231 giordano |
231 / Giordano Antonio / 1927-1-6 /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
1 Miyazaki, 6 gennaio 1927 |
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Ch. Giordano. Mio sempre caro figliuolo,
Dirti che aspettavo, che desideravo dalla tua nuova residenza la tua è un po’ poco… tu mi comprendi. Torno ora dalla chiesa: è l’Epifania. Oh, Gesù si manifesti alle nostre anime. Sei nel mio pensiero, nel cuore, nella preghiera, ogni giorno e più volte al giorno.
Non ti nascondo che in certi momenti provo in me certe cose incomprensibili che mi fanno pensare di te, così improvvisamente…
Come vedi siamo per la bontà di Dio più vicini di quello che pensiamo. Grazie delle notizie. Se vuoi, credo che a Borgomanero coll’ottimo Direttore e con il bravo Taricco (gli ho detto che dovete amarvi fraternamente e che ti aiuti colla parola e cogli esempi e tu fa’ altrettanto per lui) e cogli altri superiori che conosco tutti, potrai davvero passar bene quest’anno. Quanto all’anima tua:
Il passato è passato… se senti ancora le stoccate è per la nostra superbia… è tutto lì, sai, la morale della favola.
Certo, devi venire in Giappone, ma ti dico subito che bisogna essere corazzato in quello che è il tuo debole, il cuore, se no, qua in questo pattume pagano uno finisce col perdersi. Quindi animo, fede in Maria… e niente paura.
Che cosa faccio? Studio, faccio musica, predico col foglio in mano, se no… mangio, rido (in Giappone bisogna anche coll’anima in tempesta ridere sempre), faccio la lotta coi marmocchietti (ci vorresti tu e Bovio), prego… (siete in tanti che mi tenete legato il cuore), dormo. Non è una bella vita? Spero presto iniziarne un’altra. Le escursioni… voglio girar tutto… un bel giorno se senti che sono rotolato in un burrone o in un vulcano, non meravigliarti.
Poi? Poi vedremo. Godo che tu pure abbia da lavorare: tu sai che questo e la pietà saranno la salute.
Optime per la festa dell’Immacolata. Qui l’abbiamo passata nell’intimità (perché non è festa di precetto) ed è per quello che il Giappone non si converte (ne hanno solo 4 obbligatorie di quelle che non cadono in domenica). Puoi pensare se in quel giorno D. Cimatti non era a Valsalice e coi suoi antichi amici e figliuoli!
Quanto al resto optime la preghiera durante la pulizia dei ragazzi. Quanto alla presenza di Dio non è difficile se fai così: prefiggiti un’azione e fissati un numero X di giaculatorie da dirsi in quella azione e insisti una settimana, un mese, un anno in questo esercizio finché non sia reso abituale. Così per l’esame:
fallo dopo ogni azione,
o in varie riprese durante la giornata.
Vedi dunque che non c’è nulla di insuperabile: accontentati del poco, e riuscirai nel molto.
Mi dici: “Sono sempre quello di prima”. Domando: “C’è la buona volontà? il desiderio del miglioramento? Sì?”. Va’ avanti tranquillo.
Tu, Antonio mio, devi cominciare ad accontentarti ad esempio di dire in una azione X una giaculatoria e ciò per un mese, per un anno, se è necessario… Questa è la tua santità, per la presenza di Dio, oltre, si comprende, all’esatta osservanza delle regole e dei santi voti.
Abbi confidenza col tuo Direttore: fa’ regolarmente il tuo rendiconto, fa’ regolarmente la tua confessione, e avanti senza paura.
I tuoi auguri natalizi a tempo, quindi intendo che a tempo opportuno invii quelli di Pasqua. Spero avrai ricevuto i miei poveri auguri per S. Antonio, puoi pensare se ti ho ricordato.
Quanto alla tua proroga, la via da fare: quanto ti dirà il tuo Ispettore è la migliore.
Antonio mio, buon anno nella grazia del Signore, che non ti manca e nella corrispondenza alla sua grazia. Oggi ricordiamo i Ss. Magi: certo essi hanno corrisposto alla grazia di Dio, ed Egli li ha benedetti in omnibus. Così sarà di noi.
Dunque ripeto: animo, allegro, laborioso, confidente nei tuoi superiori, diffidente di te. Ti benedico con tutto il cuore e abbracciandoti nel Signore mi dico tuo aff.mo:
don Vincenzo Cimatti