3946 / Grigoletto Giuseppe / 1950-10-8 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Tokyo, 8 ottobre 1950
Carissimo D. Giuseppe,
Di ritorno da Hong Kong e Macao trovo le tue sempre carissime. Grazie del tuo interessamento per la mia povera anima: ho bisogno di lavorarmi assai, e debbo proprio ringraziare il Signore ed i Superiori che mi hanno messo nell’occasione di… e se non lo facessi, sarei ben oca.
Pel Rosario ho capito quanto mi hai detto, e da qualche prova fatta mi pare di usarne con profitto. È da anni che lavoro per smeccanizzarmi… ma sono davvero ancora nella preghiera un materialone, macchina di prim’ordine.1
Non capisco: “godo che il Signore stia togliendo un po’ di gobbe alla sua umiltà”. So di avere il contrario, e ho pensato sempre che all’umiltà debbono corrispondere delle valli fonde… e non capisco le gobbe… ad ogni modo godo del tuo godimento, e prega per me, affinché, almeno prima di morire mi si spiani tutto per bene.
Quanto al secondo punto… tutto bene quanto mi dici. Non intendo di emozioni esterne (tono di voce, lacrime, pallori o rossori), benché olim possano esser avvenuti nella predicazione, questo povero uomo è talmente freddo in manifestazioni esterne, che mi domando alle volte, se ad es. verso la mamma mi sia comportato come si deve…Anche in manifestazioni entusiastiche (nostre feste, processioni, adunanze, ecc.)… cuore di pietra.
Ma nel ministero sacerdotale, trattando con persone utriusque sexus, o anche nel dover trattare con confratelli, specie giovani chierici, o in actu Missae (specie in Consacrazione)
è per la confidenza che dimostrano? è la voce? la persona?
è per la materia che si deve trattare?
è per relazione di carità col Signore?
è lo stimulus carnis di S. Paolo? ....
È malattia? - Ma perché solo per quelle certe persone? Perché sempre in quel punto della Messa? E se, puta caso, l’unione di orazione o di pensiero con Dio producesse questi fenomeni, è meglio piantar lì? È male il provarli? (Non dico eccitarli, desiderarli, annuire, ecc.).
Ho fatto la tesi di laurea sul parallelismo fisico-psicologico, come ti dissi, sono molto materialone, e capisco poco il gaudio spirituale, disgiunto dalla cooperazione, sia pure solo riflessa, del corpo. Non so cosa provassero i Santi più uniti a Dio nelle loro intime relazioni con Dio… Vedo di esser ben sotto il pian terreno in questa materia, e che l’anima mia è ben ancor tenacemente legata alla materia… ma non capisco come possa liberarmene finché sono a questo mondo.
Mi dirai: “Ma perché D. Cim. mi fa questi problemi?”. Non so neppure io. Forse perché penso che hai possibilità di rispondere. Dunque se ti riesce mi dirai: se no, sia per non detto, e non affannarti per questo povero fallito in omnibus.2
Mi dispiace enormemente che non sia pervenuto e che non si riesca a rintracciare quanto avevo procurato, sicuro che ti sarebbe piaciuto e sarebbe stato utile. Scusa se non sono riuscito ad accontentare per i disegni, tenterò di trovare…
Pensavo fosse desiderato il disegno per vedere come lavorano in legno, ecc. Capisco che erano desiderati disegni di costruzioni giapponesi… che si fanno sempre più rare (salvo le case ordinarie, tutte sullo stesso stampo).
Certo che nella mia attuale posizione non voglio muovere un dito senza l’intesa col Superiore, e capisci anche tu che non posso fare come prima.
Mi fu detto e scritto dai Superiori esser loro desiderio restassi in Giappone e allo Studentato, ho domandato lavoro insistentemente. Mi fu dato quel che mi fu dato, e ce ne starebbe comodamente il decuplo, e tiro avanti in Domino…? Tutti han ben capito le mie insufficienze e sbagli passati… e sarei ridicolo a insistere… Deo gratias!
