Giappone… Mons. Castanier mi chiama la “vieux singe”…
Mons. Breton mi prega di scrivergli in francese e fa buon sangue… Alle adunanze dei magnati, il Delegato è obbligato a richiamarmi all’ordine: “Ehi laggiù… Il Kyushu…”. Non le dico nei concerti… Ah, se mi vedesse in Figaro (Barbiere di Siviglia)… Mi raccomandi altro, amatissimo Signor Don Ricaldone.
Sì, sì… Compiere generosamente la nostra missione. Mi aiuti il Signore a compiere il dovere, tutto, tutto… Ah, peccato non saper fare… Mah! Deus scit.
Ed ora alcune direttive di massima.
Per espandere l’Opera dei Cooperatori nelle diocesi, ecc., occorrerebbero speciali autorizzazioni dei Vescovi – idem per le nostre devozioni. (Opera del S. Cuore – associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice.) Non vorrei che avesse l’aria di incettare elemosine e che quindi qualcuno si allarmasse.
Secondo Lei avvenendo il trapasso della proprietà asilo e terreno delle Suore, è un caso del Can. 2347 (se non erro) essendo intenzionalmente come terreno della missione (usufruendo però dei soldi donati dal Sig. Don Torquinst, ed essendo stato la buona occasione allora e con prestito dei PP. M. E. P., ancor da restituire) per cui si debba ricorrere in alto? Oppure si può pensare in altro modo e Lei ha autorizzazioni speciali?
Scriverò a giorni al Sig. Don Giraudi. Deo gratias! Con le loro risposte vado avanti con sicurezza. E per stavolta basta.
Amato Sig. Don Ricaldone, vedendo qua e là la sua figura… Ma sa che è diventato vecchio? Su, su, diamine, coraggio… anche Lei; e si tenga su, su in alto, non piegato!
Preghi per noi, lontani, ma più vicini (non temo smentita) a Lei nell’affetto, nella preghiera e nel voler essere buoni suoi figli.
Mi benedica in modo speciale.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
a S.E. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 28 novembre 1932
Eccellenza Reverendissima,
Il Signore la rimeriti della carità con cui l’E. V. viene in aiuto alla nostra povertà.
Assicuro la celebrazione delle Ss. Messe e prego il Signore che dia modo all’E. V. di venire di frequente in aiuto ai figli di Don Bosco.
La prego poi di venirmi in aiuto per un’opera di carità.
Dietro consiglio dei Superiori do un anno di congedo al nostro Don Margiaria che andrebbe in America del Nord per tenere Missioni nelle chiese affidate ai Salesiani, e d’accordo colle autorità ecclesiastiche fare un po’ di propaganda anche per la nostra povera missione.
Quale ne sarà l’effetto lo sa il Signore. Ne spero del bene non fosse altro indiretto e anche al missionario.
Don Margiaria partirà alla fine del mese di Dicembre e verrà a visitare V. E.
Ecco la carità che domando. Sia largo di consigli ed eventualmente di qualche lettera di raccomandazione a persona cui l’E. V. crede conveniente presentare Don Margiaria.
Ci benedica tutti e mi creda, dell’E. V. Rev.ma
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco
+ Takanabe, 28 novembre 1932
Amato D. Alberto,
Lei sempre buono e generoso, caritatevole. Il Signore la rimeriti di tutto e con Lei l’ottimo Don Notario e quanti nel S. Giovanni ricordano D. Cimatti. Voglia Lei farsi interprete a tutti tutti tutti del mio continuo ricordo, non potendo far altro, nelle mie preghiere. E specialmente in occasione delle feste natalizie e del caro S. Giovanni, non mi dimentichi agli amici e singulatim, perché non posso dimenticare la casa, la chiesa, l’oratorio e più i buoni confratelli di S. Giovanni. Oso dire che quelli sono stati gli anni più belli della mia vita salesiana. Grazie, grazie del bene materiale e spirituale ricevuto da tutti, ché da tutti fui amato; da tutti ho imparato un mondo di bene; tutti mi hanno aiutato. Solo il Signore sa, e compenserà. Che dire a Lei, D. Alberto mio? Mah!... Penso che Lei conosca Don Cimatti, e… basta… Se no, come dissi altre volte, mi commuovo e ciò non va. Grazie, auguri, preghiere.
Ed ora a noi nell’intimità. Grazie delle preziose notizie. Mi pare che tutto servirà alla miglior glorificazione. Lei che è artista, sa che i contrasti danno risalto. Chissà come avrà fatto bene, profondo, completo l’esame critico sintetico. Oh, D. Alberto ci dia tutte le opere di D. Bosco. E D. Pagella continua tutto nell’accompagnamento? Ricorda D. Alberto, il tema della lancia… o giù di lì… e la strizzatina d’occhio che facevamo, corrisposta dal sorriso bonario di D. Pagella riflesso nello specchio… Penso che ora quello specchio che aveva visto tanti furtivi sguardi non c’è più… Grazie delle notizie di casa, dei cambi e dei resti. Per me sempre bene. Avanti senza paura e con fede nel Signore, che ci vuol più bene di quel che pensiamo. L’altro giorno buona retata a Takanabe (13 battesimi e una buona metà pesci grossi… anche un comandante in 2a di marina…). Sono le vere oasi nell’arido deserto. Difficoltà? Solite, ma si procede. La crisi? Tutti ne parlano, e finirà di diventare frase comune per coonestare tante cose. Ma fede in Dio! È così chiaro quel che ha detto… Quaerite primum… e D. Cimatti ci crede e lo esperimenta cotidie. Deo gratias!
Caro D. Alberto, mi sostenga colle sue preghiere e preghi per e faccia pregare per me.
