1063 ricaldone |
1063 / Ricaldone Pietro / 1933-2-16 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Takanabe, 16 febbraio 1933
Amat.mo e M. R. Sig. Don Ricaldone,
Avevo spedito la solita mensile (un po’ ritardata perché volevo includere le foto di Tokyo) quando mi giunse l’ultima sua veneratissima, che come tutte, riuscì di gran conforto ed eccitamento. E ne ho davvero bisogno.
Il motivo di questa mia, oltre che chiarire alcuni punti, è per un’idea venuta, ed eccola.
Nel prossimo mese viene dall’America in Italia quel famoso Sig. Hirayama padrone del film dei martiri giapponesi, che sta facendo il giro del mondo. Scrive la signora sua che tanto ci ha aiutato nella questione di Beppu, che il motivo della venuta è per far proiettare anche in Italia il film. Come in America fu affidato ad un missionario del Verbo Divino, chissà se i Salesiani volessero brigare per ottenerlo loro per buona propaganda? La signora dice: “Non dipende da me, ma non è improbabile che il marito aderirebbe”. Essa non sa però quali siano le condizioni e intenzioni del marito, né le sa Don Cimatti. Non è improbabile che il Sig. Hirayama vada a Roma – l’offra a Propaganda Fide. È un’idea. Se ai Superiori sembra possa essere realizzabile, utile, ecc. Li ho prevenuti con questi cenni, coordinati colle parole della Sig.ra Hirayama.
Andai sul posto ad Osaka e parlai con le autorevoli e amiche persone che ci vogliono aiutare. Ma prima volli capire chiaro il pensiero di Mons. Vescovo per poi non avere bastoni tra le ruote.
Le condizioni della diocesi sono che al momento tutti i posti sono occupati dai missionari, quindi non è pensabile che egli possa invitare i Salesiani…
Ha 4 residenze in casa di fitto, e se aiutasse i Salesiani avrebbe contro i suoi, che gli direbbero…
Non desidera che i Salesiani mettano l’opera vicino ad una residenza dei suoi missionari.
Messe e chiarite queste condizioni, i Salesiani sono desideratissimi, ed Egli prega il Signore con tutta l’anima perché si realizzi presto la loro entrata.
Il terreno cui accennava Don Margiaria, forse la Società elettrica, facendo le pratiche, lo darebbe, ma non si sa con precisione a quali condizioni: ma se anche fossero quelle accennate, la società vuol subito i piani degli edifici, ecc. cosa che è un po’ difficile, penso, ad avere e fare ora. Chiarii a queste brave persone la povertà nostra – la volontà di lavoro, la necessità di aiuto. Si convenne quindi che essi farebbero il possibile (e sono al lavoro) di dare ai Salesiani terreno e mezzi per la costruzione di scuola di lingue estere e professionali.
Quando mi daranno una risposta non lo so – tengo vivo il fuoco ed appena saprò qualche cosa di positivo, informerò. Stanno facendo come un comitato d’azione salesiana tra ricchi pagani di Osaka e Kyoto e mi assicurano buona riuscita. Un bravo prete giapponese unisce le fila, e se il Signore vuole, chissà che nell’anno si concluda qualche cosa.
Riferii al Vescovo, mostrando il luogo. Gli è graditissimo, in zona che non dà ombra a nessuno – anzi il Vescovo vorrebbe affidarne la cura fino a Kyoto ai Salesiani.
Credetti opportuno far così per non dare ombre o far pensare che si lavori di sottomano, o si distolgano i cristiani dal fare le offerte per le residenze della diocesi. Vi è così il permesso formale del Vescovo, ed anche gli altri potranno lavorare senza pensare di avere contrario S. Eccellenza.
Per la scuola di lingue certo è da considerarsi come una scuola di cui si domanderebbe il pareggio… Quindi allievi a pagamento, certo. Non saranno questi che mancheranno, se la scuola è riconosciuta e se ha buoni insegnanti.
Sono sicuro che si potranno ottenere sussidi dalle Ambasciate certo.
I Giapponesi pure, vista la cosa, aiuteranno. Il problema ora è imbastito. Ho detto a quelli che ci aiutano che vedano di sollecitare, perché noi dobbiamo in tempo utile pensare al personale. Spero presto saperle dire qualche cosa.
Ho scritto al Sig. Don Fascie per lo studentato proponendo secondo il pensiero dei Superiori Hong Kong e Tokyo per i più meritevoli in condotta e ingegno. Se potessi poi avere almeno due (anche solo in imprestito, ma buoni professori di dogmatica e morale…), forse anche qui ci aggiusteremmo. Ma bisogna scegliere il luogo.
I debiti! Mi sembra si segua la norma data dai Superiori. Non si fa se non è necessario e se c’è il fabbisogno.
Per il lamento chierici è vero, e sono contento che ci sia chi ha scritto ai Superiori anche di questo noto e di altro a me non noto. Deo gratias! È così difficile aver la confidenza piena di tutti. Non mi stanco di dire a tutti che liberamente scrivano.
Per la fattispecie, saputa la cosa e nelle conferenze e in una lettera circolare e nelle adunanze dei missionari penso di aver bollato bene la cosa. Le frasi furono dette o per ridere o da quelle povere teste che Lei che conosce che danno da fare a Don Cimatti, in qualche momento di nervoso o di esagerazione. Spero non saranno ripetute certo, e sono pienamente d’accordo con Lei, amato Padre, – sì qualche chierico ne ha sofferto, non solo per queste frasi, ma anche per il modo di fare alle volte irritante di qualche sacerdote. Ora i sofferenti vanno molto bene. Ma come già dissi: “Ah, non mandino nelle missioni degli ammalati di nervi, specie poi in Giappone in cui il clima favorisce che è un piacere!”.
Don Cimatti non le dice quanto ha sofferto in Giappone, ma le mie uniche sofferenze sono per questi poveri ammalati di testa e di cuore. Ma che vuol farci. E ai chierici non si può dire tutto. Deo gratias! E grazie a Lei. E senza timore parli pure e mi facciano tutte le osservazioni del caso. Sì concludo con Lei: “preghiera, sacrificio e santa allegria…”.
Si figuri che il 25 c. m. in un concerto cui fui invitato per decorare i canti della scuola Normale di Miyazaki (sa… siamo decoratori!!!) fra le varie cose “Suonata Capoci, ecc.”, finii con Funiculì, funiculà e pensando a Lei che mi consiglia l’allegria, riderò e farò ridere ancora di più.
Preghi e mi benedica.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.