3576 / Berruti Pietro / 1948-6-12
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
12 giugno 1948
Rev. Sig. D. Berruti,
Sono ancora a New York per qualche visita. Mi pare che stiano tutti bene. I miei arrivano domani a S. Francisco. Non sappiamo ancora la data della partenza per il Giappone.
Non sapendo chi sia e se ci sia un nuovo responsabile per le missioni, scrivo a Lei alcuni pensieri che ho sentito e in parte verificato nella mia attraversata.
Sono pensieri che rilevai anche da Mons. Mathias, che penso ne riferirà (come consigliai) ai Superiori.
È sentito il bisogno di una organizzazione (come hanno tutte le Congregazioni) per la raccolta e distribuzione di quanto la Provvidenza permette si potrà raccogliere. Sorgeranno le Procure? Qualche Congregazione ben volentieri si presterebbe per dare schiarimenti al riguardo.
Il nome salesiano e la nostra Opera è pochissimo conosciuto.
Mons. Mathias e D. Margiaria in qualche loro richiesta si sono sentiti dire: “Abbiamo già dato al P. O’Loughlen, Procuratore per l’India, Siam, Cina e Giappone”. Ricorderà che Lei desiderò una lettera sull’argomento, e che gliela rilasciai.
In mancanza di questa organizzazione è insufficiente la propaganda salesiana e si perdono sussidi preziosi.
Il bravo D. Cazzola urtò col suo modo di fare (pretesa di aiuti – raccoglieva per strada i mozziconi, ecc.) – riconoscono la sua abilità oratoria.
Contegno dei confratelli in posto verso i questuanti. Sono impressioni e realtà ben naturali data la impegolante materia. Lei ne faccia il conto che crede nel Signore.
E preghi per me, che mi avvicino al martirio… Almeno che lo possa subire e consumare con merito ed avere la forza di pregare per Lei che ne è la causa; ed anche Lei preghi per il povero confratello
D. V. Cimatti, sales.