Saluti omnes. L’amatissimo D. Bettini e girando intorno a destra e sinistra fino in cucina e refettorio famigli. Un grande abbraccio. Con affetto
Suo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1025 /Tanguy Giovanni / 1932-11-30 /
a Don Giovanni Tanguy, missionario salesiano in Giappone
[30 novembre 1932]
Carissimo Don Tanguy,
Grazie di tutto. Veda di rispondere o far rispondere qualche cosa a questi due. Faccia in Domino.
Saluti cari a tutti i singoli. Faccia coraggio a tutti. Per la questione Oka facciamo così. Lei sa che nella novena dell’Immacolata Don Bosco otteneva grazie speciali, ed in questa novena nelle nostre case gli elementi non buoni, per l’intercessione di Maria, scompaiono. Affidiamo a Lei la cosa.
Quel professore può venire? Idem per la scuola? Affidiamo a Maria la questione.
Osafune: bisogna anche questo decidere. Cominci a vedere se a Nakatsu ci fosse qualche professore (mediante il fotografo) per la scuola dei chierici, in attesa che Roma…
Scrive Don Tomasetti che lavora intensamente per noi… Animo…
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Takanabe, 30 novembre 1932
Carissimi,
La bella festa di S. Francesco Saverio porti ad ognuno dei missionari della nostra missione la grazia dell’apostolato efficace nell’adempimento dei nostri doveri.
Uniamoci pure ai cari confratelli della Casa di Oita che festeggia il suo Patrono, e tutti con grande devozione cerchiamo di festeggiare il Patrono della nostra Visitatoria.
Prego poi di dare ai chierici del tirocinio le norme per gli esami prescritti dall’artic. 56 dei nostri Regolamenti…
Tali saggi e prove quanto al tempo siano stabilite da ciascun direttore, ed il risultato delle medesime sia inviato al sottoscritto entro il mese di Dicembre con un giudizio informativo sull’esito del primo anno di tirocinio, di cui si terrà conto per eventuali dispense di un anno, e per le opportune informazioni ai Superiori Maggiori.
Sempre vi ricordo nel Signore. Vedete di far fare bene ai cristiani e ai confratelli la festa dell’Immacolata ed affidiamo alla nostra buona Madre noi stessi, le nostre opere e le anime a noi affidate.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
[2 dicembre 1932]
Carissimi,
Si avvicina il tempo dell’entrata dei nostri chierici nel tirocinio pratico. Permettete che a completamento e riassunto di quanto ci siamo detto vi scriva i punti più essenziali su cui dovete richiamare tutta la vostra attenzione per la formazione delle nostre future speranze.
1. Rileggiamo e pratichiamo bene l’artic. 184 delle Regole.
2. " " " il capo 2° reg., articc. 51-57.
3. Come programma di studio si dia la massima comodità di studiare la lingua giapponese. Inoltre il Cons. Scolastico Gener. prescrive per quest’anno…
A partire dal giorno 9 c. m. quelli che devono venire nelle vostre residenze sono a vostra disposizione. Occorrerà pazientare per qualche necessario ritardo.
Occorrendo difficoltà o incagli di qualsiasi genere nei preparativi per riceverli, favorite indicarmeli.
È un nuovo lavoro che si accumula a quello che già avete, ma dividendo bene le attribuzioni, servendovi dell’opera volenterosa di tutti, spero che avrete anche un sollievo.
Lo studentato ha cercato di preparare meglio che era possibile i nostri cari chierici, ma rimane ancora molto da fare. Ed è questo molto che farà il vostro amore alla nostra Congregazione, e il desiderio che sorga una generazione di missionari fatti secondo il cuore di Dio. Non risparmierete, e sono sicuro, ogni cura, per assolvere l’importante e delicato mandato. Per quello che so e posso sono a vostra disposizione, e mi propongo di fare una prima visita a datare dal l4 c. m.
La festa dell’Immacolata e l’approssimarsi delle Ss. feste natalizie che fin d’ora vi auguro ottime sono una buona occasione per animare il nuovo lavoro.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Takanabe, 7 dicembre 1932
Amatissimo Padre,
Le giunga gradito l’augurio dei suoi figli lontani, i più vicini nell’affetto, nella preghiera, nel desiderio ardente di essere buoni Salesiani.
Le feste natalizie le portino salute, perfezione e pace. Il nuovo anno sotto la sua direzione segni un impulso vivissimo in santità alla nostra cara Congregazione.
Non ci dimentichi nelle orazioni sue alla Mamma e a Don Bosco – con questa unica intenzione che possiamo santificarci omnes et singuli per poter santificare omnes et singulos nobis commissos.
Voglia fare le parti nostre (Lei che sa farlo) ai singoli amatissimi superiori e all’amabile segretario.
Mi benedica.
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1029 /Ricaldone Pietro / 1932-12-7 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
[7 Dicembre 1932]
M. R. Sig. Don Ricaldone e amat.mo Padre,
Deo gratias! Viva Maria e Don Bosco. Ho un mondo di novità mi pare tutte belle. Ho bisogno di molto consiglio (quello che mi aiuta “Missione e congregazione“ me li ha dati tutti) di molte assoluzioni – e di molte approvazioni.
Ho fatto due novene a M. A. e Don Bosco (e unisco brevissima relazione pel Bollettino, perché l’ho promesso) che hanno ottenuto:
la salvezza di Don Lucioni,
l’avviarsi verso la soluzione delle nostre questioni,
la partenza di Don Margiaria con insperate facilitazioni (il Governo giapponese ha in pratica pagato il viaggio – regalato bellissime diapositive – e messo il materiale cinematografico che è in America a disposizione del missionario),
e la serie di quel che segue.
