2358 / Berruti Pietro / 1939-10-7 /
Ispettoria Salesiana S. Francesco Saverio, Giappone
Miyazaki, 7 ottobre 1939
Festa del S. Rosario
M. R. Sig. Don Berruti,
Da fogli a parte, secondo le singole questioni, mi onoro di presentare ai Superiori o per consiglio o per l’approvazione quanto accludo.
PRATICA PER UN OSPIZIO SALESIANO A MIYAZAKI
In risposta alla lettera del 10/5/39 e 13/7/39, alla quale avevo in parte risposto in data 14/8/39 dando le spiegazioni richieste dai Superiori maggiori, al N. 2.
L’ospizio al momento dispone di ettari tre di terreno. In Giappone poi facilmente si trova e a prezzo minimo di affittare molto terreno (ed è quello che si fa ora) per cui anche questa forma può essere utilizzata per avere quanto si vuole.
Il preventivo totale della costruzione è valutata naturalmente e per numero allievi e per spazio. Al momento attuale per il rincaro di tutti i generi per un edificio del genere si può valutare a Yen 90-100 allo tsubo (circa 4 mq). Le spese di arredamento pure si possono valutare, tutto compreso (letti in legno o brande, cucina, materiale scolastico, macchine e strumenti per laboratori e campagna, e pensando che in Giappone non è necessario tutto quanto è indispensabile da noi, dato poi la finalità di detto ospizio) si può valutare a Yen 5000.
Per un periodo X si potrebbe pensare a personale locale (difficilmente lo straniero riuscirà a fare le vere scuole giapponesi – tanto più i nostri coadiutori, salvo che per la parte pratica).
I mezzi di vita, la Provvidenza, le offerte dei buoni, il lavoro, e quello agricolo rende certo. Se l’Opera avrà poi il riconoscimento governativo (come opera di beneficenza) ha dei sussidi annui, come li ha attualmente l’Ospizio e le nostre opere sociali di Mikawajima e Tokyo delle Figlie di Maria A.
Come dissi prima, la preoccupazione del Prefetto Apost. è di dover provvedere a questi orfanelli raccolti e nell’Ospizio di Miyazaki e dalle Figlie di Maria A. e quelli che ci vengono affidati dalle autorità (presso le Figlie di Maria A. vi sono già ricoverati orfani di guerra). Alcuni li abbiamo a Nakatsu per vedere le attitudini e inviarli o al Seminario (al momento non abbiamo altra casa di studi) o alla scuola di Tokyo, ma penso che per la maggioranza bisognerà pensare a dare loro il pane mediante il lavoro della terra. E poi altro è mantenerli a Miyazaki, altro a Tokyo o in grandi centri.
Penso che le condizioni attuali non consigliano la costruzione in grande del progetto (dato il rincaro di tutti i generi di costruzione e forse anche la difficoltà di ottenere il permesso… ma per scuole e istituti del genere in pratica concedono perché ne vedono la necessità). Ad ogni modo io mi trovo in questa necessità “di mettere i confratelli che al momento si occupano di quest’opera (Don Cavoli, Coad. Bealessio, prof. perp. e coad. Rosso, prof. trien., Don Cimatti aiuta in quel che può) nelle condizioni di una vita più regolare e per le pratiche di pietà e per lo svolgersi della vita religiosa e per l’educazione dei giovani. Ho bisogno di rafforzare il personale in modo che si possa ottenere quanto sopra. Qui ci vorrebbe un tipo che fosse pratico e di campagna e fosse sacrificato del sacrificio del vero salesiano. Don Cavoli ha già altre preoccupazioni ed ha bisogno di essere aiutato e così pure ci vuole un assistente per dar riposo ai bravi coadiutori”.
Ecco le mie preoccupazioni che davvero non so come risolvere senza il consiglio dei Superiori e senza la loro approvazione.
Se non è possibile realizzare subito parte o tutto dal punto di vista salesiano, si può pensare ad una semplice residenza missionaria? Ad una casa succursale? Ad un’opera della missione, pel momento? Nel prossimo marzo avrò, se piace al Signore, una buona infornata di preti. Può essere che ne trovi uno adatto allo scopo, ma intanto come fare?
Unisco in foglio a parte il pensiero di Don Margiaria, dissenziente da quello di Don Cavoli, Don Liviabella e Don Cimatti, ma degnissimo di considerazione – anche altri confratelli si domandano se non sia meglio in grandi centri. Rispondo: ora devo provvedere qui e per questi – andare altrove si può sempre e… ci possono mandare anche se non vogliamo. Dunque i Superiori mi aiutino e consiglino. Al momento non domando soldi, ma che col consiglio e se è necessario col comando aiutino questo povero confratello che deve provvedere alle anime e dei confratelli e dei giovani ed alla sua.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, Ispett.
P.S. - Stando così le cose, mi pare al momento prematuro presentare progetti definitivi.