2292 / Ricaldone Pietro / 1939-6-8 /
8 giugno 1939
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Permetta che nella bella occasione del suo Onomastico la famiglia salesiana del Giappone, come la più lontana, le sia la più vicina nell’affetto riconoscente, nella preghiera e nell’omaggio devoto di filiale e deferente ossequio.
Grazie di quanto fa per noi, continui ad aiutarmi fortemente, se no sono perso.
Non abbiamo doni da offrire, altro che il cuore e buona volontà: ci aiuti a farci santi.
Don Cimatti le invia il prescritto rendiconto con osservazioni, affinché possa capire in che condizioni ci troviamo. Preghi per me e mi benedica in modo speciale.
Suo aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
Rendiconto generale Giugno 1938 – Giugno 1939
Dell’Ispettoria giapponese
al RETTOR MAGGIORE
OSSERVAZIONI GENERALI
a) La mancanza dell’Ispettore non rende possibile la vigile cura al personale in formazione… lo sviluppo delle opere della Congregazione, quello della stampa e cooperazione salesiana e quello delle vocazioni salesiane.
b) Urge un po’ di personale (ma buono) per organizzare lo Studentato filosofico, che dal punto di vista scolastico è a terra, e più lo studentato teologico. Gli studi al Gran Seminario di Tokyo non sono studi salesiani: pur avendo vantaggi dal punto di vista missionario (prestigio, lingua, conoscenze).
c) Urge un buon Maestro di noviziato. La difficoltà è anche questa: per quanto i giapponesi possano imparare l’italiano è difficile che l’imparino in modo da seguire le conferenze in italiano.
d) Se si vuole lo sviluppo delle opere salesiane in Giappone occorre il personale ben preparato: non potremo fare a meno del personale giapponese finché non avremo un personale tutto giapponese salesiano, che bisogna dire, nelle loro arti sanno bene il fatto loro. Se il confratello, almeno col prestigio dell’arte non sa tenersi su, ne perde in tutti i sensi di fronte ai giovani e ai parenti, e più (purtroppo) nella sua vocazione, perché si scoraggia. Ah, l’essere straniero, che débâcle in questo Paese che è all’inizio dell’evangelizzazione! Ed occorrono mezzi, se si vuol concludere qualche cosa, dato quanto essi hanno, si può dire, ormai in ogni campo.
e) Bisogna che i Superiori vengano in aiuto per mantenere il personale salesiano: ma pensino alle angosce del povero Ispettore e del Direttore di Tokyo per dare il pane ai nostri studenti!
Il Prefetto Apostolico per dare da mangiare a tutti si è indebitato, perché non posso fare distinzioni di casse (come vorrebbero i Superiori), ed è inumano domandare che si restituisca a chi non ne ha. Il sussidio di Lire 25.000, caritatevolmente concesso dai Superiori per lo studentato, serve al massimo per un trimestre. E allora?
Casa di Mikawajima, Tokyo. In attesa della decisione dei Superiori su Don Tanguy (anche questa, permetta, amat.mo Sig. Don Ricaldone, è una bella storia! Ah, se non amassi e credessi nella volontà di Dio!…), ho delegato Don Dupont. Al momento fa bene.
Non è a posto il coad. F., nervoso, ammalato di disturbi organici che gli fanno sopportare una lotta fortissima… Ah, perché mandare in missione questi poveri confratelli?
SCUOLA PROFESSIONALE DI TOKYO. Troppi lamentano la poca paternità di Don Margiaria e il far dipendere troppe cose dal soldo. Per questo un po’ tutti i confratelli ed anche esterni sono alienati da Lui, specie nella questione stampa. È uno che sa fare i soldi e li sa tenere stretti bene, e Deo gratias! Ma per me quando ne va di mezzo la carità e la formazione del personale… non capisco più niente.
Per i confratelli: il coad. M.: ammalato e coad. P. carattere difficile assai; anche questi due non erano tipi da… Giappone.
Il ch. C. ebbe forti crisi di vocazione. Carattere superbietto, è troppo rude coi giovani, e guai non seguire il sistema di Don Bosco coi giapponesi! Oh, quante vocazioni – penso – abbiamo perduto per i nervosismi (e non è loro colpa!) di vari confratelli. Il buon Don Margiaria, data la sua posizione, aderenze, buon maneggio della lingua e il suo carattere, può essere in pericolo, dovendo trattare molto cogli esterni.
STUDENTATO TOKYO. Come già accennai, preoccupazione per la parte amministrativa, mancanza di personale. Fortunatamente i confratelli corrispondono (quelli in formazione) ed al momento non c’è nessuno che dia veri fastidi o forti apprensioni.