Don Margiaria parte il 22 c. m. Sarà a S. Francisco il 4 Gennaio. Avendo il Governo data tanta facilità ed essendo pronto a darle – se Lei pensa sia utile che Don Margiaria faccia anche una puntata a New York e magari a Londra e Parigi, nessuna difficoltà a concedere il congedo per l’anno. Venisse a finire in Italia potrebbe accompagnare i tesori che certo i superiori ci invieranno pel prossimo anno. Dipenderà se la salute lo accompagna e specialmente lo accompagna la benedizione del Signore.
Ha lettera di presentazione – ha l’appoggio delle autorità giapponesi alle autorità giapponesi d’America – i confratelli hanno promesso aiuto – è trafficone, e… Speriamo bene e per l’anima sua e per le anime e anche per le finanze. Al momento non potevamo certo aspettare di più. Il Capitano della nave “Tatsuta-maru” è Cattolico – sarà nel tragitto da lui preparato alla Cresima ed anche questo è un bene. Dunque Deo gratias e se saranno rose fioriranno.
Per male che vada:
1. Don Bosco è entrato nei ministeri dell’impero e come vede gli hanno fatto di cappello… E gliene faranno ancor più.
2. Si sono fatte preziose relazioni, e se ne faranno.
Si farà del bene alle anime.
Ed ora a noi… Ma, eh! assoluzioni e approvazioni sono necessarie, alcune subito, altre approvazioni con consiglio di fare così e così…
Questione di Tokyo. Unisco copia della lettera di Mons. Arciv. di Tokyo. Noi siamo convinti che dir di no ora sarebbe peccato, e guastarci con Monsignore, con la Delegazione Apost. e con tanti amici di Tokyo (una famiglia dà subito 600 Yen per l’installazione, mobili se si va subito).
Occorre mettere il piede a Tokyo42 – per quest’anno orientarci e preparare perché per il prossimo anno funzioni la tipografia certamente – allora Don Margiaria (se il Signore lo conserva sarà tornato) entrerà in funzione.
Per fronteggiare la delicatissima situazione avrei scelto Don Piacenza (con un chierico e coadiutore). Egli, Economo, stando a Tokyo, potrà accudire in forma utile quel bene di Dio che piace alla Provvidenza di Dio di inviarci, ed espletare pratiche che nei grandi centri è più presto compiere.
Al ritorno di Don Margiaria si vedrà poi. L’opera comincia nella povertà, senza fracasso, e sono sicuro che il Signore la benedirà. Sarà possibile impiantare l’opera dei cooperatori e sono sicuro che sul posto non sarà difficile avere i mezzi. Concludo: domando autorizzazione ad accettare – non domando mezzi – ma pel prossimo anno personale.
Il Vescovo ha urgenza di iniziare ed è già da anni che aspetta. Egli mi dice: “Don Cimatti, non deve temere di inviare qui in distaccamento un confratello – intanto si faranno le pratiche necessarie – ma urge cominciare al più presto”.43
Questione di Osaka. Coll’aiuto di amici e cooperatori e di padri missionari si è trovato quanto segue:
La società ferrovie elettriche di Osaka ha nelle vicinanze di Osaka estesissimi terreni – che mette a costruzione per attivare le sue ferrovie. A 25 minuti di tram dal centro di Osaka è disposta a regalare da 2-3 man di tsubo (mq 3,20 X 20.000…) alla condizione che si fabbrichi una scuola. Si penserebbe: studentato teologico per dar vita ad una scuola di 500 allievi di lingue straniere (che la società desidera) e una scuola professionale di 1000 allievi circa.
Il tutto entro 10 anni. Dobbiamo dare speranza e trattare in questo senso? La scuola di lingue estere, di cui è sentito il bisogno urgente, e che mi pare a noi non torna difficile sostenere, se i nostri buoni superiori ci aiuteranno per il personale; è anche rimunerativa e non esige enormi spese. Attendo al più presto. Mi sembra e con me il Consiglio che anche questa magnifica occasione sia da sfruttarsi santamente. Coraggio dunque, amato Padre, e niente paura.
Ordinamento del personale di quest’anno. Sono in ritardo, dato tutti questi avvenimenti, ma già avevo detto al Sig. Don Gusmano che in quest’anno lasciasse tutto come era, tanto più che nel prossimo anno sarà necessario rivoluzionare un poco.
Don Tanguy: Miyakonojo: questa residenza è necessaria… Egli inizierà il lavoro che poi sarà seguito da altri nel prossimo anno. Non posso mettere subito un giovane allo sbaraglio.
Don Cecchetti: Tano, non so se resisterà per la salute. Là per ora c’è da accudire la cristianità. Il lavoro di evangelizzazione è poco: Don Tanguy che gli è vicino e Don Cavoli aiuteranno.
Don Cimatti e Don Lucioni a Takanabe. Don Lucioni ha bisogno di riposarsi spiritualmente. Con me va d’accordissimo e avrà lavoro finché vuole.
I chierici convenientemente distribuiti in modo che abbiano lavoro, idem per i coadiutori. Dopo tutto per un anno nessuno sarà ammazzato dal troppo lavoro, e tutti hanno bisogno e desiderio di lavorare.
Ho detto prima che ho bisogno di sanatorie e autorizzazioni. Non domando nomine o revoche di direttori: è più che altro movimento missionario ed azione missionaria. Nell’annata si vedrà e coll’aiuto che ci daranno i Superiori pel prossimo anno ci metteremo a posto definitive.
Mi pare che il Signore ci benedica. Se poi questa mia arrivasse in modo che i Superiori mi potessero dare un buon chierico (anche solo chierico) capace di far scuola ai chierici, sarebbe una manna per l’assistenza e scuola ai chierici. Veda un po’. Chissà che il suo cuore paterno non trovi modo di aiutarmi.
