2339 / Ricaldone Pietro / 1940-2-3 /
Miyazaki, 3 febbraio 1940
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Almeno in stile telegrafico notizie nostre e mie.
Mio rendiconto. Anche per questo mese nulla di speciale né materialmente, né spiritualmente. Più sentito e forte il desiderio di santificazione e uniformità alla volontà di Dio. Mi aiuti colle sue preghiere. Vorrei efficacemente: ma non sempre le ali permettono di volare.
Chiudo e apro l’anno con consolazioni e dolori (come già le scrissi in precedenza). Ho rinviato il ch. Cella per non lasciarlo senza voti, gli ho fatto rinnovare i voti ad annum, per dar modo ai Superiori di vedere se valga la spesa di assaggiare la sua volontà – ma temo, che si concluderà poco, perché troppo tardi per la sua taciturnità giunge la medicina e d’altra parte mi pare che anche fino all’ultimo non mi diede grande affidamento. Mah! Fiat voluntas Dei.
Anche il coad. Yamamoto, compiuto il suo triennio, non si sente di rinnovare i voti, e anche come Lei suggerisce, di rinviarlo con buona grazia e da buoni amici, così ho fatto. Essendo il primo caso, non so se ci sia nulla di speciale da fare, canonicamente parlando (salvo il prescritto dalla regola) – nel caso mi faccia dire.
Penso sia anche questa una grazia, date le condizioni dell’individuo: che però ha mantenuto usque in finem la sua promessa temporanea.
Il Signore ci ha benedetto in altro. Cinque novizi giapponesi (4 chierici e 1 coadiutore) hanno iniziato il noviziato il 30 c. m., secondo le nuove prescrizioni. Avevo scritto ai Superiori per il Maestro dei Novizi, ma questa ed altre pratiche o non giunsero o per la malattia del Sig. Don Berruti, rimasero arenate.
Comunque alla partenza del Sig. Don Tanguy i Superiori scelsero Don Bovio e fece quanto poté per condurre a termine i novizi d’allora (italiani). Ora sono giapponesi e ci vuole naturalmente chi possa parlare – pensai: “Canonicamente Don Bovio è scelto – i Superiori non rispondono – bisogna incominciare. Lui non può parlare e assumersi decorosamente l’incarico – gli do come socio Don Felici, che mi pare abbia i numeri, in attesa che i Superiori convalidino questi o altri”. L’assistente dei novizi è un ottimo confratello giapponese che potrà dare un ottimo aiuto e così per ora si è incominciato colla massima regolarità, secondo le belle norme da Lei inviate, vero “Vademecum” e che davvero fa tranquillizzare le anime dei maestri.
D’altra parte non sapevo come fare – e se così non va, i Superiori avranno una nuova prova della mia… Ad ogni modo prego, se necessaria una sanatoria affinché non ne vada di mezzo chi non ne ha colpa. Forse per vicende guerresche i Superiori non hanno ricevuto…
Inoltre il Governo ha dato l’approvazione alla Scuola Professionale (sezione stampa, sarti e falegnami): non abbiamo ancora i decreti in mano, ma ha autorizzato a fare la réclame, e così fu fatto.
Il giorno pure di Don Bosco ho benedetto la nuova biblioteca dello Studentato filosofico e teologico che tentiamo di ordinare secondo i criteri da Lei indicati: penso siano rari gli studentati così ben forniti di patristica e S. Scrittura… e di altro: mi è costato anni di lavoro per raccogliere… e pian piano la perfezioneremo. Ah, potessi essere a Tokyo fra quei cari studenti!… Ma il Signore ha disposto che i Superiori “oculos habent et non vident epistolas meas super hoc argumentum… aures habent et non audiunt…” e così sia.
Per i confratelli, come sa ne ho due sotto le armi – si cerca attuare per essi e per i miei 5 seminaristi soldati quanto suggerisce caritatevolmente nell’ultimo numero degli Atti.
Come pure assicuro che tutti preghiamo per i nostri cari confratelli di Polonia, tanto più che due confratelli polacchi sono fra noi ed è più facile il richiamo.
Le cose nostre? Difficoltà della vita materiale, che per le condizioni del momento si fanno sempre più gravemente sentire. Come Lei mi disse in Italia, crede che mi possa mettere d’accordo col caro Don Rossi per eventuale andata di qualcuno di noi (Don Margiaria è già pratico) per un po’ di elemosina?
Siccome sono cose che vanno preparate alla lunga qualora Lei potesse o meglio credesse opportuno autorizzarmi…
Nelle forme poi possibili ai Superiori anche aiuti minimi sono per me una vera carità: scrissi anche al Sig. Don Giraudi in proposito.
Il 16 Marzo, Deo adjuvante, avremo cinque nuovi sacerdoti. Oh, preghi per loro: alcuni di loro sono veri miracoli della grazia, cui hanno saputo e voluto generosamente corrispondere.
Scrivo per il Bollettino Salesiano della nuova Opera musicale “Grazia Hosokawa” ed anche di una nostra interpretazione del sogno di Don Bosco sulle missioni in relazione al Giappone… Chissà che Lei non rida dell’una e dell’altra cosa, ed il riso fa buon sangue.
Ed ora una grande benedizione per me e per i miei.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti
P.S. - Una nuova spina. Forse sarò costretto a rinviare un altro chierico, che mi manifesta ancora motivi del genere, ma forse più gravi. Deus me adjuvet.