Cimatti|Circolare salesiani/ 1943-9-8

3021 / Circolare Salesiani e Missionari / 1943-9-8 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 8 settembre 1943

Carissimi confratelli,


Credo opportuno tenervi al corrente di quanto si pensa a Tokyo dalle autorità in relazione alla possibilità di provvedimenti riferenti agli stranieri. Sono ipotesi e supposizioni che sa solo il Signore se e come si verificheranno: non è male pensarci e prevedere e provvedere al possibile.1

Può essere che possiamo continuare indisturbati l’attuale lavoro, ma può anche essere che in occasione di incursioni aeree (per nostra difesa personale) si sia vigilati in modo speciale ed obbligati ad una residenza speciale, e se si è in molti essere radunati in ambiente speciale. Qualora poi avvenissero cambiamenti nelle attuali relazioni politiche col Governo non è esclusa la possibilità dell’internamento.

Il Giappone è considerato diviso, a seconda del periodo di incursioni, in varie zone. Primo grado è Tokyo, Osaka, ecc. Secondo grado Kyushu (varie zone tra cui Beppu, Oita, ecc.) et ita porro. Chi può incominci a evacuare Tokyo e a mettere al sicuro poco alla volta le cose che crede opportune.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice di Tokyo sono al lavoro per questo avendo bambini ecc. Non ho notizie di quanto realizzano quelle di Beppu che hanno una schiera non indifferente di bambini. Pensando che Miyazaki possa considerarsi zona tranquilla sono in relativa calma per le opere nostre e per l’Ospizio.

A che ci obbligheranno le Autorità e che cosa ci consiglieranno, non so dirvelo. Per ora penso che sia bene:


  1. Attenersi alle norme che eventualmente ci fossero impartite dalle autorità.

  2. Ordinare le cose nostre, in modo che se per ipotesi bisognasse sloggiare improvvisamente si abbia subito alla mano l’indispensabile.

  3. Studiare il modo di mettere al sicuro quanto preme conservare.

  4. Per chi avesse depositi alla posta, ecc. non so proprio consigliare con precisione quanto è utile in materia. Per facilitare le cose (in previsione di difficoltà di comunicazioni) dispongo che Don Bernardi regoli anche quanto dipende dal Centro salesiano (Messe, sussidi speciali, salvo Don Arri), quindi rivolgetevi senza timore a lui. Se anche questo non sarà possibile si cercherà altra via.


Speriamo non si verifichi l’internamento; in caso fosse per tutti in una nostra residenza (per quanto lo comportassero le circostanze) come centro unitivo, stabilisco il direttore di quella casa.

Continuiamo con calma e fiducia in Dio il nostro lavoro, sicuri della protezione della nostra cara Madre e di Don Bosco.

Sarò riconoscente a chi vorrà suggerire quanto crede… 2

(Manca il seguito: non trovato).




1 Da tener presente che il giorno seguente, dopo che fu scritta questa lettera, per la cosiddetta “Resa di Badoglio” gli Italiani furono ridotti a domicilio coatto nelle proprie case fino al giorno 21/10. Fu anche loro proibito di parlare ai cristiani, eccetto le parole del Messale. Per capire come si trovarono, citiamo qui una pagina del Diario di Don Cimatti.


“9/9/43. Gli avvenimenti politici in Italia (resa di Badoglio) portano che siamo internati nelle proprie case e residenze, senza poter comunicare fra noi e cogli altri e che si requisiscano i beni personali. Per noi religiosi e salesiani, più che miseria e non aver nulla di nostro non si trova. Per il religioso neppure è difficile la vita ritirata.

Dispiace non poter compiere il dovere...ma Deus scit, e le disposizioni della Provvidenza sono sempre tali che fanno poi in conclusione, del bene.

La vigilanza e sequestro e perquisizioni sono fatte con vera cortesia per cui in pratica, salvo che per i cristiani in pubblico, non si possono fare le funzioni...Per le Figlie di Maria Aus. vi è il permesso di andare.

In missione un po’ più severi...Ma il Signore sa ricavare il bene (e quanto!) anche da questo:

  1. lavoro spirituale più intenso,

  2. nella prospettiva di internamento completo o di partenza, ordinare bene tutte le cose personali e della Missione,

  3. Ente religioso salesiano con consiglieri giapponesi (tutte le proprietà sono legalmete al sicuro). Direttore della Scuola Don Bosco pure giapponese. Senza dir niente a noi, anche al Seminario di Miyazaki l’amministratore Apostolico pose Direttore giapponese. A Tokyo e in missione vi sono fortunatamente confratelli non internati e quindi molto lavoro non resta interrotto.

I nostri confratelli giapponesi si comportano da veri fratelli e lavorano.

Gli incaricati del ministero delle Finaze per la requisizione dei beni, quelli dell’autorità militare per tastare il terreno politico, le guardie che ci custodiscono hanno modo di avvicinare il missionario, il religioso....Povertà, non famiglia nostra da mantenere, serenità e pace...fanno meravigliare...si parla , si chiarisce...si fanno conoscenze, e anche questo è bene.

Gli “iin” (=specie di fabricieri), il catechista, i cristiani aiutano...Avanti dunque in patientia...Dominus dedit...Dominus abstulit...sit nomen Domini benedictum...

Non è prevedibile a quando la fine..., pur data la formazione (si dice) di un nuovo governo di Mussolini.

Il mese del Rosario ci porti quanto sarà utile e conveniente per il bene nostro e del mondo.


Nota stonata! le solite escandescenze del Rev. Amministratore Apostolico in missione. Trattati non solo umanamente, ma bene da tutte le autorità, il nostro Amm. Apost. non si fa proprio onore colle parole e con i fatti....Et inimici hominis domestici eius... Fiat voluntas Dei...

Intanto faremo il possibile e l’impossibile per salvare il salvabile...ad ogni costo.

Il mese del S.Rosario ci porterà pioggia di rose...anche se accompagnate da grandi spine ...È la storia della nosta cara Congregazione. Oh, come anche in questo D,Bosco ci è Maestro.”

2 In ottobre, dopo aver avuto notizie da Miyazaki, aggiunge nel Diario:

“La parte ecclesiastica senza dir nulla spadroneggia cambiando il Preside a Miyazaki (= Seminario), proibendo comunicazione con i cristiani...persino in spiritualibus... et publice in predica...Cose inaudite e degne di processo apostolico. Noi vedendo la buona volontà dell’autorità in aiutarci e il modo di fare di questa parte (=ecclesiastica) (che manifestò alle autorità il desiderio fossimo reclusi a lungo), che specie nelle attuali circostanze dovrebbe essere la fida consigliera, l’aiuto, il conforto...(mentre fu fatto tutto in actu reclusionis nostrae) vien fatto da pronosticare assai male. (...)

Lo svolgersi degli avvenimenti chiarirà. Ci siamo mai sentiti così uniti come ora...Oh, le disposizioni del Signore viste coll’occhio della fede come ci tornano salutari...Proibiti di comunicare siamo più forti nell’amare quelli a noi affidati... Proibiti di esteriorizzarci, possiamo attendere più alla nostra santificazione...È bello, è sublime...Bella lezione anche per noi tutti.”