Ossequi a tutti gli amati superiori – buon anno. Preghi per me…
Sta a Lei dirci: “Inurbatevi…”. Capisce? E si parte da Miyazaki, proprio come il grande Capostipite Jimmu quando assoggettò tutto il Giappone!
Ah, Don Bosco! Don Bosco! Oh, come gli vogliono bene tanti tanti giapponesi.
Sia per noi, in tutto, il buon Padre. “Sì” Cimatti onerata conscientia… Sì, sì tutti gli oneri; via solo gli onori. L’abbraccio di cuore. Mi benedica.
Tutto suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Tutti vogliono essere vicino per dirle buon anno.
Ricevo ora l’annuncio dell’arrivo di 24 mila Yen che penso siano per il terreno da darsi alle suore. Oh, come è buono Gesù e i Superiori!
1030 /Circolare salesiani / 1932-12-14 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 14 dicembre 1932
Carissimi,
Ricevo dal Superiore dei Gesuiti P. Kuemberg da Tokyo la seguente comunicazione che vi prego di usare e nei modi indicati dal Padre. Sono dolente di non potervi dare altri schiarimenti al riguardo. Purtroppo un po’ dappertutto, anche nella nostra Missione, sentiamo la ripercussione degli avvenimenti, come già avevamo provato nel nostro piccolo in occasione della questione di Beppu.
Il succedersi di queste cose ci ammaestri a essere sempre più prudenti e delicatissimi nel parlare e nell’operare in relazione alle questioni religiose nazionali giapponesi, sia fra di noi e specialmente cogli altri e soprattutto se si dovesse parlare in pubblico, o pubblicare per le stampe.
Preghiamo il Signore che dia forza a quelli implicati più direttamente nella questione a sopportare la bufera, dia forza a molti catecumeni per non lasciarsi distogliere dal seguire per questi avvenimenti la voce di Dio, attenui le conseguenze e gli strascichi che inevitabilmente seguono a danno della propaganda e del nome cattolico… [si omette quanto non è personale].
Nella vostra prudenza e secondo il bisogno specie privatamente dilucidate le idee. All’occasione rinnovo la preghiera che quando vi viene notizia di qualche cosa che possa interessare il movimento religioso generale o della missione che potete desumere dai giornali locali o da conversazioni, mi sia comunicato con cortese sollecitudine.
Ciò servirà assai per agire con unità di intenti e per aiutarci collo scambievole consiglio.
Come pure avvenendo che si tengano conferenze sulla religione o sull’educazione non manchi mai o il nostro rappresentante o la nostra presenza per essere al corrente direttamente più che per la trafila dei giornali.
Facciamo con fervore la Novena del S. Natale. Annuncio per domenica prossima 18 c.m. l’inaugurazione a Miyazaki dell’OSPlZIO (Kyugoin).44 Preghiamo perché l’opera di vera carità si espanda e si consolidi a vantaggio delle anime.
Raccomando speciali preghiere.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani45
Miyazaki, 16 dicembre 1932
Amatissimo Padre,
All’approssimarsi della fine dell’anno, mentre volano pel mondo gli auguri di pace, di prosperità, di felicità espressi in tutte le forme, in tutte le lingue, mentre da tutti si tirano le somme dei conti, si fanno i bilanci – anche i suoi figli lontani si uniscono a questo coro mondiale, ed augurano a Lei, ai Superiori amatissimi, ai fratelli ed amici, allo stuolo dei cooperatori e cooperatrici ogni bene possibile, le più elette benedizioni del cielo – anch’essi vogliono fare il loro bilancio. Passività? Molte dal punto di vista materiale. Ma davvero non c’è da preoccuparsi, il primo vero missionario, dietro cui hanno camminato gli apostoli e i grandi eroi dell’apostolato, ha dato l’esempio perentorio… Non abitazione propria; alimento quotidiano ottenuto elemosinando; insidie continue da nemici; incomprensione degli insegnamenti da parte dei suoi stessi amici, fra cui un traditore… Via!
Nessuno dei missionari attuali si trova in queste condizioni, e beati noi quando vi ci dovessimo trovare! La nostra S. Madre Chiesa, il Papa, la Congregazione nostra, la Cristianità intera, pensano ai missionari, e la Provvidenza di Dio, per mezzo di questi suoi ministri, in eleganti manifestazioni quotidianamente viene in aiuto.
Attività! I suoi figlioli (e sono santamente orgogliosi di segnalarle all’ordine del giorno tutti i missionari nostri) fanno del loro meglio per attivarsi e per attivare. Il campo di lavoro è esteso, arido, tenace anzi che no, ma nel nome di Dio si prosegue – sotto il manto di Maria Aus. e la vigile guida di Don Bosco si cammina.
Le piccole cristianità, le adunanze quotidiane o settimanali dei ragazzi, gli oratori, doposcuola o scuole serali funzionano. L’asilo, la scuola tipografica – l’ospizio per i poveri vecchi e sofferenti sono ormai un fatto compiuto, e spero presto poterle annunziare l’assetto definitivo in sede propria di ciò che forma il massimo desiderio della missione, la pupilla degli occhi nostri, la Speranza della messe abbondante avvenire, voglio dire del piccolo Seminario.
E di tutto questo bene, dopo Dio, dobbiamo dire grazie ai nostri Superiori e ai benefattori.
BILANCIO PREVENTIVO? Il compianto Mons. Versiglia era solito dire: “I missionari quando non hanno i mezzi fanno progetti – mettono in esecuzione quando hanno i mezzi”.
Credo che i suoi figli del Giappone quanto a progetti battono il record fra i fratelli in apostolato. Abbiamo già dato il nome ad una mezza dozzina di chiese da costruire – già vediamo scuole professionali un po’ dappertutto, e non solo negli stretti confini della missione – già sogniamo le realtà future. Ed è certo che, se abbiamo fede, si realizzerà assai più dei progetti fantasmagorici del momento.
