Cimatti|Torquinst Adolfo / 1931-3-1

713 /Torquinst Adolfo / 1931-3-1 /


a Don Adolfo Torquinst, salesiano, benefattore



Missione Indipendente di Miyazaki


Miyazaki, 1 marzo 19311

Amatissimo Sig. Don Torquinst,

In procinto di inviarle la lettera mensile (che mi sono proposto di inviarle per tenerla al corrente delle cose nostre alla fine di ogni mese) proprio mi giunge la sua carissima datata 24/1/31.

Grazie del continuo ricordo, delle preghiere, dei preziosi consigli. Ed ora, come farò ogni mese, eccole la risposta-resoconto e anche le risposte ai suoi quesiti. Spero che questa mia la troverà in Italia, dove troverà pure altre lettere, che le daranno spiegazione di alcune cose che dalle sue lettere vedo che ancor non sono a Lei note.

Mi rifarò alla questione BEPPU. Come ebbi già a scrivere, il giorno stesso che si doveva fare il contratto, il Municipio di Beppu per telegramma e per persona ci faceva sapere che non vendeva più. Cercammo tutte le vie per fare ritornare le cose allo status quo ante (avendo noi le lettere del Municipio che ci invitava al contratto), si unirono a noi il Sig. Inoue e un buon avvocato, i giornali pure della città presero la nostra parte, ma non fu assolutamente possibile far retrocedere il Municipio dalla presa deliberazione di costruire in quel luogo i bagni pubblici, richiesti – si disse – da una commissione di cittadini.

Certo ci devono essere state sotto le mene di nemici del cattolicesimo. Proprio alcuni giorni fa si riunirono a Beppu i bonzi della città e all’ordine del giorno vi era il tema “LA MISSIONE CATTOLICA CERCA DI LAVORARE”. Lei ricorda che proprio accollata alla polizia vi era la casa del bonzo e una nuova bonzeria.

Comunque, per quanto si sia fatto non si è potuto, anche offrendo l’intera somma (che nella sua carità Lei ci aveva mandato) riuscire ad ottenere che il Municipio ritrattasse la presa decisione. Il Municipio, vista la gaffe commessa, si mise a nostra disposizione per trovare altri terreni, e sa il Signore quanto si è girato e quanto si è fatto per cercare un terreno che avesse le condizioni di lavoro utile, e non troppo distante dalla casa delle Suore.

Si impiegarono dei mesi senza concludere, e finalmente se ne trovò uno che per la posizione è magnifico – ha pure la fonte di acqua calda, non ha però costruzione alcuna, pur vendendo[?] allo stesso prezzo di quel di prima con l’aggiunta per quello che le starò per dire.

Ora il terreno è comprato, ma non interamente pagato (rimangono Yen 12.000 pagabili in sei anni coll’interesse dell’8,50%) e rimane da fare la costruzione, parte della quale sarà fatta col legname della casa delle Suore – e il resto sarà fatto dalla Provvidenza. Non è improbabile – se la Provvidenza non mi lascia mancare i mezzi – che per Maggio si possa inaugurare la Missione stabile a Beppu almeno con chiesa provvisoria, e nell’annata finire anche la chiesa un po’ bella; ma come vede, amato Don Torquinst, il bel progetto vagheggiato e che sarebbe già concretizzato, se si fosse potuto avere il locale della polizia, è purtroppo tramontato, e si è dovuto ricorrere ai ripieghi.

Per quali disposizioni la Provvidenza abbia così disposto, non possiamo ancora capire; certo che un perché ci sarà e… fiat voluntas Dei!

Le suore vorrebbero al più presto entrare nella nuova casa. I falegnami stanno smontando la parte da Lei indicata, che servirebbe per Beppu e per i Coreani. Si dovette – per economia di trasporto – scartare d’accordo coi falegnami, l’idea di servirsi di quel materiale per la costruzione di Tano. Sarebbe stata una spesa fortissima in tutti i sensi e superiore alla costruzione ex novo.

Per i Coreani già si è adocchiato il terreno, ma avendo tanta carne al fuoco, giudicai più opportuno ritardare fino a che la questione Beppu e Oita non sia bene incamminata e quasi definita.

Le suore vorrebbero entrare per l’anniversario della Mazzarello, che se non erro è in Maggio. Certo le spese di riattamento, acqua, luce, mobilie saranno abbastanza forti.