Abbiamo il bravo Don E. che colle sue idee sul rispetto che si deve al Confessore, fa di tanto in tanto delle scenate che rompono la buona armonia. O i Superiori non lo conoscevano, o se lo conoscevano, l’averlo mandato in missione non è un regalo per noi. Pazienza e Deo gratias! Ma si aliena gli animi e ne proviamo tutte le conseguenze, che cioè finiamo col non avere proprio quello che è più necessario in una casa di formazione. Per me, non sapendo come fare, ho autorizzato tutti gli autorizzabili (come in missione). Si sperava da molti che al Capitolo Generale si sarebbe detta una franca parola: perché anche in Italia sul confessore (posto a tavola, nelle adunanze) vi sono pareri molto diversi. Finché non ho altri, tireremo avanti come si può; ma certo non è possibile che questo modo di fare l’abbia acquistato in Giappone: il carattere ombroso, suscettibile non si manifesta a cinquant’anni. Mah! Fiat voluntas Dei!
NAKATSU. Ho potuto fare la comunità regolare (2 preti, chierici e coadiutori) o meglio più regolare di prima. Il coadiutore giapponese è un carattere un po’ difficile. Don Dupont tende più all’agro che al dolce, ma speriamo che si vada in porto.
OITA. Con don Marega ho messo un prete: meglio che niente. Il bravo Don Marega è nervoso ed ha dei momenti in cui ci vuole più che la pazienza di Giobbe. Ed anche questo stato di cose è dalla gioventù; mah! Voglio sperare che i Visitatori l’abbiano compreso: per me no so che dire, ma questo nervosismo e lingua e maniera di valutare persone e cose, non è certo sempre edificante. Che dire di queste malattie?
Oita è vicina a Beppu: quindi aiuto vicendevole.
BEPPU: casa di ammalati. Due sacerdoti (Don Cecchetti e Don Arri). Don Cecchetti soffre di emorroidi ma si dubita si tratti di cancro o ulcera intestinale – e non si può operare – perdita di sangue, ecc. Don Arri è tisico. Don Cecchetti ha anche la cura delle Figlie di Maria Aus. Ah, il Signore se mandasse un po’ di personale per accudirle… ma sono belle tipesse anche loro!
Ad ogni modo è la casa più povera: non ho soldi per fabbricarne una, e temo che un giorno o l’altro mi rimangano sotto…
TAKANABE. È da tempo chiusa perché non ho personale. Si va a dire la Messa per la zona con una dozzina di comunità cristiane (piccole cellule), per non perdere quelle povere anime. Ma non è possibile fare un passo in avanti, posto il principio della non residenza in posto; e non posso mettere un gruppetto di confratelli, perché non ne ho: se la intendano i Superiori col Signore e con S. Madre Chiesa.
MIYAKONOJO. Con due confratelli: non ho potuto dare altro aiuto per rafforzare la piccola comunità (Don Bernardi, coad. Maccario: caratteri un po’ forti – il coad. assai nervoso, ma di pietà e sacrificio e lavoro – sia pure a modo suo). Quid facere?
TANO. Da tempo chiusa per mancanza di personale. È accudita da Miyakonojo. Il sacerdote va alcuni giorni alla settimana per sostenere quella fiorente cristianità di 160 cristiani. È la migliore di tutte. Mah! Non posso disubbidire ai Superiori, dopo le staffilate prese dai Visitatori… Fui incolpato della perdita di Don Lucioni e di Don Carò… Bonum mihi, Domine, quia humiliasti me.
MIYAZAKI MISSIONE. Nulla di speciale – casa regolare. Dovrebbe essere la sede dell’Ispettore e Prefetto Apostolico: in pratica ho trasportato tutto al Seminario, quando dovetti prendere anche quella direzione. Come Prefetto Apostolico non ho sede: non ho mai avuto i soldi per dare (come tutti gli altri colleghi) una casa ad hoc; e sarebbe utile, per non dire necessaria. A Miyazaki in casa non vi è posto.
MIYAZAKI SEMINARIO. Nulla di speciale. Casa regolare. Come le scrissi (e ne scrissi al Signor Don Berruti) vi è il coad. Ragogna che ha bisogno, sia pure breviter, di iniezioni che sono solo possibili in Italia presso i Superiori. Ah, peccato che il Giappone sia così lontano!
MIYAZAKI OSPIZIO. Non è propriamente casa salesiana, ma come scrissi ai Superiori, vi è la possibilità per non dire necessità di iniziarla. Don Cavoli, Coad. Bealessio e Rosso fanno una piccola comunità per educare i primi orfanelli, e Don Cavoli dà forma definitiva al nuovo Istituto. Il lavoro attuale è essenzialmente agricolo. La casa di abitazione è vicina al Seminario e quindi a tiro…
FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE. Finalmente il 24 Maggio entrarono a Tokyo ed ho loro affidato ex-integro l’asilo di Mikawajima e pian piano rileveranno il resto, che quando avranno costruito trasporteranno in sede propria. Vorrebbero un prete per loro (a Beppu), ma non posso neppur pensarlo con la crisi di persone.
Mi pare si mantengano in buono spirito, ma troppo chiuse per essere missionarie.
Lasceranno Miyazaki, ma la missione non può absolute rilevare l’Opera loro e tanto meno la proprietà.
[manca]