Andiamo raccogliendo con cura la storia gloriosa della missione a noi affidata, ed è bello pensare che l’apostolato del Saverio si esplicò personalmente dal settembre al novembre del 1551 proprio nell’attuale nostra missione, ad Oita. Altrove egli parla e predica per mezzo degli altri, ma ad Oita si trova solo di fronte al principe Otomo, solo di fronte alla prepotenza dei bonzi – con essi disputa – li riduce al silenzio – si avvince in modo indissolubile di amicizia il principe, che si fa protettore della religione. Oita, prima che si scatenino le terribili persecuzioni, è il centro a cui arrivano le spedizioni dei missionari (l552-1563), in cui trovano sicuro rifugio i dispersi delle guerre civili e delle persecuzioni. I Gesuiti vi fondano l’Ospedale (l558), la prima scuola (l560), lo studentato per la filosofia e teologia, centro formativo dei catechisti della missione giapponese e al Sud di Oita (Usuki) – il Noviziato (1580) con 65 novizi.
Fiorenti cristianità, opere cattoliche distrutte dagli invasori nelle guerre civili e dalle persecuzioni. Ecco il preventivo che abbiamo davanti: ricostruire, riattivare quanto l’anima ardente del Saverio e dei suoi continuatori aveva così ampiamente edificato. Oh, potessimo riuscirci presto!
E se poi volgo lo sguardo alla parte meridionale della missione, alla zona di Miyazaki, al centro della nostra cara missione (da cui partì per la conquista il grande unificatore del Giappone, capostipite della dinastia attualmente regnante), si riempie il cuore di gioia e di speranza. Vaste plaghe incolte che dissodate si popolano, fertili piani sempre più intensamente e razionalmente coltivati, città che si ingrandiscono e modernizzano, rifiorire di vita, di attività, di commercio, di progresso in ogni senso. Bel campo da dissodare cristianamente, in cui suoi figli diffondono la buona novella. Ah, fossimo in maggior numero, più e meglio attrezzati! O Signore, che il tuo regno si diffonda. Che le schiere dei giovani vengano a te, e fatta nuova la generazione giovanile, si rinnovi in senso cristiano questo gran popolo! Ecco il nostro ideale, il nostro sforzo continuo, il programma che passo passo, tentiamo di svolgere.
L’affrettare tale avvento dipende certo da Dio e dalla cooperazione di tutti i buoni; invocata e desiderata cooperazione, che è il continuo ritornello con cui si chiudono le lettere dei missionari.
Amato Padre, ci ricordi tutti e ogni giorno all’Ausiliatrice nostra e a Don Bosco.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1032 /Circolare ai Missionari / 1932-12-16 /
ai Missionari della Missione Indip. di Miyazaki
Miyazaki, 16 dicembre 1932
Carissimi,
Nell’imminenza delle feste Natalizie e di Capodanno permettetemi che vi presenti i miei più sentiti auguri e l’assicurazione delle mie povere preghiere intensificate in questa occasione.
Vi propongo che per il nuovo anno il nostro lavoro spirituale sia diretto all’osservanza più esatta della CARITÀ fra noi e fra i nostri dipendenti, ed all’osservanza esatta della REGOLA.
Ai confratelli che condividono con me il peso più diretto della responsabilità raccomando in quest’anno la lettura assidua, la meditazione e l’esecuzione più perfetta di quanto inculca il nostro Padre Don Bosco nei ricordi confidenziali ed i Superiori nel Manuale del Direttore.
A tutti gli altri l’accurata esecuzione degli uffici affidati a ciascuno, secondo il prescritto dei nostri Regolamenti: la carità poi nei pensieri, nelle parole e nelle opere vorrei fosse il distintivo di quest’anno. Oh, miei buoni missionari, amiamoci, amiamo intensamente le anime a noi affidate… Solo così concluderemo qualche cosa, e ameremo davvero il Signore.
Trovate accluse varie disposizioni direttive, che vi prego di comunicare ai confratelli e fare eseguire per la parte che ad ognuno spetta. Per la maggior parte essendo disposizioni della S. Chiesa raccomando l’esatta osservanza delle medesime, anche perché l’esatta osservanza delle medesime conferisce assai al profitto delle anime nostre e dei fedeli.
ANNO NUOVO VITA NUOVA. Al lavoro dunque per aumentare il numero delle anime che conoscono GESÙ. Oh, potessimo quest’anno raddoppiare almeno il numero dei Battesimi; vi assicuro, che se davvero ci mettiamo con zelo all’apostolato fra i pagani, non solo riusciremo alla cifra che vi propongo, ma certo la sorpasseremo.
Al lavoro per aumentare il lavoro di propaganda della stampa buona. Ma specialmente al lavoro per raddoppiare il numero delle vocazioni. È questa per noi la questione vitale. Non vedete che ci mancano catechisti e catechiste? Ci mancano ottimi elementi che presto siano trasformati in santi sacerdoti o religiosi che possano efficacemente venirci in aiuto! Noi dobbiamo conquistare i giapponesi con i giapponesi che lavorino col nostro identico spirito, che ci seguano, che ci comprendano. Solo allora il lavoro dell’apostolato potrà effettuarsi con forza ed efficacia.
Ma ricordate pure che per riuscire in questa difficile impresa occorre che prima noi ci trasformiamo in loro, comprendiamo il loro carattere, le loro abitudini, comprendiamo bene la loro lingua, che deve essere studiata ogni giorno, soprattutto che facciamo loro capire che li amiamo, che li amiamo assai.