Identicamente non devo battere cassa per provvedere ciò che non spetta a me, non conoscendo né bisogni né desideri. La Missione qua tale è ridotta alla Provincia di Oita, ma non spetta al sottoscritto provvedere e prevedere: quindi, mio caro D. Giuseppe (salvo quanto ti avevo detto prima o quanto mi si dicesse di domandare) non aspettare da me desiderata alcuna.
Si sta organizzando il nuovo Studentato (edificio). Ora oltre le scuole (come… quando ero chierichetto a Valsalice), sto schedando la biblioteca.3 Son tornato al piccolo mondo chiericale, e non devo né voglio preoccuparmi se non del mio dovere. E d’altra parte sotto qual titolo potrei fare propaganda pensando allo stato o posizione di prima?
Inteso per la S. Messa di ringraziamento: ne farò domanda al mio bravo Direttore.
Come già ti scrissi da tempo avevo informato il nostro buon Ispettore e suo Segretario di mettersi in relazione con te per… So che ti fu spedito roba, ecc. per parte loro (D. Cimatti, lo capisci, non dispone più di nulla), ed ho detto a D. Del Col quanto mi accenni in tua, cioè non aver tu ricevuto comunicazioni ecc. ecc.
D. Romani desidererebbe sapere i prezzi (anche solo approssimativi) del materiale inviato. Lo informerò anche per Abe. Mi pare di aver parlato una volta col De Reggi, ma non ti so dire nulla di positivo: certo sta bene.
Per la Via Crucis mi informerò se c’è qualche cosa di disponibile (che d’altra parte non è da disporsi da me, pur essendo a mio nome), certo che coi viaggi dei confratelli e delle costruzioni penso che l’Ispettoria andrà indebitandosi: ma non sono al corrente in materia.
Fatto a D. Barbaro la tua missiva. Bene quanto intendi fare o hai fatto per D. Bellido.
Qui si pensa per l’occasione del grande avvenimento di fare salesianamente un numero unico del nostro Bollettino. A Tokyo grande processione.
Caro D. Giuseppe, grazie di tutto. Non avendo altre preoccupazioni posso darmi di più alla preghiera, e tu mi sei presente fra quelli per cui debbo più pregare, e tu fa’ altrettanto per questo povero uomo. Tuo nel Signore
D. V. Cimatti, sales.
P.S. Ed abbi pazienza se ti faccio spendere soldi per la posta… Ho consegnato anche tutti gli indirizzi, elenchi ecc. al Centro Ispettoriale e non ho più nulla alla mano. Habe me excusatum… ed il Signore ti aiuti a compiere anche questa carità. Deo gratias tibique Joseph peramantissime in Christo Jesu et in corde Mariae Assumptae, de cuius assumptione – gaudent Angeli et nobiscum collaudant Filium Dei.
Alla Mamma glorificata nella sua Assunzione Banzai, Banzai, Banzai!
Fa’ tu le separazioni (delle lettere incluse)… perché con queste parentele ci capisco poco e non vorrei… Scusami anche la povertà della carta.
Assicura del mio continuo riconoscente ricordo le fam. Gortani, Corbellini e Moro.
1 Da notare che ci sono 3 serie di meditazioni del Rosario scritte da Don Cimatti. Le teneva a portata di mano durante la sua ultima malattia. Di una serie manca una parte. In una serie, dopo l’enunciazione del mistero da meditare, c’è per ogni Ave Maria una brevissima frase presa in generale dall Sacra Scrittura. È un modo di smeccanizzarsi.
2 Riportiamo questo problema, perchè ci mostra che anche i santi hanno queste difficoltà come tutti gli uomini. La santità consiste nel superarle e nel saper comportarsi rettamente con la grazia di Dio.
3 Si conservano 15 grossi fascicoli rilegati con la lista per materie di tutti i libri della biblioteca, scritti di sua mano su carta in formato B4 poligrafata da una parte: sono dispense di lezioni in lingua tedesca. Questi fascicoli sono il frutto del suo lavoro di questi anni in cui cercava di tenersi occupato. Un vero lavoro da certosino! Ogni libro viene segnato secondo le norme scientifiche di schedatura.