Quindi per il materiale della chiesa che Lei con tanta bontà è disposta a provvedere, o soprassedere o, se può mandare, mi pare che si possa contare per la futura chiesa uno spazio di metri 12 x m. 8, e quindi Lei comprende le proporzioni degli oggetti.

I catecumeni a Beppu per ora non sono numerosi – una mezza dozzina, ma certo resa possibile in posto la presenza del missionario, aumenteranno. Continua a Beppu per ora il lavoro di quella signora che Lei ha battezzato; in unione al lavoro del catechista e della catechista di Oita.

Ed ecco il problema che forse le recherà più meraviglia e che come le ho scritto le darà ragione del motivo per cui, pur Lei avendoci dato la somma per il pagamento del terreno della polizia, Don Cimatti non ha usato subito tutto per il pagamento del nuovo terreno.

Visto che le cose andavano per le lunghe, e come le scrissi in lunga lettera, non potendo in coscienza lasciare insoluto il problema dell’educazione femminile a Miyazaki, né davanti alla Santa Sede, né davanti alla Congregazione, né all’aumentare delle vocazioni (attualmente nel bugigattolo delle Suore vivono sedici persone) e specialmente per il bene dei confratelli, pensando inoltre che nel prossimo anno avremo i chierici per le case, pensai che avendo avuto il lasso di 6 anni per il pagamento di Beppu, il nostro buon Don Torquinst, che non potevo interrogare, ma che informai per lettera, mi avrebbe permesso di usare parte di quella somma per iniziare l’Opera che a giorni si inizierà in bel terreno (Yen 10 lo tsubo e forse con casa adibibile – oltre 5 tan, per Yen 15.000, pagabili nell’annata cogli interessi – me ne rimangono ora Yen 10.000 pagabili per il giorno di Natale) e che darà modo di dare grande sviluppo a quest’opera che tanto sta a cuore della missione e che procurerà – ne sono certo – dei buoni frutti.

Se ho sbagliato mi dia qualsiasi penitenza, ma come le dico, in coscienza non potevo lasciare di iniziare quest’opera che mi parve la Provvidenza coll’aver disposto un po’ di soldi, mi autorizzava a servirmene. Certo che Don Cimatti, fondato unicamente sulla Provvidenza, non lederà per nulla i diritti di Beppu, e quanto la carità di Don Torquinst ha stabilito per Beppu sarà interamente versato fino all’ultimo sen, ma avevo bisogno di ripeterle ancora una volta quello che forse non le era ancora noto chiaramente, pur essendole stato comunicato dal sottoscritto e da Don Margiaria.

Similmente per Miyazaki non è ancora risolta la questione della pratica utilizzazione degli Yen mille lasciati dalla sua carità per i cristiani, e Don Antonio ha finito per consegnarli a me in attesa che le idee dei cristiani si concretizzino. Tutti desideravano averne una porzione, e terreni in vicinanza di Miyazaki che si possano acquistare con Yen 1000 non si trovano in proporzione da servire almeno ad una famiglia e lontano nessuno vuole andare. Anche questi saranno interamente versati a Miyazaki non appena sarà ben definita la questione, e intanto possono servire per le cose urgenti. La prego di vedere in questo una disposizione di Don Cimatti per il bene generale delle cose.

Eccole ripetuto nella sua totalità il come furono utilizzati i soldi dati per Beppu (Polizia). Rimane il problema casa suore che non so ancora come risolverò. Inizialmente le suore, che rimangono a Miyazaki, potranno continuare ad abitare la casa attuale (la superiora non si è sentita assolutamente di comprare la casa date le condizioni davvero poco solide della medesima) e pensa di usufruire gli Yen 4.000 per il riattamento di Beppu. In principio potranno abitare nell’asilo, fino a che non sia costruito nel locale del medesimo un’abitazione a parte per loro. Il falegname mi ha fatto il progetto dell’asilo moderno che salirà a Yen 6.000 e più. Come farò a pagare non so: ad ogni modo ho la convinzione netta che la cosa deve farsi, e che quindi il Signore mi manderà i mezzi, che, come prima ho domandato al nostro massimo benefattore Don Torquinst, così ora domando nelle forme che crede opportune, con rinnovata insistenza.

Chiarita questa prima questione le altre sono assai semplici. La questione di Oita è ormai a buon punto. Se il Signore mi manda Yen 5.000 posso nel prossimo aprile aprire il nostro modesto laboratorio tipografico con una mezza dozzina di allievi. Don Margiaria inviò progetti e particolari. Il capo e vice-capo fu trovato. Sono due buoni cristiani di Tokyo, che ben volentieri sono disposti a venirci in aiuto.