Facciamo loro capire lo scopo del nostro lavoro: attirarli a noi, farceli amici, e avvincerli colle opere della carità. Finché non ci persuaderemo di questo e non lavoreremo efficacemente per riuscire a giapponesizzarci, faremo il vuoto intorno a noi, e se l’opera dell’apostolato non rimarrà del tutto sterile, sarà certo assai limitata. Oh, fratelli miei, datemi delle vocazioni, datemi delle buone vocazioni.
Il Signore ci benedica tutti e ci conceda in quest’anno di effettuare del gran bene alle anime nostre e alle anime a noi affidate. Maria A. e Don Bosco ci proteggano.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
[P.S. - Seguono “Varie disposizioni ecclesiastiche per l’anno 1933” si riportano solo le:]
RACCOMANDAZIONI:
Si dia comodità ai cristiani del confessore straordinario con opportuni scambi fra sacerdoti delle residenze.
Non si dimentichino, seconde le norme date in precedenza le FESTE NAZIONALI.
Non dimentichiamo per noi e per i fedeli la possibilità di lucrare le numerose indulgenze annesse alla recita del S. Breviario e del Rosario in chiesa, in occasione delle varie feste per gli iscritti fra i Cooperatori e all’Associazione di Maria A., ecc.
Si diffonda l’iscrizione alle nostre Associazioni…
Il sottoscritto si mette a disposizione di tutti per gli eventuali schiarimenti.
Si riserva le funzioni di NATALE, PASQUA, PENTECOSTE e CORPUS DOMINI a Miyazaki.
Volentieri, con preavviso di almeno una settimana a vostra disposizione per funzioni e feste. Mi si dica sempre se si desidera il discorso o in chiesa o alle riunioni, per l’opportuna mia preparazione.
Don V. Cimatti, sales.
Sup. Miss.
a Don Giovanni Tanguy, missionario salesiano in Giappone
[16 dicembre 1932]
Carissimo Don Tanguy,
La prego di accettare di essere confessore straordinario delle suore di Beppu. In generale la data è alle tempora (ogni 4 mesi), ma sarà avvisato.
Grazie di cuore.
Don V. Cimatti, sales.
A Lei in modo speciale che condivide col povero Don Cimatti la responsabilità auguri speciali e assicurazioni di preghiere speciali. Faccia le mie parti presso Osafune.
a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico
Takanabe, 18 dicembre 1932
Eccellenza Reverendissima,
Permetta che nella bella ricorrenza delle feste natalizie e di Capodanno la Missione di Miyazaki umili all’E. V. i più sentiti auguri e felicitazioni e l’assicurazione delle preghiere più care al suo cuore.
Ed in tale circostanza riaffermiamo al rappresentante del Vicario di Gesù il nostro filiale ossequio, il riverente obbedire e l’amore alla S. Chiesa.
Continui senza timore ad aiutarci col consiglio, l’ammonizione e quando Le è possibile anche materialmente.
I Salesiani hanno bisogno di tutto e di tutti. Spero dopo le feste venire a Tokyo per concretare definitivamente la venuta, che pare finalmente avviata verso ottima soluzione.
E grazie a Lei che anche aiutò; spero di persona comunicare belle notizie.
Implorando per me e per i miei l’apostolica benedizione, godo dirmi:
Dell’E. V. Rev.ma
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
ai Benefattori della Missione salesiana in Giappone
Natale 1932
A tutti gli “Amici della Missione” scendano copiose le benedizioni spirituali e materiali del Signore in occasione delle feste Natalizie e di Capodanno,
I missionari salesiani di Don Bosco, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i cristiani e i catecumeni della missione indipendente di Miyazaki, col lavoro, coll’offerta dei loro quotidiani sacrifici e colla riconoscenza più sentita, vogliono dimostrare il loro affetto ai loro benefattori e assicurare colle parole del B. Don Bosco che “pregheranno il Signore ogni giorno, perché conceda loro il centuplo della loro carità, anche nella vita presente, colla sanità e concordia nelle famiglie, colla prosperità nelle campagne e negli affari e colla liberazione ed allontanamento di ogni disgrazia”.
Pregate, pregate molto, pregate sempre per noi.
Don V. Cimatti, sales.
Sup. Missione
1036 /Carmelitane di Lisieux / 1932-…-… /
alle Suore Carmelitane di Lisieux, dove visse S. Teresa del B. G.
Risposta ad un questionario circa il culto di S. Teresa del B. G. a Miyazaki
[1932]
La Missione indipendente di Miyazaki fu eretta dalla S. Sede nel 1928 e confidata ai Salesiani di Don Bosco. Questi giunti in Giappone nell’anno 1926 si misero subito a diffondere la devozione a S. Teresa del B. G., già conosciuta nell’Impero, grazie al lavoro dei Padri delle Missioni Estere di Parigi. I mezzi di propaganda furono: la predicazione e la distribuzione di immagini, reliquie, biografie della Santa. I nostri cristiani – ancora poco numerosi – hanno aderito volentieri al nostro desiderio e si può dire che al presente la devozione è diffusa per tutta la nostra Missione. La figura caratteristica della Santa impressiona assai i pagani.
Le principali manifestazioni di culto sono: la festa che si celebra in tutte le residenze con solennità ed entusiasmo. L’immagine della Santa è esposta in tutte le chiese e nelle case. Una di queste chiese, quella di Tano, è dedicata a Lei ed è – credo – la prima dedicata a Lei in Giappone (1928).
In ogni residenza si è costituita l’Associazione di Santa Teresa per le ragazze della scuola elementare; serve a prepararle ad entrare nella gioventù femminile di azione cattolica. La cristianità di Tano è consacrata a S. Teresa.
I frutti di questa devozione sono: la formazione alla vita cristiana, sboccio di vocazioni sacerdotali e religiose; aumento della pietà e frequenza ai Ss. Sacramenti; ritorno alla fede di anime che si erano allontanate, conversione dei pagani.
