4343 / Grigoletto Giuseppe / 1954-9-8 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
Tokyo, 8 settembre 1954
Nativitas est hodie!
Carissimo D. Giuseppe,
Mi torna dolorossima la notizia che mi dai relativamente alle tue cose, tanto più che in origine può essere stato causa questo povero uomo scaduto e fallito.
Per me ti proporrei:
1) non scrivermi più;
2) scriverò directe, arrepta occasione, ai benefattori, se credi utile mantenere la relazione;
3) come già eravamo d’accordo, non essendo più in carica di responsabilità generale né per la Missione, né per la nostra Società, non ti darò commissioni. Tutto questo sarà doloroso per me e per te, ma non trovo altra via. Mi viene in mente quasi di far entrare il tuo Direttore come cooperatore Missionario inviando a Lui quanto invio a tanti per questa occasione del giubileo o per propaganda missionaria presso i giovani;
4) pregherò più intensamente per te, e tu in ricambio, prega assai per il tuo direttore, ed attienti mordicus a quanto ti dicono i Superiori, anche che non capisca o che non sii del parere: è una bella occasione per farti sempre migliore. Penso che facendo quanto ti ho detto, il Signore è contento.
Mi parli dei bassorilievi del Rungaldier. Ti prego di dirmi chiaro a che titolo sono. Se sono da pagare, quanto? Invierò directe a Lui la somma. Dimmi senza timore. In lettera seguente mi dici per queste: “Lei pensi a suo giudizio”. Il mio povero giudizio è la domanda ut supra.
Scrivo ai Rella e al Sig. Ennio.
Per la casa, come faccio a venire? Per quanto dipende da me, non canterò certo più “Bella Italia, amate sponde, pur vi torno a riveder!”. C’è da prepararsi intensamente all’esame finale, che può essere più vicino di quanto pensino gli uomini… altroché tornare. Poi… jam judicatus fui ab hominibus.
Scrivo pure al buon Osvaldo, che mi inviava di questi giorni saluti, con Candotti, cui anche scriverò. Ricevuto l’articolo e le foto interessantissime, non so come utilizzarle per il bene, per ora ringrazia i donatori, poi si vedrà. Passo commissione a D. Colussi.
E per oggi basta. W Maria e ci aiuti questa buona mamma a metter giudizio: tu perché zuca baruca ed io perché oca. Non so se ti ho detto che una zona di Tokyo (fra le tante) si chiama “Oca-cimaci” (tti). In giapponese ha certo altro significato, ma così come suona, fa proprio per me = oca; più di così non posso essere; cimatti (tti = ci in giapp.) lo sono. Dunque… mi piace tanto così come suona in italiano.
Auguri a D. Angelinì… e a tutti i noti di Tolmezzo.
Ti abbraccia e benedice il
tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.