4709 / Grigoletto Giuseppe / 1957-2-14 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Chofu, 14 febbraio 1957
Carissimo D. Giuseppe,
Devo rispondere a tre tue lettere che si sono susseguite.
Ad 1°: Sì D. Chesa… e sarà perfetto in Paradiso, come D. Giuseppe, Cim… [Kesa – s duro = mattino, stola (dei bonzi), può attribuirsi a D. Chesani, un pugno a Lui e al Drago e ad altri – se ci sono – della vecchia cricca].
Scrivo alla Duchessa Emanuela. Id. al Sig. Umberto, id. all’Anderset. Faccio le tue commissioni a D. Barbaro.
Cercherò se posso trovare memorie sulla polvere radioattiva e smaltimento di inquinazioni radioattive.
Mi dici che mi dai delle noie: ma neppur per sogno, anzi… vorrei che me [ne] dessi di più… non sarebbe che un magrissimo ricambio del tanto che hai fatto per noi.
Per le Messe perpetue… Olim (quando ero al potere) ne avevo iniziato la fondazione, mi pare ne fui dissuaso dai Superiori. Al momento non ce ne sono. Certo che gli avvenimenti passati fanno propendere per il no (certo per la missione no, dovendola in un prossimo avvenire dare al Clero indigeno). Sarebbe più facile per l’Opera salesiana, ma è questione che bisognerebbe tenere il capitale in banca. Ne parlerò coll’Ispettore (ora in giro per la visita).
Non capisco niente né per il tricolore (sono discretamente pelato e non porto il cappello se non nelle funzioni di chiesa), né della manovella. Qui nessuno capisce il significato…
Per me al solito: allegro, al lavoro (possibile) e in preparazione attiva all’esame finale. Preghiamo ad invicem. Saluta omnes et singulos.
Ti abbraccia e benedice il tuo riconoscente
Don Vincenzo Cimatti, sales.