Nelle loro necessità spirituali e materiali, i missionari si rivolgono con confidenza alla Santa, certi di essere esauditi.
Noi ci proponiamo di dare ancora un maggior sviluppo a questa devozione. Saremmo molto contenti di possedere almeno per la chiesa di Tano, una reliquia insigne della Santa.
Nella nostra Missione c’è una statua in legno della Santa ed è abbastanza di valore.46
In onore di S. Teresa furono composti otto canti; le parole sono del poeta cattolico più celebre del Giappone: Miki Rofu, e la musica è del Superiore della Missione, il Maestro Cimatti.
Unisco i documenti che mostrano l’espressione del culto a Santa Teresa nella nostra missione.
Don V. Cimatti
1037 / Capuzzo Giovanni / 1932-…-…/
al chierico Giovanni Capuzzo, ex-allievo di Valsalice
[1932 ?]47
Mio buon Capuzzo
Grazie della tua, delle belle notizie che in parte conoscevo. Salutami i cari amici della S.Marco che ricordo ogni giorno nelle mie povere preghiere
Con Toschi sono in relazione epistolare –
Prego caldamente per il buon Gobbato. Deo gratias! Quando sento le belle , consolanti che voi diventerete preti e buoni preti.
Tutti gli amici della S.Marco giapponese vogliono essere ricordati.
Grazie degli auguri e delle preghiere. Ti auguro di diventare un prete come S.Giovanni sia che desideri l’Evangelista o D.Bosco. Vi riuscirai
se sarai unito a Dio
se sarai umile
se lavorerai con senso di responsabilita’.
Ti abbraccio e benedico. Tuo sempre
Aff.mo
D.V.Cimatti, salesiano
1038 / Capuzzo Giovanni / 1932-...-... /
al chierico Giovanni Capuzzo, ex-allievo di Valsalice
[1932 ?]
Caro Capuzzo
La brevita` e` d’oro. E come vedi D.Cimatti non pecca di lunghezza.
L’importante e` ti faccia santo e preghi per questo disperato di
D.V.Cimatti,salesiano
Fa tu le mie parti presso quanti conosco, specie tra i superiori.
D.V.Cimatti,salesiano
1 Fu per molti anni missionario salesiano in Brasile. Passato in diocesi, ritornò poi in Congregazione.
2 Il chierico gli aveva scritto che gli avrebbe preparato un trono...
3 Sia questa lettera come le altre che hanno l’intestazione “Missione Indipendente di Miyazaki” hanno carattere ufficiale e sono battute a macchina.
4 Manoscritto inedito.
5 Questo Ospizio fu realizzato alla fine dell’anno corrente. Da questo nacque la Congregazione indigena della Carità.
6 Qui si tratta del Piccolo Seminario o Aspirantato, poi realizzato a Miyazaki nel 1933.
7 Forse qualcuno dei suoi ex-allievi lo proponeva come membro del nuovo Consiglio Superiore da eleggersi insieme col nuovo Rettor Maggiore nel prossimo Capitolo Generale...
8 Manoscritto R. M. 252 riportato in buona parte sul B. S. Numero di Luglio 1932, insieme a R.M. 26l.
9 Scritta su un’immaginetta. Questa è la prima lettera a Don Cecchetti dopo il suo arrivo in Giappone (ce ne sono 2 precedenti). Uomo abituato a scrivere anche per minime cose, ha conservato 319 lettere, al secondo posto per numero. A volte ne scriveva anche 2 al giorno. E Don Cimatti con pazienza gli rispondeva. Gli piacevano molto le barzellette, a volte molto fredde!
10 Iniziata nella massima povertà il 9 dicembre 1931. Don Escursel ne era incaricato. Le suore vi avevano fondata una casa nel maggio 1931, e avevano bisogno di assistenza religiosa.
11 Manoscritto. La relaz. Miss. 26l ridotta, è stata riportata in B. M. mese di Luglio, fusa insieme a R. M. 252.
12 Mentre era a Tokyo per l’adunanza dei Vescovi e Capi Missione, ospite del Vescovo di Tokyo, durante la notte fu derubato di tutto, anche dei calzoni. La cosa suscitò ilarità, e tutti lo aiutarono. Il malcapitato ladro fu preso perchè mangiando i cioccolatini che Don Cimatti aveva in tasca gettò lungo la via la carta in modo da segnare la via percorsa.
13 Il 5 maggio l’Università dei Gesuiti in Tokyo fu chiusa dalla polizia per aver rifiutato uno studente cattolico di fare riverenza all’immagine dell’Imperatore. Stessa cosa alla scuola dei Marianisti. La bufera si stava avvicinando anche alla nostra missione.
14 Dal 13 al 20 maggio aveva tenuto una serie di concerti nella zona di Osaka, durante i quali il famoso Padre Candau tenne le conferenze.
15 Le lettere seguenti sono indirizzate al Rettor Maggiore da eleggersi. Fu eletto il 17 maggio, e fu lo stesso Don Ricaldone, attuale Vicario. Pensando che la posta impiegava tempo furono spedite in anticipo.
16 R. M. 287, manoscritto. Riportato quasi letteralmente in B. S. Settembre 1932.
17 L’aspirante Hosafune, morì nello stesso anno. La madre, Hosafune Taki, rimasta sola, alla fine di quest’anno accettò la direzione del nuovo Ospizio per i vecchi eretto a Miyazaki, e contribuì alla fondazione della Congregazione della Carità di cui divenne la prima Superiora Generale.
18 Don Cimatti era Visitatore, ma a quei tempi i visitatori non avevano il diritto di partecipare al Capitolo Generale, come avvenne in questo caso.