Due professori di Oita ci aiutano per le materie secondarie. Credo che le cose procederanno bene e l’Ammir. Yamamoto assicura che le Autorità scolastiche saranno contente. Si è dovuto scartare la proposta di rilevare il materiale del tipografo di Oita, perché fatto esaminare da persona competente fu trovato vecchio e disadatto. Inoltre domandava un prezzo rilevante di oltre Yen 5.000, mentre con tale cifra si può dotare ex novo tutto il necessario per una tipografia.

Compro le macchine a Osaka e i caratteri a Tokyo. Lei mi dirà: “E i soldi occorrenti dove sono?”. È quello che mi domando io pure, ma sono talmente sicuro che è volontà di Dio che l’impulso fortissimo dato dal nostro Don Torquinst, per la gloria di Dio, non si deve arrestare, che vado avanti fiducioso che il Signore farà dei miracoli, se saranno necessari, per venirci in aiuto, e confido che il nostro Sig. Don Torquinst, come manterrà fede agli impegni assunti, così, se potrà, verrà a sollevarci dai gravi pesi che gravano sulla missione che non vive che della Provvidenza, non avendo risorse proprie per il momento. Ho fatto richieste speciali anche a Propaganda Fide, e batto la grancassa un po’ dappertutto. Aiutati che il Signore ti aiuterà.

Per Miyazaki e Tano si domandano Statue di Maria A. (1 metro di altezza). Per Tano come già le scrissi è pronto il dipinto della STELLA MARIS che sarà presto inaugurato insieme alla sala riunioni e alla casetta per il missionario, e di cui invierò foto.

Lei per Tano (quadro e annessi) mi aveva elargito la carità degli Yen 500. Non essendo assolutamente possibile fare il trasporto della porzione di casa di Beppu – credetti opportuno che i soldi che si sarebbero spesi per il trasporto e per la ricostruzione, andassero per la nuova costruzione; mi è così venuto fuori una spesa di Yen 800 che spero poco a poco di ammortizzare. I cristiani comprano il terreno per il cimitero, e così Tano si può dire a posto per poter esplicare un lavoro attivo. Ho in prova un nuovo catechista, che mi vengo formando (essendomi presa la cura di Tano che per i confratelli era davvero troppo gravosa, data l’assoluta mancanza di quel pochissimo di cui può avere bisogno il missionario) e così grazie alla sua carità, caro Don Torquinst, anche Tano è a posto.

Sto cercando una casa di fitto in paese, e così il catechista che è occupato specialmente alla domenica, negli altri giorni potrà fare qualche cosa per la buona propaganda.

Prima che mi dimentichi per gli oggetti di culto, unisca sempre atto di donazione alla chiesa X e così evitiamo le spese di dogana.

Ed ora alle altre questioni.


TAKANABE: il totale della spesa pel riattamento fu di Yen 600 (cui aggiunsi un 100 yen per cominciare la dotazione del gabinetto di storia natur.), ringraziando il Signore il lavoro va organizzandosi. Ben frequentato l’Oratorio e quotidianamente e alla domenica specialmente. A Natale vi furono due battesimi (due giovanotti) che hanno iniziato nel loro villaggio di Uwae un buon movimento tale che ci ha obbligato ad affittare una casa per andare tre volte alla settimana per tenere conversazioni, insegnamento di religione ed è probabile che saremo obbligati ad aprire l’oratorio quotidiano date le buone disposizioni della popolazione. Si spera a Pasqua di avere 4 o 5 nuovi Battesimi, e quello che è consolante, di giovanotti. “Venite nel nostro paese e vi condurremo una decina di compagni subito!”, ci hanno detto i cari giovani di Uwae.

Domani sera colla truppa dei chierici andiamo a cantare e fare discorsi al paese per iniziare la nuova casa di fitto (Yen 3 al mese). Ci aiuti il Signore.

Tra quelli che prenderanno il Battesimo a Pasqua, vi è un giovane che mi dà modo di parlare del terreno della montagna di Takanabe, e forse di avvicinarci alla realizzazione della sua proposta. Più ci penso e più il terreno non sembra adatto. Mi si presenta un bravo giovanotto, che ha compiuto i suoi studi di agricoltura. È cristiano, ma ha tutta la famiglia pagana. Per dissesti finanziari è caduto nella più squallida miseria da condizioni agiatissime. Mi prega di concedergli per poter vivere di lavorare il terreno della montagna. Si sono fatti i patti, ed ora è là con il fratello che amorosamente viene istruendo e preparando al battesimo, mentre la mamma e il resto della famiglia è ricoverata nella casa del catechista a Kawaminami, e speriamo che presto anche essa cominci lo studio della religione.

