3863 / Berruti Pietro / 1949-10-10 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Tokyo, 10 ottobre 1949
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Avendo già in precedenza scritto lettera all’amatis.mo Sig. Don Ricaldone per la nota questione che ho potuto finalmente chiarire colla consegna dei documenti per la nomina del successore, credo più opportuno scrivere a Lei, dopo aver ricevuto ieri la conferma ufficiale del nostro Ven.mo Rettor Maggiore.
Deo gratias, ed anche Lei mi aiuti a ringraziare degnamente il Signore di questa grazia che ritengo (come l’ho sempre ritenuto) fra le più grandi per il bene dell’Ispettoria giapponese.
Dopo due mesi di attesa è giunto il Rev. Visitatore ed è già al lavoro. Desidera dare l’annuncio alla fine della Visita, nelle riunioni dei direttori – così potrò continuare a fare l’oca fino a quella data in cui spero di capire bene quanto dovrò fare.
Ho capito chiaramente che è desiderio (quindi per me un ordine) dei Superiori che resti. Sto pregando intensamente il Signore, come ci fu sempre insegnato a Valsalice, affinché il Signore mi metta dove possa realizzare meglio la salvezza dell’anima mia e fare un po’ di bene, e con una vita di lavoro e di mortificazione e di preghiera, scontare un po’ del non poco scontabile ora delle fesserie fatte in 70 anni di vita.
Il Sig. Don Ricaldone nella sua grande carità mi ringrazia anche a nome di Don Bosco e dei Superiori. Per me non c’è di che – trasmetterò ai confratelli i ringraziamenti, perché vanno a loro.
Grazie a Dio vedo troppo chiare le deficienze, e le vedrò ancor meglio, quando sarò in altra posizione, coll’unico dispiacere di addossarle al successore e colla sola speranza che riesca a ripararle, se sono riparabili.
I Superiori desiderano sapere il mio gradimento quanto al restare o al ritorno. Mio amatissimo Sig. Don Berruti, permetta – e sarà l’ultima volta – che le riesprima i miei poveri pensieri in questa materia.
Ho sempre sperato che dietro le insistenze che in coscienza sentivo di dover fare per quanto ora si è realizzato, i Superiori mi avrebbero esaudito. Trent’anni di suppliche, sfociarono nell’esaudimento della Missione.
Una ventina di anni (perché era troppo evidente per la mia coscienza) per ottenere la grazia attuale, ed ero sicuro che il Signore (quando ha voluto Lui) mi avrebbe dato l’accipietis.
Pensavo che Maria Ausiliatrice e Don Bosco mi avrebbero esaudito nell’occasione della venuta per il Capitolo.
Lei sa che non fu concesso. Che cosa abbia sofferto Don Cimatti… Beh… Non parliamone.
Ho concluso, e glielo scrissi: in tutta questa questione il Signore mi ha fatto chiaramente vedere che i Superiori dispongono le cose come vuole Lui e non come possa pensare questo citrullo… E allora si dice al giudizio: “tu fa’ silenzio, si fa come ti dicono” e stop.
Mi hanno detto di tornare, e sono tornato in Giappone. È chiaro (nonostante gli addolcimenti nella partenza ed ora nelle caritatevoli parole del nostro amatissimo Superiore) che i Superiori desiderano che stia qui – e sto qui. Fra le righe fa capolino il pensiero di lasciarmi libero…1 Oh, no. Desidero non soffrire più quel che ho sofferto quando non ho fatto secundum dictamentum Superioris e desidero avere (lo spero) il merito dell’obbedienza.
Mi pare essere in uno stato di indifferenza che veramente non so come qualificare (se cioè è bene o male).
Dunque ripeto: per me voglio stare – per quanto lo comportino le mie forze spirituali – a quanto mi viene detto dai Superiori. Oh, per carità! Non pensino i Superiori ad adontamenti, ecc., e che trovi difficoltà in qualsiasi posizione mi trovi in Giappone.
Quello che supplico è che non mi si metta in posizione di responsabilità che potesse anche solo lontanamente contrastare o imbrogliare quello che doverosamente è da farsi per il bene dell’Ispettoria e della Missione. È troppo naturale. Non sempre riesco a farmi capire, ma per me è così lampante che non saprei davvero come dire di meglio.
E preghi per me, carissimo Don Berruti. Non avrò più troppe occasioni di disturbarla, ma sempre le sono vicino col pensiero e colla preghiera.
Ossequi a tutti i singoli Superiori e… Arrivederci in Paradiso.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti sales.
1 Questa è la sua ultima lettera a Don Berruti. Certamente il desiderio di Don Cimatti era quello di poter lavorare direttamente come missionario: per questo era venuto in Giappone. Vedremo la posizione in cui verrà a trovarsi...