19 Il nomignolo di Don Grigoletto era Zucca Baruca. Don Cimatti dice che sarà l’ultima volta, ma di fatto lo userà ancora.
20 Manoscritto, inedito.
21 Tener presente che in giapponese non esiste la lettera “L”, e viene sostituita con la “R”, al contrario del cinese che non ha la “R” e usa solo la “L”. (Nota di Don Compri, il quale per ironia della sorte, ha l’erre moscia e si trova proprio in Giappone; ma se la cava lo stesso. Questo a consolazione di chi in futuro abbia la sorte di venire in Giappone!)
22 Dato che lo scritto fu usato sia per annunciare l’adunanza di Beppu che di Miyazaki non porta la data. Di fatto l’adunanza di Beppu fu tenuta il 13/6/32, invece il giorno 23/6/32 a Miyazaki
23 In quell’anno c’era stato il Capitolo Generale per l’elezione del Rettor Maggiore. Nel 1929 pure come Visitatore Don Cimatti era stato invitato a parteciparvi. Non questa volta.
24 Retro di immaginetta del Beato Don Bosco
25 Da un manoscritto di Mons. Cimatti conservato in Archivio: non si sa lo scopo e se fu inviato a qualcuno. Comunque presenta lo stato delle relazioni di Lui, Superiore della Missione con le Figlie di M. A. alla data indicata.
26 Don Braga si trovava in Italia per il Capitolo Generale.
27 Questa lettera e alcune delle seguenti è molto importante per capire le difficoltà sorte nelle relazioni tra don Cimatti e le Figlie di Maria Ausiliatrice agli inizi della loro attività in Giappone, e l’importanza dell’adattamento alla vita missionaria e alla cultura giapponese.
28 Riportato alla lettera dal Bollettino sales. Novembre 1932. Manca il manoscritto originale.
29 Si omette la statistica propriamente detta: la si può trovare tra gli articoli del bollettino salesiano.
30 Questa burrasca causata da parole imprudenti del catechista giapponese, fa capire la situazione della Chiesa in quei tempi di nazionalismo esasperato. Era necessaria la massima prudenza.
31 Nel retro di un’immagine.
32 R. M. 344, manoscritto,pubblicato in B. S. Febbraio 1933 fuso con un altro.
33 Con l’occupazione della Manciuria da parte del Giappone, molti giapponesi si trasferirono in quel paese.
34 Il retro del foglio è scritto in Giapponese.
35 Da notare che in quell’estate c’era stato il Capitolo Generale. Quel: “le cose stavano per andare male” non è un’allusione all’elezione a qualche carica? Aveva molti suoi ex-allievi tra i capitolari.
36 Nell’ambiente nazionalistico di quei tempi, il problema dell’inculturazione dei missionari stranieri diventava sempre più acuto. Questa lettera di Don Cimatti mostra come deve essere il missionario fuori del suo paese. Questo problema d’ora in poi sarà sempre più sentito in Giappone, fino a culminare durante la seconda guerra mondiale. Del resto non è un problema solo del Giappone, e non solo di quei tempi.
37 L’Opera in questione è quella che divenne l’“Ospizio della Carità” di Miyazaki, culla dell’Istituto Religioso femminile “Suore della carità di Miyazaki”. Si omettono quattro pagine del regolamento, ecc. di cui sopra.La donna forte necessaria per la direzione fu poi trovata nella S.ra Hosafune Taki, di Nakatsu, il cui figlio aspirante era morto dei tubercolosi.
38 Nella risposta a Don Cimatti S. E. il Deleg. Apost. (12 ottobre 1932) dice fra l’altro: “Adesso mentre la ringrazio del parere espresso, dirò francamente che di mia propria iniziativa non farò niente in proposito. Sono sempre pronto però ad appoggiare una tale eventuale proposta da parte loro…”.
39 R. M. 398, manoscritto, inedito.
40 Abbiamo lasciato questi giudizi di Don Cimatti sui singoli confratelli della missione, per far conoscere la situazione reale del personale con cui si doveva lavorare, e anche per far vedere come Don Cimatti si sforzava di interpretare in bene i difetti di carattere e lo sforzo dei singoli confratelli per coreggersi. Inoltre egli sapeva valorizzare tutti i confratelli, dirigendo e incoraggiando ciascuno come ben si vede dalle lettere loro indirizzate.
41 Don Cimatti difende Don Liviabella. In altra lettera, date le insistenze di Don Tirone, citando il suddetto canone dirà: “E qui l’Ordinario sono io!”. E con questo finisce la questione. Don Liviabella, nella sua semplicità, laboriosità e bontà, è stato uno dei missionari più stimati e amati del Giappone.
42 Don Cimatti sentiva forte questa necessità. L’apostolato missionario nelle zone di campagna, come era Miyazaki, incontrava grandi difficoltà, essendo la gente attaccata alla tradizione, ed essendo forte il controllo vicendevole. Ancora nel 2000, i cattolici della diocesi di Oita, comprendente le due provincie che erano state affidate ai Salesiani, non arrivavano a 6000. L’aumento maggiore si ha nelle grandi città, come ai tempi della Chiesa primitiva.
43 L’opera di Tokyo-Mikawajima, effettivamente fu iniziata nel gennaio 1933.
44 Tra mille difficoltà economiche, la prima parte della costruzione era già pronta per iniziare l’opera in gennaio.
45 R. M. 425: manoscritto, inedito.
46 Questa statua attualmente si trova nel Cimatti Museum di Tokyo, ricevuta in regalo da una famiglia di Tano. Quanto sopra è la brutta di relazione mandata a Lisieux. L’originale è in francese.
47 Morto nel 1977 a 70 anni. Deve essere stato ordinato prete in questi anni.