Chissà che come si augura Lei fra questi bravi giovanotti il Signore non susciti qualche vocazione e qualche buon catechista. Per ora alcuni devono finire gli studi e speriamo che cominceranno a svolgere il loro apostolato per i loro genitori, come qualcuno fa già.

Certo che se il giapponese riesce a capire e ad investirsi del dovere religioso, lavora da apostolo e sa difendere la propria fede. Recentemente un fatto magnifico si è avuto a Miyazaki, di una ragazza che per fuggire dai genitori pagani che già le avevano trovato un onorevole partito di matrimonio, benché catecumena fuggì presso le suore e non volle tornare a casa finché non ebbe assicurazione scritta che non avrebbe fatto il matrimonio e che avrebbe potuto studiare ed abbracciare la religione cattolica. Ed ora sta fortemente resistendo alle tentazioni del fratello che si laurea quest’anno da medico all’Università di Tokyo. Già la sorella minore studia, e i parenti, che già hanno capito la forza della religione cattolica, guardano con simpatia alla medesima. La famiglia è abbastanza distinta e nota a Miyazaki.

Tornando al concetto di colonizzazione, certo che se si potesse avere un modesto capitale, si possono trovare dei terreni da dissodare a bizzeffe. Bisogna calcolare che il minimo per famiglia è un ettaro – se due però è meglio. In terreni da dissodare si può valutare il prezzo in 25-30 yen allo tsubo. A Tano terreni già lavorati si possono trovare a 7-8 allo tsubo. Il Governo concede premi e aiuti per la costruzione delle case. Il giorno che si facesse un po’ di colonizzazione certo si rende necessario un nuovo centro di azione, perché se si vogliono trovare questi terreni bisogna andare in zone dove ancora non si è penetrati. Sarà maturo il problema? Per me l’ho vagheggiato subito che venni in Giappone; ma non l’ho mai potuto realizzare per mancanza di mezzi, pur essendomi rivolto anche ad autorità in materia, e vedendolo chiarissimo. Ai superiori era stato offerto da Mons. Roy di Kagoshima la colonizzazione di gran parte di un’isola che avevo visitato. Ma non avevamo la possibilità del personale e si disse che per ora non era possibile. Se Lei mi sapesse dire qualche cosa al riguardo…


MORIE. Troverà certo dati e carta dei terreni a Torino dove ho mandato tutto l’incartamento. Là pure il movimento si accenna magnifico. Lo dimostra la sala sempre piena per oltre quattro ore e specialmente di adulti che desiderano sentire parlare di religione. A Natale si ebbero tre battesimi e una mezza dozzina di catecumeni stanno studiando attivamente. Si sta pure facendo pratica per il cimitero cattolico, a cui i Giapponesi tengono tanto, per il vivo culto dei morti che è sentito in tutti, pagani e cristiani.


Centri in cui si è iniziato il movimento


NOBEOKA: è a Nord della Provincia di Miyazaki (30.000 abitanti) con grande fabbrica di seta artificiale e un’altra di concimi chimici. Anticamente i Gesuiti vi avevano delle fondazioni.


MIYAKONOJO: a sud della missione (50.000 abitanti). Emporio commerciale, rivale accanita di Miyazaki. I frequentanti la casa affittata sono per ora una dozzina di volenterosi, e ben disposti a ricevere il battesimo sono tre, fra cui un amabilissimo giovanotto, figlio del professore di fisica della scuola media.


KOBAYASHI. È alla parte ovest della missione (10.000 abitanti). Sono una quindicina di costanti. L’ultima volta che li ho visitati hanno assistito tutti alla Messa pur essendo giorno feriale: hanno lavorato pel buon esito della conferenza, e pur non essendo nettamente dichiarati, studiano. Mi diceva uno di loro (un signore già padre di famiglia): “Capisco la grande importanza del battesimo, e non bisogna fare le cose alla leggera!” –. Per maggior chiarezza le unisco una carta geografica.


