3996 /Grigoletto Giuseppe / 1951-4-28 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
+ Tokyo, 28 aprile 1951
Carissimo D. Giuseppe,
Rispondo all’ultima tua, perché pare che fino a luglio non parta per l’aria nessuno.
1) Ho eseguite tutte le tue commissioni all’Ispettore e a D. Barbaro.
2) Un po’ di posta secondo le tue indicazioni, ed anche altra dei tuoi paraggi.
3) Mi domandi di Valsalice… Ho ricevuto a mano D. Cav. cartolina di saluti firmata dagli amici, dal Toni e che mi annuncia la morte del nostro caro Gaude, e lettera del nostro D. Lussiana che invia a mezzo di D. Cav. 15.000 lire, che mi saranno date, e che naturalmente consegnerò al nostro buon Direttore. Sono frutto non ricordo più se dei liceisti o oratoriani. Ho ricevuto un microscopio più che semplice, non so dire altro.
4) Grazie di quanto ti proponi di fare per noi. Non dimenticare:
a) Calma;
b) ad impossibilia nemo tenetur;
c) sempre d’accordo coi Superiori centrali e tuoi più diretti. Non pensare alle mie storie.
5) Una curiosità più che mia, dei colleghi. Olim mi dicesti di libri (non so più quali… Migne?) andati a Monte Ortone, e non ricordo più le vicende (è per me così difficile ricordare il passato… che volete? Io sono fatto così!). Se furono beneficati dovrebbero aiutare in cose proprio da [illeggibile… ]. Don Facchinelli domanda dispense… non vogliono inviare, gli sunteggiano le lettere (forse per evitare le spese di posta). Via!… se mi chiarisci potrei chiedere a Torino o all’Ispettore, sia pure come semplice confratello… Hai capito?
6) Il Signore ti rimeriti per avermi ricordato nell’onomastico. Ti nomino cotidie nel mio povero memento. Vorrei anche in altri modi manifestarti la nostra povera riconoscenza, mah…
7) Tenterò di vedere dove sono andati quei benedetti minerali… era una così bella cassettina… non pesava davvero… Mah! Il bello è che se non mi dici tu… Ma che vuoi? Cose di questo mondo…
8) Ti voglio accontentare per quello che mi domandavi… per tener allegra la gente… e specialmente quei due là… Possibile che abbiamo bisogno di star allegri?
Un episodio che ricordo perché si ripeteva spesso. Il fratello mi portava all’Oratorio fin dall’inizio della fondazione. Vestivo ancora i vestiti bambineschi. Mi piaceva la musica e mi facevano cantare le canzoni apprese all’asilo. Alle 11,30 suonava il campanello per il canto. Il sottoscritto correva all’uscio, e, piccolo di statura, non riusciva ad arrivare alla maniglia, ed anche alzandomi sulla punta dei piedi, finivo col cadere, e sempre battendo la fronte. Correvano ad alzarmi e a bagnare coll’acqua fresca la fronte e legarmela stretta con un fazzoletto, mettendo alle volte un soldo (sost. fredda… da noi si usava così), perché non si formasse il gonfiore. Mi facevano sedere su un banco. Essi cantavano e Vincenzo dormiva… e così ero punito del desiderio musicale e della troppa fretta…
E per oggi basta. Più che pensare al passato è da pensare al presente, per avere un buon futuro.
Preghiamo ad invicem, mio buon Z. B. Ti abbraccio e benedico.
Saluta omnes et singulos.
Tuo D. V. Cimatti,
sales. miss. apost. in G.