NAKATSU. Come le avevo già scritto, il lavoro è riuscito magnificamente secondo le indicazioni da Lei date. Naturalmente il preventivo è salito a Yen 2300 e quindi mi trovo a cercare Yen 800: la Provvidenza dovrà pur mandarli! Spero che entreranno una decina di nuovi. Tano: due; Miyazaki: 4. Un’altra mezza dozzina sono in vista. In ogni residenza c’è qualche catechista in formazione.

Per il bravo HASHIMOTO è ancor in famiglia: credo si risolverà a farsi fare l’operazione. Grazie delle indicazioni sui deboli di salute. Procureremo di fare, ma Lei sa, amato Don Torquinst, che vi è sempre il problema che assilla in questo momento anche Lei. Ad ogni modo spererei che nel prossimo aprile tra primo e secondo corso possiamo contare da l6 a 20 allievi. Lei sa che ci sono tante aleatorie, ma il Signore sa pure i nostri bisogni e non ci lascerà mancare questi che sono i più bei regali.


USUKI: al solito. Non ho segnalazioni di un movimento speciale.

MORIE: il catechista di Morie ha ricevuto il magnifico dono che tanto bene produce. Ne ho ordinato copia – avevo indirizzato la lettera al nostro caro Don Noguier che ho poi saputo che era morto. Non so che sarà della mia ordinazione…

NUOVO PERSONALE. Vi è il Sig. Don Carò, francese, entusiasta del Giappone e che già aiuta Don Piacenza nell’oratorio con la musica, e speriamo possa riuscire di vero aiuto alla missione. Vennero tre chierici (Bechis – Arri – Dal Fior), due del secondo anno e uno del primo. Due non poterono avere il passaporto (erano della romana). Venne meno un coadiutore.

TOKYO. So da S.E. il Delegato (sa che ora è cambiato – lo sostituisce Mons. Mooney che era in India) che la pratica dell’Arciv. di Tokyo è presso i Superiori a Torino. Don Cimatti non sa nulla, salvo quello che seppe da Lei. Mi dicono che sul Bollettino delle Missioni Estere di Parigi c’era la notizia che i Salesiani presto sarebbero andati a Tokyo. Certo che al più presto bisogna anche per i motivi da Lei accennati. I Giapponesi ci tengono assai che si apprezzi il valore degli studi fatti alla capitale. Attendo ordini dai Superiori. Può essere che l’andata a Tokyo faciliti assai la possibilità dello studentato Teologico con poca spesa; lo studentato del Seminario funziona bene ed è riconosciuto dal Governo.

Per OSAKA vedremo come riesce la prova di Oita. Sarà un buon esperimento, pur in piccolo, per il futuro e per preparare buoni soggetti.

I S.V.D. [Servi Verbo Divino] sono nella prefettura apostolica di Nagoya (5 milioni di pagani e 447 cristiani). Per ora hanno un ospedale e credo che la nuova opera sia una scuola femminile. Dicono che è una fondazione sontuosa.


A Natale i battesimi raggiunsero la bella cifra di 20 (mi pare finora mai raggiunta), e a Pasqua si prevede di averne un numero discreto: se mi riesce a condurre a termine quelli che si hanno tra mano, speriamo in una 15. Certo che molti cominciano e poi si perdono per via… Ah, il difetto più grave di questi cari Giapponesi è purtroppo l’incostanza.

Spero che tra i nuovi seminaristi ci sia pure da Oita il buon suo Adolfo che insiste per studiare da prete.

Ed ora mi pare di aver risposto a tutto. Vorrei avere adeguate espressioni per sostituire degnamente tutti e singoli che vogliono essere ricordati individualmente e che nell’approssimarsi delle feste pasquali vogliono esserle più che mai vicini per dirle il grande riconoscente affetto, la quotidiana preghiera e l’assicurazione che i benefici ricevuti, che hanno portato tra noi questa fiorita di lavoro, non sono dimenticati e che per l’amatissimo Don Adolfo si offrono a Dio preghiere e sacrifici. Voglia pregare per noi, voglia parlare di noi ai Superiori, a Roma e nel limite del possibile ci aiuti nelle forme in cui crede, col consiglio, ecc. Lei sa quanto Don Cimatti ne abbisogna; e se vi furono sbagli li attribuisca tutti e solo alla mia insufficienza, mi compatisca, mi perdoni, e mi aiuti. Nuovamente augurandole ogni bene mi dico tutto suo,

Dev.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



1Da un dattiloscritto opera diretta di Don Cimatti conservato presso UCSS classif. S. 26l – Cimatti.